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martedì 15 agosto 2023

«A Riposto operano realtà religiose non legate alla Chiesa cattolica»

 


Il vescovo Raspanti ai fedeli: si tratta di celebrazioni e Sacramenti invalidi e illeciti Parteciparvi comporta la scomunica

Acireale

Indossano gli stessi paramenti, celebrano azioni liturgiche simili, espongono le stesse immagini sacre e utilizzano pure gli stessi canti religiosi, ma non sono cattolici legati alla Chiesa di Roma. A Riposto (in provincia di Catania ma diocesi di Acireale), si è creata una certa confusione con ministri di una comunità ecclesiale che si definisce “Chiesa cattolica carismatica italiana” al punto da indurre il vescovo di Acireale, Antonino Raspanti, che è anche presidente della Conferenza episcopale siciliana, a intervenire con un comunicato per fare chiarezza, mettere in guardia i fedeli e invitarli a un sano discernimento. Sempre a Riposto vi è poi un’altra “chiesa” che si professa ortodossa.

« Da più parti - si legge nella nota del vescovo - si segnala che nel territorio di Riposto sono presenti e operano ministri di culto che dichiarano di appartenere ad una comunità ecclesiale che si attribuisce il nome “Cattolica” pur non avendo alcun vincolo di comunione con la Chiesa cattolica romana e con il Papa.

L’Ordinario diocesano mette in guardia i fedeli dal rischio di ritenere cattolici i ministri e gli altri esponenti di questa comunità, dato che alcuni elementi possono indurre in errore, come l’uso degli stessi abiti ecclesiastici e la celebrazione di azioni liturgiche del tutto simili a quelle della Chiesa cattolica romana. La stessa precauzione si abbia nei confronti dei ministri di altre comunità ecclesiali presenti nel territorio di Riposto, che pur non definendosi cattoliche, operano in modo da far pensare di esserlo. S’informa che i Sacramenti celebrati in queste comunità ecclesiali sono invalidi e illeciti per la Chiesa cattolica apostolica romana. Pertanto, coloro che dovessero partecipare alle celebrazioni di queste comunità ecclesiali e ricevere i Sacramenti si pongono fuori dalla comunione con la Chiesa cattolica, incorrendo nel delitto di scisma, che comporta la pena canonica della scomunica latae sententiae».

Il comunicato del vescovo ha suscitato molta attenzione nel circondario ripostese, sia tra i praticanti sia tra i lontani dalla fede, anche per le conseguenze che il comunicato preannuncia: la scomunica.

Sui canali social si trovano molti video di ministri riconducibili a questa comunità che si definisce “Chiesa cattolica carismatica italiana”. Proprio attraverso questi video è possibile capire perché può ingenerarsi confusione: questa organizzazione religiosa non riconosce l’infallibilità papale, ha un proprio primate, ma usa il dizionario cattolico e anche il calendario liturgico della Chiesa cattolica apostolica romana, pure il calendario dei santi e si trovano anche video di pellegrinaggi in Santuari dedicati ai santi cattolici. Facile, quindi, che si crei confusione, specie tra i fedeli che non sanno cogliere certe differenze. Per questo il vescovo Raspanti ha disposto che il suo comunicato fosse letto ai fedeli in occasione di tutte le Messe domenicali, soprattutto nelle comunità parrocchiali di Riposto, e che fosse pure affisso nelle bacheche.

mgl

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