Questo blog raccoglie i miei articoli pubblicati sul quotidiano nazionale di ispirazione cattolica "Avvenire". Sono articoli in cui mi sforzo di raccontare cosa fanno tanti siciliani che si prodigano per gli altri e testimoniano tra gli uomini l'amore e la presenza di Dio. Questo blog vuole essere un omaggio e un grazie ai numerosi credenti siciliani che ho il piacere di conoscere e che con la loro testimonianza arricchiscono anche la mia vita e mi spronano ad essere migliore. MGL
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venerdì 27 marzo 2009
Suor Maria Alfonsa, gioia oltre la sofferenza
Si è conclusa nei giorni scorsi, con una cerimonia solenne nella Cattedrale di Messina, la fase diocesana del processo di canonizzazione di suor Maria Alfonsa, figura esemplare sbocciata nella città di padre Annibale Maria di Francia, di sant’Eustochia e di altri santi amati dai messinesi. Suor Alfonsina ' vive' nel cuore dei messinesi grazie al suo apostolato dell’ascolto, alle parole di conforto, al sorriso donato a tutti, benché lei, per più di vent’anni, abbia vis- suto su una sedia a rotelle. « Il fascino della sua vita – ha spiegato durante la cerimonia fra’ Tonino Bono, vice postulatore della causa – si può sintetizzare nella chiara testimonianza di come la vita consacrata, spesa per amore, sia bella e fonte di gioia. La sua vita si è ispirata al Vangelo e al carisma della ' santa riparazione', da lei incarnato dall’offerta della sua malattia cronica, sino ad emettere con slancio di fede e di profonda umiltà il voto di ' vittima' e di ' martirio' » . Suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino era nata a Tarquinia ( Viterbo) nel 1937, figlia di Leonardo Bruno e Gerlanda Alaimo. Da bambina segue con la famiglia gli spostamenti del padre dovuti a motivi di lavoro, sino a stabilirsi a Santa Teresa di Riva, nel Messinese. Tra i 17 e i 19 anni, vive un periodo di ricerca vocazionale che la porterà ad entrare nella congregazione delle suore Ancelle Riparatrici di Santa Teresa di Riva.
Dopo avere emesso la professione temporanea, nel 1960 parte missionaria per l’Ohio, negli Stati Uniti, dove si dedica ai lavori domestici, alla testimonianza e alla cura dei bambini e, il 3 febbraio 1964, emette la professione perpetua – nonostante la malattia degenerativa manifestatasi nel 1961 – maturando così la certezza che il Signore la chiama alla sofferenza. La sua salute si aggrava e, nel 1967, viene ricoverata in ospedale dove le viene diagnosticata l’artrite reumatoide deformante anchilosante progressiva. L’anno successivo è costretta a rientrare nella casa madre a Messina. Vi rimarrà per 26 anni, di cui 21 sulla sedia a rotelle.
L’arcivescovo di MessinaLipari-Santa Lucia del Mela, Calogero La Piana, nel delineare la sua immagine ha osservato: « Un primo tratto della santità cristiana che emerge dalla testimonianza di suor Alfonsa riguarda la luminosità della sua vita che traspare dalla serenità del suo sguardo. Lunghi anni vissuti in maniera esemplare con serenità, gioia e la ferma convinzione di avere ricevuto un grande dono da Dio » .
Suor Maria Alfonsa è morta in fama di santità a Messina il 23 agosto 1994. Gli atti per l’apertura del processo di canonizzazione sono stati predisposti da monsignor Giovanni Marra predecessore di La Piana.
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato su AVVENIRE del 27 marzo 2009)
lunedì 16 marzo 2009
La pastorale giovanile diocesana di Piazza Armerina oggi in convegno con Pennisi,Anselmi e Pierpaoli
GELA. È in programma oggi a Gela il convegno diocesano di pastorale giovanile di Piazza Armerina.
L’incontro si terrà nell’hotel Villa Peretti e affronterà il tema «Fino ai confini della terra». Sarà un momento per fare il punto sul lavoro portato avanti negli ultimi cinque anni in diocesi. Il convegno sarà aperto, alle 9.30, dal vescovo Michele Pennisi: il presule terrà una relazione sul tema «Educare i giovani alla politica». Seguiranno gli interventi del responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei, don Nicolò Anselmi e del responsabile del Centro Giovanni Paolo II di Loreto, don Francesco Pierpaoli. Nel pomeriggio, a partire dalle 15.30, saranno presentate alcune esperienze di educazione dei giovani: interverranno i responsabili della Comunità Frontiera di Pietraperzia, nell’Ennese, i capi dell’Agesci e i responsabili del Cesma (Centro giovanile musica e arte) di Gela. Alle 18.30 i delegati diocesani per la pastorale giovanile, Enzo Madonia e don Giuseppe Fausciana, concluderanno i lavori.
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato su Avvenire del 14 marzo 2008)
L’incontro si terrà nell’hotel Villa Peretti e affronterà il tema «Fino ai confini della terra». Sarà un momento per fare il punto sul lavoro portato avanti negli ultimi cinque anni in diocesi. Il convegno sarà aperto, alle 9.30, dal vescovo Michele Pennisi: il presule terrà una relazione sul tema «Educare i giovani alla politica». Seguiranno gli interventi del responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei, don Nicolò Anselmi e del responsabile del Centro Giovanni Paolo II di Loreto, don Francesco Pierpaoli. Nel pomeriggio, a partire dalle 15.30, saranno presentate alcune esperienze di educazione dei giovani: interverranno i responsabili della Comunità Frontiera di Pietraperzia, nell’Ennese, i capi dell’Agesci e i responsabili del Cesma (Centro giovanile musica e arte) di Gela. Alle 18.30 i delegati diocesani per la pastorale giovanile, Enzo Madonia e don Giuseppe Fausciana, concluderanno i lavori.
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato su Avvenire del 14 marzo 2008)
Ecumenismo: la catechesi, risorsa del dialogo
MESSINA. Coltivare la «catechesi ecumenica» per dare futuro al dialogo tra le Chiese. Perché oggi il rischio reale è che, in un contesto sempre più multiculturale, i più giovani non conoscano le altre confessioni e non siano in grado di confrontarsi con chi appartiene a un’altra confessione cristiana. Sul tema «La Parola per una catechesi ecumenica: una catechesi biblica aperta alla comunione ecumenica?» l’Istituto teologico «San Tommaso» di Messina e il Centro di pedagogia religiosa «Giovanni Cravotta» hanno organizzato un simposio che tra mercoledì e ieri ha fatto incontrare studiosi e rappresentanti di diverse confessioni cristiane. «È indubbio – spiega don Antonio Romano, direttore del Centro di pedagogia religiosa – che le maggiori difficoltà con cui deve fare i conti oggi il dialogo ecumenico vengono dalla mancanza di conoscenza reciproca.
Per questo è necessario un rinnovamento della catechesi ecumenica». Numerose le personalità intervenute al dibattito: da Christa Wolf, pastora della chiesa luterana di Sicilia che ha presieduto la preghiera ecumenica iniziale, a Ermanno Genre, della Facoltà teologica valdese di Roma che, prendendo spunto dal libro «Il pellegrino e il convertito» di Danièle Hervieu Léger, ha parlato del rapporto tra identità religiose e contesto post-moderno. Cesare Bissoli, dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, ha poi riportato gli echi del recente Sinodo dei vescovi riguardanti l’ecumenismo: la crescente attenzione agli ortodossi, la valutazione positiva del ruolo delle Società bibliche (di matrice evangelica) nel diffondere la Bibbia, l’importanza dell’incontro personale con la Sacra Scrittura. «La catechesi ecumenica – ha spiegato don Giovanni Russo, preside del San Tommaso – non esclude le differenze di vedute; mira alle convergenze, senza togliere le divergenze». «Al di là delle difficoltà il dialogo fatto dagli incontri nella vita di tutti i giorni va avanti – ha commentato don Gino Battaglia, direttore dell’Ufficio Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligoso –. L’amore per la Parola di Dio è ciò che di più prezioso abbiamo in comune ed è la risposta a chi ha la sensazione che in questo momento l’ecumenismo sia in una fase di stasi».
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato su Avvenire del 6 marzo 2009)
Per questo è necessario un rinnovamento della catechesi ecumenica». Numerose le personalità intervenute al dibattito: da Christa Wolf, pastora della chiesa luterana di Sicilia che ha presieduto la preghiera ecumenica iniziale, a Ermanno Genre, della Facoltà teologica valdese di Roma che, prendendo spunto dal libro «Il pellegrino e il convertito» di Danièle Hervieu Léger, ha parlato del rapporto tra identità religiose e contesto post-moderno. Cesare Bissoli, dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, ha poi riportato gli echi del recente Sinodo dei vescovi riguardanti l’ecumenismo: la crescente attenzione agli ortodossi, la valutazione positiva del ruolo delle Società bibliche (di matrice evangelica) nel diffondere la Bibbia, l’importanza dell’incontro personale con la Sacra Scrittura. «La catechesi ecumenica – ha spiegato don Giovanni Russo, preside del San Tommaso – non esclude le differenze di vedute; mira alle convergenze, senza togliere le divergenze». «Al di là delle difficoltà il dialogo fatto dagli incontri nella vita di tutti i giorni va avanti – ha commentato don Gino Battaglia, direttore dell’Ufficio Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligoso –. L’amore per la Parola di Dio è ciò che di più prezioso abbiamo in comune ed è la risposta a chi ha la sensazione che in questo momento l’ecumenismo sia in una fase di stasi».
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato su Avvenire del 6 marzo 2009)
Meeting dell'educazione a Gela
GELA (Cl) Trecento persone tra insegnanti, volontari, educatori e genitori da oggi, venerdì, a domenica partecipano a Gela al “Meeting nazionale per l’educazione”, un’iniziativa promossa, per la prima volta in Sicilia, da un singolare partenariato costituito dal locale Centro di servizio per il volontariato, dall’Ufficio scolastico della regione Sicilia, dalle associazioni Movimento di volontariato italiano (Mo.V.I), Creativ e Libera, dalla diocesi di Piazza Armerina e con la collaborazione della raffineria Eni di Gela. Scopo del Meeting è fornire strumenti operativi ed innovativi a quanti sono impegnati in campo educativo attraverso 24 workshop, animati da esperti di Creativ, formatori di Libera e del Mo.Vi. I workshop spaziano sui temi più disparati: si va dall’ “educazione attraverso le parabole” al laboratorio di danze etniche, dalla clownerie al laboratorio sull’uso dei palloncini. Ma c’è anche il gruppo di studio sulle idee per promuovere, in oratorio, l’educazione alla cittadinanza e al volontariato e il gruppo di studio sulle “tecniche su come nascere e crescere un gruppo”. Non poteva mancare l’attenzione alle dinamiche familiari, al bullismo e al lavoro di rete. Un mix di attività, progetti e creatività, finalizzati al bene comune, che, secondo gli organizzatori, può candidare Gela a diventare a livello nazionale, "un modello sperimentale di rete integrata per affrontare le emergenze educative", soprattutto una rete per fare fronte comune nella lotta alla mafia in Sicilia. Sabato è previsto uno spettacolo di animazione di musica, danza e teatro sul tema della motivazione alla passione educativa. «Il mondo associativo in Sicilia, grazie alle energie che stanno liberando i Centri di Servizio per il Volontariato – ha dichiarato Enzo Madonna, responsabile a Gela del Cesvop e del Mo.V.I. - sta riprendendo il gusto dello studio, della ricerca, della presa di coscienza e dell’assunzione di responsabilità in termini culturali ed educativi. Il volontariato, le associazioni di promozione sociale, le cooperative, hanno svolto un ruolo fondamentale in questi anni ma spesso il loro impegno si è circoscritto al “progettare” ed al “fare” che li ha condotti a qualche forma di dipendenza dal potere politico; oggi è il tempo dell’autonomia che deve generare “legami forti” per creare pensieri nuovi capaci di affrontare le sfide della cultura e dell’educazione e della convivenza democratica, che saranno messe in crisi dall’acuirsi della crisi economica». «Con questa iniziativa – ha aggiunto Lillo di Ganci, responsabile informazione di Libera in Sicilia - diamo continuità a percorsi costruiti con i ragazzi delle scuole superiori per portare il tema delle mafie, all'interno dei curricula scolastici. Il Meeting nazionale dell’educazione favorisce la creazione di una comunità alternativa alle mafie, certa che il ruolo della società civile sia quello di affiancare la necessaria opera di repressione propria dello Stato e delle Forze dell’Ordine, con un’offensiva di prevenzione culturale».
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato su Avvenire del 17 marzo 2009)
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato su Avvenire del 17 marzo 2009)
martedì 3 marzo 2009
Parola ed ecumenismo: simposio a Messina
MESSINA . «La Parola per una catechesi ecumenica. Una catechesi biblica aperta alla comunione ecumenica?»: è il tema del secondo simposio di studi catechetici in programma, domani e giovedì 5 marzo presso l’Istituto teologico «San Tommaso» di Messina . Introdurrà i lavori Antonino Romano, direttore del Centro di pedagogia religiosa «Cravotta», e modererà gli interventi Carmelo Labate, coordinatore del Segretariato attività ecumeniche (Sae) di Messina . Il programma della prima giornata prevede le relazioni di Giovanni Orlando (Istituto San Tommaso) su «Il magistero cattolico sull’ecumenismo» e di Carmelo Labate («Le difficoltà nel dialogo ecumenico»). Seguiranno gli interventi di padre Alessio, monaco ortodosso, del pastore valdese Jens Hansen, del pastore della Chiesa avventista del Settimo giorno Giuseppe Laguardia, del pastore evangelico pentecostale Peter William, e di padre Roberto Romeo, direttore dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo. Giovedì, dopo i saluti del preside del «San Tommaso», don Giovanni Russo, interverrà l’arcivescovo di MessinaLipari-Santa Lucia del Mela, Calogero La Piana. Quindi don Gino Battaglia, direttore dell’Ufficio Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso; tratterà il tema «La catechesi ecumenica tra gli impegni pastorali della Chiesa cattolica italiana» e monsignor Cesare Bissoli (Università Pontificia Salesiana) si soffermerà su «La Parola di Dio, vincolo ecumenico nel cammino pastorale.Voci e stimoli dal Sinodo 'La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa'»; seguirà la relazione di Ermanno Genre (Facoltà teologica valdese di Roma) su «Fine delle identità religiose ereditate: chance per una catechesi ecumenica?» e l’intervento di Marco Sirchia (Eparchia di Piana degli Albanesi) su «Mistagogia e catechesi nelle Chiese orientali».
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato su AVVENIRE del 3 marzo 2009)
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato su AVVENIRE del 3 marzo 2009)
domenica 11 gennaio 2009
Caltanissetta, non siamo la maglia nera
CALTANISSETTA Il Sole24Ore, nella sua ultima indagine, l’ha confinata all’ultimo posto tra le province italiane per vivibilità. Ma si sta davvero così male nella provincia di Caltanissetta? «L’analisi del “Sole 24Ore” è veritiera: Caltanissetta è una provincia che da sempre è il meridione del meridione. Ma i dati dell'indagine misurano la condizione dal punto di vista occupazionale, economico… ma non dal punto di vista umano. In questo ambito Caltanissetta e provincia hanno compiuto grossi passi». Lo afferma il dott.Piero Cavalieri, dirigente psicologo presso la locale Asl n.2, nonché docente presso la Lumsa di Caltanissetta. Secondo Cavalieri occorre innanzitutto distinguere tra la realtà specifica di Caltanissetta con la realtà dell’hinterland: in provincia alcuni centri versano in uno stato di abbandono mentre in città non si sta così male. Il 2008 si è chiuso con un omicidio di mafia, a San Cataldo. Tuttavia «E’ in questi ultimi anni – afferma Cavaleri – che a Caltanissetta si parla di cultura della legalità: a Gela, il Sindaco Rosario Crocetta è notoriamente antimafia, a Caltanissetta con il presidente della camera di commercio, Marco Venturi, e con il presidente degli industriali, Antonello Montante, è partito un movimento contro la mafia nell’ambito del commercio e della produzione. Legambiente, da alcuni anni, porta Caltanissetta ai primi posti per quanto riguarda la sensibilità dell’amministrazione locale per i problemi dell’infanzia. Sia a Caltanissetta che a Gela non c’è mai c’è stato un fervore nel volontariato come negli ultimi anni. Crescono le iniziative di tipo culturale, grazie anche al teatro che sta lavorando a pieno regime. Ci sono piccole imprese che chiudono, ma nasce la voglia di fare impresa. Ci manca una classe politica all’altezza della situazione, tuttavia nella provincia la Chiesa è presente con esperienze come “Casa Rosetta” e con due diocesi nell’ambito della provincia (Caltanissetta e Piazza Armerina) vivaci e sensibili alle problematiche sociali».
Proprio dalla sensibilità della chiesa nissena ai problemi concreti delle persone è nato un progetto di microcredito, denominato “Mai soli” che, al momento, è l’unico del genere in Sicilia. Grazie a “Mai soli”, vengono erogati piccoli prestiti, fino ad un massimo di 2.500 euro, a singole persone o famiglie che non possono accedere al credito bancario, ma che, comunque, direttamente o indirettamente, hanno un reddito e che si trovano in uno specifico bisogno sociale, legale, sanitario. Ciò che distingue questa iniziativa dalle comuni finanziarie, è che i piccoli presti dovranno essere restituiti senza interessi. In poco tempo lo Sportello di Ascolto della Caritas di Caltanissetta ha ricevuto e istruito circa 100 domande. Di queste, quindici hanno già ricevuto il prestito; un’altra decina è in corso di deliberazione; una quarantina sono state bocciate per motivi vari (mancanza di garante o requisiti, individuazione di soluzioni alternative), altre non hanno dato seguito ai primi colloqui; le rimanenti sono in corso di istruzione. Numerose solo le richieste di prestiti per piccole ristrutturazioni delle abitazioni ed estremamente ricorrente l’intervento per debiti pregressi nei confronti di finanziarie.
“Mai soli” è stato varato lo scorso settembre, attuando un protocollo d’intesa fra Comune e Caritas diocesana di Caltanissetta e, in seguito, tra Caritas diocesana e BCC “San Giuseppe” di Mussomeli. Il Comune di Caltanissetta ha messo a disposizione 40mila euro, per i soli cittadini di Caltanissetta, per istituire un fondo di garanzia e di intervento con c/c presso la Banca di credito cooperativo “San Michele” che ha aderito all’iniziativa, e per concorrere alle spese di funzionamento degli sportelli-ascolto. La Caritas, invece, ha stanziato un proprio fondo per tutti i cittadini della Diocesi. A dicembre, malgrado la crisi che imperversa, la Banca di credito Cooperativo "San Giuseppe" di Mussomeli, a seguito della vista pastorale del Vescovo di Caltanissetta, monsignor Mario Russotto, ha donato al progetto di microcredito 250.000 euro.
L’erogazione dei prestiti avviene dopo l’istruttoria degli operatori dello sportello di ascolto, la dott. Valentina Riso (pedagogista), la dott. Valentina Corrado (assistente sociale) e il dott. Tino Russo, esperto in microcredito. Non rientrano nel progetto elargizioni periodiche o saltuarie, oppure forme di aiuto generico e di sostentamento.
Questo progetto, come tante altre iniziative, è nato grazie all’impulso dato alla Diocesi dal Vescovo Mario Russotto con la sua lettera pastorale del 2005, intitolata “Il tuo tempo per i poveri”. Da allora la Diocesi, seguendo le indicazioni del presule, ha messo in campo numerose iniziative a favore di chi si trova in stato di bisogno.
Maria Gabriella Leonardi
(Pubblicato su Avvenire del 4 gennaio)
Proprio dalla sensibilità della chiesa nissena ai problemi concreti delle persone è nato un progetto di microcredito, denominato “Mai soli” che, al momento, è l’unico del genere in Sicilia. Grazie a “Mai soli”, vengono erogati piccoli prestiti, fino ad un massimo di 2.500 euro, a singole persone o famiglie che non possono accedere al credito bancario, ma che, comunque, direttamente o indirettamente, hanno un reddito e che si trovano in uno specifico bisogno sociale, legale, sanitario. Ciò che distingue questa iniziativa dalle comuni finanziarie, è che i piccoli presti dovranno essere restituiti senza interessi. In poco tempo lo Sportello di Ascolto della Caritas di Caltanissetta ha ricevuto e istruito circa 100 domande. Di queste, quindici hanno già ricevuto il prestito; un’altra decina è in corso di deliberazione; una quarantina sono state bocciate per motivi vari (mancanza di garante o requisiti, individuazione di soluzioni alternative), altre non hanno dato seguito ai primi colloqui; le rimanenti sono in corso di istruzione. Numerose solo le richieste di prestiti per piccole ristrutturazioni delle abitazioni ed estremamente ricorrente l’intervento per debiti pregressi nei confronti di finanziarie.
“Mai soli” è stato varato lo scorso settembre, attuando un protocollo d’intesa fra Comune e Caritas diocesana di Caltanissetta e, in seguito, tra Caritas diocesana e BCC “San Giuseppe” di Mussomeli. Il Comune di Caltanissetta ha messo a disposizione 40mila euro, per i soli cittadini di Caltanissetta, per istituire un fondo di garanzia e di intervento con c/c presso la Banca di credito cooperativo “San Michele” che ha aderito all’iniziativa, e per concorrere alle spese di funzionamento degli sportelli-ascolto. La Caritas, invece, ha stanziato un proprio fondo per tutti i cittadini della Diocesi. A dicembre, malgrado la crisi che imperversa, la Banca di credito Cooperativo "San Giuseppe" di Mussomeli, a seguito della vista pastorale del Vescovo di Caltanissetta, monsignor Mario Russotto, ha donato al progetto di microcredito 250.000 euro.
L’erogazione dei prestiti avviene dopo l’istruttoria degli operatori dello sportello di ascolto, la dott. Valentina Riso (pedagogista), la dott. Valentina Corrado (assistente sociale) e il dott. Tino Russo, esperto in microcredito. Non rientrano nel progetto elargizioni periodiche o saltuarie, oppure forme di aiuto generico e di sostentamento.
Questo progetto, come tante altre iniziative, è nato grazie all’impulso dato alla Diocesi dal Vescovo Mario Russotto con la sua lettera pastorale del 2005, intitolata “Il tuo tempo per i poveri”. Da allora la Diocesi, seguendo le indicazioni del presule, ha messo in campo numerose iniziative a favore di chi si trova in stato di bisogno.
Maria Gabriella Leonardi
(Pubblicato su Avvenire del 4 gennaio)
I motivi di speranza
Caltanissetta sarà pure fanalino di coda nell’indagine del Sole24Ore, ma in tema di solidarietà non ha nulla da invidiare alle altre città. Ed è il suo Vescovo, monsignor Mario Russotto, che snocciola un lungo elenco di azioni concrete, oltre il progetto “Mai Soli”, che la chiesa locale ha attuato per rispondere alle esigenze dei poveri. «Nel 2005 – racconta il presule - ho invitato tutte le persone ad adottare un povero e a dedicargli del tempo. Adesso, in diocesi, ci sono circa 1500 volontari della carità che settimanalmente dedicano del tempo ai poveri. Coppie di sposi hanno adottato delle “famiglie in crisi”: non ci sono solo le povertà materiali da curare, ma anche quelle morali. E ci sono anche giovani che hanno adottato altri giovani alcolizzati o drogati.
«Nelle parrocchie di Caltanissetta sta partendo il volontariato vincenziano che prevede l’aiuto a domicilio ai poveri. Abbiamo adottato circa 52 famiglie: le parrocchie provvedono a pagare le bollette ma anche al cibo e pure a un piccolo assegno mensile.
«Abbiamo da tre anni avviato il progetto “La città dei ragazzi”. Seguiamo 62 ragazzini, li andiamo a prendere a casa e li portiamo nelle “Città dei ragazzi”, ne abbiamo due; qui fanno i compiti, laboratori, teatro, educazione alla legalità…
«D’intesa con una clinica di Palermo che esegue radioterapia e chemioterapia, abbiamo avuto approvato dalla Regione Siciliana un progetto e abbiamo ottenuto due pulmini. Due volte la settimana i nostri volontari accompagnano gli ammalati di tumore in questa clinica a eseguire queste terapie che non possono essere eseguite a Caltanissetta
«Un’altra esperienza molto consolidata è la “Cittadella della Carità” dove operano circa 120 persone tra medici, assistenti sociali, psicologi e avvocati: ogni settimana dedicano due o tre ore a visitare i poveri o a dare loro assistenza gratuitamente. Con alcuni medici, a ottobre, siamo anche andati in Albania. Sono state visitate circa 250 persone che non avevano mai visto un medico nella loro vita».
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato su Avvenire del 4 gennaio 2009)
«Nelle parrocchie di Caltanissetta sta partendo il volontariato vincenziano che prevede l’aiuto a domicilio ai poveri. Abbiamo adottato circa 52 famiglie: le parrocchie provvedono a pagare le bollette ma anche al cibo e pure a un piccolo assegno mensile.
«Abbiamo da tre anni avviato il progetto “La città dei ragazzi”. Seguiamo 62 ragazzini, li andiamo a prendere a casa e li portiamo nelle “Città dei ragazzi”, ne abbiamo due; qui fanno i compiti, laboratori, teatro, educazione alla legalità…
«D’intesa con una clinica di Palermo che esegue radioterapia e chemioterapia, abbiamo avuto approvato dalla Regione Siciliana un progetto e abbiamo ottenuto due pulmini. Due volte la settimana i nostri volontari accompagnano gli ammalati di tumore in questa clinica a eseguire queste terapie che non possono essere eseguite a Caltanissetta
«Un’altra esperienza molto consolidata è la “Cittadella della Carità” dove operano circa 120 persone tra medici, assistenti sociali, psicologi e avvocati: ogni settimana dedicano due o tre ore a visitare i poveri o a dare loro assistenza gratuitamente. Con alcuni medici, a ottobre, siamo anche andati in Albania. Sono state visitate circa 250 persone che non avevano mai visto un medico nella loro vita».
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato su Avvenire del 4 gennaio 2009)
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