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martedì 14 luglio 2009

Donne e giovani, risorse trascurate nel Sud

C’è bisogno di interpretare il tema dello sviluppo con paradigmi e soggetti nuovi che sinora sono stati ai margini. Secondo le Acli, donne e giovani possono essere gli attori di un autosviluppo che parta dal basso. Ad Aci Castello, ieri le Acli nazionali, in collaborazione con le Acli siciliane, hanno promosso un seminario su 'Cittadinanza, sviluppo, autosviluppo. Giovani, donne, attori sociali di un’altra economia', preparatorio all’incontro nazionale di studi 'Cittadini in-compiuti.Quale polis globale nel XXI secolo' che si terrà a Perugia a settembre.
«Contrastiamo il luogo comune di un Meridione 'magnone, piagnone e ruminante' - ha sostenuto il presidente nazionale Andrea Olivero se da un lato nel Sud vi sono problemi seri, vi sono anche risorse poco utilizzate, tra cui le donne e i giovani. E se non si investe su di loro, queste risorse saranno annientate.
Anche i giovani che fuggono esprimono un’esigenza di cambiamento: ogni giovane che va via, sono migliaia di euro che se ne vanno». «Mettere al centro le donne e giovani per uscire dalla crisi è un volere rovesciare la clessidra aggiunge Santo Francesco Scirè, presidente Acli Sicilia - . Avvertiamo tanta voglia di fare impresa da parte di giovani e donne: spesso hanno belle idee ma non hanno le opportunità o chi li accompagni infondendo loro fiducia. Eppure adesso c’è meno paura del racket e grandi risorse disponibili con i fondi strutturali europei. Per questo, abbiamo messo in campo nostri professionisti volontari, esperti in cultura d’impresa, che gratis li accompagnano a cercare il canale di finanziamento giusto, un servizio che abbiamo già attivato in alcune province». «È necessario - ha spiegato Olivero - che il Sud individui un suo modello di sviluppo che non può essere il Nord, peraltro in crisi». Le Acli, quindi, propongono lo sviluppo dell’imprenditorialità diffusa, il favorire l’accesso al credito, il costruire un modello di welfare territoriale partecipato per costruire reti di prossimità territoriali che sostengano la persona. «Non ci vuole più Stato conclude Olivero - ma maggiore corresponsabilità dei diversi soggetti sociali. Per questo occorre riscoprire che c’è un interesse personale nella ricerca del bene comune».
Maria Gabriella Leonardi
Avvenire 12 luglio 2009

mercoledì 8 luglio 2009

A Messina la cultura si fonde con la fede Un’estate fra concerti, esposizioni e visite

La quinta edizione della rassegna messinese «Fede, arte, musica » propone anche questa estate una ricca carrellata di appuntamenti in cui la cultura si fonde con la spiritualità.
Inaugurati nei giorni scorsi, i concerti di mezzogiorno si tengono nella Cattedrale di Messina sino a settembre ogni domenica per offrire ai visitatori mezz’ora di musica organistica. Martedì 21 luglio, alle 21, il grande organo « Tamburini » della Cattedrale sarà il protagonista del concerto inaugu- rale del quinto «Corso d’interpretazione organistica», una proposta formativa rivolta ai giovani organisti diplomati di tutta Italia.
Degne di particolare attenzione sono le quattro «Notti in Cattedrale» durante le quali sarà presentata un’«opera d’arte e di spirito » nel contesto di concerti di improvvisazioni all’organo: il primo notturno sarà dedicato alla lettura iconologia del mosaico dell’abside centrale, il «Pantocratore »; il secondo notturno è incentrato sul mosaico più antico della Cattedrale risalente al XIV secolo; il terzo proporrà una visita guidata dei principali monumenti sepolcrali di uomini illustri; il quarto sarà incentrato sulle pagine fondamentali dell’Apocalisse scolpite sugli stipiti della porta maggiore della Cattedrale.
Il 13 agosto si terrà un’esposizione della manta d’oro che ricopre l’immagine della Madonna della Lettera, da poco restaurata. Nei chiostri all’arcivescovado si svolgeranno invece concerti che richiamano i temi della luna per celebrare l’anno internazionale dell’astronomia. Nel ricordo di Galileo, il 21 agosto, dalle 22 all’1, è in programma una visita notturna del campanile astronomico del Duomo.
Maria Gabriella Leonardi
(Avvenire - Catholica dell'8 luglio 2009)

sabato 4 luglio 2009

La diocesi di Caltagirone inaugura il Museo diocesano


La diocesi di Caltagirone inaugurerà sabato 4 luglio il Museo diocesano, allestito all’interno del Complesso monumentale dei Frati minori conventuali, sede Vescovile dal 1911. Lo stesso complesso ospita anche la Biblioteca diocesana “Pio XI” e l’Archivio storico diocesano. All'inizio il Museo esporrà una selezione di opere collocate all’interno della Cappella neogotica del Seminario. Il direttore del Museo, don Fabio Raimondi, spiega: «Questa prima raccolta di opere è costituita da una serie di vesti liturgiche, alcune delle quali cadute in disuso dopo la Riforma Liturgica del Concilio Vaticano II». A breve inizieranno altri lavori che interesseranno altre aree del Complesso da destinare al Museo, nell’ambito di un progetto di ampliamento che prevede l’esposizione di argenti, paramenti, opere pittoriche e sculture. Le sale suddivise in sezioni saranno allestite prediligendo il percorso pastorale, secondo i criteri tipologico e cronologico.
Sabato l’inaugurazione del Museo avverrà nell’ambito della II Giornata diocesana per i Beni culturali ecclesiastici. Una tavola rotonda presenterà i musei ecclesiastici; vi interverranno don Santino Salamone, direttore del Museo diocesano di Catania e Vice presidente dell’AMEI, mons. Francesco Gasparini, direttore del Museo diocesano e dell’Ufficio diocesano Beni culturali ecclesiastici di Vicenza, e don Fabio Raimondi, Direttore Museo diocesano Caltagirone e dell’Ufficio diocesano Beni culturali ecclesiastici di Caltagirone. L’ing. Rosario Spina e l’arch. Giovanna Cannata presenteranno il progetto del Museo diocesano Caltagirone. Concluderà i lavori il vescovo di Caltagirone, mons. Vincenzo Manzella che sottolinea: “È un momento importante per la nostra Diocesi perché restituiamo alla nostra comunità un patrimonio d’arte sacra che ha accompagnato la nostra storia di fede e di devozione popolare. La principale funzione del nostro Museo è dunque di carattere pastorale e culturale: una modalità moderna e coerente per poter fare incontrare fede e cultura”.
Maria Gabriella Leonardi
(Avvenire 4 luglio 2009)