Il rischio virtuale. Giovani, adulti e famiglie nell’era di Internet» è il tema della prolusione che venerdì, alle 16, inaugurerà l’anno accademico dell’Istituto teologico «San Tommaso» e della Scuola superiore di specializzazione in bioetica e sessuologia di Messina. Le due scuole sono unite alla Facoltà di teologia dell’Università Pontificia Salesiana di Messina. La prolusione mira ad approfondire la strada dell’impegno educativo. A pronunciarla sarà il professor Giuseppe Savagnanone, già docente di filosofia, editorialista di Avvenire e direttore dell’Ufficio cultura, educazione, scuola e università della Conferenza episcopale siciliana e del Centro diocesano per la cultura di Palermo. L’incontro sarà introdotto dall’arcivescovo di Messina-Lipari-S. Lucia del Mela, La Piana, dall’ispettore dei salesiani di Sicilia, don Mazzali e dal preside dell’istituto e direttore della Scuola superiore, don Russo.
Maria Gabriella Leonardi
10 novembre 2010
Porta Parola
Questo blog raccoglie i miei articoli pubblicati sul quotidiano nazionale di ispirazione cattolica "Avvenire". Sono articoli in cui mi sforzo di raccontare cosa fanno tanti siciliani che si prodigano per gli altri e testimoniano tra gli uomini l'amore e la presenza di Dio. Questo blog vuole essere un omaggio e un grazie ai numerosi credenti siciliani che ho il piacere di conoscere e che con la loro testimonianza arricchiscono anche la mia vita e mi spronano ad essere migliore. MGL
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mercoledì 10 novembre 2010
lunedì 25 ottobre 2010
Catania, parte progetto di microcredito per le famiglie in difficoltà economiche
DA CATANIA
MARIA G. LEONARDI
M icrocredito per chi è talmente in difficoltà, che non può rivolgersi neppure in banca. È questo il succo del protocollo d’intesa firmato dalla Caritas diocesana, dalla Prefettura, dalla Provincia regionale di Catania e al Credito etneo - banca di credito cooperativo. Grazie, infatti, ad un fondo di garanzia di 100mila euro, messo a disposizione dalla Provincia di Catania, sarà possibile erogare microprestiti, di importo non superiore ai 4.000 euro. Si tratta di prestiti e non di elargizioni a fondo perduto, le somme ricevute in prestito dovranno essere restituite con un tasso di interesse “solidale”. A istruire le pratiche sarà la Caritas diocesana, mentre parrocchie, sindacati o altre associazioni potranno fare da garanti a quanti richiedono il prestito. «L’idea – ha spiegato padre Valerio Di Trapani, direttore della Caritas della diocesi di Catania – è quella di sostenere famiglie che si trovano in un momento di particolare difficoltà. Il prestito è un aiuto dignitoso – sottolinea – non è beneficenza. La novità è che permetterà di costruire una rete di sostegno attorno a persone in situazioni di momentaneo di disagio. Mentre diamo, infatti, un prestito sulla fiducia, costruiamo attorno alla persona un gruppo di sostegno. Talvolta – aggiunge ancora padre Valerio – spese voluttuarie vengono considerate irrinunciabili. La possibilità di potere ottenere prestiti consentirà alla Caritas di formare stili di vita più sobri, a partire dalle giuste priorità. Questo sarà un accompagnamento che la Caritas vuole compiere. La crisi economica, d’altra parte, lo impone ».
(24 ottobre 2010)
MARIA G. LEONARDI
M icrocredito per chi è talmente in difficoltà, che non può rivolgersi neppure in banca. È questo il succo del protocollo d’intesa firmato dalla Caritas diocesana, dalla Prefettura, dalla Provincia regionale di Catania e al Credito etneo - banca di credito cooperativo. Grazie, infatti, ad un fondo di garanzia di 100mila euro, messo a disposizione dalla Provincia di Catania, sarà possibile erogare microprestiti, di importo non superiore ai 4.000 euro. Si tratta di prestiti e non di elargizioni a fondo perduto, le somme ricevute in prestito dovranno essere restituite con un tasso di interesse “solidale”. A istruire le pratiche sarà la Caritas diocesana, mentre parrocchie, sindacati o altre associazioni potranno fare da garanti a quanti richiedono il prestito. «L’idea – ha spiegato padre Valerio Di Trapani, direttore della Caritas della diocesi di Catania – è quella di sostenere famiglie che si trovano in un momento di particolare difficoltà. Il prestito è un aiuto dignitoso – sottolinea – non è beneficenza. La novità è che permetterà di costruire una rete di sostegno attorno a persone in situazioni di momentaneo di disagio. Mentre diamo, infatti, un prestito sulla fiducia, costruiamo attorno alla persona un gruppo di sostegno. Talvolta – aggiunge ancora padre Valerio – spese voluttuarie vengono considerate irrinunciabili. La possibilità di potere ottenere prestiti consentirà alla Caritas di formare stili di vita più sobri, a partire dalle giuste priorità. Questo sarà un accompagnamento che la Caritas vuole compiere. La crisi economica, d’altra parte, lo impone ».
(24 ottobre 2010)
lunedì 18 ottobre 2010
Messina mette al centro la Parola
Lunedì l’arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela inaugurerà in Cattedrale l’anno pastorale con una celebrazione della Parola presieduta dall’arcivescovo Calogero La Piana.
Nella lettera pastorale che l’arcivescovo ha scritto per la diocesi, il presule spiega: «Con il nuovo anno pastorale iniziamo un percorso decennale che ci vedrà impegnati nella traduzione degli Orientamenti pastorali che l’episcopato italiano proporrà alle Chiese d’Italia per il decennio 2011-2020, collocando al centro della vita e della missione della Chiesa il tema dell’educazione. Nel percorrere l’itinerario educativo prospettato dai vescovi italiani desideriamo farci illuminare e guidare dalla Bibbia, collocando la Sacra Scrittura al centro della nostra azione pastorale, nutrendoci e lasciandoci educare dalla Parola di Dio per conoscere, amare e seguire le 'vie' del Signore». La Parola di Dio è lo strumento indispensabile per l’educazione della vita di fede ma, precisa l’arcivescovo: «Centralità della Scrittura non è sinonimo di esclusivismo, sottolinea piuttosto il ruolo della Parola di Dio come ispiratrice dell’intera vita del credente e dell’azione pastorale della Chiesa». La Sacra Scrittura, quindi, è come una lampada che guida i passi del cammino spirituale.
«Constatiamo – spiega La Piana – l’attenzione verso i sacramenti e la gestione della comunità ecclesiale quali preoccupazioni dominanti nell’azione pastorale della stragrande maggioranza dei nostri ambienti. Meno avvertito risulta il decisivo compito dell’evangelizzazione e della spiritualità cristiana. Lo scopo che ci proponiamo in questo decennio pastorale – sottolinea l’arcivescovo – è quello di avviare un cammino spirituale e pastorale che ci rinnovi nell’ardore dell’ascolto e della predicazione della Parola coinvolgendo tutta la comunità».
Maria Gabriella Leonardi
16 ottobre 2010
Nella lettera pastorale che l’arcivescovo ha scritto per la diocesi, il presule spiega: «Con il nuovo anno pastorale iniziamo un percorso decennale che ci vedrà impegnati nella traduzione degli Orientamenti pastorali che l’episcopato italiano proporrà alle Chiese d’Italia per il decennio 2011-2020, collocando al centro della vita e della missione della Chiesa il tema dell’educazione. Nel percorrere l’itinerario educativo prospettato dai vescovi italiani desideriamo farci illuminare e guidare dalla Bibbia, collocando la Sacra Scrittura al centro della nostra azione pastorale, nutrendoci e lasciandoci educare dalla Parola di Dio per conoscere, amare e seguire le 'vie' del Signore». La Parola di Dio è lo strumento indispensabile per l’educazione della vita di fede ma, precisa l’arcivescovo: «Centralità della Scrittura non è sinonimo di esclusivismo, sottolinea piuttosto il ruolo della Parola di Dio come ispiratrice dell’intera vita del credente e dell’azione pastorale della Chiesa». La Sacra Scrittura, quindi, è come una lampada che guida i passi del cammino spirituale.
«Constatiamo – spiega La Piana – l’attenzione verso i sacramenti e la gestione della comunità ecclesiale quali preoccupazioni dominanti nell’azione pastorale della stragrande maggioranza dei nostri ambienti. Meno avvertito risulta il decisivo compito dell’evangelizzazione e della spiritualità cristiana. Lo scopo che ci proponiamo in questo decennio pastorale – sottolinea l’arcivescovo – è quello di avviare un cammino spirituale e pastorale che ci rinnovi nell’ardore dell’ascolto e della predicazione della Parola coinvolgendo tutta la comunità».
Maria Gabriella Leonardi
16 ottobre 2010
giovedì 14 ottobre 2010
Acireale,conVigo e Marciante il convegno per l’Ottobre missionario sul tema del confronto interreligioso
ACIREALE. Nella diocesi di Acireale l’«Ottobre missionario» culminerà nel Convegno diocesano in programma lunedì e martedì prossimi nel Seminario locale e intitolato «La scommessa del dialogo: i rischi del Vangelo». Il convegno è promosso dall’Ufficio missionario e da Migrantes. La giornata di lunedì, dopo i saluti del vescovo di Acireale, Pio Vittorio Vigo, sarà dedicata alla visione del film «La cosa giusta» di Marco Campogiani dedicato al rapporto con lo straniero, a cui seguirà un dibattito. Sarà presente uno dei protagonisti, l’attore Paolo Briguglia.
Martedì, invece, è prevista la testimonianza di padre Sebastiano D’Ambra, missionario del Pime (Pontificio istituto missioni estere) e fondatore del Movimento «Silsilah» che opera da più di vent’anni nelle Filippine per costruire legami di pace e di dialogo tra cristiani e musulmani. Dopo i canti della corale «Madagascar’s Angels», seguirà l’intervento di monsignor Giuseppe Marciante, vescovo ausiliare di Roma, sul tema «La nuova evangelizzazione».
(M.G.Leo.)
14 ottobre 2010
Martedì, invece, è prevista la testimonianza di padre Sebastiano D’Ambra, missionario del Pime (Pontificio istituto missioni estere) e fondatore del Movimento «Silsilah» che opera da più di vent’anni nelle Filippine per costruire legami di pace e di dialogo tra cristiani e musulmani. Dopo i canti della corale «Madagascar’s Angels», seguirà l’intervento di monsignor Giuseppe Marciante, vescovo ausiliare di Roma, sul tema «La nuova evangelizzazione».
(M.G.Leo.)
14 ottobre 2010
venerdì 27 agosto 2010
Assunta, mille anni di fede sulle rive dello Stretto
DA MESSINA
MARIA GABRIELLA LEONARDI
L a chiesa di Santa Maria Assunta, nel villaggio messinese di Faro Superiore, festeggia in questi giorni i suoi mille anni di vita e i cento di elevazione a parrocchia. Un duplice anniversario che testimonia l’antica storia di fede di questo lembo di Sicilia. Nel 1010, quando nacque la «Chiesa Curata Santa Maria Assunta», Messina era sotto la dominazione musulmana già dall’anno 843, ma la parrocchia riuscì a dare una casa ai cristiani messinesi. Nell’878 l’ultimo vescovo messinese era fuggito a Costantinopoli e Messina era diventata la testa di ponte della presenza islamica: nell’888 la flotta bizantina venne sconfitta dalle forze musulmane, nel 902 cadde Taormina e nel 961 fu la volta di Rometta. Bisognerà attendere il 1061 perché i normanni sbarchino in Sicilia e, sotto il conte Ruggero, avvenga, a mano a mano, la ricostruzione ecclesiastica.
Le testimonianze più antiche conservate nella chiesa di Faro Superiore sono il fonte battesimale del 1010 e una colonna recante la data del 1170. Il fonte battesimale, in particolare, recava la data del 1010: ma nel 1600, inaugurando una ricostruzione della chiesa, la data, con lo scalpello, venne cancellata per apporvi quella del 1600. Sino al terremoto che devastò Messina nel 1908, erano ben conservati i registri parrocchiali a partire dal 1010: i curati che nei secoli si erano succeduti li avevano, infatti, gelosamente custoditi. Così si è appreso che la chiesa di Faro Superiore è la più antica della zona e a guidarla era un cappellano curato. Quando negli altri villaggi messinesi vicini a Faro Superiore sorsero nuove chiese con i rispettivi curati, il cappellano di Faro Superiore prese il nome di «Cappellano curato maggiore» con giurisdizione spirituale sugli altri villaggi; tutti gli atti di battesimo, matrimonio e morte venivano registrati nei libri in pergamena della parrocchia madre di Faro Superiore.
Agli inizi del 1900 monsignor Francesco Alizio, parroco di Faro Superiore fino al 1941, iniziò a studiare quei registri e a ricostruire la storia della parrocchia. Dai suoi studi nacque il libro Un Paese distrutto . Alizio fece in tempo a salvare dall’oblio la memoria di questi luoghi. Nel 1902, infatti, come racconta lo stesso parroco: «L’arcivescovo di Messina, monsignor Letterio D’Arrigo, ordinò di portare in parrocchia tutti questi preziosi registri, onde formare l’archivio parrocchiale, e con cura li ho conservati nel casserizio della parrocchia. Ma successo il terremoto del 1908 le macerie a monti caddero sulla sacrestia, schiacciarono il casserizio, maciullarono tutti i registri, poi la pioggia completò l’opera letale di disfacimento. Mi sono rimasti i più moderni che, per ragione di confronti e di ricerche, ho tenuto sempre in casa mia». Alizio era però arrivato a raccogliere numerose informazioni, tra cui l’elenco di tutti i cappellani succedutisi a Faro Superiore a partire dal primo, Tito Ergatico, curato dal 1010 al 1036.
In questi mille anni più volte l’edificio sacro è stato distrutto e poi ricostruito a causa dei terremoti che hanno colpito la zona nel corso dei secoli: nel 1693, nel 1753, nel 1894 e nel 1908. Inoltre il villaggio, trovandosi tra il mare Tirreno e lo Ionio, è stato più volte oggetto di aggressioni e razzie. Poche quindi le testimonianze storiche rimaste a Faro Superiore, come in tutta Messina. Ma ogni volta la chiesa di Faro Superiore è stata ricostruita, segno della perseverante fedeltà a Dio degli abitanti di questo villaggio messinese, fedeltà che ha superato la prova del tempo.
27 agosto 2010
MARIA GABRIELLA LEONARDI
L a chiesa di Santa Maria Assunta, nel villaggio messinese di Faro Superiore, festeggia in questi giorni i suoi mille anni di vita e i cento di elevazione a parrocchia. Un duplice anniversario che testimonia l’antica storia di fede di questo lembo di Sicilia. Nel 1010, quando nacque la «Chiesa Curata Santa Maria Assunta», Messina era sotto la dominazione musulmana già dall’anno 843, ma la parrocchia riuscì a dare una casa ai cristiani messinesi. Nell’878 l’ultimo vescovo messinese era fuggito a Costantinopoli e Messina era diventata la testa di ponte della presenza islamica: nell’888 la flotta bizantina venne sconfitta dalle forze musulmane, nel 902 cadde Taormina e nel 961 fu la volta di Rometta. Bisognerà attendere il 1061 perché i normanni sbarchino in Sicilia e, sotto il conte Ruggero, avvenga, a mano a mano, la ricostruzione ecclesiastica.
Le testimonianze più antiche conservate nella chiesa di Faro Superiore sono il fonte battesimale del 1010 e una colonna recante la data del 1170. Il fonte battesimale, in particolare, recava la data del 1010: ma nel 1600, inaugurando una ricostruzione della chiesa, la data, con lo scalpello, venne cancellata per apporvi quella del 1600. Sino al terremoto che devastò Messina nel 1908, erano ben conservati i registri parrocchiali a partire dal 1010: i curati che nei secoli si erano succeduti li avevano, infatti, gelosamente custoditi. Così si è appreso che la chiesa di Faro Superiore è la più antica della zona e a guidarla era un cappellano curato. Quando negli altri villaggi messinesi vicini a Faro Superiore sorsero nuove chiese con i rispettivi curati, il cappellano di Faro Superiore prese il nome di «Cappellano curato maggiore» con giurisdizione spirituale sugli altri villaggi; tutti gli atti di battesimo, matrimonio e morte venivano registrati nei libri in pergamena della parrocchia madre di Faro Superiore.
Agli inizi del 1900 monsignor Francesco Alizio, parroco di Faro Superiore fino al 1941, iniziò a studiare quei registri e a ricostruire la storia della parrocchia. Dai suoi studi nacque il libro Un Paese distrutto . Alizio fece in tempo a salvare dall’oblio la memoria di questi luoghi. Nel 1902, infatti, come racconta lo stesso parroco: «L’arcivescovo di Messina, monsignor Letterio D’Arrigo, ordinò di portare in parrocchia tutti questi preziosi registri, onde formare l’archivio parrocchiale, e con cura li ho conservati nel casserizio della parrocchia. Ma successo il terremoto del 1908 le macerie a monti caddero sulla sacrestia, schiacciarono il casserizio, maciullarono tutti i registri, poi la pioggia completò l’opera letale di disfacimento. Mi sono rimasti i più moderni che, per ragione di confronti e di ricerche, ho tenuto sempre in casa mia». Alizio era però arrivato a raccogliere numerose informazioni, tra cui l’elenco di tutti i cappellani succedutisi a Faro Superiore a partire dal primo, Tito Ergatico, curato dal 1010 al 1036.
In questi mille anni più volte l’edificio sacro è stato distrutto e poi ricostruito a causa dei terremoti che hanno colpito la zona nel corso dei secoli: nel 1693, nel 1753, nel 1894 e nel 1908. Inoltre il villaggio, trovandosi tra il mare Tirreno e lo Ionio, è stato più volte oggetto di aggressioni e razzie. Poche quindi le testimonianze storiche rimaste a Faro Superiore, come in tutta Messina. Ma ogni volta la chiesa di Faro Superiore è stata ricostruita, segno della perseverante fedeltà a Dio degli abitanti di questo villaggio messinese, fedeltà che ha superato la prova del tempo.
27 agosto 2010
mercoledì 18 agosto 2010
Il riscatto di Gela comincia in palestra
DA GELA (CALTANISSETTA)
MARIA GABRIELLA LEONARDI
« V i facciamo vedere cosa potremmo fare qui». Con questo spirito un centinaio di ragazzi, nel quartiere Macchitella di Gela, si sono armati di scope e zappe e hanno ripulito una palestra abbandonata, un tempo di proprietà dell’Eni. A guidarli c’era don Giuseppe Fausciana, direttore del servizio di pastorale giovanile della diocesi di Piazza Armerina, nonché vice-parroco a Macchitella, che insieme ai ragazzi ha voluto simbolicamente “occupare” la struttura per sensibilizzare la cittadinanza e le istituzioni su come quest’opera potrebbe essere utile per i ragazzi di Macchitella.
La palestra da una decina d’anni è passata dall’Eni al Comune ed è finita nell’abbandono e preda dei vandali: sterpaglie ovunque, porte divelte, vetri rotti e muri imbrattati. Eppure questa struttura potrebbe ospitare numerose attività giovanili.
Nel quartiere, il punto di riferimento dei ragazzi è il “Movimento giovanile Macchitella”, nato dalla fusione del Movimento giovanile parrocchiale e del Movimento giovanile salesiano. Il Mgm comprende la società “Macchitella Calcio”, una cooperativa artistico teatrale e una scuola di danza, canto e recitazione che produce musical. Inoltre, ha fondato una scuola della Parola con il metodo della lectio divina e gestisce la formazione e la catechesi per preadolescenti, adolescenti e giovani universitari aggregando circa 800 ragazzi.
«La chiesa qui a Gela è un rifermento educativo – spiega don Fausciana che è l’assistente spirituale del Mgm –. La palestra – aggiunge il sacerdote – è stata “occupata” simbolicamente dai ragazzi e pulita per dare un segnale positivo di volontà di stare nel territorio con una responsabilità verso il bene comune». L’amministrazione comunale di Gela, guidata dal sindaco Angelo Fasulo, intende affidare la gestione della palestra attraverso un bando pubblico e, proprio ieri, ha trovato un accordo con il Mgm per trovare una formula che garantisca la finalità sociale alla struttura sportiva. «Il progetto portato avanti in questo quartiere si chiama “Macchitella Città dei Ragazzi” – spiega don Fausciana – è molto più complesso rispetto alla semplice gestione di una struttura pubblica in disuso. Si tratta di realizzare una convergenza dei tre livelli: urbanistico, sociale e politico per la funzionalità dei beni, lo sviluppo delle professionalità a favore della collettività e la decisionalità nell’indirizzo educativo. Per realizzare questo progetto bisogna mettere in relazione il patrimonio pubblico con un piano educativo pluriennale e non episodico. In merito all’affidamento della palestra ex Agip manifesto la mia fiducia nella capacità di ascolto e di dialogo che caratterizza il Sindaco e l’amministrazione».
A fianco dei ragazzi di Macchitella anche il Movi di Gela (Movimento per il volontariato italiano) che con il presidente Enzo Madonia afferma: «Quando si lavora per il bene comune le comunità crescono e se la politica come in questo caso riesce a trovare le soluzioni piuttosto che gli ostacoli i cittadini impareranno presto ad avere fiducia nelle istituzioni».
18 agosto 2010
MARIA GABRIELLA LEONARDI
« V i facciamo vedere cosa potremmo fare qui». Con questo spirito un centinaio di ragazzi, nel quartiere Macchitella di Gela, si sono armati di scope e zappe e hanno ripulito una palestra abbandonata, un tempo di proprietà dell’Eni. A guidarli c’era don Giuseppe Fausciana, direttore del servizio di pastorale giovanile della diocesi di Piazza Armerina, nonché vice-parroco a Macchitella, che insieme ai ragazzi ha voluto simbolicamente “occupare” la struttura per sensibilizzare la cittadinanza e le istituzioni su come quest’opera potrebbe essere utile per i ragazzi di Macchitella.
La palestra da una decina d’anni è passata dall’Eni al Comune ed è finita nell’abbandono e preda dei vandali: sterpaglie ovunque, porte divelte, vetri rotti e muri imbrattati. Eppure questa struttura potrebbe ospitare numerose attività giovanili.
Nel quartiere, il punto di riferimento dei ragazzi è il “Movimento giovanile Macchitella”, nato dalla fusione del Movimento giovanile parrocchiale e del Movimento giovanile salesiano. Il Mgm comprende la società “Macchitella Calcio”, una cooperativa artistico teatrale e una scuola di danza, canto e recitazione che produce musical. Inoltre, ha fondato una scuola della Parola con il metodo della lectio divina e gestisce la formazione e la catechesi per preadolescenti, adolescenti e giovani universitari aggregando circa 800 ragazzi.
«La chiesa qui a Gela è un rifermento educativo – spiega don Fausciana che è l’assistente spirituale del Mgm –. La palestra – aggiunge il sacerdote – è stata “occupata” simbolicamente dai ragazzi e pulita per dare un segnale positivo di volontà di stare nel territorio con una responsabilità verso il bene comune». L’amministrazione comunale di Gela, guidata dal sindaco Angelo Fasulo, intende affidare la gestione della palestra attraverso un bando pubblico e, proprio ieri, ha trovato un accordo con il Mgm per trovare una formula che garantisca la finalità sociale alla struttura sportiva. «Il progetto portato avanti in questo quartiere si chiama “Macchitella Città dei Ragazzi” – spiega don Fausciana – è molto più complesso rispetto alla semplice gestione di una struttura pubblica in disuso. Si tratta di realizzare una convergenza dei tre livelli: urbanistico, sociale e politico per la funzionalità dei beni, lo sviluppo delle professionalità a favore della collettività e la decisionalità nell’indirizzo educativo. Per realizzare questo progetto bisogna mettere in relazione il patrimonio pubblico con un piano educativo pluriennale e non episodico. In merito all’affidamento della palestra ex Agip manifesto la mia fiducia nella capacità di ascolto e di dialogo che caratterizza il Sindaco e l’amministrazione».
A fianco dei ragazzi di Macchitella anche il Movi di Gela (Movimento per il volontariato italiano) che con il presidente Enzo Madonia afferma: «Quando si lavora per il bene comune le comunità crescono e se la politica come in questo caso riesce a trovare le soluzioni piuttosto che gli ostacoli i cittadini impareranno presto ad avere fiducia nelle istituzioni».
18 agosto 2010
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