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giovedì 10 aprile 2008

I medici che non prescrivono la "pillola del giorno dopo"

I medici e i farmacisti che rifiutano di prescrivere o vendere la pillola del giorno dopo sono molto più numerosi di quanto nemmeno immagini Miriam Mafai su Repubblica di qualche giorno fa, secondo la quale i medici obiettori di coscienza pisani sarebbero 'mosche bianche'. Solo per fare un esempio, a Giarre, un Comune catanese di 27.000 abitanti, gli obiettori di coscienza, tra medici e farmacisti, sono almeno tre: nessuno ha mai avuto sanzioni disciplinari da parte della Asl o da chicchessia. Una scelta impopolare, l’obiezione di coscienza, visto che il sabato sera numerosi ragazzi vanno al pronto soccorso o alla guardia medica chiedendo la pillola del giorno dopo mentre il lunedì mattina, prima di andare a scuola, ci provano pure al consultorio: altro che contraccezione d’emergenza, i ragazzi ne fanno un uso frequente. Ma quel che è peggio è che i medici non sono in rete tra loro e non possono monitorare l’uso o l’abuso che le ragazze fanno di questo farmaco, con forte carica ormonale che, a lungo andare, può provocare danni alla salute.
T ra i medici che non prescrivono la pillola del giorno dopo anche il dottor Salvo Mauro, ginecologo del Consultorio della Asl di Giarre che spiega: «Accertato che la pillola del giorno dopo agisce con un meccanismo antinidatorio, provocando il mancato impianto dell’embrione concepito, il medico obiettore, anche se pubblico ufficiale, può rifiutarsi di prescriverla perché fermamente convito che la vita di un essere umano cominci al concepimento e che qualunque atto lesivo intenzionale in questo delicato momento possa interrompere il percorso vitale. Non esiste nessuna differenza sostanziale tra aborto chimico 'precoce' e aborto strumentale 'tardivo', in quanto sempre di aborto si tratta. Né si può sostenere che sia preferibile il male minore della pillola del giorno dopo per evitare il male maggiore dell’aborto chirurgico, perché sempre male è. La legge 194/78 sulla interruzione volontaria della gravidanza prevede la non punibilità dell’aborto solo nel rispetto di alcune procedure, come il colloquio con la donna e l’accertamento dello stato di gravidanza e dell’epoca di gestazione».
« A
l di fuori di queste procedure – prosegue il medico – l’aborto diventa un atto antigiuridico, al pari di quello clandestino.
L’eventuale prescrizione della pillola giorno da parte del medico non rispetta l’iter procedurale previsto dalla legge 194/78 e di conseguenza il medico può rifiutarsi di prescriverlo non solo per motivi etici ma anche giuridici. Né tantomeno l’obiezione di coscienza può essere configurabile a un’omissione di atto dovuto in quanto è scientificamente dimostrabile l’azione antinidatoria, e quindi abortiva, del preparato».
I nsomma, è proprio il rispetto della legge sull’aborto che vieta la prescrizione della pillola del giorno dopo. «Anche il farmacista può rifiutarsi di dispensare questi prodotti, potendosi rendere corresponsabile di un aborto illegale – ribadisce Mauro –.Non solo.
L’obiezione non è appannaggio di medici e farmacisti, ma di tutti gli operatori sanitari che vedono svilita la stessa legge 194/78 e che avvertono la superficialità di questa pratica abortiva e il mancato rispetto di procedure stabilite».
Maria Gabriella Leonardi(pubblicato sull'interto "E'Vita" di avvenire del 10 aprile 2008)

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