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sabato 22 febbraio 2014

A Catania uno slotmob per dire "no" al gioco d'azzardo e alle nuove povertà che produce. Allarmanti le cifre del fenomeno nel capoluogo etneo


Anche a Catania i cittadini si sono mobilitati con uno Slot Mob per dire con forza «no» alla dipendenza dal gioco d’azzardo. Ieri in via Ventimiglia si sono radunate più di duecento persone, di tutte le età; ed è stata una festa popolare con giochi di strada. Promotori, il movimento dei focolari, l’Osservatorio regionale della Caritas, il coordinamento Mettiamoci in gioco, Libera, Addiopizzo e l’Asaec Associazione etneaantiusura.La festa è culminata nella premiazione del titolare del bar Coppola, Giovanni, che ha scelto di vivere il rischio dell’attività di impresa non lucrando sulla pelle degli avventori del suo locale. Che significa, nell’ottica della filosofia SlotMob, lasciare fuori dalla porta del locale videolottery e macchinette per far entrare famiglie, valori sani, giochi puliti. In cui non si buttino via soldi, e coi soldi il futuro delle famiglie.
L’iniziativa catanese parte dal basso per sensibilizzare le istituzioni. Gli stessi promotori stanno lavorando a una proposta di regolamento comunale. Flavia Cerina, una degli organizzatori spiega: «Questa proposta nasce da due ragioni: la prima è che siamo davvero indignati per il fatto che un Comune che ha aderito al manifesto delle città contro l’azzardo non ha preso una posizione chiara verso il fenomeno, al punto che non è nemmeno in grado di misurarlo nella sua consistenza». La seconda, spiega la Cerina, «è che il compito dei cittadini è anche quello di avere uno sguardo profetico e carismatico sulla città, sulle sue piaghe, sui suoi problemi. E viste le piaghe e i problemi, i cittadini devono rimboccarsi le maniche per dare le risposte che possono dare e devono interpellare le istituzioni affinchè facciano la loro parte».
Il Comune di Catania, come spiegano gli organizzatori dello SlotMob, non sa neanche quante sale da gioco vi sono nel suo territorio. Per avere i dati bisogna rivolgersi alla Questura e i numeri fanno paura: in una città di 294mila abitanti (dove sono in molti a non passarsela bene dal punto di vista economico) vi sono 7 sale bingo, 320 sale gioco, 986 punti di raccolta scommesse, 2.200 luoghi con installazione di slot. E poi l’aspetto più amaro: le fasce più toccate dal fenomeno sono le meno abbienti, tant’è che una sala giochi aperta in una zona residenziale medio- alta ha dovuto chiudere perché avevapochi clienti.
MARIA GABRIELLA LEONARDI
© RIPRODUZIONE RISERVATA

giovedì 13 febbraio 2014

MESSINA Vita consacrata, sequela e profezia Due giorni di riflessione sull’oggi

Oggi e domani, nell’hotel Hantares Olimpo, di Letojanni, nel Messinese, si tiene il convegno regionale «Vita consacrata tra sequela e profezia» promosso dalla Conferenza italiana superiori maggiori (Cism), dall’Unione superiore maggiori d’Italia (Usmi) e dalla Conferenza italiana degli istituti secolari (Ciis). Si tratta di un momento di riflessione sull’identità dei consacrati e un’opportunità di formazione per una valutazione della vita consacrata nella Chiesa. «In Sicilia i tre organismi di vita consacrata lavorano in piena sintonia – sottolinea padre Saverio Cento coordinatore del convegno –. Quello che in tal modo si esprime è la bellezza della vita religiosa». Alla due giorni prenderanno parte il vescovo delegato dalla Conferenza episcopale siciliana per la vita consacrata, l’arcivescovo di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, Calogero La Piana, i presidenti regionali del Cism padre Massimo Cucinotta, dell’Usmi madre Gabriella Ruggieri e del Ciis Franca Buffa. Interverranno, tra gli altri, la teologa suor Filippa Castronovo e don Rino Cozza, giuseppino del Murialdo, delegato episcopale della Vita consacrata per la diocesi di Trento. Previste anche testimonianze e laboratori di condivisione delle esperienze.
Maria Gabriella Leonardi

martedì 28 gennaio 2014

Convegno diocesano di pastorale giovanile

Acireale, l’educazione al centro «C hi ama educa: cura e passione per i giovani» è il titolo del convegno di pastorale giovanile e oratori in corso ad Acireale, nella parrocchia Madonna della Fiducia. Tre esperti guidano la riflessione: don Samuele Marelli, direttore della fondazione Oratori milanesi, il sociologo Salvo Cacciola e suor Katia Roncalli, docente all’Istituto teologico di Assisi. Le conclusioni sono affidate al vicario generale della diocesi, monsignor Guglielmo Giombanco. Domani alle 20 nella chiesa della Divina Misericordia la veglia diocesana «Don Bosco educatore» presieduta dal vescovo Antonino Raspanti.
Maria Gabriella Leonardi

martedì 21 gennaio 2014

Una nuova vita nella casa famiglia

Mohamed era un senzatetto, pachistano, alcolizzato, ridottosi a vivere per strada a Catania dopo avere incendiato la sua casa. I medici non gli davano molte speranze, ma l’amore di una casa famiglia gli ha dato una seconda vita. A raccontare la sua storia è Riccardo Rossi, giornalista napoletano (gestisce il sito www.lagioianews.net) dell’associazione «Insieme onlus» che gestisce la casa famiglia «Oasi della Divina Provvidenza ». Riccardo conosce Mohamend otto anni fa a Catania, per strada. «La prima volta mi disse che non aveva bisogno di niente, le volte successive mi mandò via in malo modo, e non sono andato più da lui». Dopo tre anni le condizioni di Mohamed peggiorano e viene soccorso dai volontari della Ronda della Caritas di Catania. «Ci hanno contattato – racconta Riccardo – per sottoporci il caso di una persona con neuropatia alcolica, le gambe bloccate, una mano chiusa, sulla sedie a rotelle e che rischiava di morire. Era Mohamed. Quando lo hanno portato nella nostra casa era terrorizzato: avevano tentato di bruciarlo vivo per due volte, dormiva di giorno e restava sveglio di notte, non mangiava». I volontari della casa famiglia lo aiutano a ritrovare i ritmi. Ci riescono. Nella casa vivono persone di ogni età e nazionalità, Mohamed prende confidenza con tutti, si sente accolto. «È islamico, nessuno gli ha imposto di cambiare fede – racconta Riccardo –. La domenica vuole sentire il Papa in tv, a tavola ci ricorda di recitare il padre nostro, difende i volontari se criticati, ha ripreso a sorridere. La terapia è stata volergli bene».
Maria Gabriella Leonardi

venerdì 17 gennaio 2014

Caltagirone. Peri presiede l’incontro ecumenico con ortodossi e avventisti

In occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani a Mazzarrone, nella diocesi di Caltagirone questa sera alle 19 si tiene un incontro ecumenico sul tema «Cristo non può essere diviso! (1Cor 1,1-17)». L’iniziativa è promossa dall’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, diretto da don Sebastiano Di Benedetto. L’incontro sarà presieduto dal vescovo di Caltagirone Calogero Peri. Saranno presenti i parroci Mihai Ichim (Catania) e Neculai Chilcos (Ragusa) della Metropolia ortodossa romena dell’Europa Occidentale e Meridionale; e il pastore Enzo Paolo Caputo, che guida la Chiesa avventista di Caltagirone. A Mazzarrone sono molto popolose, sia la comunità ortodossa rumena, sia lacomunità avventista.
Maria Gabriella Leonardi


sabato 4 gennaio 2014

Raspanti inaugura domani una nuova chiesa

La comunità dei SS. Cosma e Damiano di Acireale avrà una chiesa moderna con tutti i locali parrocchiali. Domenica alle 17,30 sarà inaugurato il suo nuovo complesso parrocchial,e con una liturgia di dedicazione presieduta dal vescovo di Acireale, Antonino Raspanti.
San Cosmo è un quartiere di seimila abitanti, con molti problemi, alla periferia cittadina. A guidare la comunità da 18 anni è don Mario Arezzi: «Il complesso - spiega il sacerdote - è stato costruito per il 75% con fondi dell’8xmille. E per questo ci corre l’obbligo di ringraziare quanti firmano, ogni anno, per destinare alla Chiesa cattolica l’8xmille: senza questi fondi non avremmo potuto realizzare tutto ciò».
Il nuovo complesso parrocchiale si trova a poca distanza dall'antica chiesetta parrocchiale dei SS. Cosma e Damiano. Oltre alla chiesa, sono stati realizzate otto stanze, un salone e la canonica, più spazi esterni aggregativi. La Diocesi e i fedeli con le loro offerte hanno contribuito a coprire la restante parte dei costi. «La costruzione del nuovo edificio - commenta don Arezzi - rappresenta solo un primo passo per l'edificazione della chiesa come edificio spirituale, una comunità che sia "famiglia di famiglie" che si riconoscano in Cristo come loro Salvatore e Signore».
Domenica si terrà la dedicazione della chiesa; all'interno dell'altare verranno deposte le reliquie di santa Jeanne Jugan (fondatrice delle Piccole Sorelle dei Poveri) e dei beati P. Gabriele Allegra ofm e Papa Giovanni Paolo II.
La comunità si è preparata a questa inaugurazione con un triduo di preparazione a cui ha invitato anche le comunità parrocchiali del circondario.
Martedì 7 Gennaio alle ore 18, inoltre, è in programma una conferenza sul tema "Il nuovo complesso parrocchiale SS. Cosma e Damiano, genesi e realizzazione", a cui interverranno il vescovo Antonino Raspanti, il responsabile nazionale dell'edilizia di culto, mons. Giuseppe Russo, tecnici e artisti che hanno realizzato alcune opere custodite nella chiesa.
Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano Avvenire il 4 gennaio 2014

lunedì 23 dicembre 2013

L’Avvento vissuto (anche) su YouTube

MARIA GABRIELLA LEONARDI

CALTAGIRONE

O
gni domenica d’Avvento sul sito Internet, sulla pa­gina Facebook e sul canale YouTube della Diocesi di Caltagirone sono stati condivisi video di tre mi­nuti durante i quali il vescovo, monsignor Calogero Peri, ha tenuto meditazioni per aiutare a preparare il Natale. L’o­riginale iniziativa dell’Ufficio per le comunicazioni socia­li della diocesi calatina, guidato da Massimo Cappellano, ha per titolo «#riflessioniperlavvento» e sfrutta le oppor­tunità crossmediali e interattive della comunicazione di­gitale inaugurando il primo
 hashtag diocesano. «Abbia­mo messo in campo un’idea in cui crediamo molto – spiega Massimo Cappellano – non solo per l’opportunità di abi­tare in modo credente e crea­tivo l’ambiente digitale ma an­che per avviare una riflessio­ne nella nostra comunità ec­clesiale sui nuovi linguaggi per comunicare la fede. Abbiamo puntato soprattutto sulla con­divisione nelle reti sociali del­le riflessioni di quanti si sono lasciati coinvolgere dall’inizia­tiva. Contiamo in questo modo, grazie al lavoro di diffu­sione e di mediazione degli animatori parrocchiali per le comunicazioni sociali, di rendere più vivace anche la vita dei gruppi parrocchiali, in particolare dei giova­ni, e di poter testimoniare anche nell’ambiente digita­le il volto di una Chiesa accogliente e attenta alle do­mande degli uomini, che invita ciascuno ad aprirsi al­l’incontro con il Signore». «Ci sono molti temi che l’Avvento ci ha riproposto – è il bilancio del vescovo Peri – ma ci sono anche molte sfide che in quanto credenti dobbiamo essere in grado di ac­cogliere non per dare risposte convenzionali ma, parten­do dalla nostra fede, per dare risposte che siano aderenti alla storia, agli uomini, alle loro domande, alle loro atte­se e siano allo stesso tempo aperte all’irruzione del Si­gnore che è venuto a darci soluzioni inedite per quello che speriamo».