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lunedì 20 ottobre 2008

Catania, prima gli ultimi

Il disagio dei Rom è lo stesso al sud come al nord. Se a Milano ne sono stati sgomberati 1800 dai campi, a Catania ne sono stati fatti andare via 200. Ma i campi che si svuotano, piano piano, col tempo si riempiono. Che fare? Ieri, a Catania, i Rom, e in genere, tutti quelli che per la società sono gli ultimi, sono stati al centro della 2ªgiornata del volontariato, organizzata dalla consulta diocesana delle aggregazioni socio-assistenziali. L’iniziativa si intitolava “Uno sguardo sulla città: prima gli ultimi” e si è tenuta nel museo diocesano, nel cuore del centro storico catanese. A portare la sua testimonianza don Virginio Colmegna, presidente Fondazione “Casa della Carità” di Milano. «La motivazione al volontariato – ha affermato don Colmegna - nasce anche da risorse cristiane. Spesso in una società che si chiude nella paura, si attenua la spinta solidale. Nella “Casa della Carità” sono presenti 73 nazionalità. Molti sono rom sgomberati: solo stando vicini si possono abbassare le paure. Ma le paure nascono dal voler trovare un capro espiatorio. Dopodomani dovrò celebrare il funerale di un adolescente rom bruciato vivo. Il nostro compito sarà anche quello di ricostruire il senso di un dramma». Ma anche quando tutto ciò che ci circonda è buio, buio come le strade di Catania e della sua grave crisi finanziaria, resta sempre l’amore, ciò che salva: «Molti giovani vengono nella “Casa della Carit”à a fare esperienza. Il Cardinal Martini ha voluto che all’interno della casa esistesse anche l’Accademia della Carità, un luogo ove, partendo dalle storie di persone, si riflettesse sui temi della solidarietà, dell’economia, della sofferenza, della malattia psichiatrica…». «Se non siamo capaci di far diventare i nostri servizi cultura, avremo decine di Santi da onorare, ma tanta chiusura tra la gente», aggiunge padre Valerio Di Trapani, direttore della Caritas dell’Arcidiocesi di Catania. Ed è sempre sui Rom e sulla loro accoglienza che padre Valerio si sofferma, rivolgendosi alle autorità cittadine e provinciali presenti:«su questo tema è necessario che al più presto discutano la Croce rossa, la Caritas, la comunità rumena, la Provincia di Catania e la Questura».«La solidarietà non è monopolio dei cristiani – ha aggiunto l’arcivescovo monsignor Salvatore Gristina – ma dobbiamo lavorare perché si diffonda. L’umanità è capace di solidarietà, anche se questa non appare sulla prima pagina del giornale. Dobbiamo formarci per migliorare la qualità testimoniale. Per rendere sempre più missionario il volto della nostra Chiesa». Ieri, la festa del volontariato è stata celebrata a Catania nella ricorrenza di San Vincenzo De’Paoli. Due giorni prima, il 25 settembre, Catania celebrava un suo figlio esemplare, il Beato Cardinale Dusmet, amato dai catanesi proprio per la sua operosa carità e le cui spoglie sono custodite nella Cattedrale catanese:«Quello che Dusmet realizzò ai suoi tempi – ha aggiunto monsignor Gristina – anche noi dobbiamo saper realizzare con le istituzioni e le modalità dei nostri giorni».
Maria Gabriella Leonardi
(Pubblicato su OggiItalia - Avvenire 28 settembre 2008)

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