.

.
.

mercoledì 28 ottobre 2020

GIOVANI Acireale, veglia per i santi «Anche noi come Acutis»

 

Sarà una veglia particolare in preparazione alla Festa di tutti i Santi, nella diocesi di Acireale. Per evitare assembramenti, ma restare ugualmente uniti, si terrà in contemporanea sabato 31 alle ore 20.30 in tre chiese diverse: a Santa Maria del Monte Carmelo ad Aci Platani per i giovani del I e II vicariato, e sarà guidata dal direttore della Pastorale giovanile, don Orazio Sciacca; a Santa Maria del Lume, a Linera, per il III e IV vicariato e sarà guidata da don Giovanni Mammino e a Maria Ss. Immacolata di Fiumefreddo per il V e VI vicariato e a guidarla sarà don Sebastiano Leotta. La veglia s’intitola «Voglia di diventare tutti santi» e le letture si scaricheranno sul cellulare tramite codice Qr. «Aiutati dal beato Carlo Acutis pregheremo per diventare santi», spiega don Orazio Sciacca. Le tracce di meditazione prendono spunto, infatti, da frasi del giovanissimo beato.

Maria Gabriella Leonardi

martedì 27 ottobre 2020

CALTAGIRONE Dall’ospedale alla riabilitazione, la vita oltre il tunnel del Covid Con Peri in viaggio verso l’essenziale della fede e della Chiesa

 


MARIA GABRIELLA LEONARDI

«Vi invito a essere prudenti nei confronti di questo minuscolo e subdolo killer». Monsignor Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, ha contratto il Covid- 19 ad aprile ed è stato ricoverato per oltre un mese nell’Ospedale Gravina. Un’intensa, dolorosa ma feconda esperienza raccontata nel libro Nella stanza bianca. La mia Pasqua capovolta (Il Pozzo di Giacobbe, collana Oasi). Lilli Genco ha intervistato il vescovo mentre si trovava in riabilitazione, tra maggio e giugno, a Biancavilla. «Monsignor Peri – spiega Genco – racconta i sintomi, l’isolamento di un mese nell’ospedale Santo Pietro e Gravina di Caltagirone e la guarigione. Poi avanza delle considerazioni sulla 'lezione' del virus, il mito del ritorno alla normalità – secondo lui pericoloso – e una lezione anche per la Chiesa che, piuttosto che preoccuparsi su quando e come riaprire le chiese, dovrebbe prendere la palla al balzo per ripensarsi». «Abbiamo bisogno di una seria riflessione su ciò che

abbiamo riscoperto come essenziale – racconta il vescovo –. In fondo il virus è come se avesse 'smazzato' le carte delle nostre sicurezze, del nostro senso del potere, dei nostri progetti e delle nostre priorità. Se non riusciremo ad apprendere i contenuti del cambiamento e dell’incertezza, la reazione inconscia dirotterà il timone sulle nostre paure che resteranno come cicatrici. E quel fondo oscuro e impenetrabile da cui ci siamo sentiti minacciati esploderà in forme irrazionali nocive per tutti». La seconda parte del libro Dalla stanza bianca raccoglie le lettere, i messaggi e gli esercizi spirituali che il vescovo ha condiviso con la Diocesi durante il ricovero, dal pomeriggio del 2 aprile fino al 3 maggio, testi scritti di getto al cellulare, parte della stessa esperienza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

venerdì 23 ottobre 2020

Caltanissetta, Caritas per bimbi più sicuri



Una maniera simpatica per abituare i bambini a una pratica per ora necessaria. È l'idea della Caritas diocesana di Caltanissetta che sta donando alle scuole primarie della diocesi dei "kit igiene" che comprendono per gli alunni un porta-mascherina con il logo della diocesi e una mascherina, inoltre piccoli flaconi di igienizzante sono destinati ai docenti. «Abbiamo preparato dei porta-mascherina per i bambini per evitare che le mascherine vengano lasciate in giro», racconta il direttore della Caritas diocesana di Caltanissetta, Giuseppe Paruzzo: «I porta-mascherina – aggiunge – sono di plastica, comodi. Per chi non ha igienizzante abbiamo consegnato alle scuole box con piccoli igienizzanti. Abbiamo fatto fare 50mila porta-mascherine. I volontari della Caritas preparano i kit piegando i porta-mascherina, con le mascherine dentro e le boccette di igienizzante, 5.000 kit per ora». La Caritas li ha donato a tutte le scuole primarie di Caltanissetta e la distribuzione sta continuando nelle scuole dei comuni della diocesi. Per la Caritas diocesana di Caltanissetta l'iniziativa è anche un modo per mostrare vicinanza alle bambine e ai bambini. «Vediamo – racconta Paruzzo – come si applicano i bambini per piegare i porta-mascherina, sanno come usarla. È anche un modo diverso di vivere la problematica della mascherina».

MGL


sabato 17 ottobre 2020

Caltagirone. Le tre suore che salvano dalla strada le ragazze vittime della tratta

Accanto ai detenuti, alle ragazze vittime della tratta della prostituzione, tra gli studenti. È un servizio coraggioso quello vissuto da suor Chiara, suor Marta e suor Bernarda, della Congregazione delle Sorelle minori del Cuore Immacolato che hanno emesso la loro professione solenne nella Cattedrale San Giuliano di Caltagirone, dinanzi al vescovo Calogero Peri. Le tre religiose vivono la regola di san Francesco alla lettera: non hanno la luce, usano lanterne, cucinano con una stufa a legno, non usano il denaro. «Questo ci avvicina ai poveri», dice suor Chiara. Come le ragazze vittime della tratta della prostituzione sulla Statale 385 Catania-Caltagirone. «Sono donne di grande povertà – dice suor Chiara –. Viene proposto loro un lavoro in Italia e poi si rivela un inganno. Sulla Strada 385, ai piedi di una discarica, queste ragazze lavorano. Ora per via del Covid sono diminuite, ma sono state davvero tante. Il nostro incontro con loro è molto semplice: preghiamo con loro. Col tempo c’è stato il coinvolgimento anche di volontari, missionari, laici. Partiamo sempre dal centro che è Dio, loro conforto e sostegno. Portiamo loro colazione, indumenti, quello che serve, che ci chiedono; se possiamo aiutarle dal punto di vista fisico, per quello che il Signore ci permette di fare, siamo ben liete».


Nella scuola hanno uno sportello di ascolto e tramite la scuola fanno apostolato nel carcere dove sono state invitate a incontrare i detenuti responsabili di reati sessuali, tenuti separati dagli altri detenuti. «C’è una bella collaborazione con loro – dice suor Chiara –. Facciamo sia incontri di catechesi sia colloqui, soprattutto con coloro che non hanno parenti: specie gli immigrati rimangono da soli. Il carcere, come la scuola e la strada per noi sono luoghi di grazia». Durante la celebrazione in Cattedrale, il vescovo Peri indicando le tre religiose ha detto che «attraverso loro il Signore richiama che cosa vuole che sia la Chiesa, dove la sposa siamo tutti».
MGL

martedì 13 ottobre 2020

Banco Alimentare più forte a Catania

Il Banco alimentare della Sicilia onlus ha inaugurato la sua nuova sede dentro il Maas, il Mercato agroalimentare di Catania. Una sede più ampia che permetterà di recuperare subito le eccedenze alimentari e distribuirle, immediatamente, agli enti caritativi convenzionati. «L'ho immaginato come un posto che riesca a raccogliere la sinergia di pubblico e privato per generare benessere – spiega Pietro Maugeri, presidente del Banco Alimentare Sicilia onlus – . Il mio obiettivo era quello di dare a questa terra così martoriata un luogo inclusivo, più funzionale e di aiuto alla povera gente». Domenico Messina, direttore del Banco alimentare della Sicilia onlus, aggiunge: «Trovarsi nel cuore di uno dei più importanti poli agroalimentari del Meridione ci permette di recuperare tantissimi prodotti freschi (ortofrutta e pesce) che possiamo donare alle strutture caritative che, a loro volta, li distribuiscono. Un altro fattore importante è la vicinanza alla zona industriale che è il nostro luogo di approvvigionamento principe, visto che lì ci sono i magazzini delle grandi aziende da cui ritiriamo i prodotti in scadenza». Dice Giovanni Bruno, presidente di Fondazione Banco Alimentare: «Questa soluzione è eccellente per ottimizzare e incrementare il recupero a favore delle fasce più deboli».

giovedì 1 ottobre 2020

Dulcis in fundo Acqua benedetta con il dispenser

Per contrastare il contagio da coronavirus da marzo le acquasantiere in tutte le chiese d’Italia sono rimaste vuote. Adesso, in una parrocchia di Sant’Alfio (Catania), piccolo comune alle pendici dell’Etna, il parroco, don Giovanni Salvia, ha avuto un’idea con cui ha riportato l’acqua santa in chiesa: riempire i dispenser con fotocellula che si utilizzano come erogatori di sapone, ad esempio negli alberghi. Sulla pagina facebook della parrocchia 'SS. Alfio, Cirino e Filadelfo' don Giovanni ha spiegato: «Diverse persone da tempo mi hanno chiesto il ripristino in chiesa dell’acqua benedetta. Come fare?

Facile! Rispettando le norme anti Covid 19, ho comprato il dispenser con fotocellula senza toccare l’erogatore. Bentornata in chiesa 'acqua benedetta' per il bene dei fedeli nelle chiese di Sant’Alfio e Puntalazzo». Il dispenser è collocato dentro un contenitore all’interno dell’acquasantiera di marmo. L’iniziativa è piaciuta molto ai parrocchiani, molti l’hanno giudicata geniale, un modo per restituire ai fedeli un gesto, quello di fare il segno della croce con l’acqua benedetta, che sino ad un anno fa davamo per scontato ma da cui, in questi ultimi mesi, bisogna astenersi. La notizia dai media locali sta rimbalzando sui media nazionali e chissà che non venga imitata anche altrove.

MGL