.

.
.

venerdì 29 giugno 2012

«Continuate la cura con le staminali»


DA CATANIA MARIA GABRIELLA LEONARDI
E seguire anche a Catania, in pazienti affetti da coma vegetativo, il trapianto di cellule staminali mesenchimali, staminali adulte che possono essere prelevate da stroma osseo, dal funicolo placentare e dall’adipe. A chiederlo ieri, nella sede dell’Azienda sanitaria provinciale di Catania, Irene Sampognaro, moglie di Giuseppe Mar-letta, in stato vegetativo da due anni; Giuseppe Camiolo, padre di Smeralda, di 15 mesi, in stato vegetativo persistente dalla nascita, e Pietro Crisafulli, presidente di 'Sicilia Risvegli onlus' e fratello di Salvatore, affetto da 9 anni da sindrome di locked-in.
A loro avviso il trapianto di staminali mesenchimali aiuterebbe i loro congiunti e ci sono già - dicono - numerosi casi di miglioramento di altri pazienti che fanno sperare. In Sicilia non ci sono laboratori specializzati nella coltivazione di staminali mesenchimali. Per questo i familiari dei pazienti instato vegetativo chiedono all’assessorato regionale alla Salute che venga loro data un’opportunità. Ieri il direttore dell’Unità operativa di assistenza domiciliare integrata dell’Asp di Catania, Giuseppe Spampanato, ha dato la disponibilità dell’azienda, nei limiti dalla legge, ad aderire alla proposta dei familiari. La metodica è ancora in fase sperimentale ma l’avvocato dei familiari, Gisella Scollo, precisa: «Il decreto del ministero della salute del 5 dicembre 2006 ammette a pieno titolo i medicinali o/e le preparazioni che l’Aifa ha giudicato clinicamente edaquellianzidetti».La metodica richiesta da queste famiglie è quella attuata dal dottor Marino Andolina, che da anni esegue il trapianto di staminali mesenchimali, secondo il protocollo medico della Stamina Foundation Onlus. Questa metodica aveva dato dei miglioramenti alla piccola Smeralda, bimba catanese di 15 mesi nata dopo un parto che le ha causato una devastante asfissia ipossico ischemica. Mentre è in cura negli Ospedali riuniti di Brescia, un’ispezione dei Nas sospende il trattamento della bimba e chiude il laboratorio perché mancano le condizioni igienico-sanitarie. Sconcertati, i genitori si sentono abbandonati, presentano un esposto denuncia alla procura della Repubblica di Brescia e chiedono urgentemente il ripristino del laboratorio e del trattamento con la metodica che la bimba stava seguendo.
Avvenire, 29 giugno 2012

Nessun commento: