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venerdì 26 settembre 2008

Sicilia Turismo, natura e prodotti tipici «arricchiscono» l’Etna

DA CATANIA
M. GABRIELLA LEONARDI
L’ Etna non è solo una montagna, è anche e soprattutto un vulcano attivo.
Un singolare binomio che la rende unico e non a caso il 43% dei turisti che soggiornano nella provincia di Catania viene per visitare l’Etna. Il dato proviene da un’indagine promossa dall’Azienda provinciale turismo di Catania per conoscere il livello di gradimento dei servizi e delle strutture sui due versanti dell’Etna. I turisti sono stati intervistati per strada a Piano Provenzana, sul versante nord-est del vulcano, a quota 1816 e nel piazzale del Rifugio Sapienza, sul versante sud, a quota 1910. Dai dati, forniti dalla dirigente della Provincia regionale di Catania, Santa Caruso, emerge l’elevato gradimento dell’escursione espresso dal 92% degli intervistati: il 57% apprezza soprattutto le bellezze naturali, il 24% le condizioni atmosferiche, altrettanti il vulcano. Il mezzo di trasporto più usato sull’Etna, qualche anno fa, risultava l’auto privata. Per questo la ferrovia Circumetnea ha potenziato i propri servizi per portare in quota quante più persone con la 'Littorina'. Sull’Etna si fa di tutto: sci, trekking, speleologia nelle affascinanti grotte vulcaniche, mountain bike e motoraduni.
L’altra fonte di business deriva dalla valorizzazione dei prodotti tipici locali. Come accade a Bronte, cittadina rinomata per la coltivazione del pistacchio, una pianta che riesce ad attecchire sulle rocce laviche. Proprio in questi giorni, Bronte ospita la sagra del pistacchio, ove saranno messe in mostra le svariate applicazioni di questo frutto in cucina: dalla salsiccia alla pasta, dal dolce al gelato. Poi sarà la volta dell’Ottobrata, mostra-mercato dei prodotti tipici dell’Etna che si svolge a Zafferana Etnea, tutte le domeniche di ottobre, attirando decine di migliaia di visitatori. Ogni domenica è dedicata a un prodotto: l’uva, il miele, le mele dell’Etna, i funghi e le castagne e vino. Un maggiore rilancio, tuttavia, meriterebbe il Parco dell’Etna, nato negli anni ’80 per proteggere e valorizzare questo ambiente. Gli amanti della montagna reclamano una maggiore sorveglianza e la manutenzione dei sentieri.
Pubblicato su PRIMO PIANO - AVVENIRE del 26 settembre 2008)

Madonna della Vena, l’icona risale all’XI secolo

DA VENA (CATANIA)
E ra stata sottoposta, nei mesi scorsi, alle analisi del Laboratorio di tecniche nucleari per i beni culturali di Firenze per scoprirne la datazione. Ieri, sono stati resi noti i risultati degli esami eseguiti sull’icona della Madonna della Vena, custodita nell’omonimo santuario di Piedimonte Etneo ( Ct), sulle falde dell’Etna. La sacra immagine risale a un periodo compreso fra i primi decenni dell’XI secolo e i primi decenni del XIII. Non è l’icona della tradizione (che doveva risalire al V secolo) ma è comunque molto antica. È stata realizzata su legno di castagno, una rara, unica tavola di 170 cm per 67. Alla presentazione degli esami, voluti dalla Diocesi di Acireale in accordo col rettore del santuario don Carmelo La Rosa, era presente il Vescovo di Acireale, Pio Vigo. Vi hanno assistito anche i partecipanti al master della Fisc, Federazione settimanali cattolici italiani, in corso a Siracusa, giunti ad Acireale per celebrarne i 50 anni del settimanale diocesano, La voce dell’Jonio, edito dall’associazione di volontariato « Orazio Vecchio » .
M. Gabriella Leonardi
(pubblicato su CATHOLICA - AVVENIRE del 21 settembre 2008)

Pennisi: la Parola anima della pastorale

PIAZZA ARMERINA. Prende il via oggi a Piazza Armerina ( Enna) il convegno pastorale diocesano intitolato « La Parola di Dio, parola per l’uomo » . « Il tema di quest’anno – spiega il vescovo di Piazza Armerina, Michele Pennisi – si pone in continuità con quello dello scorso anno su ' La questione antropologica e la sfida educativa'. Non si può educare se non alla luce di un progetto di persona e di società, che per noi cristiani scaturisce dall’accogliere la rivelazione di Dio che manifesta l’uomo a se stesso » . Oggi – dopo l’introduzione di Pennisi – il programma dei lavori prevede l’intervento di don Roberto Vignolo, della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, sul tema « La Parola che ci ospita e la sua attestazione. Elementi di teologia della Parola in prospettiva pastorale » . Seguirà la relazione di Serena Noceti, della Facoltà teologica dell’Italia centrale, sul tema « Prospettive pastorali per un cammino di Chiesa locale in ascolto della Parola di Dio » .
Domani don Patrizio Rota Scalabrini ( Facoltà teologica dell’Italia settentrionale di Milano) interverrà su due argomenti: « Bibbia e omelia » e « La Lectio divina » . Seguirà l’intervento del vaticanista del « Corriere della Sera » , Luigi Accattoli, che parlerà di « Bibbia, giovani e famiglia » .
L’ultima relazione del convegno sarà tenuta, sabato 20 settembre, da don Valentino Bulgarelli ( Facoltà teologica dell’Emilia Romagna) che svilupperà la tematica « Bibbia e cultura » . « Con il nostro convegno ecclesiale – spiega ancora Pennisi – che prende spunto dal tema del prossimo Sinodo dei vescovi ' La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa' e dal bimillenario della nascita di san Paolo grande figura di evangelizzatore, la diocesi di Piazza Armerina si propone di fare della Parola di Dio l’anima della pastorale per progettare percorsi educativi comuni che favoriscano lo spirito di comunione e lo slancio missionario. Dalla riscoperta della Parola di Dio le nostre comunità ecclesiali possano conoscere una nuova primavera di santità e un rinnovato dinamismo » .
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato su CATHOLICA di Avvenire del 18 settembre 2008)

martedì 16 settembre 2008

A Gela dedicato un parco del volontariato

Per ogni associazione di volontariato gelese sarà piantato un albero che porterà il nome dell’associazione. Il parco che ne nascerà, all’interno della “ Casa del Volontariato”, a Gela , sarà dedicato a don Pino Puglisi, a simboleggiare l’impegno della società civile sull’emergenza educativa. L’iniziativa è in programma per il 16 settembre, il giorno dopo il 15° anniversario dell’assassinio di don Pino Puglisi, « per dire di una ferialità dell’impegno sociale, che trova nella relazione educativa la sua massima espressione capace di cambiare la coscienze » spiega il portavoce della Rete del Volontariato di Gela e presidente del MoVI, Enzo Madonna. L’iniziativa è promossa da una rete di trenta associazioni di volontariato, sostenute dal CeSVoP e coordinate dal MoVI. Saranno presenti tutti i presidenti delle associazioni di volontariato gelesi e numerose autorità. Il parco del volontariato sarà benedetto dal vescovo di Piazza Armerina, monsignor Michele Pennisi.
( M. G. L.)
(pubblicato su Avvenire del 14 settembre 2008)

Catania, solidarietà dal basso per aiutare i poveri la crisi del Comune si ripercuote su italiani e stranieri

CATANIA E dopo il “caso Napoli” arriva il “caso Catania”. Il Comune del capoluogo etneo, infatti, è sull’orlo del dissesto finanziario, evento che comporterebbe, tra l’altro, l’innalzamento dei tributi e delle addizionali locali al massimo, la diminuzione dei servizi, il licenziamento di lavoratori e i creditori del Comune pagati con percentuali da concordato fallimentare, con conseguente sventura per l’indotto di imprese che lavorano con le commesse del Comune. Il tutto in una città già carica di problemi. Il Sindaco Raffaele Stancanelli, ieri, venerdì, in una tv locale ha auspicato che il Governo possa approvare, a favore di Catania, un piano straordinario – una sorta di anticipazione, non soldi a fondo perduto - che permetta di chiudere i disavanzi del 2003,2004 e del 2006 che ammontano a circa 100milioni di euro. Se entro il 31 dicembre il Comune non riuscirà a coprire questi disavanzi, dovrà dichiarare giuridicamente il dissesto. Eppure, ancora più preoccupante del dissesto economico, c’è quello che il direttore della Caritas diocesana di Catania, padre Valerio Di Trapani, in una sua lettera aperta definisce “dissesto sociale”. «Sono molto preoccupato – scrive Padre Valerio - per le gravi notizie che si rincorrono sullo stato finanziario del Comune di Catania e sono consapevole che un eventuale dissesto, provocherebbe disagi a molte persone e soprattutto allungherebbe le liste di coloro che conoscono la strada quale ultima stazione della loro personale via crucis. L’esperienza di ascolto e di servizio che condivido con i volontari della Caritas diocesana, fa crescere la mia preoccupazione e mi accorgo che, se il pericolo di dissesto finanziario può essere scongiurato con apprezzabili risoluzioni da Roma, il problema del dissesto sociale è già una realtà dolorosa cui si può provvedere soltanto attraverso una vigorosa lotta alla povertà, corale e non delegabile. Proprio in questi giorni – prosegue Padre Valerio - mi sono accorto che il nostro centro di accoglienza notturna che accoglie persone senza dimora, ospita ormai in prevalenza cittadini italiani. Il loro numero è considerevolmente aumentato e le cause del loro disagio sono riconducibili sempre allo stesso motivo: nessuno ha dato loro una mano. Non si è trovato un sottoscala, un vano per accogliere una persona! ». Secondo il direttore della Caritas la chiusura è un atteggiamento tipico dei momenti di crisi, quando si sceglie di arroccarsi nel poco che si ha. Però c’è un’altra strada: aprirsi al prossimo, come ha fatto San Francesco. «Il Comune è l’ente che fornisce più lavoro a Catania – spiega padre Valerio -. Diversi imprenditori, sarti che lavoravano con le commesse del Comune sono andati in fallimento e si sono rivolti alla Caritas. Un eventuale dissesto finanziario innescherebbe meccanismi di lotta aspra. Già ora ci sono famiglie che non riescono a immaginare un futuro migliore». Tuttavia, una via d’uscita i catanesi la possono trovare in una rinnovata solidarietà, la città si può salvare a partire dal basso: «Usciamo insieme la sera – invita padre Valerio- per girare la città per portare alle persone in strada un po’ di cibo, una bevanda e tanto affetto. Partecipate con noi al progetto educativo proposto dai nostri centri giovanili a Librino, il quartiere della periferia della nostra città. Ascoltiamo insieme le storie di famiglie in dissesto, aiutiamo i bimbi dei poveri a studiare, accogliamo in un caloroso abbraccio ogni persona italiana o straniera, solidarizziamo con gli ultimi. Non sono nostri nemici ma fratelli».
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato su Avvenire del 13 settembre 2008)