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lunedì 23 dicembre 2013

L’Avvento vissuto (anche) su YouTube

MARIA GABRIELLA LEONARDI

CALTAGIRONE

O
gni domenica d’Avvento sul sito Internet, sulla pa­gina Facebook e sul canale YouTube della Diocesi di Caltagirone sono stati condivisi video di tre mi­nuti durante i quali il vescovo, monsignor Calogero Peri, ha tenuto meditazioni per aiutare a preparare il Natale. L’o­riginale iniziativa dell’Ufficio per le comunicazioni socia­li della diocesi calatina, guidato da Massimo Cappellano, ha per titolo «#riflessioniperlavvento» e sfrutta le oppor­tunità crossmediali e interattive della comunicazione di­gitale inaugurando il primo
 hashtag diocesano. «Abbia­mo messo in campo un’idea in cui crediamo molto – spiega Massimo Cappellano – non solo per l’opportunità di abi­tare in modo credente e crea­tivo l’ambiente digitale ma an­che per avviare una riflessio­ne nella nostra comunità ec­clesiale sui nuovi linguaggi per comunicare la fede. Abbiamo puntato soprattutto sulla con­divisione nelle reti sociali del­le riflessioni di quanti si sono lasciati coinvolgere dall’inizia­tiva. Contiamo in questo modo, grazie al lavoro di diffu­sione e di mediazione degli animatori parrocchiali per le comunicazioni sociali, di rendere più vivace anche la vita dei gruppi parrocchiali, in particolare dei giova­ni, e di poter testimoniare anche nell’ambiente digita­le il volto di una Chiesa accogliente e attenta alle do­mande degli uomini, che invita ciascuno ad aprirsi al­l’incontro con il Signore». «Ci sono molti temi che l’Avvento ci ha riproposto – è il bilancio del vescovo Peri – ma ci sono anche molte sfide che in quanto credenti dobbiamo essere in grado di ac­cogliere non per dare risposte convenzionali ma, parten­do dalla nostra fede, per dare risposte che siano aderenti alla storia, agli uomini, alle loro domande, alle loro atte­se e siano allo stesso tempo aperte all’irruzione del Si­gnore che è venuto a darci soluzioni inedite per quello che speriamo». 

domenica 15 dicembre 2013

Libri e legalità a Caltagirone

MARIA GABRIELLA LEONARDI
I libri per voltare pagina e scrivere un nuovo capitolo della vita.
Non è solo una metafora ma è il senso di un progetto partito nella biblioteca diocesana Pio XI di Caltagirone che sta accogliendo persone finite nel circuito giudiziario e a cui il giudice, come azione sanzionatoria, ha prescritto la prestazione di un lavoro di pubblica utilità, non retribuito e a favore della collettività.
«Le attività vengono svolte secondo modalità stabilite caso per caso e in base a un accordo stretto fra il Tribunale e la Fondazione monsignor Di Vincenzo, presieduta da Salvatore Martinez». Già due i giovani coinvolti nel progetto a cui neseguiranno altri. «Nella biblioteca – spiega il direttore Francesco Failla – si occupano del riordino dei libri, della schedatura, dell’inventariazione e digitalizzazione del patrimonio librario. Le biblioteche ecclesiastiche sono oggi centri dinamici che si aprono alle risorse del territorio e partecipano alla realizzazione del progetto culturale della Chiesa universale e locale ». L’idea potrebbe diventare un modello da seguire; il vescovo di Caltagirone Calogero Peri in proposito sottolinea: «In questo progetto la pena non ha più i contorni di qualcosa che viene subìto, ma di un’opportunità di miglioramento personale e sociale». Gli fa eco Ornella Mingrino, segretaria della fondazione: «Le prime esperienze realizzate ci hanno dato ragione dell’intuizione e del percorso intrapreso, in particolare per la crescita e la formazione delle persone coinvolte».
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martedì 3 dicembre 2013

Messina ricorda il vescovo beato Franco


Messina. Domani alle 9, all’Istituto teologico San Tommaso di Messina, si terrà un seminario di studio sul vescovo beato Antonio Franco. Interverranno padre Luigi Mezzadri, docente di Storia della Chiesa alla Pontificia Università Gregoriana; Giovan Giuseppe Mellusi, docente di Storia del diritto italiano all’Università di Messina; l’ex ambasciatore all’Onu, Francesco Paolo Fulci e don Luigi La Rosa docente di Storia della catechesi al San Tommaso.
Maria Gabriella Leonardi

sabato 23 novembre 2013

Confraternite e Pie unioni: domani nel Catanese il «XVIII Cammino»

CALTAGIRONE. Si svolgerà domani a Palagonia, nel Catanese, il XVIII Cammino diocesano delle Confraternite e delle Pie unioni. Nella diocesi di Caltagirone le confraternite, infatti, sono molto sentite: ben 3350 gli aderenti ai sodalizi, coordinati dal Centro diocesano, presieduto da Lidia Costa e guidati sul piano spirituale dall’assistente diocesano monsignor Mario Messina. È prevista la partecipazione di 40 Confraternite e Pie unioni. Ma alla tradizione occorre associare anche un cammino di rinnovamento, come spiega il vescovo di Caltagirone, Calogero Peri: «Oggi è avvertita l’esigenza di tradurre il loro messaggio, il loro servizio e la loro funzione ecclesiale con un linguaggio più immediato e aderente ai tempi, all’ecclesiologia e al nuovo clima culturale che si è creato con il Concilio.

Ci auguriamo che il cammino iniziato in
diocesi possa proseguire, affinché queste realtà non restino solamente testimonianze di un passato che non è capace di dare un messaggio, ma di avere un futuro nelle giovani generazioni». Gli fa eco Lidia Costa: «Abbiamo iniziato in diocesi un importante percorso di rinnovamento della vita confraternale, affinché si possa attualizzare la significatività di questa nostra esperienza di Chiesa e del messaggio che custodiamo».

Nella parrocchia San Giuseppe alle 9.30, saranno celebrate le Lodi mattutine; di seguito, don Piero Sortino guiderà la riflessione su «Cammino di fede e iniziazione cristiana». Seguirà la processione del Santissimo Crocifisso, chiamato dai palagonesi «Patri di tuttulumunnu».


Maria Gabriella Leonardi
 

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domenica 3 novembre 2013

Castel di Judica: orazioni per i defunti I bimbi dicono no a «dolcetti e scherzetti»

DA CATANIA

A
 Castel di Judica, nel catanese, ieri i ragazzini del catechismo sono andati in giro a bussare nelle case ma invece di chiedere «il dolcetto o lo scherzetto » hanno chiesto una preghiera per i cari defunti. L’originale iniziativa si è tenuta nelle frazioni di Giumarra e Franchetto, ove il parroco, padre Rajan Arockiasamy, amministratore parrocchiale delle parrocchie di S.Maria del Rosario e di S.Francesco d’Assisi, nella diocesi di Caltagirone, ha invitato i ragazzi del catechismo a questo gesto «rivoluzionario », nel senso del cambiamento di mentalità: «Un modo – spiega padre Rajan – per vivere questo giorno con coerenza, nella testimonianza di fede e nell’adesione al valore e al senso della risurrezione». Ma la creatività la fa da padrona nella diocesi calatina: a Caltagiorne, nell’oratorio della parrocchia San Giovanni Bosco si è tenuto il party cittadino «Waiting for all Saints day» che ha visto gli educatori mettere in scena un dialogo tra una zucca e i santi. La morale? I santi hanno una storia e cose da dire, la zucca, è solo una zucca vuota.

Maria Gabriella Leonardi
 

Pubblicato su Avvenire l'1 novembre 2013

martedì 29 ottobre 2013

A Caltanissetta, Caritas e banche di credito cooperativo alleate per finanziare la nascita di micro imprese. Che funzionano

Quarantasei micro imprese sono nate nella Diocesi di Caltanissetta, nell’arco di quattro anni, grazie a una convenzione tra la Caritas diocesana e le banche di credito cooperativo. Un risultato che, in tempo di crisi, ha dello straordinario. Il co-direttore della Caritas diocesana di Caltanissetta, Giuseppe Paruzzo, racconta: «Anni fa avevamo avviato come Caritas il microcredito per aiutare le persone in difficoltà e spesso ricevevamo richieste di aiuto per avviare un’attività economica. Fu per noi illuminante un messaggio del vescovo che diceva: “A volte ci limitiamo a terapie di tamponamento mentre dovremmoprogettare qualcosa a lungo termine”».La Caritas cominciò, quindi, a interrogarsi su cosa poteva fare per non dare solo un aiuto immediato, ma per aiutare a progettare, a sperare. «Un fondo per dare seguito a tutte le richieste era impossibile – aggiunge Paruzzo – perché siamo una piccola diocesi. Abbiamo bussato, quindi, alle banche, chiedendo che finanziassero microprogetti validi. Ci siamo rivolti a istituti di credito cooperativo che hanno come stile il miglioramento delle condizioni del territorio: hanno creduto in noi e nel nostro progetto e hanno messo a disposizione un fondo di un milione e 600mila euro. A Natale del 2009 abbiamo stipulato una convenzione».
I prestiti che vengono concessinon superano i 25mila euro e l’interesse è bassissimo. La procedura è anche veloce: i ragazzi del progetto Policoro curano la parte tecnica; la pratica va a un comitato dei garanti, formato da due membri della Caritas e due della banca: se il comitato da l’ok l’istanza ottiene il finanziamento, a distanza di un mese dalla presentazione dell’istanza.
Con questi microprestiti sono nate piccole attività come panetterie, parrucchieri, ortofrutta, autolavaggio, trattorie e altre ancora. 276 le richieste giunte in totale in questi anni; 46 quelle finanziate, di queste, dopo tre anni, 43 sono attività ancora aperte. La Caritas di Caltanissetta ha passato questo progetto anche ad altre diocesi.
Maria Gabriella Leonardi

domenica 13 ottobre 2013

Trentatré minori ospiti della diocesi Il vescovo: un’emergenza nuova occasione d’impegno e testimonianza

Trentatré minori ospiti della diocesi di Caltagirone, in prima linea nell’accoglienza degli immigrati provenienti da Lampedusa. La nuova casa di questi piccoli profughi eritrei non accompagnati è stata ricavata nella struttura Alì-Mantelli della parrocchia san Pietro, di solito usata per esercizi spirituali e campi estivi. Per questi bambini provenienti dal Centro di primo soccorso e accoglienza si sono mobilitati la Caritas, attraverso al Fondazione Migrantes, il Comune, l’Azienda sanitaria di Catania, la Regione, gli operatori, mediatori culturali e volontari della parrocchia. «Oggi si presenta a noi una nuova emergenza ­ha sottolineato il vescovo Calogero Peri - che è anche una nuova opportunità di impegno e di testimonianza di umanità e di fede. Quando abbiamo visto le tragedie del mare ci siamo un po’ impressionati per quanto accadeva.

Quando abbiamo capito che tutto questo era vicino a noi ci siamo sentiti coinvolti. Adesso che queste persone sono tra noi ci rendiamo conto che è un dramma vero, perché le cose diventano vere quando ci toccano personalmente.

Vogliamo vivere questo momento facendo del nostro meglio, non come un gesto di accondiscendenza, di bontà, di diritto internazionale, ma come un gesto sacramentale: questi ragazzi rappresentano tutti quegli altri che hanno vissuto, che vivono e che vivranno questo dramma».
Maria Gabriella Leonardi