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mercoledì 30 dicembre 2020

Un Anno mariano a Caltagirone

 LA LETTERA D’INDIZIONE SARÀ FIRMATA IL PRIMO GENNAIO

La diocesi di Caltagirone si appresta a vivere la ricorrenza dei 450 anni dell’apparizione della Madonna del Ponte. Era, infatti, il 15 agosto 1572, quando alla fonte del rione Ponte a Caltagirone, una bambina, attingendo acqua, vide riflessa la Vergine con in braccio Gesù Bambino. La notizia si sparse per il paese e l’immagine della Madonna era visibile solo a chi era in grazia di Dio. Una di queste persone era un pittore che ha ritratto la Vergine e il dipinto è conservato nel Santuario. Venerdì 1 gennaio, solennità di Maria Santissima Madre di Dio, alle 18 il vescovo Calogero Peri presiederà la Messa nel Santuario diocesano Maria SS. del Ponte. Al termine, firmerà la lettera di indizione dell’anno giubilare mariano in occasione del 450° anniversario dell’apparizione che sarà inaugurato il prossimo agosto. In una nota, il parroco e rettore don France- sco Di Stefano spiega: «Questo tempo che stiamo per vivere molto diverso, sotto tanti punti di vista, da quello che avevamo pensato che ci impedisce di fare progetti a lungo ter- mine, è stato fortemente desiderato e preparato

sia dalla preghiera personale e comunitaria sia da attività pastorali come i pellegrinaggi dell’effige della Vergine del Ponte presso le varie parrocchie della città al fine di risvegliare la devozione, in verità mai assopita, alla Madre di Dio». Il vescovo Peri in un passaggio della lettera di indizione scrive: «Convinto che è giunto il momento per la nostra conversione, dato che il nostro tempo è sempre compiuto, propongo che il 15 di ogni mese, nella nostra diocesi, sia dedicato in maniera particolare al Sacramento della riconciliazione. Per questo suggerisco che questo appuntamento mensile venga preparato ed accompagnato con opportune catechesi sul peccato, sulla conversione e sulla misericordia di Dio nei nostri confronti e sulla nostra verso gli altri fratelli in modo da farlo diventare un percorso strutturato di formazione al fine di mettere al centro la misericordia di Dio nostro Padre».

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mercoledì 23 dicembre 2020

«Dai figli di Sicilia all’estero storie che ci uniscono»

 

Tra il 2002 e il 2018 quasi 52mila giovani sono emigrati dalla Sicilia per l’estero, secondo lo Svimez. La pandemia in tanti di loro ha accresciuto il disagio di trovarsi, in questa situazione straordinaria, lontano dai cari senza potere tornare a casa. Una circostanza messa sotto i riflettori dall’Ufficio di pastorale giovanile e dall’Ufficio per la pastorale dei migranti della diocesi di Acireale (Ct) che hanno voluto creare un link con questi ragazzi, il progetto «Racconti dal mondo in tempo di pandemia dei nostri giovani italiani all’estero». «L’iniziativa – spiega don Lucio Cannavò, direttore della pastorale per i migranti – vuol far sentire a questi ragazzi la vicinanza di casa, delle Chiese di origine che li hanno generati alla fede, vuole ascoltare la loro voce, sentire come stanno. Un gruppo giovanile che non dimentica chi è andato via è una cosa bella. Abbiamo chiesto loro come hanno vissuto la pandemia, che è difficile per noi qua quanto difficile per loro. E le testimonianze lo confermano: pensare di essere lontani, chiusi in una città e non poter viaggiare non è stato semplice e lo scrivono, mettendoci tutto il cuore».

«Ci fa piacere creare una relazione – aggiunge don Orazio Sciacca, direttore della pastorale giovanile – far sapere che c’è qualcuno anche dall’Italia che si interessa a loro. Già vivono il disagio di trovarsi lontano dalle famiglie, in più sperimentano i disagi causati dalla pandemia». Hanno scritto giovani che si trovano in Francia, Spagna. Gran Bretagna, Dubai, Monaco e Svizzera e i loro racconti saranno pubblicati nei prossimi giorni.

«Il progetto ci permette anche di descrivere il fenomeno dello spopolamento – aggiunge don Orazio –. Mancano per i giovani possibilità di realizzazione. Il rapporto Toniolo evidenziava che la paura più grande per i ragazzi è che 'i giochi siano fatti' e che non ci sia la possibilità di ritagliarsi uno spazio. Se vedono che all’estero hanno maggiori opportunità partono». Anche l’esodo giovanile ha ripercussioni nella vita parrocchiale: «Nella nostra diocesi – conferma don Orazio – c’è una buona fascia di preadolescenti e adolescenti e sono il gruppo più folto. La fascia dai 18 ai 35 anni è quella meno numerosa, ovviamente non solo per l’emigrazione, ma anche per altri interessi». «Chi resta qua fa fatica a integrarsi con il mondo degli adulti – aggiunge don Lucio – nella mia comunità vedono che tanti aspirano a imbarcarsi, anche chi non ha frequentato il Nautico; non hanno la serenità per impegnarsi nella vita sociale del paese o in parrocchia. E così le nostre risorse si assottigliano».

venerdì 18 dicembre 2020

A Caltagirone Peri consacra domani un prete

 Domani alle 18.30 nella Cattedrale di San Giuliano a Caltagirone verrà ordinato un nuovo sacerdote: si tratta di Antonio Zimbone. A presiedere il rito di ordinazione sarà il vescovo Calogero Peri. Il prete novello è originario della comunità parrocchiale di Sant’Agrippina a Mineo (Caltanissetta). Per evitare assembramenti, l’ingresso in Cattedrale sarà contingentato e la celebrazione sarà trasmessa sui canali YouTube e Facebook della diocesi calatina e su TeleRadio Vita.

Don Zimbone presiederà la Prima Messa domenica alle 18 nella chiesa di Sant’Agrippina a Mineo. Nel 2020 sono stati sei le ordinazioni presbiterali della diocesi siciliana presiedute da vescovo Peri. (M.G.Leo.)

giovedì 17 dicembre 2020

In Sicilia 200 pc donati per la Dad

 


In questi mesi si sta sperimentando come la didattica a distanza possa allargare le diseguaglianze: non tutte le famiglie hanno pc o tablet o una connessione per seguire video lezioni tutti i giorni; oppure più fratelli devono condividere lo stesso dispositivo. Per alleviare queste difficoltà l’azienda Ergon di Ragusa (operante nel settore alimentare) ha regalato 200 personal computer alle Caritas della Sicilia. Un dono consegnato a Ragusa dalla Ergon, rappresentata da Concetta Lo Magno, al delegato regionale della Caritas Giuseppe Paruzzo, grazie alla sinergia con il direttore della Caritas Ragusa Domenico Leggio. A livello regionale i dispositivi sono stati distribuiti in base alle richieste delle diocesi. «Qualche ragazzo – racconta Giuseppe Paruzzo – quando è venuto a prendere il pc è rimasto stupito che fosse nuovo: pensava che qualcuno si fosse liberato di un oggetto usato.

Tutte le Caritas siamo come un’unica famiglia: diocesi più piccole hanno ricevuto più computer di diocesi più grandi che li avevano già comprati per darli a chi ne aveva bisogno. Con questa donazione potremo aiutare molte più persone. Ringraziamo Ergon per questa disponibilità e generosità che ha avuto nei confronti delle Caritas e dei ragazzi di tutta la Sicilia. In questi mesi abbiamo notato come la solidarietà non si sia mai fermata. Il bene è contagioso».

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Caltagirone, fotografia al Diocesano

 


Resterà aperta sino al 31 gennaio nel Museo diocesano di Caltagirone la XII edizione del Med Photo Fest organizzata dall’Associazione culturale Mediterraneum, che ha scelto la Cappella neogotica come sede principale del Festival. In un tempo di chiusure per via dell’emergenza covid, il Museo diocesano, con questa iniziativa vuole essere segno di speranza. Questa edizione si intitola “Fotografia e solidarietà” e raccoglie un progetto di Maurizio Galimberti dedicato alla bellezza femminile dal titolo “La carezza”. Le sale “argenti e paramenti” del museo ospitano la “Mediterraneum Collection” dell’Associazione catanese che mostra gli scatti di tanti fotografi che amano la Sicilia, protagonisti in una raccolta fondi a vantaggio delle famiglie e delle persone sole, in difficoltà a causa dell’emergenza Covid. (M.G.Leo.)

A Fiumefreddo il presepe accosta la nascita di Gesù e l’arrivo dei migranti

 Negli sbarchi la Natività di oggi

LA PARROCCHIA MARIA SANTISSIMA DEL ROSARIO È IN DIOCESI DI ACIREALE


È notte fonda, la luna si riflette sul mare agitato, solcato da un’imbarcazione precaria che porta migranti. Sulla riva ci sono Giuseppe e Maria, anche loro in difficoltà perché «non c’era posto per loro nell’albergo». In riva al mare nascerà Gesù. Con grande perizia i giovani della comunità parrocchiale Maria Santissima del Rosario di Fiumefreddo di Sicilia, nel catanese, hanno riprodotto la scena notturna di una natività affacciata sul mare, come si affaccia sul mare Fiumefreddo. Un mare mosso, in balia del quale c’è un’imbarcazione con migranti a bordo.

Il presepe è all’ingresso della chiesa e chi entra vi si imbatte. È stato realizzato accogliendo l’invito di don Lucio Cannavò, direttore dell’ufficio per la pastorale dei migranti della diocesi di Acireale. Quel mare di Sicilia che è bellezza, sinonimo di serenità e svago per migliaia di persone è invece sinonimo di morte. L’opera ha avuto ampia eco sui media. Il parroco, don Egidio Vecchio, spiega: «Questo presepe evidenzia che come cristiani noi siamo chiamati ad accogliere Cristo che viene in mezzo a noi, non solo nelle nostre vite, ma soprattutto nell’esistenza di coloro i quali per varie vicissitudini, sono costretti a lasciare la propria terra natìa».

Don Lucio Cannavò sottolinea l’accostamento tra le due scene: la natività e l’arrivo dei migranti. «C’è la precarietà di questi viaggi – dice –- e la precarietà della grotta di Betlemme. La storia di salvezza comincia così e ci auguriamo che ci sia salvezza per tanti uomini e donne, che possano trovare protezione e asilo, così come è stato protetto il Bambino Gesù».

La diocesi di Acireale in una nota accosta quest’opera con le parole di papa Francesco nella lettera enciclica Fratelli tutti, quando afferma che la pandemia ha suscitato a tutti noi «la consapevolezza di essere una comunità mondiale che naviga sulla stessa barca». Viene riportata anche un’altra frase dell’enciclica: «Gli immigrati, se li si aiuta a integrarsi, sono una benedizione, una ricchezza e un nuovo dono che invita una società a crescere». Ogni anno l’Ufficio diocesano per la pastorale dei migranti espone un altro presepe dei migranti, che è itinerante. Quest’anno è esposto a Carrabba di Mascali, accanto alla strada statale, una collocazione di grande visibilità. È il terzo anno che questo presepe viene esposto. Il primo anno fu manomesso da qualcuno con finalità a sfondo politico. L’opera raffigura dei migranti agitati perché in pericolo. Non sono soli, sopra di loro c’è la natività.

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mercoledì 2 dicembre 2020

Botta e risposta con il vescovo Raspanti Dialoghi su amore e grandi domande

 

«Parla con me», canta Eros Ramazzotti. Un brano che è colonna sonora dello spot della Pastorale giovanile della diocesi di Acireale per lanciare 'DialoghiAmo', l’Avvento dei giovani che dialogano con il vescovo Antonino Raspanti. Un vero botta e risposta incentrato sulle domande di vita. Al tempo della pandemia tutto avviene in diretta sulla pagina facebook della pastorale giovanile diocesana. L’appuntamento è per ogni lunedì di Avvento alle 20,30. Dialogano col vescovo otto giovani, ogni settimana un ragazzo e una ragazza. Gli ultimi due giovani sono marito e moglie. «Le tematiche sono trattate tutte nella prospettiva dell’Avvento - spiega don Orazio Sciacca, responsabile della pastorale giovanile -. Nel primo lunedì si è parlato di come il giovane vive il presente, in relazione alla giovinezza di Gesù che illumina la giovinezza dei ragazzi. Nel secondo lunedì tema saranno i desideri per il futuro. Nel terzo, si parlerà dei progetti. Infine, il quarto lunedì sarà incentrato sull’incarnazione di questi progetti, con l’esempio di una giovane coppia che non ha solo vissuto il presente, non ha solo sognato e progettato ma incarna il progetto, ha creduto in questo cammino e può condividere la propria esperienza. Ognuno presenta la propria esperienza personale ma anche la condizione giovanile in generale». I giovani pongono a Raspanti delle domande, ma anche il vescovo, pone, a sua volta, delle domande. E da questo dialogo i giovani possono trovare le risposte per la loro vita.

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