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sabato 3 aprile 2021

L’INIZIATIVA PROMOSSA DAL VESCOVO RASPANTI Acireale, 50mila euro dai preti per gli ospedali



 

 I sacerdoti della diocesi di Acireale hanno donato 50mila euro agli ospedali di Acireale e Giarre. Lo ha reso noto il vescovo Antonino Raspanti. I sacerdoti della diocesi, personalmente, durante il tempo di emergenza, hanno partecipato alla costituzione del fondo di solidarietà che sarà utilizzato per acquistare dispositivi per la lotta al Covid-19 destinati agli ospedali di Acireale e Giarre, ricadenti nel territorio della diocesi. «Le nostre strutture sanitarie – ha detto in una nota il vescovo Raspanti – si sono trovate spiazzate nell’affrontare questa nuova emergenza. La nostra diocesi ha puntato sulla prevenzione attraverso l’adozione di misure di contenimento del contagio. Ringrazio di vero cuore i sacerdoti che hanno promosso l’iniziativa per l’aiuto concreto che hanno offerto alla comunità tutta. Mentre compiamo questi atti solidali per guarire il mondo dalle ferite provocate dalla pandemia dobbiamo tenere lo sguardo rivolto all’esempio di Gesù Cristo, ponendo particolare attenzione nei confronti dei più deboli al fine di lenire le sofferenze. Attraverso quest’iniziativa abbiamo intenzione di creare una rete di solidarietà

affinché le persone si sentano confortate in un contesto all’interno del quale creare una spirale di bene. Tutto questo può essere un’opportunità per noi tutti per volgere lo sguardo al futuro con più serenità e speranza. La carità non si ferma ma si moltiplica».

Gratitudine è stata espressa da Giovanni Rapisarda, direttore del presidio ospedaliero Catania. «Sento forte l’esigenza – ha detto – di rimarcare la valenza esemplarmente significativa dell’iniziativa del vescovo Raspanti, che ha inteso sancire ed impreziosire, non solo con la sua reiterata visita pastorale ai pazienti in degenza nei reparti Covid, ma offrendo una nobile, tangibile e rara testimonianza di solidale e premurosa vicinanza con la costituzione del fondo, dal pregnante significato umano e cristiano».

Maria Gabriella Leonardi

giovedì 25 marzo 2021

LETTERA ALLA DIOCESI Peri: invitati dalla Vergine a purificare il cuore

 

Caltagirone

«Che questa pandemia, che tutti vogliamo dimenticare per la scia di sofferenza e di morte che ha portato, possiamo, invece, ricordarla perché ci ha aiutato a purificare i nostri cuori, a rinsaldare l’unità, la comunione, a rendere bello e trasparente il nostro amore, la nostra carità, a fare brillare di verità e di decoro le nostre celebrazioni, a rinnovare il nostro culto spirituale mettendo in gioco tutto quello che siamo e che possiamo fare perché, attraverso le opere di misericordia, l’amore di Dio riversato nei nostri cuori possa raggiungere tutti e anche i più lontani». È un passaggio della Lettera pastorale

Ave Maria Fonte d’Amore e Ponte di Dio che il vescovo di Caltagirone, Calogero Peri, ha scritto per l’Anno giubilare mariano straordinario indetto in occasione del 450° anniversario dell’apparizione della Beata Vergine Maria al Ponte. La Lettera è stata consegnata alla diocesi in occasione dell’11° anniversario dell’ordinazione episcopale di Peri mentre l’Anno mariano prenderà il via il prossimo 6 agosto e si concluderà il 22 agosto 2022.

Il popolo calatino è particolarmente legato alla Beata Vergine Maria del Ponte. Infatti 450 anni la Madonna apparve nello specchio d’acqua limpida di una fonte, presso la quale una bambina si era recata per attingere l’acqua. Era il 15 agosto 1572 e il tutto è avvenuto in un povero quartiere della città di Caltagirone.

«Questa ricorrenza non può passare sotto silenzio per i forti richiami e rimandi spirituali che contiene e per la profonda incidenza mariana che questa apparizione ha avuto nella storia della nostra Chiesa – sottolinea Peri –. Da quella data generazioni ininterrotte di cristiani, che ci hanno preceduto in questo pellegrinaggio della fede, hanno accolto l’invito della Madre di Dio a purificare il proprio cuore con il Sacramento della riconciliazione, perché i nostri occhi potessero ritornare a vedere e a contemplare Dio». Il vescovo cappuccino esorta a svegliarsi dal sonno per vivere un’era ed un’ora nuova. «Dobbiamo trovare, aiutati anche da questo, il significato più profondo del messaggio che la Vergine Maria ci ha voluto lasciare».

MGL

domenica 7 marzo 2021

Oggi Acireale ricorderà il vescovo Arista

 

Oggi Acireale celebra la giornata pro beatificazione al venerabile Giovanni Battista Arista (1862-1920), religioso oratoriano e secondo vescovo della diocesi siciliana (dal 1907 al 1920). Questa sera alle 18 è prevista una Messa presieduta dal vescovo emerito di Ragusa, Paolo D’Urso, nella chiesa della Congregazione dell’Oratorio dove risposano le spoglie mortali di Arista. A causa della pandemia non si terrà la tradizionale conferenza dedicata alla vita e all’impegno pastorale del vescovo oratoriano definito proprio in questi giorni dal suo attuale successore Antonino Raspanti come una persona la cui virtù maggiore fu «il desiderio di non morire alla speranza».

 (Maria Gabriella Leonardi)

mercoledì 3 marzo 2021

GIOVANI Carità, digiuno, meditazione: il «cammino» secondo Acireale



 Lunedì 8 alle 20,30 si terrà la prima puntata di 'Camminiamo - i passi della Quaresima col vescovo Antonino', itinerario quaresimale promosso dalla pastorale giovanile della diocesi di Acireale, guidata da don Orazio Sciacca, insieme a don Arturo Grasso dell’ufficio Comunicazioni sociali. Una nuova sfida per superare le limitazioni imposte dalla pandemia. Le puntante andranno in onda su una tv locale e sulle pagine Facebook e Youtube della diocesi e della pastorale giovanile di Acireale. Lunedì 8, con l’ufficio catechistico si parlerà di preghiera;

il 15 insieme alla pastorale familiare si parlerà di digiuno; il 22, con l’ufficio Caritas si parlerà di carità. «In ogni incontro - spiega don Orazio - verrà lanciata la tematica che sarà commentata da alcuni giovani. Seguirà un servizio in cui interverrà l’ufficio diocesano coinvolto nella puntata. Concluderà il vescovo Antonino Raspanti». (Maria Gabriella Leonardi)

martedì 2 febbraio 2021

Parole e gesti dal lockdown, Acireale si racconta

 Il lockdown, l’impedimento di ogni celebrazione religiosa con la presenza dei fedeli, non ha fermato l’azione pastorale e la Chiesa si è subito adeguata alla inaspettata circostanza per continuare a stare vicina alle persone. La diocesi di Acireale è emblematica di questa prontezza. I momenti cruciali vissuti durante il confinamento sono stati raccolti nel volume «Effetto virale», La Voce dell’Jonio editrice, un libro che è testimonianza dello straordinario momento storico. Nel testo don Arturo Grasso, giovane sacerdote alla guida dell’Ufficio comunicazioni sociali della Diocesi, racconta insieme al giornalista Antonio Carreca le emozioni, il lavoro, le difficoltà incontrate e le modalità messe in atto per affrontare l’emergenza. L’8 marzo 2020 c’è incredulità dinanzi alla nota della Cei che disponeva la sospensione di tutte le cerimonie civili e religiose. Subito il vescovo di Acireale Antonino Raspanti, vicepresidente della Cei, incarica don Arturo di programmare la trasmissione delle Messe e delle altre principali celebrazioni in streaming. Adesso le celebrazioni in diretta online sono familiari ma in quel momento si partiva da zero. Per gli appuntamenti presieduti dal vescovo don Arturo cerca un luogo con una buona copertura del segnale Internet, e trova gli strumenti per trasmettere con immagini

nitide e audio ottimale. Migliorando la qualità della trasmissione, poi, aumentanoanche le connessioni delle persone (il libro presenta pure le statistiche delle visualizzazioni).

Vari sacerdoti interpellano don Arturo, che dà consulenze tecniche a tante parrocchie. «La Chiesa di Acireale – dice - si è fatta trovare pronta per entrare nelle case della gente senza lasciar solo nessuno». «Questo è il momento in cui le parrocchie si devono informatizzare» dice in quel frangente il vescovo Raspanti al suo giovane collaboratore per i media. Antonio Carreca «ha avuto il compito di informare ogni giorno, attraverso le edizioni radiofoniche o articoli su quotidiani, su come il virus veniva affrontato (o sfidato) nelle comunità », racconta nella prefazione don Roberto Strano, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano.

Il libro pubblica anche i comunicati diffusi dalla Cei, dalla Conferenza episcopale siciliana e dalla Diocesi, le foto dei momenti salienti, in cui spicca quella del vescovo inginocchiato davanti alla croce, nella cattedrale vuota, con don Arturo che cura la ripresa video del momento. Completano il libro «Effetto virale», con le testimonianze di varie figure professionali che raccontano come hanno vissuto il lockdown.

lunedì 25 gennaio 2021

I frati minori per il beato Allegra Anche via social

 


Delle giornate di preparazione itinerante nei luoghi della memoria del beato Gabriele Maria Allegra sono state promosse dai Frati minori di Sicilia per introdurre alla memoria del frate beato che ricorre domani. Allegra è stato presbitero, francescano e biblista siciliano, noto per aver tradotto in cinese tutta la Bibbia. Domani quindi, alle 18.30 nella chiesa San Biagio di Acireale (Ct) fra’ Antonio Catalfamo, ministro provinciale dei frati minori di Sicilia, accenderà

una lampada votiva presso la tomba del beato. Oggi, martedì 26 alle ore 21, sulle pagine Facebook e You-Tube dei Frati minori di Sicilia si terrà uno speciale dedicato al beato Allegra. (M.G.L)

mercoledì 6 gennaio 2021

Imprese, tradizione e aiuto della Caritas

 


Sostenere l'economia locale e aiutare anche chi si è trovato in difficoltà economica a seguito del Covid-19. È la missione di Rosso Melograno, l'emporio locale solidale della Caritas diocesana di Caltanissetta. I prodotti dell'emporio sono realizzati da piccole e medie aziende siciliane. La Caritas ha costituito una comunità di fornitori solidali che testimoniano le ricchezze e le tradizioni siciliane. Hanno aderito pasticcerie, mulini, aziende agricole, produttori di vino, olio e altri. «Ci siamo accorti – spiega il direttore della Caritas Giuseppe Paruzzo – che tantissime aziende stanno soffrendo moltissimo, soprattutto i piccoli produttori che non hanno una catena di distribuzione. Abbiamo pensato, quindi, di aiutarli: ci hanno fornito i loro prodotti a un prezzo "Caritas". Abbiamo messo assieme questi prodotti creando delle composizioni che abbiamo chiamato "panari", cesto di vimini tipico. Chi compra un "panaru" ha la certezza di acquistare buoni prodotti locali e il ricavato va in beneficenza». Viene finanziato in particolare un fondo Covid creato dalla Caritas nissena. «Ancora è in corso l'emergenza sanitaria – spiega Paruzzo – e insieme c'è un'emergenza sociale. Tante persone avranno bisogno di aiuto per la casa, per lo studio dei ragazzi, per il cibo. Stiamo rimpinguando questo fondo per avere risorse a disposizione».