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martedì 3 agosto 2010

Messina, viene esposta l’antica icona mariana


MESSINA. Sarà esposta al pubblico, oggi e poi il 7 e l’8 agosto, nella cripta della Cattedrale di Messina, l’antica icona con la preziosa manta d’argento della Madonna della Scala, custodita dai padri Gesuiti di Messina. Ieri, nella sala capitolare della Cattedrale, l’opera è stata presentata dall’arcivescovo di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, Calogero La Piana, dall’architetto Rocco Scimone e da Grazia Musolino, entrambi della Soprintendenza ai beni culturali. L’antico quadro della Madonna della Scala giunse dall’Oriente, su una nave, a Messina, in epoca remota. La tradizione narra che al momento di ripartire la nave non riuscisse a lasciare il porto e per questo i marinai si rivolsero all’arcivescovo di Messina che decise di trasportare in processione l’icona a riva. Ma una volta a riva non c’era verso di smuovere il quadro. Per questo si decise di collocarlo su un carro trainato dai buoi e di lasciare che fosse Dio a condurli. Così avvenne e il carro si fermò dinanzi alla chiesa messinese di Santa Maria della Valle, ribattezzata poi Santa Maria della Scala. All’icona sono attribuiti numerosi prodigi e, nel corso della storia, essa è stata portata spesso in processione nei momenti più difficili della città, come pestilenze o terremoti. Ogni anno si rinnova l’antica tradizione del pellegrinaggio alla chiesa che quest’anno si è svolto ieri. Oggi invece, memoria liturgica della Madonna della Scala, verrà esposta l’icona che è una copia, risalente al XVII secolo, dell’originale. «Si tratta della prima volta – ha ricordato La Piana – che viene offerta alla fruizione della città». In particolare oggi sarà al centro della conferenza tenuta dalla dottoressa Musolino nella cripta della Cattedrale cui seguirà un concerto del coro polifonico «Luca Marenzio». L’icona con la manta d’argento della Madonna della Scala è frutto della fiorente tradizione di argentieri messinesi che – spiega Musolino – «reinterpretarono le mante bizantine dando un impatto monumentale, realizzando mante a grandezza naturale e anche superiore. Mentre i bizantini tendevano ad appiattire lo spessore della manta, i messinesi danno rilievo. Non esistono opere analoghe nel resto della Sicilia».
Maria Gabriella Leonardi
3 agosto 2010

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