Oggi alle 18 nella Basilica Santa Maria Assunta di Randazzo, nel Catanese, sarà ordinato sacerdote il diacono Gianluca Franco. Presiederà il rito il vescovo di Acireale Antonino Raspanti. Don Franco è nato a Bronte (Catania) il 20 marzo 1997 ed è originario della chiesa Sacro Cuore di Gesù di Randazzo. Nel 2016 ha conseguito il diploma con indirizzo in Informatica e Telecomunicazioni all’Istituto “Benedetto Radice” di Bronte.
Questo blog raccoglie i miei articoli pubblicati sul quotidiano nazionale di ispirazione cattolica "Avvenire". Sono articoli in cui mi sforzo di raccontare cosa fanno tanti siciliani che si prodigano per gli altri e testimoniano tra gli uomini l'amore e la presenza di Dio. Questo blog vuole essere un omaggio e un grazie ai numerosi credenti siciliani che ho il piacere di conoscere e che con la loro testimonianza arricchiscono anche la mia vita e mi spronano ad essere migliore. MGL
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giovedì 26 settembre 2024
mercoledì 11 settembre 2024
Acireale, Raspanti consacra un prete
Oggi alle 18,30 nella chiesa di San Francesco d’Assisi al Carmine di Giarre, in diocesi di Acireale (Catania), si terrà l’ordinazione presbiterale del diacono don Fabiano Orfila per l’imposizione delle mani del vescovo di Acireale Antonino Raspanti. Don Fabiano Orfila è nato a Catania il 20 Gennaio 1995. Nel 2018 ha conseguito il Diploma di 1° livello in Graphic design-Comunicazione d’impresa all’Accademia di Belle Arti di Catania. Nell’ottobre 2017 è entrato nella comunità del Propedeutico e a settembre 2018 è stato accolto nel Seminario vescovile di Acireale. Da ottobre 2018 a giugno 2023 ha studiato presso lo Studio Teologico San Paolo di Catania. Svolgerà il suo ministero all’Almo Collegio Capranica di Roma per continuare gli studi, iniziati nel settembre del 2023, all’Institutum Utriusque Iuris della Pontifica Università Lateranense. Presiederà la prima celebrazione eucaristica domani nella stessa chiesa San Francesco d’Assisi.
(M.G.Leo.)
giovedì 14 marzo 2024
“...e se fosse amore?” Giovedì i giovani di Acireale lo scopriranno
Si inserisce in un cammino della pastorale che quest’anno sta puntando molto sulla formazione dei responsabili dei gruppi».
Maria Gabriella Leonardi
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venerdì 27 ottobre 2023
Acireale, presentato il libro di monsignor Raspanti su Santa Caterina da Genova
“Bruciata dall’amore – La vita e le opere di Santa Caterina da Genova” è il titolo dell’ultimo libro del vescovo di Acireale, nonchè presidente della Conferenza episcopale siciliana, monsignor Antonino Raspanti, autore di oltre 50 pubblicazioni su temi teologici, filosofici e letterari.
≪E’ un testo a cui ho lavorato per qualche anno - spiega il vescovo - . Si tratta di un corpus di scritti su Santa Caterina Fieschi da Genova, una donna vissuta tra il ‘400 e il ‘500 che vive un’esperienza di religiosità di contatto con Cristo stravolgente. Tant’è che in una parte di questo testo, il cosiddetto trattatello sul purgatorio, attraverso quello che vive lei descrive ciò che può vivere un’anima nel purgatorio. Ho preso questo corpo di scritti, in genovese, risalenti attorno al 1525-30 perchè volevo metterlo a disposizione di tutti, di quanti hanno interesse verso una donna mistica, di carità e di spiritualità. L’ho tradotto in italiano corrente; il testo non è semplicissimo, ho cercato di spiegare in termini teologico-filosofici alcune delle sue affermazioni o quello che vive≫.
Secondo l’autore, l’esperienza di vita della santa, la rigida educazione cristiana ricevuta, la perdita del padre, il matrimonio e la conversione che l’ha coinvolta insieme al marito sono un monito valido anche oggi. Santa Caterina insiste nella lotta all’amor proprio per giungere ad amare Dio nella testimonianza quotidiana, in particolare verso i poveri e i malati.
≪Caterina - aggiunge mons. Raspanti - si riallaccia alla tradizione francescana di San Bonaventura e di Jacopone da Todi dandole una forma decisamente innovativa quanto a lessico e unicità d’esperienza. Nella storia della spiritualità occidentale appare come un fiore di rara bellezza il cui profumo, a distanza di oltre cinque secoli, rimane inalterato≫. Curatore della prefazione, don Roberto Tarquini, sacerdote della diocesi di Terni, che ha scritto: ≪La raccolta delle opere di Santa Caterina da Genova, che riproponiamo a quanti tra i lettori contemporanei sono attenti allo studio della spiritualità, costituisce un autentico tesoro letterario e mistico, scandalosamente accantonato da molti studiosi per tanti anni e ora da ricollocare nel vasto panorama agiografico della storia letteraria della religiosità d’Italia≫.
Il testo è stato presentato nel seminario vescovile di Acireale. Moderati dal giornalista Mario Agostino, sono intervenuti mons. Giovanni Mammino, rettore del seminario, don Roberto Tarquini e don Gianpaolo Bonanno, direttore del centro Oasi di Aci Sant’Antonio.
MGL
martedì 15 agosto 2023
«A Riposto operano realtà religiose non legate alla Chiesa cattolica»
Il vescovo Raspanti ai fedeli: si tratta di celebrazioni e Sacramenti invalidi e illeciti Parteciparvi comporta la scomunica
Acireale
Indossano gli stessi paramenti, celebrano azioni liturgiche simili, espongono le stesse immagini sacre e utilizzano pure gli stessi canti religiosi, ma non sono cattolici legati alla Chiesa di Roma. A Riposto (in provincia di Catania ma diocesi di Acireale), si è creata una certa confusione con ministri di una comunità ecclesiale che si definisce “Chiesa cattolica carismatica italiana” al punto da indurre il vescovo di Acireale, Antonino Raspanti, che è anche presidente della Conferenza episcopale siciliana, a intervenire con un comunicato per fare chiarezza, mettere in guardia i fedeli e invitarli a un sano discernimento. Sempre a Riposto vi è poi un’altra “chiesa” che si professa ortodossa.
« Da più parti - si legge nella nota del vescovo - si segnala che nel territorio di Riposto sono presenti e operano ministri di culto che dichiarano di appartenere ad una comunità ecclesiale che si attribuisce il nome “Cattolica” pur non avendo alcun vincolo di comunione con la Chiesa cattolica romana e con il Papa.
L’Ordinario diocesano mette in guardia i fedeli dal rischio di ritenere cattolici i ministri e gli altri esponenti di questa comunità, dato che alcuni elementi possono indurre in errore, come l’uso degli stessi abiti ecclesiastici e la celebrazione di azioni liturgiche del tutto simili a quelle della Chiesa cattolica romana. La stessa precauzione si abbia nei confronti dei ministri di altre comunità ecclesiali presenti nel territorio di Riposto, che pur non definendosi cattoliche, operano in modo da far pensare di esserlo. S’informa che i Sacramenti celebrati in queste comunità ecclesiali sono invalidi e illeciti per la Chiesa cattolica apostolica romana. Pertanto, coloro che dovessero partecipare alle celebrazioni di queste comunità ecclesiali e ricevere i Sacramenti si pongono fuori dalla comunione con la Chiesa cattolica, incorrendo nel delitto di scisma, che comporta la pena canonica della scomunica latae sententiae».
Il comunicato del vescovo ha suscitato molta attenzione nel circondario ripostese, sia tra i praticanti sia tra i lontani dalla fede, anche per le conseguenze che il comunicato preannuncia: la scomunica.
Sui canali social si trovano molti video di ministri riconducibili a questa comunità che si definisce “Chiesa cattolica carismatica italiana”. Proprio attraverso questi video è possibile capire perché può ingenerarsi confusione: questa organizzazione religiosa non riconosce l’infallibilità papale, ha un proprio primate, ma usa il dizionario cattolico e anche il calendario liturgico della Chiesa cattolica apostolica romana, pure il calendario dei santi e si trovano anche video di pellegrinaggi in Santuari dedicati ai santi cattolici. Facile, quindi, che si crei confusione, specie tra i fedeli che non sanno cogliere certe differenze. Per questo il vescovo Raspanti ha disposto che il suo comunicato fosse letto ai fedeli in occasione di tutte le Messe domenicali, soprattutto nelle comunità parrocchiali di Riposto, e che fosse pure affisso nelle bacheche.
mgl
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venerdì 23 settembre 2022
ISTITUTO DIOCESANO Progetto ad Acireale: i testi di Battiato nel corso di teologia
Riposto ( Catania)
La dottrina cattolica e i testi delle canzoni di Franco Battiato si sposano nei corsi organizzati dall’Istituto diocesano di teologia “Sant’Agostino” di Acireale, in programma, non a caso, a Riposto nella parrocchia Maria Santissima del Carmelo, la parrocchia nei cui confini ricade la casa d’infanzia di Franco Battiato. Proprio all’organo di questa chiesa il giovane Battiato iniziò a prendere confidenza con la musica. L’Istituto diocesano di teologia, diretto da don Daniele Raciti (che è anche il parroco della chiesa ripostese), promuove lo studio della dottrina cattolica formando sia laici sia religiosi. Per l’anno accademico 2022-23 offre un curriculum di studi in cui saranno affrontate materie di teologia di base e di bioetica per un totale di 7 materie e 21 incontri, da ottobre a maggio. Il programma si intitola “Il porto di Giaffa audaci riflessioni tra amici” e le riflessioni di bioetica, ogni 18 del mese, saranno intervallate da alcuni testi di Battiato. Ad esempio, dal 17 al 19 ottobre si parlerà di creazione ed escatologia; il tema di bioetica è “Coscienza
e cultura della conoscenza: eutanasia e accanimento terapeutico” e le canzoni di Battiato abbinate sono “L’ombra della luce” e “La canzone dell’amore perduto”. Il 15-18 novembre si tratterà di ecclesiologia, il tema di bioetica è “L’uomo nel contesto dei viventi: ecologia del corpo e dell’immagine” e i testi di Battiato scelti sono “Bandiera bianca” e “Povera patria”. 17-19 gennaio 2023, catechetica, il tema di bioetica sarà la sessualità e la fecondità a cui sono abbinati i testi delle canzoni “La cura” e “Strani giorni”. E così via sino a maggio. Moderatore è il vescovo di Acireale Antonino Raspanti. Le iscrizioni sono aperte sino al 10 ottobre nell’Ufficio della parrocchia Maria SS. del Carmelo di Riposto tutti i pomeriggi.
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I grandi argomenti della fede messi a confronto con le canzoni del cantautore siciliano che iniziò a suonare con l’organo della chiesa di Riposto
sabato 18 dicembre 2021
«Dispersione scolastica, serve l’impegno di tutto il Paese»
Acireale ( Catania) Si aggira intorno al 22% il tasso di dispersione scolastica a Catania e provincia. Per affrontare questa emergenza il vescovo di Acireale, Antonino Raspanti, vicepresidente della Cei, ha invitato in città la ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, a un incontro promosso dalla diocesi e dalle fondazioni Città del fanciullo e Maria Barbagallo. «La dispersione e l’abbandono scolastico sono piaghe che devono essere sradicate – ha detto la ministra –. La Sicilia ha dati preoccupanti, come altre Regioni del Sud, ma questo è un problema di tutto il Paese. Restituire opportunità educative nella scuola alle nuove generazioni è l’impegno che abbiamo come governo. Partiamo dal Pnrr, con un investimento sul tempo pieno, soprattutto al Sud, sulle strutture scolastiche, i servizi educativi per la prima infanzia. Serve però l’impegno di tutti ». In questo senso, la Prefettura di Catania ha stipulato lo scorso gennaio un accordo interistituzionale privato-pubblico, per prevenire devianza minorile e dispersione scolastica. L’accordo prevede, tra l’altro, un osservatorio sui minori. «Sono stati mappati i quartieri a rischio – ha detto il prefetto – e in ciascun quartiere l’obiettivo è creare occasioni di rigenerazione urbana per aggregare i ragazzi». Il protocollo coinvolge anche le diocesi di Catania, Acireale e Caltagirone. «Metteremo a disposizione gli oratori e le nostre strutture – ha detto monsignor Raspanti –. Vogliamo che il tema della lotta alla dispersione scolastica non passi inosservato e sia al centro dell’azione della comunità».
Maria Gabriella Leonardi
martedì 2 novembre 2021
ACIREALE «Ac Watch», la web tv giovane che dà voce ai lontani
Il cammino sinodale nella diocesi di Acireale, nel catanese, si avvale del supporto di una web tv diocesana, «Ac Watch», nata sotto il coordinamento dell’Ufficio diocesano comunicazioni sociali, diretto da don Arturo Grasso. L’iniziativa è realizzata grazie al servizio volontario di un gruppo di giovani della basilica San Filippo di Aci San Filippo, esperti nella produzione di video. «Le comunicazioni sociali sono un modo per arrivare alla gente - dice don Arturo - . Dato che siamo nel tempo dell’ascolto, daremo voce a chi vuole esprimere un proprio parere, a chi si trova in difficoltà, anche alle persone lontane dalla Chiesa. Manderemo poi tutto sul Web dove si potrà interagire».
Lo staff della web tv è composto da Seby Catalano, che si occupa delle riprese, Alfio Munzone che cura il montaggio, Maria Catena Sorbello, collaboratrice, e Ros- sella Greco che presenta. Il gruppo di giovani appartiene all’Azione cattolica, da qui il nome «Ac Watch». Anche se l’attività è svolta in spirito di volontariato la produzione di video è di qualità, curata con professionalità sin nei dettagli. Ogni video è accompagnato da un sottofondo musicale accattivante, soprattutto brani di musica leggera noti e attinenti ai temi trattati. A suggerire di creare una web tv è stato don Vittorio Rocca, responsabile diocesano del cammino sinodale. I video realizzati sono appositamente di breve durata, delle pillole. La brevità del video permette una sua maggiore diffusione
sui social: i filmati, infatti, vengono poi caricati su Facebook, Instagram, Telegram, Twitter, Tik Tok e YouTube. Tra questi è Tik Tok il social che fa raggiungere ai video il maggior numero di visualizzazioni: già raggiunte le 1.400 per un video, ma di certo questa soglia sarà a breve superata. Un numero notevole per una piccola diocesi e, soprattutto, per video che trattano temi come il Sinodo o le scelte di fede, ben diversi dai video disimpegnati che solitamente scorrono nei 'perte' di Tik Tok. Dopo Tik Tok, il secondo social dove i video vengono maggiormente seguiti sono i Reel di Instagram. Tramite Tik Tok e Instagram vengono raggiunti i giovani, mentre Facebook è seguito, soprattutto, da adulti e nonni. Quasi una decina i video già prodotti, in collaborazione con la pagina della diocesi di Acireale, ma online vengono caricate anche le omelie.
Don Vittorio Rocca incontrerà tutte comunità parrocchiali della diocesi e lo staff di «Aci Wacth» lo seguirà per documentare tutto il percorso fino al 2025.
Maria Gabriella Leonardi
domenica 25 luglio 2021
Un magazzino di solidarietà per i più poveri
Un luogo dove raccogliere le donazioni di offerte alimentari e distribuirle a chi ne ha bisogno. Il primo grande magazzino della Caritas diocesana di Acireale è stato inaugurato ieri ad Aci Sant’Antonio dal vescovo Antonino Raspanti. Il deposito, finanziato dai fondi Caritas Italiana e diocesana dell’8xmille 2021, coinvolgerà tutte le comunità parrocchiali senza sostituirsi al Banco Alimentare della Sicilia (che distribuisce generi alimentari ad oltre 400 strutture caritative in sette province), ma ponendosi come strumento di rilancio e accompagnamento per le parrocchie, così da creare legami e sinergie reciproche.
«Era necessario strutturarci – dice don Orazio Tornabene, direttore diocesano della Caritas –. Il magazzino sarà un luogo di appoggio temporaneo per le donazioni che, l’indomani, saranno poi distribuite alle parrocchie».
A gestirlo saranno scout e volontari. (M. G. Leon.)
domenica 27 giugno 2021
Ai piedi dell’Etna un anno giubilare in onore di sant’Ignazio di Loyola
NELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL ROSARIO DI PIEDIMONTE ETNEO NELLA DIOCESI DI ACIREALE
Piedimonte Etneo ( Catania)
Un anno straordinario dedicato a sant’Ignazio di Loyola, nel 500° anniversario della sua conversione. È quello che si tiene a partire da oggi fino al 31 luglio 2022 nella comunità parrocchiale Santa Maria del Rosario di Piedimonte Etneo, provincia di Catania e diocesi di Acireale, unica in Sicilia ad avere come patrono il fondatore dei gesuiti.
La devozione a sant’Ignazio di Loyola è stata portata in Sicilia dagli spagnoli, durante la dominazione dell’isola. Lo stesso Piedimonte Etneo fu fondato dagli spagnoli. In occasione di questo anno speciale la Penitenzieria Apostolica ha concesso la possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria visitando la chiesa madre del paese. L’ingresso principale dell’edificio di culto sarà la Porta santa dell’Anno ignaziano, anno per il quale sono stati programmati pellegrinaggi, celebrazioni e momenti di approfondimento sulla figura e la spiritualità di sant’Ignazio.
Il parroco, don Mario Gullo spiega: «Realizzeremo un museo a cielo aperto in tutti i luoghi del paese legati al santo. Lo faremo in collaborazione con l’Ufficio diocesano per la pastorale del turismo: non è un giubileo solamente celebrativo, ma vuole essere una riscoperta della santità nel quotidiano, a tutti i livelli». Sant’Ignazio si convertì a seguito di una ferita nella gamba riportata durante la battaglia di Pamplona. «Resta ferito – dice don Gullo – sembra che la sua vita si sia rovinata, ma proprio da questa ferita parte la sua rifioritura. Soprattutto in questo momento storico di pandemia, incertezza economica e sociale quest’anno santo vuole essere, per tutto il paese, un segno che si può rifiorire sempre nella vita». «Il tema della conversione è centrale» ha scritto il vescovo di Acireale Antonino Raspanti in un messaggio, «nel contesto della pandemia, possiamo vedere l’anno ignaziano come un’occasione per accelerare il nostro movimento sulla via della riconciliazione e della giustizia per tutta l’umanità, iniziando dalla nostra vita personale, dal rapporto di ciascuno di noi con Dio e con gli altri».
Oggi sarà sempre Raspanti ad aprire la Porta santa nella chiesa madre e l’Anno ignaziano. Il 25 luglio sarà inaugurata una mostra sulla vita del santo e inizieranno i solenni festeggiamenti. Tra agosto e settembre sarà indetto un concorso fotografico sulla devozione a sant’Ignazio di Loyola a Piedimonte Etneo.
MGL
mercoledì 12 maggio 2021
GIOVANI Ad Acireale un hashtag e un progetto per il pianeta
sabato 3 aprile 2021
L’INIZIATIVA PROMOSSA DAL VESCOVO RASPANTI Acireale, 50mila euro dai preti per gli ospedali
affinché le persone si sentano confortate in un contesto all’interno del quale creare una spirale di bene. Tutto questo può essere un’opportunità per noi tutti per volgere lo sguardo al futuro con più serenità e speranza. La carità non si ferma ma si moltiplica».
Gratitudine è stata espressa da Giovanni Rapisarda, direttore del presidio ospedaliero Catania. «Sento forte l’esigenza – ha detto – di rimarcare la valenza esemplarmente significativa dell’iniziativa del vescovo Raspanti, che ha inteso sancire ed impreziosire, non solo con la sua reiterata visita pastorale ai pazienti in degenza nei reparti Covid, ma offrendo una nobile, tangibile e rara testimonianza di solidale e premurosa vicinanza con la costituzione del fondo, dal pregnante significato umano e cristiano».
Maria Gabriella Leonardi
domenica 7 marzo 2021
Oggi Acireale ricorderà il vescovo Arista
Oggi Acireale celebra la giornata pro beatificazione al venerabile Giovanni Battista Arista (1862-1920), religioso oratoriano e secondo vescovo della diocesi siciliana (dal 1907 al 1920). Questa sera alle 18 è prevista una Messa presieduta dal vescovo emerito di Ragusa, Paolo D’Urso, nella chiesa della Congregazione dell’Oratorio dove risposano le spoglie mortali di Arista. A causa della pandemia non si terrà la tradizionale conferenza dedicata alla vita e all’impegno pastorale del vescovo oratoriano definito proprio in questi giorni dal suo attuale successore Antonino Raspanti come una persona la cui virtù maggiore fu «il desiderio di non morire alla speranza».
(Maria Gabriella Leonardi)
martedì 2 febbraio 2021
Parole e gesti dal lockdown, Acireale si racconta
Il lockdown, l’impedimento di ogni celebrazione religiosa con la presenza dei fedeli, non ha fermato l’azione pastorale e la Chiesa si è subito adeguata alla inaspettata circostanza per continuare a stare vicina alle persone. La diocesi di Acireale è emblematica di questa prontezza. I momenti cruciali vissuti durante il confinamento sono stati raccolti nel volume «Effetto virale», La Voce dell’Jonio editrice, un libro che è testimonianza dello straordinario momento storico. Nel testo don Arturo Grasso, giovane sacerdote alla guida dell’Ufficio comunicazioni sociali della Diocesi, racconta insieme al giornalista Antonio Carreca le emozioni, il lavoro, le difficoltà incontrate e le modalità messe in atto per affrontare l’emergenza. L’8 marzo 2020 c’è incredulità dinanzi alla nota della Cei che disponeva la sospensione di tutte le cerimonie civili e religiose. Subito il vescovo di Acireale Antonino Raspanti, vicepresidente della Cei, incarica don Arturo di programmare la trasmissione delle Messe e delle altre principali celebrazioni in streaming. Adesso le celebrazioni in diretta online sono familiari ma in quel momento si partiva da zero. Per gli appuntamenti presieduti dal vescovo don Arturo cerca un luogo con una buona copertura del segnale Internet, e trova gli strumenti per trasmettere con immagini
nitide e audio ottimale. Migliorando la qualità della trasmissione, poi, aumentanoanche le connessioni delle persone (il libro presenta pure le statistiche delle visualizzazioni).
Vari sacerdoti interpellano don Arturo, che dà consulenze tecniche a tante parrocchie. «La Chiesa di Acireale – dice - si è fatta trovare pronta per entrare nelle case della gente senza lasciar solo nessuno». «Questo è il momento in cui le parrocchie si devono informatizzare» dice in quel frangente il vescovo Raspanti al suo giovane collaboratore per i media. Antonio Carreca «ha avuto il compito di informare ogni giorno, attraverso le edizioni radiofoniche o articoli su quotidiani, su come il virus veniva affrontato (o sfidato) nelle comunità », racconta nella prefazione don Roberto Strano, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano.
Il libro pubblica anche i comunicati diffusi dalla Cei, dalla Conferenza episcopale siciliana e dalla Diocesi, le foto dei momenti salienti, in cui spicca quella del vescovo inginocchiato davanti alla croce, nella cattedrale vuota, con don Arturo che cura la ripresa video del momento. Completano il libro «Effetto virale», con le testimonianze di varie figure professionali che raccontano come hanno vissuto il lockdown.
mercoledì 23 dicembre 2020
«Dai figli di Sicilia all’estero storie che ci uniscono»
Tra il 2002 e il 2018 quasi 52mila giovani sono emigrati dalla Sicilia per l’estero, secondo lo Svimez. La pandemia in tanti di loro ha accresciuto il disagio di trovarsi, in questa situazione straordinaria, lontano dai cari senza potere tornare a casa. Una circostanza messa sotto i riflettori dall’Ufficio di pastorale giovanile e dall’Ufficio per la pastorale dei migranti della diocesi di Acireale (Ct) che hanno voluto creare un link con questi ragazzi, il progetto «Racconti dal mondo in tempo di pandemia dei nostri giovani italiani all’estero». «L’iniziativa – spiega don Lucio Cannavò, direttore della pastorale per i migranti – vuol far sentire a questi ragazzi la vicinanza di casa, delle Chiese di origine che li hanno generati alla fede, vuole ascoltare la loro voce, sentire come stanno. Un gruppo giovanile che non dimentica chi è andato via è una cosa bella. Abbiamo chiesto loro come hanno vissuto la pandemia, che è difficile per noi qua quanto difficile per loro. E le testimonianze lo confermano: pensare di essere lontani, chiusi in una città e non poter viaggiare non è stato semplice e lo scrivono, mettendoci tutto il cuore».
«Ci fa piacere creare una relazione – aggiunge don Orazio Sciacca, direttore della pastorale giovanile – far sapere che c’è qualcuno anche dall’Italia che si interessa a loro. Già vivono il disagio di trovarsi lontano dalle famiglie, in più sperimentano i disagi causati dalla pandemia». Hanno scritto giovani che si trovano in Francia, Spagna. Gran Bretagna, Dubai, Monaco e Svizzera e i loro racconti saranno pubblicati nei prossimi giorni.
«Il progetto ci permette anche di descrivere il fenomeno dello spopolamento – aggiunge don Orazio –. Mancano per i giovani possibilità di realizzazione. Il rapporto Toniolo evidenziava che la paura più grande per i ragazzi è che 'i giochi siano fatti' e che non ci sia la possibilità di ritagliarsi uno spazio. Se vedono che all’estero hanno maggiori opportunità partono». Anche l’esodo giovanile ha ripercussioni nella vita parrocchiale: «Nella nostra diocesi – conferma don Orazio – c’è una buona fascia di preadolescenti e adolescenti e sono il gruppo più folto. La fascia dai 18 ai 35 anni è quella meno numerosa, ovviamente non solo per l’emigrazione, ma anche per altri interessi». «Chi resta qua fa fatica a integrarsi con il mondo degli adulti – aggiunge don Lucio – nella mia comunità vedono che tanti aspirano a imbarcarsi, anche chi non ha frequentato il Nautico; non hanno la serenità per impegnarsi nella vita sociale del paese o in parrocchia. E così le nostre risorse si assottigliano».
giovedì 17 dicembre 2020
A Fiumefreddo il presepe accosta la nascita di Gesù e l’arrivo dei migranti
Negli sbarchi la Natività di oggi
LA PARROCCHIA MARIA SANTISSIMA DEL ROSARIO È IN DIOCESI DI ACIREALE
È notte fonda, la luna si riflette sul mare agitato, solcato da un’imbarcazione precaria che porta migranti. Sulla riva ci sono Giuseppe e Maria, anche loro in difficoltà perché «non c’era posto per loro nell’albergo». In riva al mare nascerà Gesù. Con grande perizia i giovani della comunità parrocchiale Maria Santissima del Rosario di Fiumefreddo di Sicilia, nel catanese, hanno riprodotto la scena notturna di una natività affacciata sul mare, come si affaccia sul mare Fiumefreddo. Un mare mosso, in balia del quale c’è un’imbarcazione con migranti a bordo.
Il presepe è all’ingresso della chiesa e chi entra vi si imbatte. È stato realizzato accogliendo l’invito di don Lucio Cannavò, direttore dell’ufficio per la pastorale dei migranti della diocesi di Acireale. Quel mare di Sicilia che è bellezza, sinonimo di serenità e svago per migliaia di persone è invece sinonimo di morte. L’opera ha avuto ampia eco sui media. Il parroco, don Egidio Vecchio, spiega: «Questo presepe evidenzia che come cristiani noi siamo chiamati ad accogliere Cristo che viene in mezzo a noi, non solo nelle nostre vite, ma soprattutto nell’esistenza di coloro i quali per varie vicissitudini, sono costretti a lasciare la propria terra natìa».
Don Lucio Cannavò sottolinea l’accostamento tra le due scene: la natività e l’arrivo dei migranti. «C’è la precarietà di questi viaggi – dice –- e la precarietà della grotta di Betlemme. La storia di salvezza comincia così e ci auguriamo che ci sia salvezza per tanti uomini e donne, che possano trovare protezione e asilo, così come è stato protetto il Bambino Gesù».
La diocesi di Acireale in una nota accosta quest’opera con le parole di papa Francesco nella lettera enciclica Fratelli tutti, quando afferma che la pandemia ha suscitato a tutti noi «la consapevolezza di essere una comunità mondiale che naviga sulla stessa barca». Viene riportata anche un’altra frase dell’enciclica: «Gli immigrati, se li si aiuta a integrarsi, sono una benedizione, una ricchezza e un nuovo dono che invita una società a crescere». Ogni anno l’Ufficio diocesano per la pastorale dei migranti espone un altro presepe dei migranti, che è itinerante. Quest’anno è esposto a Carrabba di Mascali, accanto alla strada statale, una collocazione di grande visibilità. È il terzo anno che questo presepe viene esposto. Il primo anno fu manomesso da qualcuno con finalità a sfondo politico. L’opera raffigura dei migranti agitati perché in pericolo. Non sono soli, sopra di loro c’è la natività.
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mercoledì 2 dicembre 2020
Botta e risposta con il vescovo Raspanti Dialoghi su amore e grandi domande
«Parla con me», canta Eros Ramazzotti. Un brano che è colonna sonora dello spot della Pastorale giovanile della diocesi di Acireale per lanciare 'DialoghiAmo', l’Avvento dei giovani che dialogano con il vescovo Antonino Raspanti. Un vero botta e risposta incentrato sulle domande di vita. Al tempo della pandemia tutto avviene in diretta sulla pagina facebook della pastorale giovanile diocesana. L’appuntamento è per ogni lunedì di Avvento alle 20,30. Dialogano col vescovo otto giovani, ogni settimana un ragazzo e una ragazza. Gli ultimi due giovani sono marito e moglie. «Le tematiche sono trattate tutte nella prospettiva dell’Avvento - spiega don Orazio Sciacca, responsabile della pastorale giovanile -. Nel primo lunedì si è parlato di come il giovane vive il presente, in relazione alla giovinezza di Gesù che illumina la giovinezza dei ragazzi. Nel secondo lunedì tema saranno i desideri per il futuro. Nel terzo, si parlerà dei progetti. Infine, il quarto lunedì sarà incentrato sull’incarnazione di questi progetti, con l’esempio di una giovane coppia che non ha solo vissuto il presente, non ha solo sognato e progettato ma incarna il progetto, ha creduto in questo cammino e può condividere la propria esperienza. Ognuno presenta la propria esperienza personale ma anche la condizione giovanile in generale». I giovani pongono a Raspanti delle domande, ma anche il vescovo, pone, a sua volta, delle domande. E da questo dialogo i giovani possono trovare le risposte per la loro vita.
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mercoledì 28 ottobre 2020
GIOVANI Acireale, veglia per i santi «Anche noi come Acutis»
Sarà una veglia particolare in preparazione alla Festa di tutti i Santi, nella diocesi di Acireale. Per evitare assembramenti, ma restare ugualmente uniti, si terrà in contemporanea sabato 31 alle ore 20.30 in tre chiese diverse: a Santa Maria del Monte Carmelo ad Aci Platani per i giovani del I e II vicariato, e sarà guidata dal direttore della Pastorale giovanile, don Orazio Sciacca; a Santa Maria del Lume, a Linera, per il III e IV vicariato e sarà guidata da don Giovanni Mammino e a Maria Ss. Immacolata di Fiumefreddo per il V e VI vicariato e a guidarla sarà don Sebastiano Leotta. La veglia s’intitola «Voglia di diventare tutti santi» e le letture si scaricheranno sul cellulare tramite codice Qr. «Aiutati dal beato Carlo Acutis pregheremo per diventare santi», spiega don Orazio Sciacca. Le tracce di meditazione prendono spunto, infatti, da frasi del giovanissimo beato.
Maria Gabriella Leonardi
giovedì 1 ottobre 2020
Dulcis in fundo Acqua benedetta con il dispenser
Per contrastare il contagio da coronavirus da marzo le acquasantiere in tutte le chiese d’Italia sono rimaste vuote. Adesso, in una parrocchia di Sant’Alfio (Catania), piccolo comune alle pendici dell’Etna, il parroco, don Giovanni Salvia, ha avuto un’idea con cui ha riportato l’acqua santa in chiesa: riempire i dispenser con fotocellula che si utilizzano come erogatori di sapone, ad esempio negli alberghi. Sulla pagina facebook della parrocchia 'SS. Alfio, Cirino e Filadelfo' don Giovanni ha spiegato: «Diverse persone da tempo mi hanno chiesto il ripristino in chiesa dell’acqua benedetta. Come fare?
Facile! Rispettando le norme anti Covid 19, ho comprato il dispenser con fotocellula senza toccare l’erogatore. Bentornata in chiesa 'acqua benedetta' per il bene dei fedeli nelle chiese di Sant’Alfio e Puntalazzo». Il dispenser è collocato dentro un contenitore all’interno dell’acquasantiera di marmo. L’iniziativa è piaciuta molto ai parrocchiani, molti l’hanno giudicata geniale, un modo per restituire ai fedeli un gesto, quello di fare il segno della croce con l’acqua benedetta, che sino ad un anno fa davamo per scontato ma da cui, in questi ultimi mesi, bisogna astenersi. La notizia dai media locali sta rimbalzando sui media nazionali e chissà che non venga imitata anche altrove.
MGL
venerdì 11 settembre 2020
ACIREALE La diocesi accoglie tre preti novelli
La diocesi di Acireale festeggia questo mese tre ordinazioni sacerdotali. La prima, mercoledì scorso, è stata quella di Salvatore Grasso che svolgerà adesso il suo ministero di vicario parrocchiale nella comunità del Sacratissimo Cuore di Gesù di Acireale. La prossima ordinazione si terrà lunedì alle 19 nella Cattedrale di Acireale. Rosario Di Bartolo sarà ordinato sacerdote per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del vescovo Antonino Raspanti. Il novello sacerdote presiederà la sua Prima Messa martedì alle 19.30 nella stessa Cattedrale e sarà poi vicario parrocchiale nella comunità “Maria Santissima della Provvidenza” a Macchia di Giarre. Giovedì alle 19, sempre in Cattedrale, sarà la volta dell’ordinazione presbiterale di Sebastiano Guarrera. Presiederà la sua Prima Messa domenica 20 alle 19 nella parrocchia di Maria Santissima Immacolata di Dagala del Re e sarà vicario parrocchiale nella comunità “Gesù Lavoratore” di Giarre. (M.G.Leo.)