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lunedì 31 dicembre 2018

Acireale, per chiesa una tenda

Sono ben 14 le chiese chiuse, nella diocesi di Acireale, a seguito del terremoto di Santo Stefano. Alcune sono distrutte o inagibili, come le chiese delle frazioni acesi di Pennisi, Fiandaca, Santa Maria la Stella, Piano D’Api, e, a Santa Venerina, la matrice e la chiesa di Cosentini. Altre sono chiuse in via precauzionale e sono tutte le altre chiese di Santa Venerina, le chiese Santa Lucia e Santa Maria della Consolazione di Acicatena e la chiesa della frazione acese di Aci Platani.
Così, senza tetto, la curia di Acireale ha deciso di programmare le messe nei territori terremotati. Ieri il vescovo Antonino Raspanti, vicepresidente della Cei, ha celebrato messa nell’oratorio di Bongiardo, a Santa Venerina, mentre oggi alle ore 11 presiederà la messa nella piazza di Fiandaca. Alle 15.30, il vicario generale Giovanni Mammino celebrerà messa nella piazza di Santa Maria La Stella. Ad Aciplatani, le messe saranno celebrate nell’oratorio. Ad Acicatena le messe domenicali della chiesa Santa Lucia saranno “traslocate” nella chiesa della Madonna della Sanità, mentre le messe domenicali della chiesa dedicata a Maria SS. della Catena nella chiesa di San Giuseppe e nellachiesa dei Morti.Diverse le chiese chiuse anche a Zafferana Etnea, appartenente all’arcidiocesi di Catania. Oltre a quelle maggiormente danneggiate di Fleri e Pisano, a titolo precauzionale è chiusa anche la matrice. La comunità di Fleri oggi alle ore 11 celebrerà la messa nell’atrio della scuola elementare di via Rossi, insieme all’arcivescovo Salvatore Gristina. La zona è sismica. Monsignor Mammino ricorda che attorno alla faglia di Fiandaca altri terremoti distruttivi si sono verificati nel 1914 e nel 1984. La chiesa di Pennisi è stata distrutta e ricostruita più volte. «Gli edifici costruiti con criteri antisismici hanno retto bene – dice – ci sono stati danni ma non tali da creare vittime». Ma ha rischiato molto il parroco di Pennisi, don Mirco, scampato al crollo della canonica. «Molti – dice – sonocoloro che hanno perso la propria abitazione ed il proprio lavoro. Io, come tutti gli abitanti di Pennisi e dei paesi vicini, siamo riusciti a salvare le nostre vite: io, per grazia di Dio, sono uscito vivo dalle macerie dopo il crollo del campanile sulla casa canonica dove stavo passando la notte. Il mio pensiero va a tutti coloro che hanno bisogno di un riparo e di un pasto caldo. La chiesa è inagibile, ma la comunità tutta è coesa perché vuole risorgere».
Anche Santa Venerina ha sperimentato più terremoti. Dell’ultimo, quello del 2002, non sono state ancora rimarginate tutte le ferite: dopo 16 anni, infatti, deve essere ancora ripristinata la chiesa di Bongiardo, i lavori dovrebbero concludersi nel 2019. La comunità da anni si riunisce in un prefabbricato. Adesso che anche tutte le altre chiese del comune sono chiuse, la parrocchia di Bongiardo ha messo a disposizione i locali del proprio oratorio per le esigenze delle comunità che si trovano senza chiesa. Il Comune di Santa Venerina, 8.500 abitanti, è condiviso da due diocesi: Bongiardo appartiene all’arcidiocesi di Catania, le altre parrocchie alla diocesi di Acireale. I terremoti portano la comunità a sentirsi, ancor di più, un cuor solo e un’anima sola. Don Giovanni Marino, parroco della matrice e della parrocchia Sacro Cuore di Santa Venerina ricorda: «Si era ritrovato, da alcuni anni, un equilibrio dopo i danni e lo choc del sisma del 2002. Adesso senza chiesa e alcune persone senza casa si sperimenta disorientamento. Ricomincia tutto da capo».
Scoraggia il pensiero della burocrazia nella fase della ricostruzione. Ma la solidarietà è una certezza. La Caritas di Acireale, insieme all’Agesci, ha allestito un centro di raccolta di beni di prima necessità nella parrocchia Cuore Immacolato di Maria di Acireale. A Fleri, il Comune di Zafferana, venerdì, aveva lanciato una raccolta di beni di prima necessità per i terremotati: dopo due ore lo stesso Comune ha chiesto di non portare più nulla perché si era raccolto quanto necessario.
MGL

giovedì 27 dicembre 2018

Chiese e campanili feriti dalla scossa E a Pennisi va in pezzi la statua di sant’Emidio

Fosse tremata appena un giorno prima, la terra, si conterebbero vittime tra i fedeli che affollavano le chiese per le messe di Natale. E invece il piccolo “miracolo”, nel terremoto di Catania, che tanti edifici di culto ha danneggiato e addirittura semidistrutto, è di non aver fatto male alle persone. La maggior parte dell’area dove si sono registrati dei danni ricade nel territorio della diocesi di Acireale. Notevoli i danni agli edifici privati, ma anche alle chiese. Particolarmente colpita la frazione acese di Pennisi, dove sono numerosi gli edifici inagibili. Ingenti i danni alla chiesa parrocchiale intitolata a Santa Maria del monte Carmelo, dove il campanile è crollato abbattendosi in parte sulla canonica e in parte sulla statua di sant’Emidio, posta all’ingresso della chiesa. Il parroco, don Mirco Barillari, è riuscito miracolosamente a salvarsi: è rimasta in piedi solo la parete cui poggiava il suo letto, vistosamente segnata da una crepa. Mentre la statua di Sant’Emidio, protettore dai terremoti, è rimasta pesantemente danneggiata ed è stata portata in custodia da privati.
Numerosi danni sono stati rilevati in altre chiese: a Santa Venerina nella chiesa del Sacro Cuore (da poco ristrutturata dopo che era stata chiusa per anni dopo il terremoto del 2002) è caduta e si è frantumata in mille pezzi la statua del Sacro Cuore che sovrastava la facciata della chiesa nelle vicinanze del municipio. Nella chiesa di Cosentini (frazione di Santa Venerina) sono stati registrati danni interni ed esterni. Sempre nel comune di Santa Venerina, in via precauzionale, in attesa di ulteriori verifiche, le chiese di Maria Vergine e di Linera sono state chiuse. Stesso provvedimento è stato adottato per la chiesa parrocchiale della frazione acese di Santa Maria la Stella. Santa Venerina non è nuova ad eventi simili: oltre alla chiesa del Sacro Cuore, come detto per anni chiusa, anche la chiesa di Bongiardo rimase pesantemente danneggiata dal terremoto del 2002 ed è ancora chiusa. Ieri si sono tenuti sopralluoghi, che hanno visto in prima linea sempre il vescovo Raspanti. Gli altri danni agli edifici di culto si contano invece nella diocesi di Catania, dove l’arcivescovo Salvatore Gristina ha visitato i luoghi colpiti dal terremoto per esprimere vicinanza alla popolazione. Semidistrutta la chiesa Maria Santissima del Rosario dedicata a Sant’Agata a Fleri, frazione di Zafferana Etnea, costruita nel 1667 e appartenente al territorio dell’arcidiocesi di Catania.
MGL

lunedì 10 dicembre 2018

Caltagirone, l’annuncio di Peri: il 2019 «anno sturziano»

L’iniziativa
Si aprirà il 19 gennaio nel centenario del celebre appello “ai liberi e forti”. Coinvolta tutta la comunità calatina
I l 26 novembre 1871 nasceva don Luigi Sturzo. E ieri nell’anniversario monsignor Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, città natale del noto presbitero e politico, ha invitato tutte le parrocchie a ricordarlo per «sottolineare, oltre che lo spessore umano, sociale e culturale di don Sturzo, a tutti noto, anche la dimensione spirituale, sacerdotale ed ecclesiale, che ha saputo vivere ed esprimere con l’esercizio eroico delle virtù cristiane» e che papa San Giovanni Paolo II ebbe a sottolineare opportunamente segnalandolo al popolo cristiano, e soprattutto alla terra di Sicilia, come «esempio di preclare virtù sacerdotali». E a conferma del debito che Caltagirone ha verso Sturzo monsignor Peri ha fatto un importante annuncio: il prossimo 19 gennaio 2019, ricorrenza centenaria dell’appello 'Ai liberi e forti', si aprirà «un anno sturziano, con eventi, occasioni e opportunità culturali e pastorali, che illustrino adeguatamente lo spessore della sua personalità, della sua grandezza umana, sociale e culturale, ma soprattutto della sua testimonianza di santità, coinvolgendo nella preghiera e nel doveroso omaggio alla sua santità, la Chiesa diocesana e l’intera comunità calatina». Nato come detto il 26 novembre del 1871, Sturzo fu ordinato sacerdote nel 1894, per le mani del vescovo Saverio Gerbino, nella chiesa del Santissimo Salvatore, dove oggi un mausoleo ne custodisce i resti mortali. Dopo aver completato gli studi a Roma, maturò la sua “conversione sociale” che culminò nell’elaborazione di un progetto di impegno politico attivo dei cattolici italiani nella vita pubblica, con la fondazione del Partito Popolare. Morì l’8 agosto 1959 a Roma dove il 24 novembre 2017, nella sala della Conciliazione del Vicariato si è conclusa la fase diocesana del processo di beatificazione. Ora si attende il riconoscimento delle virtù eroiche da parte della Congregazione delle cause dei santicon la dichiarazione di venerabilità.
Maria Gabriella Leonardi
27 novembre 2018

lunedì 5 novembre 2018

Nella «casa» della fraternità vissuta la biblioteca che insegna ad ascoltare

L a passione per i libri don Carmelo Raspa l’ha avuta da sempre, leggendo e raccogliendo libri, sistemati in tutti gli anfratti di casa. Adesso questa passione è una biblioteca di 4mila volumi, allestita nei locali della sua parrocchia, «Beata Maria Vergine aiuto dei cristiani» di Acireale, e uno dei carismi della fraternità «La casa del libro e dell’ascolto» di cui don Carmelo vuole presentare la regola al vescovo. «Il libro – dice – è il luogo e lo spazio per imparare la lingua dell’altro e per amarlo». Qui si trovano libri di teologia, storia, arte, letteratura, filosofia e storia locale. Alcuni sono di don Carmelo, altri di fratello Mario, altri ancora sono regali. Chiunque li può chiedere in prestito: parrocchiani, persone che attraverso la lettura desiderano coltivare la vita spirituale, studenti di don Carmelo che, oltre ad essere sacerdote diocesano, è docente di esegesi nelle facoltà teologiche di Palermo e Catania. In questa passione per i libri spicca quella per il Libro. Don Carmelo, apprezzato conferenziere, tiene lectio bibliche molto seguite, in cui ogni anno viene approfondito un libro della Bibbia. Le lectio sono su Youtube e andranno in onda su Radio Maria.
Maria Gabriella Leonardi

Agrigento, successo per la «social street»

Non solo a Bologna (pioniera nel campo), anche ad Agrigento funziona bene una social street, cioè un gruppo Facebook per far conoscere e incontrare i residenti di una strada. Nella città di Pirandello, superando l’ancestrale diffidenza dei siciliani, è nato il gruppo 'Residenti in via Foderà - Agrigento', grazie a due donne, Elvira Mangione, imprenditrice turistica, e Nadia Rosato,bancaria.L’iniziativa è partita da una cena tra le famiglie di Nadia ed Elvira e altri vicini. È venuta l’idea di una tavolata di vicinato ma, dato che non si potevano invitare tutti, si è pensato di organizzare in strada l’evento conviviale: una grande successo, la prima di tante cene. Da lì è stato un crescendo, sono stati appesi volantini per invitare gli altri vicini a iscriversi, il gruppo è cresciuto, e ora conta ben 112 membri, di tutte le età, tra cui anche ex residenti emigrati che vogliono tenere un legame con il luogo natìo.
Ci si scambiano oggetti e favori. Qualcuno affida al vicino le chiavi di casa quando è fuori in vacanza, qualcuno offre pietanze alle persone del quartiere, si organizzano tombole natalizie in un garage, l’albero di Natale per strada e anche una compagnia teatrale che si esibirà a casa di chi sta male e per questo non può uscire. «C’è uno scambio gratuito in un mondo in cui sembra che il denaro sia al primo posto», dice Elvira Mangione. Si condividono anche i momenti difficili, quando qualcuno è in situazione di difficoltà. E tra i tanti incontri anche raduni non per mangiare ma per pregare insieme, spesso a favore di chi vive un brutto momento.
mgl

giovedì 25 ottobre 2018

Uno «sportello» per le maternità più difficili

Sabato a Giarre, nel Catanese, sarà inaugurato uno sportello di accoglienza per le maternità difficili promosso dalla Fondazione «Il Cuore in una Goccia onlus». Si tratta di una realtà che fa parte della rete di accoglienza per questo genere di maternità finalizzata a creare punti di riferimento su tutto il territorio nazionale per mamme e famiglie bisognose di sostegno.
La Fondazione si propone di mettersi accanto alle donne, ai bambini e alle famiglie che si trovano ad affrontare diagnosi prenatali di gravi patologie e malformazioni, spesso incompatibili con la vita extrauterina offrendo un supporto medico, psicologico, affettivo e spirituale e l’accompagnamento in questo difficile percorso.
Lo sportello costituisce l’anello di congiunzione tra il territorio, la Fondazione e l’hospice perinatale che troverà la sua sede presso il Centro di aiuto alla vita «Charlie Gard» di Giarre, nei locali della parrocchia di Gesù Lavoratore.«Il Centro – spiega il presidente del Cav giarrese Cesare Scuderi – si è proposto con i suoi ginecologi volontari per accogliere uno sportello di accoglienza per la Sicilia orientale. I ginecologi della nostra associazione potranno entrare in contatto con tutte le mamme del territorio che vengono indirizzate da noi nel caso di questepatologie».Il Centro di aiuto alla Vita di Giarre è stato pioniere di numerose battaglie per la vita, come l’attivazione nei locali della parrocchia di una culla per la vita dove nel 2015, durante il periodo pasquale, fu lasciato un neonato.
Sabato all’Istituto Sacro Cuore di Giarre si terrà un convegno informativo. Dopo i saluti del presidente del Cav e del presidente di Scienza & Vita di Giarre-Riposto, Salvo Mauro, interverrà Giuseppe Noia, direttore dell’hospice perinatale «Santa Madre Teresa di Calcutta» al Policlinico Gemelli di Roma nonché presidente della Fondazione «Il Cuore in una goccia». In programma anche l’intervento di Paolo Scollo, direttore del Dipartimento materno infantile dell’Ospedale Cannizzaro di Catania.
«Il Cav – aggiunge il presidente Scuderi – sta promuovendo insieme al professor Scollo la possibilità di aprire un hospice prenatale al 'Cannizzaro'. Come Centro aiuto alla Vita lo chiederemo ufficialmente, occupandoci anche di far conoscere questa realtà nel territorio».
Maria Gabriella Leonardi
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domenica 14 ottobre 2018

Impegno in Rete per salvare Luca

In provincia di Catania è in corso una straordinaria gara di solidarietà per aiutare Luca Cardillo, un ragazzo di 23 anni di Giarre, affetto ad una gamba da un osteosarcoma, un raro tumore maligno. Luca ha scoperto questo tumore l'anno scorso e da allora si è sottoposto a numerose visite e terapie in vari centri sperimentali italiani. Ma non esistono cure per questo tumore. Su Internet scopre il caso di un altro ragazzo calabrese con un tumore simile curato in America e decide di tentare la stessa strada. Ma le cure si aggirano intorno al mezzo milione di euro. Lidia, la sorella, fa conoscere la storia di Luca e apre una raccolta fondi su www.gofundme.com intitolata "Aiutiamo mio fratello a salvarsi!" (accesso diretto: https://www.gofundme.com/mvc.php?route=homepage_norma/search&term=Aiutiamo%20mio%20fratello%20a%20salvarsi!). Le scuole della zona iniziano a raccogliere fondi per lui, si organizzano cene di beneficenza, nelle chiese si prega per Luca, sabato e domenica la Cri sarà nelle piazze di Giarre e dintorni. 
La mobilitazione arriva a coinvolgere anche vip: Tiziano Ferro su Facebook e Fiorello su Twitter hanno lanciato appelli per Luca. Frattanto viene spedita la cartella clinica di Luca al Columbia University di New York che, in questi giorni, ha detto alla famiglia di avere accettato di prendere in cura Luca. La prossima settimana il giovane partirà insieme ai genitori. I segni della chemioterapia sono evidenti, ma la forza d'animo di Luca è eccezionale e l'affetto che sta suscitando lo incoraggiano. 
MGL

venerdì 28 settembre 2018

«Nei giornali delle diocesi la forza del volontariato»

Dopo 30 anni è tornato ad Acireale il seminario nazionale organizzato da Federazione italiana settimanali cattolici con Ucsi e Aimc Sicilia su «Etica, verità e buone notizie al servizio dell’ambiente». Un ritorno nel 60° del periodico cattolico acese LaVoce dell’Joniodiretto da Giuseppe Vecchio – a lungo firma di Avvenire – dell’Ufficio per la pastorale della cultura della diocesi di Acireale diretto da Mario Agostino. Tra gli interventi anche quello del governatore della Sicilia Nello Musumeci sulla gestione dei rifiuti.
«Di fronte alla crisi che attraversa tutta la stampa – commenta Vecchio – noi dellaVoce dell’Jonio abbiamo quella forza interiore che ci spinge ad andare avanti anche se siamo stati tante volte sul punto di fermarci». Secondo Vecchio andrebbe valorizzato e riconosciuto il volontariato culturale nei giornali così come accade in altri settori. «Le nostre testate risentono meno della crisi perché vivono anche di volontariato – spiega don Adriano Bianchi, presidente nazionale Fisc –. Sul versante ecclesiale il tema più rilevante è il coinvolgimento delle diocesi, che non sempre sono ancora disposte a investire ». Oltre ai problemi, sono tante le esperienze di vivacità della stampa cattolica che danno speranza. Come nella diocesi di Ascoli Piceno con l’attività integrata di radio, giornale e sala della comunità, mentre le diocesi di Pesaro, Fano e Urbino sono da tempo unite da un unico giornale e Imola ha digitalizzato l’archivio storico del proprio periodico. Vincenti in questi casi si stanno mostrando l’integrazione tra i diversi media ecclesiali e il legame forte con il territorio.
MARIA GABRIELLA LEONARDI

martedì 4 settembre 2018

La città rigenerata con gli orti sociali

Prende il via a Gela il primo orto sociale condiviso della città; un progetto voluto dalla Diocesi di Piazza Armerina e dall’Opera nazionale per il Mezzogiorno d’Italia. L’iniziativa ha permesso la bonifica di lotti di terreno inutilizzati nel quartiere di Caposoprano e di realizzare una rigenerazione urbana ma, soprattutto, ha permesso di creare circa 80 orti che potranno essere adottati dalle famiglie attraverso un contributo mensile, per portare a tavola verdure o ortaggi di stagione coltivati in modo naturale. Coordinamento, bonifica e organizzazione dell’orto sono stati curati dall’azienda 'L’Ortolano'. Partner dell’iniziativa anche Adi Sicilia, il progetto Le Ginestre, la rete di Cantieregela ed il MoVI Gela.
Gli orti urbani di Gela hanno una forma innovativa rispetto ad altre esperienze. Qui, infatti, sarà presente un contadino a curare tutti gli orti. Coloro che vorranno cimentarsi a diventare contadini urbani lo potranno comunque fare, aiutati dal contadino. La famiglia potrà, quindi, lavorare il proprio orto nel tempo libero ma se non ne dovesse avere il tempo ci penserà il contadino. Ogni orto avrà un numero identificativo con un cartello e soprattutto sarà un orto non solo sociale ma anche social perché i tempi di maturazione e le attività saranno comunicate anche attraverso la pagina Facebook www.facebook.com/osogela e le famiglie saranno avvisate via whatsapp se i loro ortaggi possono essere raccolti. Alcune derrate di raccolto saranno messe a disposizione della Caritas.
MGL

giovedì 23 agosto 2018

Gela, anche i bambini a scuola di archeologia

'Ghelas Children', una scuola di archeologia per l’infanzia è la proposta di innovazione pedagogica portata avanti da una scuola cattolica fondata a Gela (Caltanissetta) dall’Opera nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, ente fondato da padre Giovanni Minozzi e padre Giovanni Semeria. Da qualche mese, la Diocesi di Piazza Armerina, guidata dal vescovo monsignor Rosario Gisana, ha siglato un protocollo d’intesa con la famiglia dei discepoli dell’Opera per rilanciare la scuola. Così un gruppo di professionisti, laici e sacerdoti, hanno trasformato l’istituto, realizzando un vero polo educativo. Nel giro di pochissimi mesi, coinvolgendo il territorio, le iscrizioni della scuola sono raddoppiate.
In questo contesto nasce la prima scuola di archeologia per bambini. Un progetto che mira a divulgare tra i bambini di Gela l’amore per l’archeologia e la ricerca; e in questo ambito la città di Gela è un vero e proprio laboratorio all’aperto.
Il progetto 'Ghelas Children', pensato sia per la scuola infanzia che per la scuola primaria, sarà articolato in atelier per consentire ai bambini di conoscere gli strumenti che consentono agli archeologi di interpretare i segni che la storia ha lasciato sul territorio. Negli spazi della scuola sarà allestito uno scavo e i bambini potranno cimentarsi nella ricerca dei tesori. Inoltre, i laboratori consentiranno ai bambini di conoscere alcune tecniche di produzione di vasi del mondo antico e di acquisire nuove conoscenze divertendosi.
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giovedì 16 agosto 2018

Caltagirone. Reliquia di don Puglisi in dono al Santuario

L a figura di don Pino Puglisi caratterizzerà quest’anno la solennità di Maria Santissima del Ponte a Caltagirone. Oggi alle 19.30 la Messa sarà presieduta dall’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, che donerà al Santuario una reliquia “ex corpore” del beato Puglisi nel 25° anniversario del martirio. Seguirà la processione che si snoderà alle 21 per le vie del centro. In piazza Municipio sarà rinnovato l’affi-damento alla Madonna della città e della diocesi. Sarà illuminata l’artistica scala Santa Maria del Monte su disegno originale di Antonio Navanzino, anche nel richiamo del martirio di don Pino. «Nel cuore della Chiesa – dice il vescovo Calogero Peri – la fede della Vergine Santissima è luce che illumina ogni esperienza cristiana. La sua intima partecipazione al mistero salvifico del Cristo è la via più significativa e l’icona più eloquente per chi vuole mettersi alla sequela del Signore Gesù, che, avendo dato tutto se stesso fino alla morte, chiede ai suoi discepoli la testimonianza della vita, che nella sua accezione più alta e coerente è il senso pieno della vocazione cristiana. In questa prospettiva il dono della reliquia di don Puglisi acquista un valore di straordinaria importanza». Duratura la devozione dei calatini alla Madonna del Ponte: era l’alba del 15 agosto 1572 quando la Vergine invitò alla conversione i fedeli, mostrando il suo volto nelle acque sorgive del sacro fonte, nel quartiere popolare che oggi ne porta il nome. «Anche quest’anno – commenta don Francesco Di Stefano, rettore e parroco del Santuario di Maria SS. del Ponte – nel ricordare l’apparizione della Madonna vogliamo fare nostro il messaggio di conversione e di misericordia che dopo 446 anni rimane attuale».
Maria Gabriella Leonardi

giovedì 26 luglio 2018

Acireale. «Appartenere a Cristo non allontana dagli uomini»

Nella festa patronale di santa Venera, vergine e martire, l’invito a mettersi al servizio del territorio, col lavoro, attraverso l’impegno civile e sociale
A cireale si è stretta attorno a santa Venera, patrona della città e della diocesi, nel giorno in cui si ricorda il suo martirio, avvenuto per decapitazione. La tradizione racconta che Venera, nata nei pressi di Acireale il Venerdì Santo dell’anno 100, da adulta si consacrò a Dio dedicandosi all’attività missionaria. Più volte torturata perché rinunciasse a Cristo, prima di essere decapitata, ottenne da Dio che chiunque si fosse rivolto a lei con fede avrebbe ottenuto la liberazione dalle angosce. Ieri, nella Cattedrale acese è stata celebrata una Messa solenne presieduta dal vescovo di Caltagirone, Calogero Peri. Al suo fianco il vescovo di Acireale e vice presidente della Cei, Antonino Raspanti, il cardinale Paolo Romeo (arcivescovo emerito di Palermo), i vescovi emeriti Paolo Urso e Giuseppe Malandrino. Accorata l’omelia di Peri. «II santi ci permettono di verificare la nostra relazione con Dio – ha detto il vescovo di Caltagirone –. Santa Venera non ha perso la vita, l’ha guadagnata su un altro piano: se hai trovato qualcuno per cui vivere e morire hai trovato il segreto della vita». Alla celebrazione erano presenti le autorità civili e mi-litari, la Reale Cappella e il Circolo di santa Venera. «Venera – ha sottolineato Raspanti – fu vergine e martire, condizioni entrambe frutto dell’amore. La verginità perché ha sentito di appartenere totalmente a Gesù, scelta che non l’ha però estraniata dal mondo: ricordiamo, appunto, le opere di carità con cui si è spesa per il popolo. Perché appartenere totalmente a Cristo non allontana dagli uomini e questo vale ancora per tutte le comunità cristiane e, per noi ad Acireale, significa un maggiore impegno verso il territorio dove dobbiamo dimostrare concretamente, con il nostro lavoro, con l’impegno civile e sociale, la volontà di dare un contributo positivo alla nostra città».
Maria Gabriella Leonardi

giovedì 19 luglio 2018

Acireale, il cinema per pensare l'oggi

Quattro film, quattro occasioni per riflettere e per fare comunità. È l’intento portato avanti dalla parrocchia San Paolo di Acireale, guidata da monsignor Sebastiano Raciti. La comunità dispone di un ampio teatro e di sale conferenze. Ma in queste calde serate estive è più gradevole stare all’aperto. E così il campetto sportivo assomiglierà più a un’arena cinematografica, per assistere a film sotto le stelle che diano modo agli spettatori di riflettere sulla vita di oggi. Film di qualità e di successo, non dell’ultima stagione cinematografica ma attualissimi negli aspetti dell’oggi che mettono in luce. Un’iniziativa che crea anche un momento di svagoper chi è rimasto in città.Lo slogan scelto è 'Racconti, immagini, ed emozioni per riflettere e stare insieme' e su questa scia il parroco di San Paolo, monsignor Raciti, ha proposto a tutti, non solo ai parrocchiani, un cartellone cinematografico di tutto rispetto dal nome «CineComunità - le domeniche al campetto».


Quattro gli appuntamenti settimanali in programma che prenderanno il via domenica 22 luglio, ogni volta con inizio alle ore 20,30. Il primo film che sarà proiettato sarà 'Andiamo a quel paese'. Il secondo appuntamento è in programma domenica 29 luglio e sarà la proiezione del film 'Perfetti sconosciuti'. La domenica successiva, il 5 agosto, sarà la volta di ' La musica nel cuore'. Il programma si concluderà pochi giorni prima di ferragosto, domenica 12 con la visione del film 'Il diritto di cantare'.
© RIPRODUZIONE RISER

domenica 8 luglio 2018

Progetti in rete: «Così staniamo i ragazzi»

ACIREALE(CATANIA)
«Stanare i giovani dalle loro case, e dalle giornate passate sui social, per portarli in oratorio ». La missione non spaventa Anna Maria Belfiore, «in fatto di oratori ad Acireale siamo all’avanguardia » dice sorridendo. Qui, tra l’Etna e il Mar Jonio, quella della diocesi di Acireale con gli oratori è una lunga storia d’amore, iniziata prima della stessa istituzione della diocesi, avvenuta nel 1844. Nel 1756, infatti, la Congregazione dell’Oratorio di San FilippoNeri, fondata ad Acireale nel 1756 da padre Mariano Patanè, aveva dato già vita al primo oratorio e, di fatto, alla prima pastorale giovanile. «Mentre poi era ancora in vita don Bosco – aggiunge Belfiore – sono stati chiamati i salesiani a Randazzo e in seguito i Canossiani ad Acireale. Sempre qui, nel 1908, è nato il primo manualetto degli oratori a livello regionale. Il secondo vescovo di Acireale, monsignor Giovanni Battista Arista, fondò la maggior parte degli oratori in diocesi».
Questa storia ancora dura oggi e da 14 anni esisteanche un Coordinamento degli oratori diocesano che ingloba 34 oratori, anche se ne sono attivi anche altri. Il coordinamento, guidato appunto da Anna Maria Belfiore, è un’associazione di fedeli promossa dalla diocesi per la formazione degli animatori e per fare rete. Viene seguito un sussidio per le attività invernali e un altro per quelle estive. Attualmente è seguito il sussidio 'Che bella notizia' di Gigi Cotichella, ma sono stati usati in passato anche sussidi della Federazione oratori milanesi e prossiamente il Coordinamento acese ne appronterà uno proprio.
«Abbiamo lavorato tanto, aiutati prima dal vescovo Pio Vigo e ora da monsignor Raspanti – aggiunge Anna Maria Belfiore – . Ogni anno organizziamo una veglia di preghiera per la festa di don Bosco e il giorno di san Filippo Neri diamo il mandato agli animaeducatori estivi. Durante l’anno organizziamo dei cantieri di lavoro per gli animatori con approfondimenti di psicologia, pedagogia e tecniche animazione. Sono circa 300 gli animatori in diocesi».Ogni estate si tiene un raduno che quest’anno è in programma il 13 luglio al parco Chico Mendez di Giarre. Nell’occasione sarà consegnato il premio monsignor Arista al professor Marco Pappalardo, stretto collaboratore del Coordinamento. «Adesso stiamo lavorando con la pastorale delle comunicazione sociali – aggiunge Anna Maria Belfiore – abbiamo rilevato la solitudine dei ragazzi e la loro difficoltà a relazionarsi di presenza con gli altri». La prossima sfida da vincere.
Maria Gabriella Leonardi

mercoledì 4 luglio 2018

Le Mamme in rete moltiplicano l’aiuto

Saranno a breve 400 le mamme accolte e aiutate da 'Mamme in rete', un gruppo di 30 mamme volontarie che a Caltanissetta, nella parrocchia 'San Luca', ogni settimana dedicano un po’ del loro tempo ad altre mamme in difficoltà. «È un progetto promosso 10 anni fa dalla Caritas diocesana – spiega la responsabile di 'Mamme in rete', Cettina Monreale Isernia –. Da 4 anni portiamo avanti questo progetto in parrocchia. Riceviamo per appuntamento, solo il martedì, e ogni volta incontriamo dalle 16 alle 20 mamme. Il progetto è rivolto a mamme in difficoltà, in gravidanza o con bimbi da 0 a 3 anni. Diamo loro il corredino, materiale per puericultura, alimenti per bambini e altro possa servire. Incontriamo solo le mamme che non possono mandare altre persone a ritirare il materiale che offriamo loro».
Non si tratta solo di un passaggio di oggetti: a volte nel colloquio possono emergere altre difficoltà. La maggior parte delle mamme che si incontrano sono italiane, poi vi sono le mamme marocchine. «Due tre volte l’anno organizziamo una raccolta alimentare fuori dai supermercati – dice ancora Monreale Isernia –. Ormai, dopo 4 anni di attività, tanti ci conoscono e portano direttamente in sede oggetti e abiti da regalare a chi ha bisogno. A volte, quando serve qualcosa, mettiamo un annuncio sulla nostra pagina Facebook 'Mamme in rete - San Luca'. Ci siamo accorti che anche la Provvidenza è molto presente: spesso, quando manca qualcosa, in un modo o in un altro arriva proprio ciò che ci mancava, in maniera provvidenziale».
MGL

lunedì 2 luglio 2018

San Giacomo pellegrino nelle parrocchie di Caltagirone La statua restaurata del patrono sosterà presso le singole comunità Peri: impariamo da lui lo slancio dell’autentica fede

A Caltagirone il mese di luglio è legato a san Giacomo, patrono della città e della diocesi. Il 2018 poi per i fedeli è un anno particolare: il simulacro del santo è stato restaurato e in corso di restauro è anche la Basilica a lui dedicata. Dato però che non si può ancora utilizzarla, è stata organizzata una peregrinatio dell’apostolo nelle parrocchie della città. «Seguendo un calendario appositamente predisposto – ha dichiarato in una nota il vescovo Calogero Peri – il simulacro restaurato sosterà nelle singole comunità parrocchiali della città, non all’insegna della frettolosa spettacolarità e di un folclore di maniera, ma per un incontro “ravvicinato” con tutti i quartieri della città, nella sobrietà di celebrazioni di fede, mediante le quali, nel segno della preghiera e di momenti appositamente dedicati, sia consentito a tutti i fedeli devoti, non tanto e solo di apprezzare da vicino il simulacro restituito a nuova bellezza, ma di recuperare lo slancio di una devozione sempre tenace, ma che impari dalla testimonianza dell’apostolo anche le radici e i linguaggi nuovi della fede autentica di un popolo, che riconosce e invoca da secoli come suo patrono, che a lui si affida nei momenti difficili della sua storia, ma che desidera imparare ad abitare questo nostro tempo difficile e complesso all’insegna della fedeltà dei padri ai valori perenni del cristianesimo». San Giacomo sosterrà fino a domani nella parrocchia di “San Giuliano”, poi sarà la volta delle comunità “Maria Santissima del Monte ” (4-6 luglio), “San Giorgio” (dal 6 all’8), “Maria Santissima del Ponte” (dall’8 al 10), “San Pietro” (dal 10 all’11), “San Francesco di Paola” (dall’11 al 12), “San Vincenzo de’ Paoli” (dal 12 al 14), “Sacra Famiglia” (dal 14 al 16), “Madonna della Via” (dal 16 al 18), “San Giovanni Bosco” (dal 18 al 20), “Sant’Anna” (dal 20 al 22). La festa di San Giacomo si terrà dal 23 al 25 mentre dal 26 al 31 luglio il patrono resterà inCattedrale, esposto alla devozione dei fedeli.

Maria Gabriella Leonardi

mercoledì 6 giugno 2018

Acireale, scuola-lavoro in archivi delle chiese

chiesa Madonna dei Raccomandati
Si chiama "Chiese nascoste" un progetto di alternanza scuola-lavoro che, ad Acireale, ha visto gli studenti di due classi dell'Istituto d'istruzione superiore "F. Brunelleschi" approfondire la conoscenza di chiese poco conosciute, effettuando ricerche anche nell'archivio e nei musei della diocesi. Don Roberto Fucile, direttore a livello diocesano e regionale degli Uffici per la pastorale dello sport, turismo e tempo libero, spiega: «Anziché andare a studiare la storia delle chiese più conosciute i ragazzi hanno individuato alcune chiesette poco frequentate, hanno effettuato una ricerca nell'archivio diocesano, supervisionati dal personale, e hanno creato un itinerario di "chiese nascoste"». 
Due di queste si trovano lungo un sentiero naturalistico sulla Timpa di Acireale: visitandole è possibile affacciarsi ad un'altezza di 200 metri sul mare e godere una splendida visuale della costa. L'itinerario lega quindi la storia, l'arte e la natura. Le chiese studiate sono Madonna dell'Aiuto, Madonna delle Grazie e Santa Maria dei Raccomandati.
"Chiese nascoste" rientra in un progetto più ampio e l'attività svolta è stata presentata nel corso di un convegno alla presenza del vescovo di Acireale Antonino Raspanti. Sono stati realizzati anche dei depliant delle "chiese nascoste" in cui si sono stati descritti la storia e l'arte delle chiese ed il paesaggio della Timpa che le domina. A ottobre si terrà una passeggiata lungo il sentiero con gli studenti che faranno da Ciceroni.

martedì 29 maggio 2018

Con la Madonna di Conadomini la città di Caltagirone in festa. La Messa di Per

A conclusione del mese di maggio, la città di Caltagirone si prepara a celebrare giovedì la solennità di Maria Santissima di Conadomini, patrona della città. La festa prenderà il via domani alle 20 con la recita dei primi Cespri, alla presenza delle autorità civili;alle 22 il Rosario con le famiglie. Giovedì, alle 20, il vescovo Calogero Peri presiederà nella basilica di Santa Maria del Monte la solenne Messa concelebrata con il clero cittadino. Particolarità di quest’anno è stata la restituzione alla basilica dell’icona restaurata della Madonna. Lo scorso 1° maggio in processione la preziosa icona è stata accompagnata nella sua chiesa in cima alla famosa scalinata di Caltagirone. Nell’occasione, Peri ha richiamato la profonda devozione del popolo calatino per la sua patrona «riconosciuta dalla fede del popolo come “Bedda Matri” e contemplata alla luce del mistero trinitario come “gran figlia, madre e sposa”». La Madonna di Conadomini è un’immagine sacra giunta a Caltagirone nel 1225. Raffigura la Madonna seduta con in braccio il Bambino Gesù e avvolta in un manto trapunto di stelle. L’immagine era un tempo esposta, soprattutto in occasione di grandi calamità, all’interno di una Cona che in genere ospitava l’immagine del Signore (Domini): da qui il titolo di Conadomini. Nel 1644 la Madonna di Conadomini è stata proclamata patrona di Caltagirone. Ogni anno, per tutto il mese di maggio, sono numerosi i pellegrinaggi alla Basilica di Santa Maria del Monte.
Maria Gabriella Leonardi

NICOSIA A piedi dalla Madonna

A Nicosia (En) è iniziato il conto alla rovescia per il pellegrinaggio al Santuario della Madonna della Lavina di Cerami promosso dalla pastorale giovanile diocesana per domenica. L’appuntamento è alle ore 9 all’ingresso di Troina, nella sede scout di via Mattarella, da dove, zaino in spalla, si partirà. «Sarà un occasione di comunione tra i ragazzi – dice don Roberto Franco Coppa, direttore dell’Ufficio di pastorale giovanile –. La Chiesa manifesterà la sua vicinanza ai ragazzi che ha ascoltato in più modi, con incontri tenutisi nelle scuole e anche attraverso un questionario».

mercoledì 16 maggio 2018

A Catania il «Dado» che educa alla pace

Domani, nel parco Gioeni di Catania sarà installato un grande 'Dado della Pace' nell’ambito della manifestazione 'Costruiamo la Pace/Let’s Build Peace', promosso delle associazioni 'Living Peace International' e 'Elephants for Peace' e da diverse scuole di Catania, con il contributo di scuole nazionali, europee e di altri continenti. Viene proposto come metodo didattico un dado sulle cui facce sono riportate frasi corrispondenti a valori universali di pace, illustrate da due personaggi del fumetto creati da Walter Kostner Gibì e Doppiaw, che aiutano a comprenderne meglio il significato: amo per primo; amo tutti; amo l’altro; ascolto l’altro; ci perdoniamo l’un l’altro; ci amiamo l’un l’altro. Il percorso di educazione alla pace, che diverse scuole catanesi hanno accolto, è stato ideato dall’insegnante uruguaiano Carlos Palma, che ha vissuto in Medio Oriente per più di 25 anni il dramma delle continue guerre. Da questa esperienza è nato il progetto, che si sta diffondendo sempre più nel mondo. L’opera 'Il Dado della Pace', alta circa 2 metri, realizzata e donata da Emanuele Papa, sarà posta all’ingresso del parco Gioeni di via Del Bosco in modo da essere una testimonianza visibile dei tanti che ogni giorno curano l’educazione alla cittadinanza globale e alla pace: l’obiettivo ultimo della manifestazione è quello di promuovere la 'fraternità', cercando di vivere e di trasmettere, innanzitutto nei ragazzi, una cultura basata sul rispetto reciproco e sulla solidarietà.
MGL
7 maggio 2018

mercoledì 18 aprile 2018

«Rimanete in Sicilia» Per frenare l’esodo si mobilita la Chiesa

CALTANISSETTA
Sembra un esodo senza fine quello dei giovani che lasciano la Sicilia: un fenomeno che nel centro dell’isola, a Caltanissetta si avverte con più forza. Gli ultimi dati in possesso della Caritas diocesana nissena, forniti anche all’ultima Settimana sociale dei cattolici, parlano di un tasso di disoccupazione giovanile maschile del 57% e femminile del 56,9%. Le donne sono più penalizzate degli uomini del 23,8% nel trovare un lavoro e i ragazzi che non arrivano a diplomarsi sonoil 41,7%.
Per capire com’è realmente la situazione oggi sul territorio, il direttore della Caritas diocesana di Caltanissetta, Giuseppe Paruzzo, racconta un aneddoto: «Avevo chiesto al direttore Caritas di un Comune di 3mila abitanti di fare il punto sulla questione, ma lui mi ha risposto che non c’erano più giovani dalle sue parti».
L’emergenza qui si chiama lavoro, non solo bisogno di denaro. «Stiamo aiutando una signora con un progetto sul reddito minimo di inserimento, ha una situazione familiare complicata, un figlio con una grave disabilità per cui volevamo sostenerla pagandole la retta del centro dove deve andare il bambino – racconta il direttore Caritas –. Ma lei ci ha detto: 'Invece di darmi dei soldi per la retta per il bambino, la stessa cifra non la potete dare a mio marito per un lavoro?'. Era per lei più dignitoso guadagnare quei soldi per suo figlio».
La diocesi è scesa in campo, con un convegno apertosi ieri e che si chiude oggi, dal titolo 'Costruiamo il la-voro, il diritto di rimanere nella propria terra', promosso dalla Caritas, dall’ufficio diocesano di pastorale sociale e dalla Consulta per le aggregazioni laicali. «Non parliamo di 'problema lavoro', il lavoro non è un problema e non vogliamo parlarne negativamente – precisa Paruzzo –. Parliamo di lavoro come opportunità e lo facciamo con coloro che pensiamo siano gli attori principali: l’agricoltura e l’artigianato. Ad esempio, non si trovano persone che si occupino di marketing agricolo, non ne esistono. Mi spiegavano che è complicato fare nascere una mela su un albero, ma più complicato è raccoglierla per venderla. La bellezza sta nelle attività lavorative che si possono creare».
La diocesi di Caltanissetta vuole anche promuovere l’idea delle cooperative di comunità, dove i cittadini sono produttori e fruitori di beni e servizi, un’esperienza che ha avuto successo nel nord Italia. «Abbiamo delle belle comunità unite e forti – aggiunge il direttore della Caritas – e abbiamo pensato di far nascere delle cooperative da queste comunità. Abbiamo invitato il referente di Confcooperative nazionale per le cooperative di comunità per capire cosa sono, cosa fanno e che non sono realtà che possono nascere solo a Reggio Emilia, ma anche a Caltanissetta, a San Cataldo, ovunque può nascere un’idea di cooperativa di comunità». La diocesi sta lanciando un bando per assegnare piccoli finanziamenti volti alla nascita di cooperative di comunità. «Vogliamo lanciare la speranza che anche qui le cose si possono fare – conclude Paruzzo –. È in gioco il diritto di rimanere nella nostra terra».

martedì 10 aprile 2018

Giovani in Consiglio: a Catania «si cambia»

Farà tappa domani a Catania la manifestazione nazionale #Conibambini- Tutta un'altra storia. Alle ore 10 nell'aula consiliare del Comune si terrà "Con i bambini a palazzo di città", un consiglio comunale autogestito dagli studenti catanesi per parlare di tre parole chiave: periferie, povertà educativa e comunità educante. Racconteranno come vedono le periferie, come la povertà educativa incide nella crescita e nel futuro dei minori, l'importanza di una comunità educante a Catania e nell'hinterland e cosa si può fare, insieme, per contrastare il crescente fenomeno della povertà anche nel capoluogo etneo. Il sindaco di Catania, Enzo Bianco, e il presidente di Fondazione Sicilia, Raffaele Bonsignore, porteranno i saluti ai ragazzi, che verranno ascoltati da Giuseppe Schena, consigliere di amministrazione di "Con i Bambini" e presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi.
La manifestazione sta attraversando l'Italia per incontrare comunità educanti e ragazzi, condividere idee e buone pratiche di contrasto alla povertà educativa minorile e offrire opportunità ai giovani. È già stata a Torino, Reggio Emilia, Milano, Napoli e Brindisi e si concluderà a Roma. L'iniziativa è promossa dall'impresa sociale "Con i Bambini", soggetto attuatore del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, nato da un'intesa tra fondazioni bancarie, il Forum nazionale del terzo settore e il Governo. In Sicilia, già diversi progetti sono stati finanziati da "Con i bambini".
MGL

sabato 24 marzo 2018

ACIREALE Una cena di solidarietà per chi è in difficoltà

La diocesi di Acireale organizza una cena per le persone che vivono situazioni di povertà. L’appuntamento è per domani, Domenica delle Palme, a partire dalle 18.30 nella chiesa di San Rocco ad Acireale. Con il coordinamento della Caritas diocesana, la cena sarà preparata e servita insieme da padri Camilliani, Società di San Vincenzo de’ Paoli, volontarie Vincenziane, volontari dell’Ordine francescano secolare, Fraternità Misericordia, pastorale della salute, pastorale giovanile, Movimento adulti scout cattolici italiani, Gruppo scout Acireale 6. L’incontro, sollecita il vescovo Antonino Raspanti, è l’occasione per sensibilizzarsi sull’importanza di mettersi a servizio di quanti, sul territorio, vivono gravi disagi economici, sociali e drammi di solitudine.
Maria Gabriella Leonardi

giovedì 8 marzo 2018

Codice rosa per tutelare le vittime di violenza

Ad Acireale la giornata internazionale della donna sarà celebrata con un’iniziativa a sostegno delle vittime di violenza. Nell’ospedale “Santa Marta e Santa Venera”, infatti, sarà presentato il progetto “Codice rosa”: all’accesso al pronto soccorso – spiegano all’Asp – alla donna vittima di violenze verrà assegnato un codice rosa, che si affianca a quelli tradizionali (rosso, giallo, verde e bianco). Si avvierà una procedura prevista per l’ascolto, la presa in carico e l’assistenza integrata. Dopo una ricerca-intervento e una fase di sperimentazione nel pronto soccorso acese, avviata nel 2016, il percorso “Codice rosa” sarà attivato in tutti i pronto soccorso dell’Azienda sanitaria provinciale di Catania.
Così come indicano le “Linee guida nazionali soccorso e assistenza socio-sanitaria alle donne vittime di violenza” il percorso “Codice rosa” dell’Asp di Catania non solo assicura tutti gli standard di intervento previsti dalla norma, ma alza i livelli di assistenza prevedendo l’intervento di uno psicologo e di un assistente sociale ad integrazione del team medico-infermieristico del pronto soccorso. Inoltre, il percorso viene integrato da un protocollo con l’individuazione di procedure d’intervento condivise fra Asp, Procura, forze dell’ordine, comuni e associazioni. Sempre oggi, il vescovo di Acireale Antonino Raspanti svelerà la targa con i bollini rosa per il biennio 201819 attribuiti all’ospedale acese dall’Osservatorio nazionale sulla salute della donna.
MGL

mercoledì 7 marzo 2018

Acireale. Festa del perdono per sentirsi discepoli amati

La Quaresima di Acireale è scandita dalla festa del perdono che si tiene, in tre tappe, nelle principali città della diocesi. La settimana scorsa la prima tappa si è svolta a Randazzo per il VI vicariato. Domani alle 20 seconda tappa nella chiesa Gesù Lavoratore di Giarre per i giovani dei vicariati IIIIV e V, alla presenza del vescovo Antonino Raspanti; terza tappa per i primi due vicariati giovedì 15 ad Acireale.
Come spiega don Giuseppe Pavone, responsabile diocesano del Servizio di pastorale giovanile: «La festa del perdono è una liturgia penitenziale con le confessioni, un’occasione per riflettere sull’immagine guida del Sinodo dei giovani: il discepolo amato». Per i giovani che lavorano la Pastorale giovanile, nella propria sede, la chiesa dello Spirito Santo ad Acireale, sta organizzando anche degli esercizi spirituali che si terranno nelle sere del 20, 21 e 22 marzo. In vista poi del cammino sinodale, per «allenare» i ragazzi l’ufficio diocesano, insieme ad alcuni sacerdoti, organizza un’escursione alla Rocca di Novara di Sicilia in programma il martedì dopo Pasqua.
MGL

mercoledì 14 febbraio 2018

Acireale ricorda la lectio di Ratisbona

L a diocesi di Acireale ricorda la lectio magistralis che Benedetto XVI tenne il 12 settembre 2006 nell’aula magna dell’università di Ratisbona. Lo fa oggi alle 18 – nella sala conferenze del Credito siciliano, in via Sclafani 40 ad Acireale – con un dibattito sul libro La provocazione del logos cristiano – il discorso di Ratisbona di Benedetto XVI e le sfide interculturali( Rubbettino; pagine 206; euro 12,75) a cura di Laurent Mazas e Gabriele Palasciano, con la premessa del cardinale Gianfranco Ravasi e l’introduzione di Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e vice-presidente della Cei. Intervengono l’ex premier Giuliano Amato, giudice della Corte costituzionale e membro della consulta scientifica del “Cortile dei gentili”, e Silvana Riccio, prefetto di Catania. Modera l’incontro il giornalista Salvo Fallica. «Questo dibattito – dice il vescovo Raspanti, promotore dell’evento – è un’occasione importante per la nostra comunità acese e non solo, perché il discorso del papa emerito Benedetto XVI è sempre di grande attualità dal punto di vista teologico e del dialogo interculturale e interreligioso.Viviamo in una situazione storica locale e mondiale in cui la mobilità dei popoli fa sì che le culture si incontrino e quindi propongo questa conversazione nella mia diocesi per costruire un dialogo di pace tra le diverse religioni».
Maria Gabriella Leonardi

mercoledì 7 febbraio 2018

Caltagirone. Il vescovo ai ragazzi: «Insieme per scoprire l’amore vero»

Il vescovo di Caltagirone, Calogero Peri, scrive ai giovani della diocesi una lettera per proporre due appuntamenti: il primo è un incontro la vigilia della Domenica delle Palme, il 24 marzo, all’insegna della festa e del dialogo. «Vorrei che arrivaste a quest’appuntamento – scrive Peri – con una seria preparazione, dedicando qualcuno degli incontri dei vostri gruppi e qualche ora delle lezioni di religione, a formulare le domande che vi piacerebbe rivolgermi su cosa la nostra Chiesa diocesana deve correggere o impegnarsi a fare per prendersi veramente cura di voi e rendervi protagonisti della sua missione».
I ragazzi dovranno fare arrivare le loro domande al direttore dell’Ufficio di pastorale giovanile vocazionale o al rettore del Seminario.
Il secondo appuntamento è previsto nel cuore dell’estate, dal 2 al 5 agosto. «In comunione con i miei fratelli vescovi delle altre Chiese diocesane – scrive ancora il vescovo – in vista dell’incontro dei giovani italiani (e tra questi, spero tanti di voi) con papa Francesco che si terrà a Roma l’11 e il 12 agosto, desidero invitarvi a mettervi in cammino». E precisa: «Il cammino che vi propongo, per essere incisivo, deve divenire espressione del vostro prendere sul serio l’invito del Signore a 'uscire per andare' verso la realizzazione di un mondo nuovo, segnato dalla civiltà dell’amore».
Peri suggerisce di prendere come punto di riferimento i santuari mariani diocesani: partendo da Santa Maria della Stella di Militello, per la Madonna del Pericolo di Vizzini, la Madonna del Piano di Grammichele, fino alla Madonna del Ponte di Caltagirone. «Le diverse tappe – conclude – dovranno divenire momenti di festa e di evangelizzazione che mostrino la vostra capacità di essere protagonisti della missione che Gesù ci ha affidato».
MGL

venerdì 2 febbraio 2018

SICILIA Valverde, raccolta fondi per restaurare Santuario

A Valverde, comune ai piedi dell’Etna è in corso una raccolta fondi per la ristrutturazione della chiesa della “Madonna di Valverde”, uno dei Santuari mariani più antichi della Sicilia. Qui, attorno al 1040, Maria apparve ad un brigante che si convertì. Ultimamente l’edificio ha subito danni, causati dalle piogge. L’edificio è ora in parte chiuso. Sono inagibili parte dei locali parrocchiali ad uso dei pellegrini, dei giovani dell’oratorio e una parte considerevole del convento dei frati agostiniani scalzi. È nato un comitato pro-restauro, con lo slogan “Un pilastro per Maria” ed è stata lanciata una campagna raccolta fondi. «Grazie alla determinazione del vescovo di Acireale Antonino Raspanti e dell’Ufficio diocesano per i beni culturali – spiega il parroco padre Nei Simon – si prevede il finanziamento di un progetto di ristrutturazione del Santuario e locali annessi. Il costo è di quasi 407mila euro. La Cei finanzierà il 70%, con fondi dell’8xmille. La parrocchia dovrà provvedere per il restante 30%, pari a 122mila euro». Si stanno organizzando varie iniziative di found raising, e si può contribuire anche con un bonifico alla «parrocchia s. Maria di Valverde c/lavori di ristrutturazione Iban: IT 68 X 05034 84300 000000000792 Banco Bpm, un pilastro per Maria.
Maria Gabriella Leonardi

mercoledì 31 gennaio 2018

A Caltagirone nasce l’emporio solidale

Sarà inaugurato il 14 febbraio, giorno di inizio della Quaresima, l’emporio della solidarietà di Caltagirone, frutto di un lavoro sinergico, durato due anni, tra le dodici comunità parrocchiali cittadine, che stanno dando vita ad una Caritas interparrocchiale, la Diocesi di Caltagirone, la Caritas diocesana e la fondazione Incontrocorrente. L’emporio avrà sede in alcuni locali liberi messi a disposizione dalla Città dei ragazzi, struttura gestita dalla comunità di Capodarco.
«Abbiamo pensato di dare un segno concreto del cammino fatto insieme rivolto alle famiglie che vivono in particolare disagio – spiega il vicario foraneo, don Salvatore Abbotto –. La Caritas diocesana ci ha suggerito l’idea dell’emporio della solidarietà e in particolare l’esperienza di Forlì e di Caltanissetta che ci sono piaciute molto». La sede scelto è stato la Città dei ragazzi che si trova nel cuore di Caltagirone.
«Abbiamo impiegato il contributo che la Cei dà alla Caritas e viene distribuito alle parrocchie per la sistemazione del locali – racconta don Abbotto –. L’emporio sarà guidato e sostenuto dalla Caritas interparrocchiale, che costituiremo in questi giorni, e sarà diretta da un diacono». L’emporio seguirà circa 100 famiglie a cui offrirà viveri di prima necessità e a lunga scadenza. Le famiglie saranno registrate in 5 centri d’ascolto cittadini, riceveranno una card con un punteggio per fare la spesa nell’emporio. Ogni parrocchia continuerà ad aiutare le persone che non sarannoseguite dall’emporio.
MGL

giovedì 11 gennaio 2018

Catania, attori e calciatori in campo per i senzatetto

Ristrutturare l’edificio dove aveva sede un tempo l’istituto 'Regina Elena', ad Acireale, per realizzarvi una casa d’accoglienza per i poveri, nel centro della città. Finanzierà questo il triangolare di calcio, in programma domani, venerdì 12, alle ore 16,30, allo stadio Massimino di Catania, tra la squadra nazionale 'ItalianAttori', la formazione del Catania e le vecchie glorie rossazzurre. Per la prima formazione è confermata la presenza di Luca Zingaretti e di Enzo De Caro. Per le vecchie glorie del Catania è invece confermata la presenza dei calciatori Mascara, Spinesi, Cantarutti, Sorrentino, Morra e Russo. L’edificio ex sede del Regina Elena è stato concesso in comodato d’uso gratuito dal seminario vescovile di Acireale all’associazione onlus 'San Vincenzo de’ Paoli' per crearvi un centro di accoglienza. L’immobile ha una superficie di oltre 700 metri quadrati e ospiterà al pianterreno una lavanderia industriale, con docce e bagni per i senza fissa dimora, e un magazzino per la raccolta e distribuzione di vestiario usato; al primo piano verrà invece allestita una mensa – le cui attrezzature sono state già donate da una multinazionale – che potrà accogliere oltre cento persone. L’evento, denominato 'La solidarietà è partita' ha già ricevuto il patrocinio del Comune di Catania, della Diocesi di Acireale, dell’A.S. Catania Calcio, della Fondazione Domenico Sanfilippo Editore, della Futurlab di Catania, dell’US Management e il sostegno di tantissimi partner.
MGL