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giovedì 26 luglio 2018

Acireale. «Appartenere a Cristo non allontana dagli uomini»

Nella festa patronale di santa Venera, vergine e martire, l’invito a mettersi al servizio del territorio, col lavoro, attraverso l’impegno civile e sociale
A cireale si è stretta attorno a santa Venera, patrona della città e della diocesi, nel giorno in cui si ricorda il suo martirio, avvenuto per decapitazione. La tradizione racconta che Venera, nata nei pressi di Acireale il Venerdì Santo dell’anno 100, da adulta si consacrò a Dio dedicandosi all’attività missionaria. Più volte torturata perché rinunciasse a Cristo, prima di essere decapitata, ottenne da Dio che chiunque si fosse rivolto a lei con fede avrebbe ottenuto la liberazione dalle angosce. Ieri, nella Cattedrale acese è stata celebrata una Messa solenne presieduta dal vescovo di Caltagirone, Calogero Peri. Al suo fianco il vescovo di Acireale e vice presidente della Cei, Antonino Raspanti, il cardinale Paolo Romeo (arcivescovo emerito di Palermo), i vescovi emeriti Paolo Urso e Giuseppe Malandrino. Accorata l’omelia di Peri. «II santi ci permettono di verificare la nostra relazione con Dio – ha detto il vescovo di Caltagirone –. Santa Venera non ha perso la vita, l’ha guadagnata su un altro piano: se hai trovato qualcuno per cui vivere e morire hai trovato il segreto della vita». Alla celebrazione erano presenti le autorità civili e mi-litari, la Reale Cappella e il Circolo di santa Venera. «Venera – ha sottolineato Raspanti – fu vergine e martire, condizioni entrambe frutto dell’amore. La verginità perché ha sentito di appartenere totalmente a Gesù, scelta che non l’ha però estraniata dal mondo: ricordiamo, appunto, le opere di carità con cui si è spesa per il popolo. Perché appartenere totalmente a Cristo non allontana dagli uomini e questo vale ancora per tutte le comunità cristiane e, per noi ad Acireale, significa un maggiore impegno verso il territorio dove dobbiamo dimostrare concretamente, con il nostro lavoro, con l’impegno civile e sociale, la volontà di dare un contributo positivo alla nostra città».
Maria Gabriella Leonardi

giovedì 19 luglio 2018

Acireale, il cinema per pensare l'oggi

Quattro film, quattro occasioni per riflettere e per fare comunità. È l’intento portato avanti dalla parrocchia San Paolo di Acireale, guidata da monsignor Sebastiano Raciti. La comunità dispone di un ampio teatro e di sale conferenze. Ma in queste calde serate estive è più gradevole stare all’aperto. E così il campetto sportivo assomiglierà più a un’arena cinematografica, per assistere a film sotto le stelle che diano modo agli spettatori di riflettere sulla vita di oggi. Film di qualità e di successo, non dell’ultima stagione cinematografica ma attualissimi negli aspetti dell’oggi che mettono in luce. Un’iniziativa che crea anche un momento di svagoper chi è rimasto in città.Lo slogan scelto è 'Racconti, immagini, ed emozioni per riflettere e stare insieme' e su questa scia il parroco di San Paolo, monsignor Raciti, ha proposto a tutti, non solo ai parrocchiani, un cartellone cinematografico di tutto rispetto dal nome «CineComunità - le domeniche al campetto».


Quattro gli appuntamenti settimanali in programma che prenderanno il via domenica 22 luglio, ogni volta con inizio alle ore 20,30. Il primo film che sarà proiettato sarà 'Andiamo a quel paese'. Il secondo appuntamento è in programma domenica 29 luglio e sarà la proiezione del film 'Perfetti sconosciuti'. La domenica successiva, il 5 agosto, sarà la volta di ' La musica nel cuore'. Il programma si concluderà pochi giorni prima di ferragosto, domenica 12 con la visione del film 'Il diritto di cantare'.
© RIPRODUZIONE RISER

domenica 8 luglio 2018

Progetti in rete: «Così staniamo i ragazzi»

ACIREALE(CATANIA)
«Stanare i giovani dalle loro case, e dalle giornate passate sui social, per portarli in oratorio ». La missione non spaventa Anna Maria Belfiore, «in fatto di oratori ad Acireale siamo all’avanguardia » dice sorridendo. Qui, tra l’Etna e il Mar Jonio, quella della diocesi di Acireale con gli oratori è una lunga storia d’amore, iniziata prima della stessa istituzione della diocesi, avvenuta nel 1844. Nel 1756, infatti, la Congregazione dell’Oratorio di San FilippoNeri, fondata ad Acireale nel 1756 da padre Mariano Patanè, aveva dato già vita al primo oratorio e, di fatto, alla prima pastorale giovanile. «Mentre poi era ancora in vita don Bosco – aggiunge Belfiore – sono stati chiamati i salesiani a Randazzo e in seguito i Canossiani ad Acireale. Sempre qui, nel 1908, è nato il primo manualetto degli oratori a livello regionale. Il secondo vescovo di Acireale, monsignor Giovanni Battista Arista, fondò la maggior parte degli oratori in diocesi».
Questa storia ancora dura oggi e da 14 anni esisteanche un Coordinamento degli oratori diocesano che ingloba 34 oratori, anche se ne sono attivi anche altri. Il coordinamento, guidato appunto da Anna Maria Belfiore, è un’associazione di fedeli promossa dalla diocesi per la formazione degli animatori e per fare rete. Viene seguito un sussidio per le attività invernali e un altro per quelle estive. Attualmente è seguito il sussidio 'Che bella notizia' di Gigi Cotichella, ma sono stati usati in passato anche sussidi della Federazione oratori milanesi e prossiamente il Coordinamento acese ne appronterà uno proprio.
«Abbiamo lavorato tanto, aiutati prima dal vescovo Pio Vigo e ora da monsignor Raspanti – aggiunge Anna Maria Belfiore – . Ogni anno organizziamo una veglia di preghiera per la festa di don Bosco e il giorno di san Filippo Neri diamo il mandato agli animaeducatori estivi. Durante l’anno organizziamo dei cantieri di lavoro per gli animatori con approfondimenti di psicologia, pedagogia e tecniche animazione. Sono circa 300 gli animatori in diocesi».Ogni estate si tiene un raduno che quest’anno è in programma il 13 luglio al parco Chico Mendez di Giarre. Nell’occasione sarà consegnato il premio monsignor Arista al professor Marco Pappalardo, stretto collaboratore del Coordinamento. «Adesso stiamo lavorando con la pastorale delle comunicazione sociali – aggiunge Anna Maria Belfiore – abbiamo rilevato la solitudine dei ragazzi e la loro difficoltà a relazionarsi di presenza con gli altri». La prossima sfida da vincere.
Maria Gabriella Leonardi

mercoledì 4 luglio 2018

Le Mamme in rete moltiplicano l’aiuto

Saranno a breve 400 le mamme accolte e aiutate da 'Mamme in rete', un gruppo di 30 mamme volontarie che a Caltanissetta, nella parrocchia 'San Luca', ogni settimana dedicano un po’ del loro tempo ad altre mamme in difficoltà. «È un progetto promosso 10 anni fa dalla Caritas diocesana – spiega la responsabile di 'Mamme in rete', Cettina Monreale Isernia –. Da 4 anni portiamo avanti questo progetto in parrocchia. Riceviamo per appuntamento, solo il martedì, e ogni volta incontriamo dalle 16 alle 20 mamme. Il progetto è rivolto a mamme in difficoltà, in gravidanza o con bimbi da 0 a 3 anni. Diamo loro il corredino, materiale per puericultura, alimenti per bambini e altro possa servire. Incontriamo solo le mamme che non possono mandare altre persone a ritirare il materiale che offriamo loro».
Non si tratta solo di un passaggio di oggetti: a volte nel colloquio possono emergere altre difficoltà. La maggior parte delle mamme che si incontrano sono italiane, poi vi sono le mamme marocchine. «Due tre volte l’anno organizziamo una raccolta alimentare fuori dai supermercati – dice ancora Monreale Isernia –. Ormai, dopo 4 anni di attività, tanti ci conoscono e portano direttamente in sede oggetti e abiti da regalare a chi ha bisogno. A volte, quando serve qualcosa, mettiamo un annuncio sulla nostra pagina Facebook 'Mamme in rete - San Luca'. Ci siamo accorti che anche la Provvidenza è molto presente: spesso, quando manca qualcosa, in un modo o in un altro arriva proprio ciò che ci mancava, in maniera provvidenziale».
MGL

lunedì 2 luglio 2018

San Giacomo pellegrino nelle parrocchie di Caltagirone La statua restaurata del patrono sosterà presso le singole comunità Peri: impariamo da lui lo slancio dell’autentica fede

A Caltagirone il mese di luglio è legato a san Giacomo, patrono della città e della diocesi. Il 2018 poi per i fedeli è un anno particolare: il simulacro del santo è stato restaurato e in corso di restauro è anche la Basilica a lui dedicata. Dato però che non si può ancora utilizzarla, è stata organizzata una peregrinatio dell’apostolo nelle parrocchie della città. «Seguendo un calendario appositamente predisposto – ha dichiarato in una nota il vescovo Calogero Peri – il simulacro restaurato sosterà nelle singole comunità parrocchiali della città, non all’insegna della frettolosa spettacolarità e di un folclore di maniera, ma per un incontro “ravvicinato” con tutti i quartieri della città, nella sobrietà di celebrazioni di fede, mediante le quali, nel segno della preghiera e di momenti appositamente dedicati, sia consentito a tutti i fedeli devoti, non tanto e solo di apprezzare da vicino il simulacro restituito a nuova bellezza, ma di recuperare lo slancio di una devozione sempre tenace, ma che impari dalla testimonianza dell’apostolo anche le radici e i linguaggi nuovi della fede autentica di un popolo, che riconosce e invoca da secoli come suo patrono, che a lui si affida nei momenti difficili della sua storia, ma che desidera imparare ad abitare questo nostro tempo difficile e complesso all’insegna della fedeltà dei padri ai valori perenni del cristianesimo». San Giacomo sosterrà fino a domani nella parrocchia di “San Giuliano”, poi sarà la volta delle comunità “Maria Santissima del Monte ” (4-6 luglio), “San Giorgio” (dal 6 all’8), “Maria Santissima del Ponte” (dall’8 al 10), “San Pietro” (dal 10 all’11), “San Francesco di Paola” (dall’11 al 12), “San Vincenzo de’ Paoli” (dal 12 al 14), “Sacra Famiglia” (dal 14 al 16), “Madonna della Via” (dal 16 al 18), “San Giovanni Bosco” (dal 18 al 20), “Sant’Anna” (dal 20 al 22). La festa di San Giacomo si terrà dal 23 al 25 mentre dal 26 al 31 luglio il patrono resterà inCattedrale, esposto alla devozione dei fedeli.

Maria Gabriella Leonardi