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giovedì 29 settembre 2011

Suor Maria Messina, la «ranenj» d’Africa torna a casa - Avvenire

Suor Maria Messina, la «ranenj» d’Africa torna a casa - Avvenire

In Madagascar la chiamano tutti Ranenj, che vuol dire «mamma» con una connotazione di affetto mista a riverenza. Lei, suor Maria Messina, 86 anni, religiosa delle suore del Sacro Cuore della Beata Maria Schininà di Ragusa è la Ranenj perché è una delle prime quattro suore della congregazione che, 50 anni fa, partirono missionarie per il Madagascar. Laureata in lettere moderne, nella sua famiglia su sette figli tre sono diventate suore e uno sacerdote. «È stato merito dei miei genitori – dice – specie di mia mamma, esempio vivente di carità».

A 36 anni, suor Maria non ci
pensò due volte a partire per il Madagascar, animata dalla voglia di «fare del bene». La presenza delle suore era stata chiesta da un sacerdote per aiutare la popolazione, curare i malati, aprire delle scuole. Il viaggio durò 22 giorni e loro non conoscevano neanche la lingua. La prima casa fu costruita ad Imady. Le religiose si dedicarono alla cura dei malati e costruirono un dispensario intitolato a «Madre Schininà». Hanno aperto delle scuole per istruire bambini e, vedendo la grave mancanza di lavoro, hanno realizzato scuole professionali per adulti, per insegnare alle ragazze a cucire e ai ragazzi a lavorare il legno. La loro azione si spinge tutt’oggi sino alle campagne, con la promozione rurale per aiutare gli agricoltori a migliorare le tecniche agricole.

In 50 anni le suore si sono moltiplicate, come pure le comunità, che adesso sono undici. E fondamentale è stato il ruolo di
Ranenj in questi anni, che è stata fondatrice e superiora di alcune comunità e anche delegata per tutto il Madagascar a tenere i contatti diretti con la madre generale.

A maggio tutte le comunità malgasce delle suore del Sacro Cuore hanno festeggiato insieme i 50 anni di presenza nell’isola.

Se nel 1961 furono quattro suore italiane a portare la congregazione in Madagascar,
adesso sono le suore malgasce che rafforzano gli istituti italiani: ben 35 provenienti dall’isola africana operano attualmente nelle comunità del Sacro Cuore nostrane.

Ranenj,
in questi giorni è in Italia, nella sua città natale, Giarre, nel Catanese. Guarda oggi la sua Sicilia, dove secondo lei ci sono «pochi giovani e molti anziani», mentre in Madagascar è il contrario. Ai suoi connazionali suor Maria chiede gesti di solidarietà verso il Madagascar, incaricando l’istituto Sacro Cuore di Giarre, in via Alfieri 19, di raccogliere offerte per l’isola malgascia, nelle certezza che, un giorno, il Madagascar ricambierà, di nuovo, la solidarietà italiana.
Maria Gabriella Leonardi
Catholica
30 settembre 2011

martedì 20 settembre 2011

Il saluto di Vigo: figlio della Chiesa di Acireale - Avvenire

Il saluto di Vigo: figlio della Chiesa di Acireale - Avvenire

ACIREALE. Dopo quasi nove anni di servizio pastorale, ieri pomeriggio il vescovo Pio Vittorio Vigo ha salutato la diocesi di Acireale, nel corso di una celebrazione eucaristica in Cattedrale. Un saluto coinciso con il 53° anniversario dell’ordinazione sacerdotale del presule che nell’omelia ha ricordato come nella «nella prima lettera inviata a questa diocesi, il 15 ottobre 2002», avesse «scritto da Monreale: 'Sono partito da figlio' della Chiesa di Acireale; adesso ritorno da 'padre'. Ora, finito il mandato di guida pastorale della diocesi, per raggiunti limiti di età, essendo nato ad Acireale e avendo la casa paterna in questa città, ritornerò a essere 'figlio' e non più 'padre'; anche se rimarrà quel legame spirituale di paternità, acquisito per la trasmissione dellagrazia sacramentale e per la serena amicizia, maturata in questi anni di cammino insieme». Dopo aver ricordato la strada fatta e le scelte pastorali,Vigo, visibilmente commosso e più volte interrotto dagli applausi ha dedicato un pensiero al suo successore Antonino Raspanti. «Amate il vescovo che viene come avete amato me – ha detto –. Prestate a lui quella devota obbedienza che permetterà a lui di guidarvi con saggezza e serenità e a voi di crescere nell’amore di Dio, con gioia e speranza». Il vicario generale della diocesi monsignor Rosario Di Bella nel ringraziare Vigo ha sottolineato come chi l’abbia incontrato «anche per poco, anche per una stretta di mano» sia «rimasto conquistato dalla sua semplicità di cuore, dalla sua evidentecordialità e signorilità» continuando «a coltivare la gradevole e gratificante sensazione di un rapporto, non solo di conoscenza, ma di amicizia». In rappresentanza delle religiose della diocesi, suor Maria Verzì, ha sottolineato «la qualità pastorale» della proposta di Vigo «che ci ha invitato a vivere e a sognare una Chiesa sul modello del Concilio: appassionata alla causa del Signore Gesù, autenticamente missionaria». Dal canto suo parlando a nome del mondo laicale il presidente dell’Azione cattolica diocesana, Ninni Salerno ha definito monsignor Vigo «un vescovo che ha incarnato il Concilio Vaticano II.

Grazie – ha aggiunto –, perché ci ha dato la possibilità di esperire la corresponsabilità dentro la Chiesa».

Maria Gabriella Leonardi

Catholica, 21 settembre 2011

domenica 18 settembre 2011

Missionari bocconisti, oggi a Giarre Bertolone ordina un nuovo sacerdote - Avvenire

Missionari bocconisti, oggi a Giarre Bertolone ordina un nuovo sacerdote - Avvenire


GIARRE. Oggi sarà ordinato sacerdote il diacono Ivan Dario Rivera, appartenente all’Ordine dei Servi dei Poveri - Missionari bocconisti, fondato dal beato Giacomo Cusmano. L’ordinazione si svolgerà alle 18 nella chiesa parrocchiale «Regina Pacis» di Giarre, in provincia di Catania, per l’imposizione delle mani dell’arcivescovo di Catanzaro-Squillace,Vincenzo Bertolone, anch’egli appartenente all’Ordine dei Servi dei Poveri. Don Ivan ha 27 anni, è di origine colombiana e si è laureato in Sacra Teologia allo studio teologico San Paolo di Catania.
Attualmente svolge servizio pastorale nella parrocchia «Gesù Lavoratore» di Giarre.(M.G.L.)

giovedì 1 settembre 2011

Acireale Da oggi a domenica diocesi a convegno per riflettere su divorzio e convivenza - Avvenire

Acireale Da oggi a domenica diocesi a convegno per riflettere su divorzio e convivenza - Avvenire

«Le situazioni sempre più frequenti di separazione, di divorzio e di convivenza della coppia interpellano la Chiesa diocesana». Si intitola così il convegno estivo dell’Ufficio pastorale diocesano della famiglia della diocesi di Acireale, in programma dal oggi a domenica 4 alla casa Odar di Algerazzi, nel comune di Milo. «Da un po’ di anni ci occupiamo del problema educativo, dell’amore nella coppia e dell’educazione dei figli», afferma Maria Scapellato responsabile, insieme con il marito Giorgio, dell’Ufficio famiglia. «Viviamo problematiche esplose anche nel nostro territorio – aggiunge –; per questo, nella tavola rotonda in programma oggi, vogliamo capire come le persone che vivono queste situazioni si rapportano con la Chiesa e se noi, come Chiesa, riusciamoa cogliere questo disagio». La tavola rotonda prevede l’intervento di un parroco per ogni vicariato e di un rappresentante dei vari uffici pastorali. «L’intento principale del confronto – spiega ancora Scapellato – è quello di lavorare insieme».

Durante la tre giorni aiuterà la riflessione don Antonio Domenico Santoro, della Congregazione dei Missionari oblati di Maria Immacolata, fondatore dell’Oasi Cana onlus e dei Missionari della famiglia. Domani, alle ore 10, don Santoro terrà una riflessione su 'Famiglie in situazioni difficili o irregolari'. Alle 12, seguirà la Messa presieduta dal vescovo di Acireale, monsignor Pio Vittorio Vigo. Domenica, don Santoro tratterà il tema 'Ipotesi di un percorso pastorale in diocesi sui temi trattati'.

Maria Gabriella Leonardi

E'Famiglia

2 settembre 2011