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lunedì 27 ottobre 2008

Inaugurato master paolino a Messina

MESSINA E’ stato inaugurato venerdì scorso nell’istituto teologico “S. Tommaso” di Messina, il Master in “Teologia e spiritualità Paolina”, promosso e diretto dal prof. mons. Giuseppe Costa, ordinario di S.Scrittura e vicepreside del “S.Tommaso”, nonché coordinatore diocesano dell’Anno Paolino. All’inaugurazione erano presenti il vicario generale dell’arcidiocesi di Messina-Lipari-S.Lucia del Mela, don Carmelo Lupò, e il preside dell’istituto, prof. don Giovanni Russo. L’iniziativa è una delle tante proposte dalla Diocesi per fare conoscere la figura e l’opera di San Paolo nell’anno pastorale e accademico 2008-09, in cui ricorre il bimillenario della nascita del Santo. Il Master si avvale della collaborazione di diversi uffici diocesani: catechistico, religione cattolica, pastorale familiare, “Migrantes”. Quattro aree formative. La prima ripercorre l’ambiente storico-culturale del I secolo d.C., per rintracciare le radici e il percorso formativo che porta da Saulo persecutore, a Paolo, “Apostolo delle genti”. La seconda, tocca la nuova “via teologica” proposta dagli scritti paolini, fondamentali per la conoscenza e la formazione delle prime comunità cristiane. La terza e la quarta area esaminano gli aspetti spirituali e i risvolti liturgici e catechetici dell’annunzio di san Paolo. Il Master prevede lezioni mensili frontali e ore di studio personale, dura un anno e si concluderà a settembre 2009. 250 il numero definito di corsisti, ma le richieste di iscrizione sono state molte di più.
M.G.L.
(Pubblicato su Catholica - Avvenire del 26 ottobre 2008)

Agrigento: ampliata la casa di accoglienza diocesana

AGRIGENTO E’ stata ampliata la casa di accoglienza diocesana “Mons.Fasola” di Agrigento che d’ora in poi dispone di trenta posti letto, e non più quindici, per accogliere i senza tetto e le persone in difficoltà. La “Mons.Fasola” è nata oltre un decennio fa per volontà dell’allora arcivescovo Carmelo Ferraro ed è gestita dal “Centro di Ascolto e di Accoglienza San Giuseppe Maria Tomasi Onlus”, che cura i servizi della Caritas Diocesana. La casa al momento è piena e, in vista dell’inverno, l’ampliamento permetterà di accogliere più persone povere: extracomunitari, ma anche anziani e giovani disoccupati agrigentini. «La Casa di Accoglienza Mons. Fasola – spiega il coordinatore Nicola Pollicino - offre una accoglienza immediata e relativamente breve. I nostri ospiti possono restare al massimo per un mese e mezzo, per consentire un ricambio costante dei fruitori. Non offriamo solo un pasto caldo ed un tetto: mettiamo a disposizione la consulenza legale, i servizi sociali e sanitari e soprattutto ci impegniamo per cercare di trovare insieme una soluzione abitativa e lavorativa, favorendo il reintegro della persona svantaggiata nella società». «Il nostro obiettivo – evidenzia la Madre Superiora del Boccone del Povero, Suor Glendalyn Medina, impegnata nell’Ente Diocesano – è soprattutto quello di cercare di fornire gli strumenti necessari per far uscire il soggetto dalla povertà». «Tutte le parrocchie che sono a conoscenza di casi disperati – conclude Pollicino – potranno segnalarci i nominativi».
Maria Gabriella Leonardi
(Pubblicato su Avvenire del 25 ottobre 2008)

lunedì 20 ottobre 2008

Sicilia, bilancio di 30 anni

"Per la vita e la dignità dell'uomo” è il tema scelto dal direttivo della Federazione dei Movimenti e Centri di Aiuto alla Vita della Sicilia per il convegno regionale che si svolgerà domenica 19 ottobre allo Sheraton Hotel di Catania. «In occasione dei 60 anni della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'uomo – spiegano gli organizzatori – a Catania il popolo della vita siciliano chiama a raccolta le Istituzioni e i cittadini per ricordare che tra i diritti principali deve essere ricordato il Diritto alla Vita di ogni essere umano, dal concepimento alla morte naturale; e che la famiglia, fondata sul matrimonio di un uomo e una donna, che hanno il diritto-dovere di educare i figli, è il nucleo fondamentale della società e dello Stato». Per l’occasione verrà presentata la petizione europea organizzata dal Movimento per la Vita Italiano con la collaborazione di Scienza & Vita e del Forum delle associazioni familiari. Alle ore 11 si terrà una tavola rotonda sul tema della giornata, moderata dal presidente della Federazione regionale dei MpV e Cav della Sicilia, Umberto Ienzi. Previsti gli interventi del prof. avv. Luigi Arcidiacono, ordinario di Diritto Costituzionale all’Università di Catania, del dott. Luigi Castellucci, dirigente generale dell’Assessorato Regionale alla Sanità e dell’ on. Carlo Casini, magistrato, presidente del Movimento Per la Vita Italiano. Nel corso della giornata sarà presentata l'attività trentennale svolta dal Centro di aiuto alla vita di Gela e dei 25 anni del Cav di Catania. Il Cav di Gela è il primo della Sicilia, è stato fondato nel 1978, subito dopo la legge sull'aborto, dai coniugi Rocco e Giovanna Giudice e da allora non ha smesso di operare per prevenire l’aborto. Tra i risultati ottenuti anche uno spazio, un luogo d’ascolto, riservato all’associazione all’interno di un ospedale. Il Cav di Catania è stato fondato nel 1983 e da qualche anno ha sede in via Alfonsetti, in un locale sequestrato alla mafia.
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato su E'Vita - Avvenire del 16 ottobre 2008)

Catania, prima gli ultimi

Il disagio dei Rom è lo stesso al sud come al nord. Se a Milano ne sono stati sgomberati 1800 dai campi, a Catania ne sono stati fatti andare via 200. Ma i campi che si svuotano, piano piano, col tempo si riempiono. Che fare? Ieri, a Catania, i Rom, e in genere, tutti quelli che per la società sono gli ultimi, sono stati al centro della 2ªgiornata del volontariato, organizzata dalla consulta diocesana delle aggregazioni socio-assistenziali. L’iniziativa si intitolava “Uno sguardo sulla città: prima gli ultimi” e si è tenuta nel museo diocesano, nel cuore del centro storico catanese. A portare la sua testimonianza don Virginio Colmegna, presidente Fondazione “Casa della Carità” di Milano. «La motivazione al volontariato – ha affermato don Colmegna - nasce anche da risorse cristiane. Spesso in una società che si chiude nella paura, si attenua la spinta solidale. Nella “Casa della Carità” sono presenti 73 nazionalità. Molti sono rom sgomberati: solo stando vicini si possono abbassare le paure. Ma le paure nascono dal voler trovare un capro espiatorio. Dopodomani dovrò celebrare il funerale di un adolescente rom bruciato vivo. Il nostro compito sarà anche quello di ricostruire il senso di un dramma». Ma anche quando tutto ciò che ci circonda è buio, buio come le strade di Catania e della sua grave crisi finanziaria, resta sempre l’amore, ciò che salva: «Molti giovani vengono nella “Casa della Carit”à a fare esperienza. Il Cardinal Martini ha voluto che all’interno della casa esistesse anche l’Accademia della Carità, un luogo ove, partendo dalle storie di persone, si riflettesse sui temi della solidarietà, dell’economia, della sofferenza, della malattia psichiatrica…». «Se non siamo capaci di far diventare i nostri servizi cultura, avremo decine di Santi da onorare, ma tanta chiusura tra la gente», aggiunge padre Valerio Di Trapani, direttore della Caritas dell’Arcidiocesi di Catania. Ed è sempre sui Rom e sulla loro accoglienza che padre Valerio si sofferma, rivolgendosi alle autorità cittadine e provinciali presenti:«su questo tema è necessario che al più presto discutano la Croce rossa, la Caritas, la comunità rumena, la Provincia di Catania e la Questura».«La solidarietà non è monopolio dei cristiani – ha aggiunto l’arcivescovo monsignor Salvatore Gristina – ma dobbiamo lavorare perché si diffonda. L’umanità è capace di solidarietà, anche se questa non appare sulla prima pagina del giornale. Dobbiamo formarci per migliorare la qualità testimoniale. Per rendere sempre più missionario il volto della nostra Chiesa». Ieri, la festa del volontariato è stata celebrata a Catania nella ricorrenza di San Vincenzo De’Paoli. Due giorni prima, il 25 settembre, Catania celebrava un suo figlio esemplare, il Beato Cardinale Dusmet, amato dai catanesi proprio per la sua operosa carità e le cui spoglie sono custodite nella Cattedrale catanese:«Quello che Dusmet realizzò ai suoi tempi – ha aggiunto monsignor Gristina – anche noi dobbiamo saper realizzare con le istituzioni e le modalità dei nostri giorni».
Maria Gabriella Leonardi
(Pubblicato su OggiItalia - Avvenire 28 settembre 2008)