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mercoledì 28 aprile 2010

Giovani responsabili se «masticano» nozioni di genetica

MESSINA - Educare i giovani alla genetica per responsabilizzare le loro coscienze. Su questa sfida educativa venerdì 7 maggio, all’istituto teologico «San Tommaso» di Messina, si terrà un convengo organizzato dall’Associazione per l’ingegneria genetica (Aig) «Maria Giovanna Stella Modaffari». Genetica ed educazione è un binomio molto attuale. «Il Consiglio d’Europa – spiega la presidente dell’Aig, Marianna Gensabella Furnari – nei mesi scorsi ha dedicato alla genetica in diversi Paesi conferenze destinate ai giovani. È un campo in cui i giovani devono conoscere per potere esprimere il loro parere. Una persona che effettua un test genetico cambia la percezione che ha di sé solo perché scopre di essere 'predisposta a'. Sono informazioni sottoposte a privacy, ma vi è il rischio della diffusione di notizie».
Dello stesso avviso anche il direttore della Scuola superiore di specializzazione in Bioetica e sessuologia, don Giovanni Russo: «Bioetica ed educazione è un binomio molto sentito, sia perché buona parte delle questioni che attraversano la bioetica possono avere felice esito attraverso un’opera di formazione delle nuove generazioni, sia perché la scuola e le altre agenzie educative si stanno occupando da almeno due decenni di argomenti bioetici».
«La 'pedabioetica' – prosegue don Russo – sta lavorando perché educazione e bioetica possano contribuire a un vero processo di responsabilizzazione delle coscienze. La questione della prevenzione delle malattie genetiche impegna tutti i settori formativi della società. Infatti, sono state la ricorrenza di malattie ereditarie nelle famiglie, la nascita di bambini affetti da malformazioni, l’incidenza delle malattie genetiche a fare avvertire la necessità della consulenza genetica che è finalizzata alla diagnosi di malattie ereditarie, allo studio della modalità di trasmissione, ma soprattutto alla loro prevenzione».
L’educazione è un tema peculiare dell’associazione «Modaffari», sorta in seno all’istituto «San Tommaso». Maria Giovanna Modaffari era una giovane laureanda in filosofia, affetta da fibrosi cistica; dopo avere lavorato a una tesi in bioetica, scomparve nel 1999, alla soglia della laurea. Al convegno interverranno quattro docenti dell’Università di Messina: Luciana Rigoli, aggregato di genetica medica, che parlerà di giovani, prevenzione e screening genetici; Francesco Trimarchi, ordinario di endocrinologia affronterà il tema della formazione del medico per la medicina genetica. «Bioetica e formazione nel mondo della scuola» sarà il tema che svilupperà Marianna Gensabella Furnari. Chiuderà i lavori la docente Velleda Bolognari, associato di pedagogia generale e sociale.
Maria Gabriella Leonardi
28 aprile 2010

martedì 27 aprile 2010

Novanta ettari confiscati alla mafia affidati alla prima cooperativa catanese


CATANIA. Anche nella provincia di Catania sta nascendo una cooperativa sociale per gestire un terreno di novanta ettari confiscato alla mafia su cui ci sono anche aranci e ulivi. L’obiettivo della cooperativa è realizzare prodotti biologici, ma soprattutto «creare un’economia pulita», ripete Giuseppe Palazzolo, uno dei sei ragazzi pronti a lanciare la sfida di legalità con l’aiuto di Libera, l’associazione fondata da don Luigi Ciotti. La coop, che si chiama 'Terre libere Beppe Montana', è dedicata al capo della sezione catturandi della squadra mobile di Palermo, originario di Catania, ucciso dalla mafia nel 1985. L’area, che si estende tra i comuni di Belpasso e Ramacca e sconfina a Lentini, nel Siracusano, abbandonata da anni, è da ripulire e rivitalizzare. Per quanto riguarda il terreno di Belpasso apparteneva al clan dei Riela, famiglia mafiosa che aveva iniziato la sua attività di controllo nel settore dei trasporti per estendere poi i propri interessi anche all’agricoltura. In quest’area, che si trova in contrada Casabianca, lo scorso fine settimana, si è tenuta una raccolta di arance che saranno utilizzate per realizzare marmellata biologica.
Un’iniziativa che si è trasformata in una sorta di gara di solidarietà per diffondere un messaggio di riscatto e legalità e per sostenere i sei ragazzi della cooperativa. Sul terreno di Belpasso si sono già tenute una serie di manifestazioni volte a diffondere la cultura della legalità e la lotta alla mafia: lo hanno già visitato circa settecento studenti oltre ai ragazzi detenuti negli istituti di pena minorili di Catania e Acireale. A fine giugno vi si terranno dei campi lavoro con scout e medici francesi.
Maria Gabriella Leonardi
27 aprile 2010