La Caritas di Caltagirone promuove raccolta di cibo - Avvenire
CALTAGIRONE. Oggi e domani mattina a Caltagirone si terrà una raccolta alimentare cittadina promossa dalla Caritas diocesana assieme ad alcune associazioni di volontariato. Dei punti di raccolta di alimentari saranno allestiti presso i supermercati del gruppo «Arena», lo «Spaccio alimentare» e il supermercato «Sigma». Don Luciano Di Silvestro, direttore della Caritas diocesana spiega il senso dell’iniziativa: «Il momento attuale, caratterizzato dalla pesante crisi economica ha inevitabilmente indebolito la rete di solidarietà del tessuto sociale, rendendo ancora più vulnerabili le persone e le famiglie più fragili. In questo senso vogliamo consegnare all’opinione pubblica un segnale forte di attenzione e di capacità di lavorare in rete per un obiettivo comune». Il cibo raccolto in questi due giorni sarà distribuito dai Centri d’ascolto delle parrocchie e dalle associazioni. La distribuzione sarà destinata prioritariamente alle persone ed alle famiglie più deboli e bisognose rispettandola riservatezza di quanti beneficeranno della raccolta alimentare.
Maria Gabriella Leonardi
Questo blog raccoglie i miei articoli pubblicati sul quotidiano nazionale di ispirazione cattolica "Avvenire". Sono articoli in cui mi sforzo di raccontare cosa fanno tanti siciliani che si prodigano per gli altri e testimoniano tra gli uomini l'amore e la presenza di Dio. Questo blog vuole essere un omaggio e un grazie ai numerosi credenti siciliani che ho il piacere di conoscere e che con la loro testimonianza arricchiscono anche la mia vita e mi spronano ad essere migliore. MGL
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sabato 17 novembre 2012
venerdì 9 novembre 2012
Acireale, oggi Raspanti consacra un presbitero - Avvenire
Acireale, oggi Raspanti consacra un presbitero - Avvenire
ACIREALE. Questa sera alle 18.30 durante l’Eucaristia presieduta nella Basilica Cattedrale di Acireale, il vescovo diocesano Antonino Raspanti ordinerà presbitero Salvatore Tirendi, 29 anni, diacono originario della comunità parrocchiale acese dei Santi Cosma e Damiano. Il sacerdote novello è nato nel 1983 e si è diplomato all’istituto tecnico industriale “Galileo Ferraris” di Acireale. Nel 2006 l’ingresso in Seminario e l’avvio della formazioneteologica che lo vede oggi impegnato nella preparazione per la licenza con indirizzo spiritualità. Da diacono Tirendi ha prestato servizio pastorale nella parrocchia San Paolo di Acireale di cui, dopo l’ordinazione sacerdotale, diventerà vice-parroco.
Maria Gabriella Leonardi
lunedì 29 ottobre 2012
Mass media le diocesi fanno rete - Avvenire
Mass media le diocesi fanno rete - Avvenire
DA ENNA
MARIA GABRIELLA LEONARDI
La presenza dei media informa e forma gli stili di vita ed è l’ambiente in cui i credenti sono chiamati ad annunciare il Vangelo. Da questa consapevolezza ha preso le mosse il convegno «Comunicare a Babele.
L’impegno educativo nella nuova cultura mediatica», organizzato a Enna venerdì e sabato scorsi dall’Ufficio regionale per la cultura e le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale siciliana. La presenza nei media delle diocesi siciliane è stata sintetizzata da don Giuseppe Rabita, direttore dell’Ufficio regionale per la cultura e le comunicazioni sociali: «Tutte le diocesi hanno il loro sito Web più o meno aggiornato e interattivo, ma la presenza sui social network risulta essere ancora pionieristica e poco organizzata. Diverse parrocchie hanno il sito Internet, ma raramente c’è una collaborazione con il rispettivo ufficio diocesano. C’è anche qualche emittente televisiva e radiofonica. Ma la costante che emerge dalle diverse diocesi è la difficoltà a creare sinergie».
Varie le esperienze delle diocesi siciliane. Punta a essere presente su tutti i media l’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Ragusa; il suo direttore, Piero Saladino, spiega: «Siamo presenti su Facebook, il nostro giornale 'Insieme' è diffuso gratis in 5000 parrocchie e anche attraverso la grande distribuzione. Riporta tante notizie brevi e per gli approfondimenti rinvia al sito dove, però, non c’è la duplicazione degli articoli di giornali perché i contenuti del cartaceo e dell’online sono diversificati». A breve A Ragusa sarà realizzato un corso di formazione per giovani animatori delle comunicazioni sociali. Insieme ad altre aggregazioni cattoliche e laiche, durante l’anno e sempre di venerdì, l’ufficio organizza anche incontri settimanali di dibattito pubblico: «Concepiamo le comunicazioni sociali – spiega Saladino – come una messa in rete di energie». Ha scommesso molto sul convegno la diocesi di Cefalù, presente a Enna con cinque giovani: «Noi stiamo partendo adesso – spiega don Franco Mogavero, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali – e stiamo investendo sul futuro della diocesi cominciando dalla formazione.
Pubblichiamo il bimestrale 'Koinonia' e abbiamo un sito (www.chiesadicefalu.it), che riporta notizie e molti articoli di riflessione sull’importanza del Concilio». Se come ha detto il vescovo uscente per la cultura e le comunicazioni sociali della Cesi, Salvatore Di Cristina, «la comunicazione va posta all’ordine del giorno come metodo dell’agire pastorale», un ruolo particolare è quello dei giornalisti cattolici. Peppino Vecchio, presidente regionale di Fisc e Ucsi, dice: «Dinanzi alla notevole quantità di informazioni che arrivano dalla Rete, al giornalista oggi sono richieste maggiore capacità di discernimento e preparazione professionale». E un vero lavoro giornalistico è quello svolto dal settimanale «Amico del popolo» dell’arcidiocesi di Agrigento ove le comunicazioni sociali sono una tradizione consolidata. L’«Amico» è il solo a seguire le sedute di Consiglio comunale e realizza inchieste, come una recente sull’emergenza rifiuti. «Sul sito Internet inseriamo altri servizi e approfondimenti – dice il direttore don Carmelo Petrone –. Abbiamo un nostro profilo su Twitter, Facebook e YouTube che usiamo per interagire con chi ci segue e per anticipare i contenuti del giornale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La passione educativa al centro dell’incontro tra i delegati delle Chiese a Enna Collaborazioni e sinergie le chiavi per abitare il Web e affrontare la sfida di Babele
MARIA GABRIELLA LEONARDI
La presenza dei media informa e forma gli stili di vita ed è l’ambiente in cui i credenti sono chiamati ad annunciare il Vangelo. Da questa consapevolezza ha preso le mosse il convegno «Comunicare a Babele.
L’impegno educativo nella nuova cultura mediatica», organizzato a Enna venerdì e sabato scorsi dall’Ufficio regionale per la cultura e le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale siciliana. La presenza nei media delle diocesi siciliane è stata sintetizzata da don Giuseppe Rabita, direttore dell’Ufficio regionale per la cultura e le comunicazioni sociali: «Tutte le diocesi hanno il loro sito Web più o meno aggiornato e interattivo, ma la presenza sui social network risulta essere ancora pionieristica e poco organizzata. Diverse parrocchie hanno il sito Internet, ma raramente c’è una collaborazione con il rispettivo ufficio diocesano. C’è anche qualche emittente televisiva e radiofonica. Ma la costante che emerge dalle diverse diocesi è la difficoltà a creare sinergie».
Varie le esperienze delle diocesi siciliane. Punta a essere presente su tutti i media l’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Ragusa; il suo direttore, Piero Saladino, spiega: «Siamo presenti su Facebook, il nostro giornale 'Insieme' è diffuso gratis in 5000 parrocchie e anche attraverso la grande distribuzione. Riporta tante notizie brevi e per gli approfondimenti rinvia al sito dove, però, non c’è la duplicazione degli articoli di giornali perché i contenuti del cartaceo e dell’online sono diversificati». A breve A Ragusa sarà realizzato un corso di formazione per giovani animatori delle comunicazioni sociali. Insieme ad altre aggregazioni cattoliche e laiche, durante l’anno e sempre di venerdì, l’ufficio organizza anche incontri settimanali di dibattito pubblico: «Concepiamo le comunicazioni sociali – spiega Saladino – come una messa in rete di energie». Ha scommesso molto sul convegno la diocesi di Cefalù, presente a Enna con cinque giovani: «Noi stiamo partendo adesso – spiega don Franco Mogavero, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali – e stiamo investendo sul futuro della diocesi cominciando dalla formazione.
Pubblichiamo il bimestrale 'Koinonia' e abbiamo un sito (www.chiesadicefalu.it), che riporta notizie e molti articoli di riflessione sull’importanza del Concilio». Se come ha detto il vescovo uscente per la cultura e le comunicazioni sociali della Cesi, Salvatore Di Cristina, «la comunicazione va posta all’ordine del giorno come metodo dell’agire pastorale», un ruolo particolare è quello dei giornalisti cattolici. Peppino Vecchio, presidente regionale di Fisc e Ucsi, dice: «Dinanzi alla notevole quantità di informazioni che arrivano dalla Rete, al giornalista oggi sono richieste maggiore capacità di discernimento e preparazione professionale». E un vero lavoro giornalistico è quello svolto dal settimanale «Amico del popolo» dell’arcidiocesi di Agrigento ove le comunicazioni sociali sono una tradizione consolidata. L’«Amico» è il solo a seguire le sedute di Consiglio comunale e realizza inchieste, come una recente sull’emergenza rifiuti. «Sul sito Internet inseriamo altri servizi e approfondimenti – dice il direttore don Carmelo Petrone –. Abbiamo un nostro profilo su Twitter, Facebook e YouTube che usiamo per interagire con chi ci segue e per anticipare i contenuti del giornale».
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La passione educativa al centro dell’incontro tra i delegati delle Chiese a Enna Collaborazioni e sinergie le chiavi per abitare il Web e affrontare la sfida di Babele
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il vescovo Staglianò «Legare comunicazione e cultura: la svolta per le comunità parte da qui» - Avvenire
il vescovo Staglianò «Legare comunicazione e cultura: la svolta per le comunità parte da qui» - Avvenire
C omunicazioni sociali e cultura devono camminare insieme.
È quanto intende perseguire Antonio Staglianò, vescovo di Noto, delegato dalla Conferenza episcopale siciliana per la Cultura e le Comunicazioni sociali nel corso della sessione autunnale tenutasi dall’8 al 10 ottobre scorsi. Monsignor Staglianò, tra i 'padri' del Progetto culturale della Cei, è convinto che la Chiesa debba abitare lo spazio delle comunicazioni sociali, utilizzando tutti i mezzi a disposizione. «Da questo versante – afferma – il mio primo impegno da vescovo delegato della Cesi sarà quello di stringere fortemente il rapporto tra le comunicazioni sociali e la cultura: bisognerà lavorare con attenzione critica perché questo rapporto è facilmente dissolubile».
Perché?
Il trend culturale sulle comunicazioni sociali porta a ridurre tutto agli strumenti di comunicazione, con messa in campo di prodotti già preconfezionati che alla fine non generano educazione culturale.
D’altra parte, il termine 'cultura' rischia di essere generico.
Questo convegno ha dedicato un’attenzione particolare alle comunicazioni sociali.
Con quale esito?
L’appuntamento di Enna mi ha convinto dell’urgenza di lavorare nel riorganizzare le sinergie della comunicazione sociali con gli operatori della cultura, per educare e per far crescere l’umano dell’uomo.
La carta stampa potrebbe aiutare questo processo, magari attraverso la creazione di un organo regionale e sfruttando gli strumenti già esistenti, come Avvenire?
Per un giornale delle Chiese di Sicilia si dovrebbero affrontare problemi di tipo economico, ma anche pastorale. Bisognerà lavorare di anno in anno.
Apprezzo molto Avvenire, di cui sono un convinto sostenitore. Potrà aiutarci molto. (M.G.L.)
C omunicazioni sociali e cultura devono camminare insieme.
È quanto intende perseguire Antonio Staglianò, vescovo di Noto, delegato dalla Conferenza episcopale siciliana per la Cultura e le Comunicazioni sociali nel corso della sessione autunnale tenutasi dall’8 al 10 ottobre scorsi. Monsignor Staglianò, tra i 'padri' del Progetto culturale della Cei, è convinto che la Chiesa debba abitare lo spazio delle comunicazioni sociali, utilizzando tutti i mezzi a disposizione. «Da questo versante – afferma – il mio primo impegno da vescovo delegato della Cesi sarà quello di stringere fortemente il rapporto tra le comunicazioni sociali e la cultura: bisognerà lavorare con attenzione critica perché questo rapporto è facilmente dissolubile».
Perché?
Il trend culturale sulle comunicazioni sociali porta a ridurre tutto agli strumenti di comunicazione, con messa in campo di prodotti già preconfezionati che alla fine non generano educazione culturale.
D’altra parte, il termine 'cultura' rischia di essere generico.
Questo convegno ha dedicato un’attenzione particolare alle comunicazioni sociali.
Con quale esito?
L’appuntamento di Enna mi ha convinto dell’urgenza di lavorare nel riorganizzare le sinergie della comunicazione sociali con gli operatori della cultura, per educare e per far crescere l’umano dell’uomo.
La carta stampa potrebbe aiutare questo processo, magari attraverso la creazione di un organo regionale e sfruttando gli strumenti già esistenti, come Avvenire?
Per un giornale delle Chiese di Sicilia si dovrebbero affrontare problemi di tipo economico, ma anche pastorale. Bisognerà lavorare di anno in anno.
Apprezzo molto Avvenire, di cui sono un convinto sostenitore. Potrà aiutarci molto. (M.G.L.)
Cesi, dal sito Internet un modello di condivisione - Avvenire
Cesi, dal sito Internet un modello di condivisione - Avvenire
In tema di comunicazione, le diocesi siciliane hanno innanzi l’esempio della Conferenza episcopale siciliana, dove lavora un ufficio stampa che costantemente aggiorna il sito internet istituzionale. Vi lavorano Consuelo Valenza e Chiara Ippolito che spiegano: «Attraverso l’aggiornamento costante del sito www.chiesedisicilia.org perseguiamo tre finalità.
Innanzitutto, raccontiamo attraverso immagini e testi l’attività della Cesi, unica Conferenza episcopale in Italia ad avere anche una propria sede fisica che si trova a Palermo in corso Calatafimi. In secondo luogo, il sito dà notizia delle attività degli uffici regionali che compongono la commissione pastorale. Gli uffici corrispondono a tutti gli ambiti della vita –proseguono – e il sito dà conto dei convegni e fornisce approfondimenti. Terza finalità è quella di far convergere le attività delle diocesi: il sito è, infatti, vetrina delle attività diocesane e, per questo, è strumento della comunione delle Chiese di Sicilia».
L’ufficio stampa cura i rapporti 'ad extra' con l’esterno, attraverso la redazione di comunicati stampa, una newsletter e una rassegna stampa. L’ufficio cura altresì anche i rapporti 'ad intra', tra le diocesi, attraverso una piattaforma online che consente l’incontro tra gli uffici diocesani in un’area riservata del sito in cui è possibile consultare i documenti dei vari uffici.
All’interno della piattaforma è aperto un forum per ogni singolo ufficio in cui si può conversare su determinati argomenti.
Direttore dell’Ufficio per la cultura e le comunicazioni sociali è don Giuseppe Rabita, della diocesi di Piazza Armerina. Prossimamente all’interno del sito delle Chiese di Sicilia sarà aperto anche un settore video per favorire approfondimenti su varie tematiche. «L’obiettivo del nostro ufficio stampa – spiegano Consuelo e Chiara – è quello di intervenire educando alla comunione e favorendo un confronto tra le chiese per camminare in maniera unitaria. In tal senso, questo convegno è un punto di arrivo e di partenza».
(M.G.L.)
In tema di comunicazione, le diocesi siciliane hanno innanzi l’esempio della Conferenza episcopale siciliana, dove lavora un ufficio stampa che costantemente aggiorna il sito internet istituzionale. Vi lavorano Consuelo Valenza e Chiara Ippolito che spiegano: «Attraverso l’aggiornamento costante del sito www.chiesedisicilia.org perseguiamo tre finalità.
Innanzitutto, raccontiamo attraverso immagini e testi l’attività della Cesi, unica Conferenza episcopale in Italia ad avere anche una propria sede fisica che si trova a Palermo in corso Calatafimi. In secondo luogo, il sito dà notizia delle attività degli uffici regionali che compongono la commissione pastorale. Gli uffici corrispondono a tutti gli ambiti della vita –proseguono – e il sito dà conto dei convegni e fornisce approfondimenti. Terza finalità è quella di far convergere le attività delle diocesi: il sito è, infatti, vetrina delle attività diocesane e, per questo, è strumento della comunione delle Chiese di Sicilia».
L’ufficio stampa cura i rapporti 'ad extra' con l’esterno, attraverso la redazione di comunicati stampa, una newsletter e una rassegna stampa. L’ufficio cura altresì anche i rapporti 'ad intra', tra le diocesi, attraverso una piattaforma online che consente l’incontro tra gli uffici diocesani in un’area riservata del sito in cui è possibile consultare i documenti dei vari uffici.
All’interno della piattaforma è aperto un forum per ogni singolo ufficio in cui si può conversare su determinati argomenti.
Direttore dell’Ufficio per la cultura e le comunicazioni sociali è don Giuseppe Rabita, della diocesi di Piazza Armerina. Prossimamente all’interno del sito delle Chiese di Sicilia sarà aperto anche un settore video per favorire approfondimenti su varie tematiche. «L’obiettivo del nostro ufficio stampa – spiegano Consuelo e Chiara – è quello di intervenire educando alla comunione e favorendo un confronto tra le chiese per camminare in maniera unitaria. In tal senso, questo convegno è un punto di arrivo e di partenza».
(M.G.L.)
lunedì 22 ottobre 2012
Da venerdì un convegno a Enna su media e impegno educativo
SICILIA - Avvenire
L’Ufficio regionale per la cultura e le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale siciliana organizza un convegno regionale di verifica e di rilancio della pastorale delle comunicazioni sociali nelle diocesi. Il convegno – «Comunicare a Babele. L’impegno educativo nella nuova cultura mediatica» – si terrà venerdì e sabato a Enna. I lavori saranno aperti da monsignor Salvatore Di Cristina, vescovo delegato per la cultura e le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale siciliana.
Seguiranno gli interventi di monsignor Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali e di padre Antonio Spadaro, direttore de «La Civiltà Cattolica». Sabato previsti tre laboratori su 'Giornalismo', 'Web e nuove tecnologie' e 'Arte'.
Concluderà i lavori don Giuseppe Rabita, direttore dell’Ufficio regionale per la cultura e le comunicazioni sociali della Cesi.
(M.G.L.)
domenica 30 settembre 2012
«Frate Allegra ci richiama all’amore per la Parola»
DA ACIREALE
MARIA GABRIELLA LEONARDI
Migliaia di fedeli ieri mattina, sotto un sole estivo, hanno invaso il centro di Acireale per la beatificazione di padre Gabriele Maria Allegra dell’Ordine dei Frati Minori, sacerdote missionario che per amore della Parola di Dio e del popolo cinese ha tradotto la Bibbia nell’idioma di Confucio.
In tanti ieri hanno assistito per la prima volta a un rito di beatificazione, che solo dal 2008 si celebra nelle diocesi di origine dei beati. Numerosi i vescovi, i sacerdoti e i membri della famiglia francescana che hanno concelebrato la Messa, presieduta dal prefetto della Congregazione delle cause dei santi, il cardinale Angelo Amato. Tra gli altri, accanto a lui sull’altare, l’arcivescovo di Palermo, il cardinale Paolo Romeo; l’arcivescovo emerito di Hong Kong, il cardinale Giuseppe Zen Ze-kiun; l’arcivescovo emerito di Palermo, il cardinale Salvatore De Giorgi; il segretario generale della Cei, il vescovo Mariano Crociata; il vescovo di Acireale, Antonino Raspanti; l’arcivescovo di Catania, Salvatore Gristina; il ministro generale dei Frati Minori, fra José Rodríguez Carballo e il ministro pro-vinciale della Sicilia, fra’ Giuseppe Noto. Il rito della beatificazione si è svolto durante la Messa, subito dopo l’atto penitenziale. Il vescovo Raspanti ha letto la richiesta di beatificazione di padre Allegra e il postulatore generale dei Frati Minori padre Giovan Giuseppe Califano, ne ha tracciato la biografia. È seguito l’emozionante lettura, da parte del cardinale Amato, della bolla con cui il Papa proclama beato Gabriele Maria Allegra insieme all’indicazione della data della sua festa liturgica: il 26 gennaio. Suggestivo lo scoprimento dell’arazzo raffigurante il neo beato, esposto sulla facciata della chiesa di San Pietro e accolto da un fragoroso applauso. Sull’altare, è stata quindi portata una reliquia di padre Allegra, al canto delMagnificat, il cantoche il beato chiese ai suoi confratelli di cantare, al momento della sua morte.
Nell’omelia, dopo la proclamazione del Vangelo letto in italiano e in cinese, il cardinale Amato ha ripercorso la vita e le virtù del beato, a partire dal contributo che la terra natia ha dato nel formare la sua personalità poliedrica: «La grandiosità e la vitalità dell’Etna – ha detto – l’orizzonte sconfinato del mare, il rigoglio della natura fertile e generosa, gli echi nobilissimi di una memorabile antichità greco-latina gli aprirono i confini di terre lontane, ma altrettanto ricche di cultura e di umanità, da conquistare con lo studio, la bontà e la Parola di Dio». Il cardinale ha evidenziato come la traduzione della Bibbia in cinese sia stata «una pietra miliare nella storia della Chiesa cattolica in Cina» e ha definito padre Allegra un uomo erudito e umile, seguace di san Francesco soprattutto in questa virtù, tant’è che nella traduzione della Bibbia non compare mai il suo nome. «Cosa possiamo apprendere dal beato Gabriele Allegra? – ha chiesto il cardinale –. L’appello più pressante che egli ci rivolge è l’amore alla Sacra Scrittura, con l’intensità di cuore e di mente che ebbe lui».
Piene di gratitudine le parole pronunziate, a conclusione della Messa, dal ministro generale fra Carballo, che ha ringraziato Benedetto XVI per avere accolto la richiesta di beatificazione di padre Allegra. Una gioia condivisa da tutta la fraternità francescana, che vive questa beatificazione come un’occasione per rinnovare lo stupore e la gratitudine per il dono della nostra vocazione. Il vescovo Raspanti ha quindi evidenziato il legame tra padre Allegra e la diocesi di Acireale, che ne custodisce le spoglie mortali nel convento di San Biagio: «Questo piccolo uomo, nato nelle nostre contrade – ha detto – ha avuto il coraggio eroico in tempi difficili di scalare vette, le cui altezze metterebbero i brividi a qualunque».Nel pomeriggio uno spettacolo della cantante Tosca ha prolungato la festa. Oggi si terranno due Messe di ringraziamento: alle 10 nella Cattedrale di Acireale e alle 18,30 nella chiesa madre di San Giovanni La Punta, città natale del beato.
Maria Gabriella Leonardi
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