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martedì 31 dicembre 2019

A Santa Venerina una «casa comune» per due diocesi

Santa Venerina ( Catania)
Una casa comune per la catechesi e la pastorale, punto d’incontro di due diocesi che condividono lo stesso comune, Santa Venerina in Sicilia. È l’opera-segno che Caritas italiana lascia a nel comune etneo, a ricordo della vicinanza con le popolazioni colpite dal sisma del 2002. In un primo momento si pensava di costruire ex novo un edificio. Poi dopo la chiusura della casa delle suore, figlie della Carità (canossiane) si decise di stornare i finanziamenti Cei in questa struttura già esistente per conservarne la storia di attività educative e sociali che l’Istituto aveva offerto. Il progetto è stato pre- sentato in conferenza stampa, dentro l’istituto, alla presenza del sindaco di Santa Venerina (in provincia di Catania), Salvatore Greco, del vicario generale della diocesi Acireale, monsignor Giovanni Mammino, del vicario generale di Catania, monsignor Salvatore Genchi, del responsabile per la comunicazione della diocesi di Acireale, don Arturo Grasso, dei parroci di Santa Venerina e delle Suore Figlie della Carità. Nel 1934, quando Santa Venerina diventò comune autonomo sottraendo territori a altri tre comuni, la borgata di Bongiardo rimase legata all’arcidiocesi di Catania per il forte attaccamento degli abitanti con il cardinale benedettino Giuseppe Benedetto Dusmet, proclamato beato nel 1988 da Giovanni Paolo II . Dentro lo stesso comune, di 8500 abitanti circa, convivono due comunità fiere della loro identità, legate a due vescovi, rispettivamente
Antonino Raspanti (Acireale) e Salvatore Gristina (Catania). Per nulla scontata la collaborazione che però nell’ex istituto delle suore canossiane diventa realtà. Già da tempo è operante la Caritas e il Banco alimentare a servizio di tutto il Comune. Adesso il Centro sarà a servizio delle attività delle comunità parrocchiali Santa Venera e Sacro Cuore, che ricadono nella circoscrizione vescovile di Acireale, e della comunità Santa Maria del Carmelo in Bongiardo, che risiede invece in quella di Catania. Per l’acquisto dell’immobile Caritas italiana mette 300mila euro. Ma il valore di una “casa comune” riesce a coglierlo sino a fondo solo chi vive a Santa Venerina. Monsignor Genchi ha auspicato che il senso di appartenenza unisca maggiormente nel lavoro per l’unico Regno di Dio. «Santa Venerina – ha ricordato – è spesso provata dai terremoti: non dobbiamo arrenderci ma ricominciare ogni volta da capo». Monsignor Mammino ha sottolineato che l’istituto delle suore non poteva andare perduto e che le due comunità sono chiamate a convergere. Uno dei parroci, don Giovanni Mammino ha ricordato che il centro è la penultima opera che viene realizzata dopo il sisma del 2002. L’ultima è la chiesa di Bongiardo che presto sarà riaperta al culto.



 Il complesso sarà destinato a varie attività parrocchiali presenti nel comune siciliano. Servirà per venire incontro alle necessità delle popolazioni colpite dal terremoto del 2002

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