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mercoledì 18 aprile 2018

«Rimanete in Sicilia» Per frenare l’esodo si mobilita la Chiesa

CALTANISSETTA
Sembra un esodo senza fine quello dei giovani che lasciano la Sicilia: un fenomeno che nel centro dell’isola, a Caltanissetta si avverte con più forza. Gli ultimi dati in possesso della Caritas diocesana nissena, forniti anche all’ultima Settimana sociale dei cattolici, parlano di un tasso di disoccupazione giovanile maschile del 57% e femminile del 56,9%. Le donne sono più penalizzate degli uomini del 23,8% nel trovare un lavoro e i ragazzi che non arrivano a diplomarsi sonoil 41,7%.
Per capire com’è realmente la situazione oggi sul territorio, il direttore della Caritas diocesana di Caltanissetta, Giuseppe Paruzzo, racconta un aneddoto: «Avevo chiesto al direttore Caritas di un Comune di 3mila abitanti di fare il punto sulla questione, ma lui mi ha risposto che non c’erano più giovani dalle sue parti».
L’emergenza qui si chiama lavoro, non solo bisogno di denaro. «Stiamo aiutando una signora con un progetto sul reddito minimo di inserimento, ha una situazione familiare complicata, un figlio con una grave disabilità per cui volevamo sostenerla pagandole la retta del centro dove deve andare il bambino – racconta il direttore Caritas –. Ma lei ci ha detto: 'Invece di darmi dei soldi per la retta per il bambino, la stessa cifra non la potete dare a mio marito per un lavoro?'. Era per lei più dignitoso guadagnare quei soldi per suo figlio».
La diocesi è scesa in campo, con un convegno apertosi ieri e che si chiude oggi, dal titolo 'Costruiamo il la-voro, il diritto di rimanere nella propria terra', promosso dalla Caritas, dall’ufficio diocesano di pastorale sociale e dalla Consulta per le aggregazioni laicali. «Non parliamo di 'problema lavoro', il lavoro non è un problema e non vogliamo parlarne negativamente – precisa Paruzzo –. Parliamo di lavoro come opportunità e lo facciamo con coloro che pensiamo siano gli attori principali: l’agricoltura e l’artigianato. Ad esempio, non si trovano persone che si occupino di marketing agricolo, non ne esistono. Mi spiegavano che è complicato fare nascere una mela su un albero, ma più complicato è raccoglierla per venderla. La bellezza sta nelle attività lavorative che si possono creare».
La diocesi di Caltanissetta vuole anche promuovere l’idea delle cooperative di comunità, dove i cittadini sono produttori e fruitori di beni e servizi, un’esperienza che ha avuto successo nel nord Italia. «Abbiamo delle belle comunità unite e forti – aggiunge il direttore della Caritas – e abbiamo pensato di far nascere delle cooperative da queste comunità. Abbiamo invitato il referente di Confcooperative nazionale per le cooperative di comunità per capire cosa sono, cosa fanno e che non sono realtà che possono nascere solo a Reggio Emilia, ma anche a Caltanissetta, a San Cataldo, ovunque può nascere un’idea di cooperativa di comunità». La diocesi sta lanciando un bando per assegnare piccoli finanziamenti volti alla nascita di cooperative di comunità. «Vogliamo lanciare la speranza che anche qui le cose si possono fare – conclude Paruzzo –. È in gioco il diritto di rimanere nella nostra terra».

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