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mercoledì 4 luglio 2018

Le Mamme in rete moltiplicano l’aiuto

Saranno a breve 400 le mamme accolte e aiutate da 'Mamme in rete', un gruppo di 30 mamme volontarie che a Caltanissetta, nella parrocchia 'San Luca', ogni settimana dedicano un po’ del loro tempo ad altre mamme in difficoltà. «È un progetto promosso 10 anni fa dalla Caritas diocesana – spiega la responsabile di 'Mamme in rete', Cettina Monreale Isernia –. Da 4 anni portiamo avanti questo progetto in parrocchia. Riceviamo per appuntamento, solo il martedì, e ogni volta incontriamo dalle 16 alle 20 mamme. Il progetto è rivolto a mamme in difficoltà, in gravidanza o con bimbi da 0 a 3 anni. Diamo loro il corredino, materiale per puericultura, alimenti per bambini e altro possa servire. Incontriamo solo le mamme che non possono mandare altre persone a ritirare il materiale che offriamo loro».
Non si tratta solo di un passaggio di oggetti: a volte nel colloquio possono emergere altre difficoltà. La maggior parte delle mamme che si incontrano sono italiane, poi vi sono le mamme marocchine. «Due tre volte l’anno organizziamo una raccolta alimentare fuori dai supermercati – dice ancora Monreale Isernia –. Ormai, dopo 4 anni di attività, tanti ci conoscono e portano direttamente in sede oggetti e abiti da regalare a chi ha bisogno. A volte, quando serve qualcosa, mettiamo un annuncio sulla nostra pagina Facebook 'Mamme in rete - San Luca'. Ci siamo accorti che anche la Provvidenza è molto presente: spesso, quando manca qualcosa, in un modo o in un altro arriva proprio ciò che ci mancava, in maniera provvidenziale».
MGL

lunedì 2 luglio 2018

San Giacomo pellegrino nelle parrocchie di Caltagirone La statua restaurata del patrono sosterà presso le singole comunità Peri: impariamo da lui lo slancio dell’autentica fede

A Caltagirone il mese di luglio è legato a san Giacomo, patrono della città e della diocesi. Il 2018 poi per i fedeli è un anno particolare: il simulacro del santo è stato restaurato e in corso di restauro è anche la Basilica a lui dedicata. Dato però che non si può ancora utilizzarla, è stata organizzata una peregrinatio dell’apostolo nelle parrocchie della città. «Seguendo un calendario appositamente predisposto – ha dichiarato in una nota il vescovo Calogero Peri – il simulacro restaurato sosterà nelle singole comunità parrocchiali della città, non all’insegna della frettolosa spettacolarità e di un folclore di maniera, ma per un incontro “ravvicinato” con tutti i quartieri della città, nella sobrietà di celebrazioni di fede, mediante le quali, nel segno della preghiera e di momenti appositamente dedicati, sia consentito a tutti i fedeli devoti, non tanto e solo di apprezzare da vicino il simulacro restituito a nuova bellezza, ma di recuperare lo slancio di una devozione sempre tenace, ma che impari dalla testimonianza dell’apostolo anche le radici e i linguaggi nuovi della fede autentica di un popolo, che riconosce e invoca da secoli come suo patrono, che a lui si affida nei momenti difficili della sua storia, ma che desidera imparare ad abitare questo nostro tempo difficile e complesso all’insegna della fedeltà dei padri ai valori perenni del cristianesimo». San Giacomo sosterrà fino a domani nella parrocchia di “San Giuliano”, poi sarà la volta delle comunità “Maria Santissima del Monte ” (4-6 luglio), “San Giorgio” (dal 6 all’8), “Maria Santissima del Ponte” (dall’8 al 10), “San Pietro” (dal 10 all’11), “San Francesco di Paola” (dall’11 al 12), “San Vincenzo de’ Paoli” (dal 12 al 14), “Sacra Famiglia” (dal 14 al 16), “Madonna della Via” (dal 16 al 18), “San Giovanni Bosco” (dal 18 al 20), “Sant’Anna” (dal 20 al 22). La festa di San Giacomo si terrà dal 23 al 25 mentre dal 26 al 31 luglio il patrono resterà inCattedrale, esposto alla devozione dei fedeli.

Maria Gabriella Leonardi

mercoledì 6 giugno 2018

Acireale, scuola-lavoro in archivi delle chiese

chiesa Madonna dei Raccomandati
Si chiama "Chiese nascoste" un progetto di alternanza scuola-lavoro che, ad Acireale, ha visto gli studenti di due classi dell'Istituto d'istruzione superiore "F. Brunelleschi" approfondire la conoscenza di chiese poco conosciute, effettuando ricerche anche nell'archivio e nei musei della diocesi. Don Roberto Fucile, direttore a livello diocesano e regionale degli Uffici per la pastorale dello sport, turismo e tempo libero, spiega: «Anziché andare a studiare la storia delle chiese più conosciute i ragazzi hanno individuato alcune chiesette poco frequentate, hanno effettuato una ricerca nell'archivio diocesano, supervisionati dal personale, e hanno creato un itinerario di "chiese nascoste"». 
Due di queste si trovano lungo un sentiero naturalistico sulla Timpa di Acireale: visitandole è possibile affacciarsi ad un'altezza di 200 metri sul mare e godere una splendida visuale della costa. L'itinerario lega quindi la storia, l'arte e la natura. Le chiese studiate sono Madonna dell'Aiuto, Madonna delle Grazie e Santa Maria dei Raccomandati.
"Chiese nascoste" rientra in un progetto più ampio e l'attività svolta è stata presentata nel corso di un convegno alla presenza del vescovo di Acireale Antonino Raspanti. Sono stati realizzati anche dei depliant delle "chiese nascoste" in cui si sono stati descritti la storia e l'arte delle chiese ed il paesaggio della Timpa che le domina. A ottobre si terrà una passeggiata lungo il sentiero con gli studenti che faranno da Ciceroni.

martedì 29 maggio 2018

Con la Madonna di Conadomini la città di Caltagirone in festa. La Messa di Per

A conclusione del mese di maggio, la città di Caltagirone si prepara a celebrare giovedì la solennità di Maria Santissima di Conadomini, patrona della città. La festa prenderà il via domani alle 20 con la recita dei primi Cespri, alla presenza delle autorità civili;alle 22 il Rosario con le famiglie. Giovedì, alle 20, il vescovo Calogero Peri presiederà nella basilica di Santa Maria del Monte la solenne Messa concelebrata con il clero cittadino. Particolarità di quest’anno è stata la restituzione alla basilica dell’icona restaurata della Madonna. Lo scorso 1° maggio in processione la preziosa icona è stata accompagnata nella sua chiesa in cima alla famosa scalinata di Caltagirone. Nell’occasione, Peri ha richiamato la profonda devozione del popolo calatino per la sua patrona «riconosciuta dalla fede del popolo come “Bedda Matri” e contemplata alla luce del mistero trinitario come “gran figlia, madre e sposa”». La Madonna di Conadomini è un’immagine sacra giunta a Caltagirone nel 1225. Raffigura la Madonna seduta con in braccio il Bambino Gesù e avvolta in un manto trapunto di stelle. L’immagine era un tempo esposta, soprattutto in occasione di grandi calamità, all’interno di una Cona che in genere ospitava l’immagine del Signore (Domini): da qui il titolo di Conadomini. Nel 1644 la Madonna di Conadomini è stata proclamata patrona di Caltagirone. Ogni anno, per tutto il mese di maggio, sono numerosi i pellegrinaggi alla Basilica di Santa Maria del Monte.
Maria Gabriella Leonardi

NICOSIA A piedi dalla Madonna

A Nicosia (En) è iniziato il conto alla rovescia per il pellegrinaggio al Santuario della Madonna della Lavina di Cerami promosso dalla pastorale giovanile diocesana per domenica. L’appuntamento è alle ore 9 all’ingresso di Troina, nella sede scout di via Mattarella, da dove, zaino in spalla, si partirà. «Sarà un occasione di comunione tra i ragazzi – dice don Roberto Franco Coppa, direttore dell’Ufficio di pastorale giovanile –. La Chiesa manifesterà la sua vicinanza ai ragazzi che ha ascoltato in più modi, con incontri tenutisi nelle scuole e anche attraverso un questionario».

mercoledì 16 maggio 2018

A Catania il «Dado» che educa alla pace

Domani, nel parco Gioeni di Catania sarà installato un grande 'Dado della Pace' nell’ambito della manifestazione 'Costruiamo la Pace/Let’s Build Peace', promosso delle associazioni 'Living Peace International' e 'Elephants for Peace' e da diverse scuole di Catania, con il contributo di scuole nazionali, europee e di altri continenti. Viene proposto come metodo didattico un dado sulle cui facce sono riportate frasi corrispondenti a valori universali di pace, illustrate da due personaggi del fumetto creati da Walter Kostner Gibì e Doppiaw, che aiutano a comprenderne meglio il significato: amo per primo; amo tutti; amo l’altro; ascolto l’altro; ci perdoniamo l’un l’altro; ci amiamo l’un l’altro. Il percorso di educazione alla pace, che diverse scuole catanesi hanno accolto, è stato ideato dall’insegnante uruguaiano Carlos Palma, che ha vissuto in Medio Oriente per più di 25 anni il dramma delle continue guerre. Da questa esperienza è nato il progetto, che si sta diffondendo sempre più nel mondo. L’opera 'Il Dado della Pace', alta circa 2 metri, realizzata e donata da Emanuele Papa, sarà posta all’ingresso del parco Gioeni di via Del Bosco in modo da essere una testimonianza visibile dei tanti che ogni giorno curano l’educazione alla cittadinanza globale e alla pace: l’obiettivo ultimo della manifestazione è quello di promuovere la 'fraternità', cercando di vivere e di trasmettere, innanzitutto nei ragazzi, una cultura basata sul rispetto reciproco e sulla solidarietà.
MGL
7 maggio 2018

mercoledì 18 aprile 2018

«Rimanete in Sicilia» Per frenare l’esodo si mobilita la Chiesa

CALTANISSETTA
Sembra un esodo senza fine quello dei giovani che lasciano la Sicilia: un fenomeno che nel centro dell’isola, a Caltanissetta si avverte con più forza. Gli ultimi dati in possesso della Caritas diocesana nissena, forniti anche all’ultima Settimana sociale dei cattolici, parlano di un tasso di disoccupazione giovanile maschile del 57% e femminile del 56,9%. Le donne sono più penalizzate degli uomini del 23,8% nel trovare un lavoro e i ragazzi che non arrivano a diplomarsi sonoil 41,7%.
Per capire com’è realmente la situazione oggi sul territorio, il direttore della Caritas diocesana di Caltanissetta, Giuseppe Paruzzo, racconta un aneddoto: «Avevo chiesto al direttore Caritas di un Comune di 3mila abitanti di fare il punto sulla questione, ma lui mi ha risposto che non c’erano più giovani dalle sue parti».
L’emergenza qui si chiama lavoro, non solo bisogno di denaro. «Stiamo aiutando una signora con un progetto sul reddito minimo di inserimento, ha una situazione familiare complicata, un figlio con una grave disabilità per cui volevamo sostenerla pagandole la retta del centro dove deve andare il bambino – racconta il direttore Caritas –. Ma lei ci ha detto: 'Invece di darmi dei soldi per la retta per il bambino, la stessa cifra non la potete dare a mio marito per un lavoro?'. Era per lei più dignitoso guadagnare quei soldi per suo figlio».
La diocesi è scesa in campo, con un convegno apertosi ieri e che si chiude oggi, dal titolo 'Costruiamo il la-voro, il diritto di rimanere nella propria terra', promosso dalla Caritas, dall’ufficio diocesano di pastorale sociale e dalla Consulta per le aggregazioni laicali. «Non parliamo di 'problema lavoro', il lavoro non è un problema e non vogliamo parlarne negativamente – precisa Paruzzo –. Parliamo di lavoro come opportunità e lo facciamo con coloro che pensiamo siano gli attori principali: l’agricoltura e l’artigianato. Ad esempio, non si trovano persone che si occupino di marketing agricolo, non ne esistono. Mi spiegavano che è complicato fare nascere una mela su un albero, ma più complicato è raccoglierla per venderla. La bellezza sta nelle attività lavorative che si possono creare».
La diocesi di Caltanissetta vuole anche promuovere l’idea delle cooperative di comunità, dove i cittadini sono produttori e fruitori di beni e servizi, un’esperienza che ha avuto successo nel nord Italia. «Abbiamo delle belle comunità unite e forti – aggiunge il direttore della Caritas – e abbiamo pensato di far nascere delle cooperative da queste comunità. Abbiamo invitato il referente di Confcooperative nazionale per le cooperative di comunità per capire cosa sono, cosa fanno e che non sono realtà che possono nascere solo a Reggio Emilia, ma anche a Caltanissetta, a San Cataldo, ovunque può nascere un’idea di cooperativa di comunità». La diocesi sta lanciando un bando per assegnare piccoli finanziamenti volti alla nascita di cooperative di comunità. «Vogliamo lanciare la speranza che anche qui le cose si possono fare – conclude Paruzzo –. È in gioco il diritto di rimanere nella nostra terra».