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martedì 3 luglio 2012

Enna si affida alla Madonna della Visitazione

La Madonna della visitazione di Enna
DA ENNA

D
a ben 600 anni Maria Santis­sima della Visitazione è la pa­trona di Enna. Era il 1412, in­fatti, quando il Senato di Castrogio­vanni, precedente denominazione di Enna, affidò la città al patrocinio del­la Madonna della Visitazione. Per ce­lebrare questo anniversario è stato in­detto un anno giubilare mariano, ric­co di appuntamenti promossi da un comitato presieduto dall’ennese Sal­vatore Martinez, presidente naziona­le del Rinnovamento nello Spirito. Ie­ri, uno dei momenti clou, con la visi­ta alla città del cardinale Angelo Ba­gnasco, arcivescovo di Genova e pre­sidente della Cei. Ad accoglierlo, nel­la chiesa madre di Enna, il vescovo di Piazza Armerina, Michele Pennisi. «Quest’anno giubilare – ha detto – è caratterizzato da una serie di eventi di fede, tra i quali la benedizione del si­mulacro e delle corone del Bambino Gesù e di Maria Santissima da parte del Santo Padre Benedetto XVI, e ha fatto conoscere la fervente devozio­ne mariana degli ennesi oltre i confi­ni di questa città mariana. La festa o­dierna costituisce uno dei momenti più espressivi della identità culturale e religiosa di questa città».

L’importanza della difesa della fede di una comunità è stata sottolineata anche dal cardinale Bagnasco che, in municipio, al sindaco Paolo Garofalo, ha raccomandato «la cura del senso religioso e della fede» che «non ap­partiene solamente all’ambito dei di­ritti fondamentali, ma anche è alla ra­dice di una rispettosa amministra­zione della cosa pubblica».

La visita di Bagnasco era stata prece­duta, due giorni prima, da un raduno di giovani da tutta la Sicilia a cui ha partecipato il cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Con­siglio per i laici. Ieri, nella mattinata, il presidente della Cei ha presieduto
nel Duomo di Enna l’Eucaristia, sot­tolineando, nell’omelia, come l’affi­darsi degli ennesi al patrocinio della Madonna nasca dall’intuito del po­polo credente che vede nella Vergine la via migliore per entrare nel miste­ro del Figlio di Dio; ma nasce anche dal legame che ognuno sente con la propria mamma.

Il porporato ha guidato ieri sera la pro­cessione del simulacro della patrona, accompagnata dal reliquiario del bea­to Giovanni Paolo II. A conclusione della processione, Bagnasco ha rivol­to a Enna una speciale esortazione: «Città di Enna – ha detto – alza lo sguardo e rinnova la fiducia e la tua fe­de: la Madonna, da seicento anni, ti visita con particolare affetto. E allora,
tutto appare diverso: l’onestà e la giu­stizia, un modo più puro di amare e di stare insieme, un coraggio nuovo e un ardimento attivo per affrontare av­versità antiche e nuove… tutto di­venta possibile». Parole che richia­mano la figura del prossimo beato don Pino Puglisi, che Bagnasco defi­nisce «un sacerdote che è stato un sa­cerdote e un credente autentico e quindi ha vissuto con coerenza il mes­saggio evangelico predicando non so­lo la speranza, ma anche la giustizia che è dentro alla speranza cristiana, incoraggiamento per la Chiesa, per la comunità cristiana e per tutta la so­cietà ».

Maria Gabriella Leonardi
 
3 luglio 2012

Caltagirone in festa per due sacerdoti Saranno consacrati domani da Peri

CALTAGIRONE. Il vescovo di Caltagirone, Calogero Peri domani alle 18, presiederà l’ordinazione di don Dario Curcio, della parrocchia Madonna della Via di Caltagirone, e di don Rocco Todero, della parrocchia Santa Maria Maggiore di Scordia. La celebrazione si terrà in Cattedrale, in occasione della dedicazione della Basilica. Don Curcio e don Todero sono i primi sacerdoti diocesani a essere ordinati dal vescovo Peri. «Saremo sorpresi ancora una volta – afferma il presule – dall’iniziativa di Dio, dalla sua opera e da come una rinnovata Pentecoste nella vita di questi due uomini, due diaconi, e nella vita della nostra Chiesa diocesana, possa trasformarci imprimendoun carattere indelebile: quella trasformazione ontologica, essenziale, importante nella vita di un uomo». Per il vescovo di Caltagirone questa ordinazione presbiteriale è importante ancheper invitare la comunità a pregare per le vocazioni. «È l’occasione – afferma il pastore – per rinnovare, al popolo santo di Dio, l’invito a pregare sempre per le vocazioni perché ci siano a misura del bisogno che ha la nostra comunità credente, e nello stesso tempo ad accompagnare queste vocazioni con la preghiera».
(M.G.Leo.)
3 luglio 2012

sabato 30 giugno 2012

Caltagirone, chiuso il convegno diocesano: presbiteri e laici insieme per testimoniare - Avvenire

Caltagirone, chiuso il convegno diocesano: presbiteri e laici insieme per testimoniare - Avvenire


« P resbiteri e laici si accolgono nel Signore»: è stato questo il tema del convegno pastorale della diocesi di Caltagirone. Due gli argomenti di fondo: la comunione e la testimonianza. «Il tema della comunione è stato molto ben approfondito e sviluppato – ha sottolineato il vescovo di Caltagirone, Calogero Peri –. Ritengo che si sia avvertito il senso che ha la comunione: essa non è qualcosa di marginale nella vita e nell’esperienza della Chiesa, ma è innanzitutto il suo principale contenu-to e la sua metodologia privilegiata ». Sulla testimonianza, Peri ha richiamato la diocesi ad un impegno ulteriore.
Tre sono i relatori che hanno sviluppato i contenuti: Ina Siviglia, docente di antropologia teologica alla Facoltà teologica di Sicilia, ha evidenziato tre priorità relazionali: «il primato dell’intimità personale con Cristo; l’intima comunione, corpo a corpo, che si realizza nell’Eucaristia; la sponsalità che chiede al corpo, che è la Chiesa, di protendersi verso lo sposo, che è Cristo». Don Rino La Delfa, preside della Facoltà teologica di Sicilia ha indicato nel presbiterio un luogo relazionale: «La comunione ecclesiale – ha detto – dà origine al presbiterio come dimensione spirituale. L’unità è espressa dalla comunione con il vescovo ». Padre Giovanni Salonia, docente di psicologia pastorale presso l’Istituto teologico San Giovanni Battista di Ragusa ha proposto la categoria della relazione come idea-forte riproposta dal Concilio Vaticano II. «È stato il cristianesimo – ha detto – a spiegare l’importanza della relazione. La Chiesa è relazione».
Maria G. Leonardi
1 luglio 2012

venerdì 29 giugno 2012

«Continuate la cura con le staminali»


DA CATANIA MARIA GABRIELLA LEONARDI
E seguire anche a Catania, in pazienti affetti da coma vegetativo, il trapianto di cellule staminali mesenchimali, staminali adulte che possono essere prelevate da stroma osseo, dal funicolo placentare e dall’adipe. A chiederlo ieri, nella sede dell’Azienda sanitaria provinciale di Catania, Irene Sampognaro, moglie di Giuseppe Mar-letta, in stato vegetativo da due anni; Giuseppe Camiolo, padre di Smeralda, di 15 mesi, in stato vegetativo persistente dalla nascita, e Pietro Crisafulli, presidente di 'Sicilia Risvegli onlus' e fratello di Salvatore, affetto da 9 anni da sindrome di locked-in.
A loro avviso il trapianto di staminali mesenchimali aiuterebbe i loro congiunti e ci sono già - dicono - numerosi casi di miglioramento di altri pazienti che fanno sperare. In Sicilia non ci sono laboratori specializzati nella coltivazione di staminali mesenchimali. Per questo i familiari dei pazienti instato vegetativo chiedono all’assessorato regionale alla Salute che venga loro data un’opportunità. Ieri il direttore dell’Unità operativa di assistenza domiciliare integrata dell’Asp di Catania, Giuseppe Spampanato, ha dato la disponibilità dell’azienda, nei limiti dalla legge, ad aderire alla proposta dei familiari. La metodica è ancora in fase sperimentale ma l’avvocato dei familiari, Gisella Scollo, precisa: «Il decreto del ministero della salute del 5 dicembre 2006 ammette a pieno titolo i medicinali o/e le preparazioni che l’Aifa ha giudicato clinicamente edaquellianzidetti».La metodica richiesta da queste famiglie è quella attuata dal dottor Marino Andolina, che da anni esegue il trapianto di staminali mesenchimali, secondo il protocollo medico della Stamina Foundation Onlus. Questa metodica aveva dato dei miglioramenti alla piccola Smeralda, bimba catanese di 15 mesi nata dopo un parto che le ha causato una devastante asfissia ipossico ischemica. Mentre è in cura negli Ospedali riuniti di Brescia, un’ispezione dei Nas sospende il trattamento della bimba e chiude il laboratorio perché mancano le condizioni igienico-sanitarie. Sconcertati, i genitori si sentono abbandonati, presentano un esposto denuncia alla procura della Repubblica di Brescia e chiedono urgentemente il ripristino del laboratorio e del trattamento con la metodica che la bimba stava seguendo.
Avvenire, 29 giugno 2012

mercoledì 20 giugno 2012

Caltagirone, Peri chiude la peregrinatio Tre mesi con la Madonna del Ponte - Avvenire

Caltagirone, Peri chiude la peregrinatio Tre mesi con la Madonna del Ponte - Avvenire

CALTAGIRONE. Migliaia di persone hanno partecipato a Caltagirone alla Messa presieduta dal vescovo della diocesi siciliana, Calogero Peri, a conclusione della Terza peregrinazione diocesana della Madonna del Ponte. Il 15 agosto del 1572 la tradizione racconta che la Vergine col Bambino apparve a Caltagirone nel povero rione del Ponte: poteva vederla solo chi era in grazia di Dio o vi tornava confessandosi. Un pittore la dipinse su una tela ancora oggi conservata nel santuario costruito un anno dopo l’evento per custodirla. La «peregrinatio» era partita ad aprile dal Centro accoglienza richiedenti asilo di Mineo. Quindici i comuni che l’hanno ospitata; tra le tappespeciali anche la Casa circondariale e l’ospedale «Gravina» di Caltagirone.
«L’incontro con lei, prigioniera a volte dei nostri schemi – ha detto Peri – è stato per tutti un’esperienza di libertà e di amore. Questa peregrinatio ha donato ai nostri cuori, ai nostri comuni e alla diocesi una nuova apertura a Dio».
«La visita della Madonna del Ponte – afferma don Davide Paglia, rettore del santuario della Madonna del Ponte – ha segnato la vita delle nostre comunità e ha rinvigorito anche il tessuto ecclesiale e pastorale». Il saggio del mariologo don Francesco Di Stefano «Spargi Tu di grazie un fonte» ha accompagnato la peregrinatio. 
(M.G.L.)
20 giugno 2012

venerdì 15 giugno 2012

Dopo gli incendi, Libera riparte da una festa - Avvenire

Dopo gli incendi, Libera riparte da una festa - Avvenire


Catania, gli attentati mafiosi non fermano l’associazione Sarà piantato un albero come simbolo della rinascita
il terreno incendiato
CATANIA. Piantare insieme un albero per testimoniare la voglia di ricominciare e di rinascere. Con questo spirito, domani pomeriggio, si terrà la 'Festa della solidarietà' in contrada Casa Bianca, a Belpasso, nel Catanese, sul terreno confiscato alla mafia e gestito dalla cooperativa 'Beppe Montana Libera Terra'. Gestito dall’associazione Libera di don Luigi Ciotti, il terreno è tra quelli devastati, negli ultimi giorni, da incendi dolosi. Le indagini sono in corso, ma sulle cause delle fiamme sembrano esserci pochi dubbi.
Da Libera spiegano che la giornata vuole essere un segno concreto di vicinanza ai ragazzi della cooperativa e un incoraggiamento a ripartire. Tutti sono invitati a partecipare. Saranno presentianche centinaia di ragazzi del Nord Italia diretti in Sicilia per l’inizio dei campi estivi di volontariato che Libera organizza ogni estate.
Aranceti e uliveti che sorgono sul terreno confiscato in località Contrada Bianca, nel Comune di Belpasso, sono gestiti dalla cooperativa 'Beppe Montana'. Il terreno fu sequestrato al clan mafioso della famiglia Riela.
La cooperativa è formata da cinque ragazzi. Il lavoro agricolo su questo terreno permetteva di ottenere prodotti di qualità, tra cui olio, marmellata e succhi di frutta dalle arance. Una decina di giorni fa l’incendio che ha distrutto diversi ettari di terreno. Da subito Libera ha ribadito la volontà di rifiutare qualsiasi intimidazione: «Le fiamme che hanno colpito l’agrumetoprovocano disorientamento e fatica ma non fermeranno la scelta, l’impegno, la determinazione nell’opera di restituzione alla collettività in Sicilia, come in tante altre parti del Paese, di quanto le mafie hanno sottratto con la violenza e la minaccia».
Domani la festa della solidarietà inizierà alle 17,30. Bandita la retorica come anche la disperazione per rimboccarsi subito le maniche e rimettersi a lavoro con la stima dei danni in corso, grazie all’operosità di ragazzi di tutta Italia che si trasferiranno, per tutta l’estate, nell’ambito dei campi estivi.
È prevista la piantumazione di un albero, simbolo della rinascita e della voglia di ripartire insieme.
Maria Gabriella Leonardi
16 giugno 2012

giovedì 14 giugno 2012

Diario di un dolore - Avvenire

Diario di un dolore - Avvenire
La malattia e la morte di un figlio nel racconto di un uomo coraggioso

Perché la sofferenza di un bimbo? Perché se Dio è amore? Perché a un figlio? Esplora con delicatezza e profondità queste domande il libro “Grido di un padre” scritto da Massimo Consolato Sciacca, papà di Mattia, un bimbo di Tremestieri Etneo, nel Catanese, morto a 6 anni per un tumore.
Incoraggiato delle suore del monastero di clausura “San Giuseppe al Carmine“ – a San Giovanni La Punta – Massimo ha dato alle stampe il diario tenuto durante la malattia del figlio, pubblicato dalla Klimax edizioni. La presentazione è scritta da una delle monache carmelitane, suor Maria Simona: «Quando ti succede di apprendere la terribile notizia che al figlio dei tuoi vicini è stata riscontrata una massa tumorale in testa, la prima cosa a cui pensi è: Poveramamma. Sì, è vero! Ma… e il papà? Lui come la vive? Quale sarà il suo cammino?».
«Non ho voluto descrivere – dice Massimo – solo il dolore ma testimoniare l’atteggiamento di gioia, di serenità e di speranza, possibile in chi vive nella fede e nell’amore di Dio, proprio come ha fatto Mattia, mio figlio». Tra gli episodi narrati, la visita a Mattia di due giovani preti mentre era ricoverato. Mattia guardandoli con curiosità chiese loro: «Mi hai portato Gesù?». Tutti restarono spiazzati, i genitori non lo avevano mai sentito fare una simile richiesta, ma la mamma spiegò che Mattia sapeva riconoscere le particole non consacrate dall’eucaristia. Mattia era ancora piccolo per il catechismo ma l’indomani ricevette la prima comunione e nel reparto si fece festa.
Maria Gabriella Leonardi
15 giugno 2012 E' famiglia