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lunedì 28 gennaio 2013

Caltagirone, la diocesi sbarca su Twitter «Così dialoghiamo con i linguaggi di oggi»


Il vescovo di Caltagirone, Calogero Peri, ha celebrato la festa di san Francesco di Sales lanciando il suo primo tweet. La breve frase scelta è stato il passo biblico che il vescovo aveva citato all’indomani della sua nomina a pastore della Chiesa calatina: «Sali su un alto monte e grida tu che rechi liete notizie in Sion, tu che rechi liete notizie per Gerusalemme».
L’account @DiocesiCaltagir già esisteva ma d’ora in poi sarà potenziato. Cosa si aspetta, quindi, Peri dall’uso di Twitter?
«Il Concilio Vaticano II, con il decreto Inter mirifica – spiega – ha indicato profeticamente l’orizzonte d’impiego di ogni strumento di comunicazione.
Questa finalità è l’annuncio di salvezza di Gesù Cristo agli uomini. In questo senso è diritto e dovere della Chiesaservirsi degli strumenti dicomunicazione sociale. Allo stesso tempo è però necessario discernere sul loro retto uso». Il vescovo è consapevole delle potenzialità e dei limiti delle nuove tecnologie: «La questione da affrontare – dice – riguarda non più la natura dei social media, ma il loro uso, la loro incidenza sulle scelte individuali, le ricadute etiche, l’influsso sui processi culturali». E sulla sua scelta precisa: «Non ci sono strategie d’immagine, ricerca di protagonismo, necessità di mostrarsi al passo con i tempi. Ma, come ho detto con il mio primo tweet, vorrei impiegare questa nuova opportunità comunicativa e relazionale, perché sia buona notizia per molti, sia voce a servizio del Vangelo e destinata a tutti».
Maria Gabriella Leonardi

martedì 1 gennaio 2013

«La famiglia di oggi ha bisogno di paternità»

DA CALTAGIRONE

MARIA GABRIELLA LEONARDI


« D
 i paternità oggi c’è estremo biso­gno, ma non è facile trovare padri. Non tanto per la riduzione de­mografica quanto piuttosto per la cultura dif­fusa, per lo stile di vita, per i cambiamenti in­tervenuti nella concezione dell’uomo e nella sua esistenza». Inizia così la riflessione che ie­ri sera il vescovo Mariano Crociata, segretario generale della Cei ha svolto a Caltagirone, nel­la parrocchia della Madonna della Via. L’occa­sione era data dall’incontro diocesano delle fa­miglie organizzato dalla Chiesa calatina in vi­sta della festa della Sacra Famiglia di domani. Il vescovo Crociata ha snocciolato i motivi di crisi del compito educativo paterno, si è sof­fermato sulla figura del padre e ha indicato ai presenti l’impegno a cui sono chiamati. Ad a­scoltarlo anche alcune famiglie di immigrati o­spiti del Centro rifugiati Cara di Mineo. «Nella concezione, e nella pratica, dell’educazione che si è diffusa negli ultimi decenni – ha rilevato il vescovo Crociata – è ricorrente il rifiuto del­l’autorità e l’esaltazione dell’autonomia, se­condo un preteso processo di autoeducazio­ne ». Ma l’uomo non si dà la vita, la riceve e «il bambino impara a vivere guardando ai genito­ri e agli adulti». Crociata ha evidenziato che se «la rivolta contro il padre» ha raggiunto la sua massima espressione nella condanna dei tota­litarismi del ’900, si fa ora strada la deplorazio­ne per una «società senza padri» e l’esigenza di un «ritorno del padre».

Nella sua analisi il segretario generale della Cei si è soffermato sul fenomeno dell’adolescenza prolungata indefinitamente per ribadire come «diventare adulti significa accettare la realtà, la rinuncia quando è necessaria, il limite come condizione per giungere a una esistenza vera­mente umana». In tal senso «il padre è colui che sa far riconoscere e accettare limiti e frustra­zioni, ma in un clima di affetto e di fiducia».
Il padre indica al figlio la norma e la fa osserva­re, custodisce il figlio nell’ingresso nella realtà esterna infondendogli fiducia. Stretta la rela­zione tra la paternità e l’esperienza religiosa al punto che il deperimento della figura del padre produce un oscuramento anche della figura di Dio.

Il segretario generale della Cei ha evidenziato, quindi, quanto sia «difficile pensare un ritorno al passato; ma ancora più difficile pensare il fu­turo senza un ritorno del padre e della fami­glia » e ha, quindi, richiamato i presenti all’im­pegno di generare cultura e animare pensiero fecondo sulla famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna e sulla responsabilità educativa. Poi ha sottolineato la necessità di promuovere alleanze educative e di continua­re a investire nell’educazione, dall’iniziazione cristiana alla pastorale giovanile a quella pre­matrimoniale e familiare, alla catechesi degli adulti. «La coscienza – ha concluso Crociata – che c’è bisogno di padri è già di per sé suscita­trice di rinnovate vocazioni alla paternità inte­sa come dedizione alle nuove generazioni per­ché si aprano responsabilmente all’appello del­la
 vita». 

Maria Gabriella Leonardi
20 dicembre 2012