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lunedì 21 settembre 2009

L'amore per la vita è più forte della burocrazia


Nel bilancio della Regione Siciliana compare, da qualche anno, un capitolo a favore della Federazione dei Movimenti per la Vita e dei Centri di aiuto alla vita dell’isola. «La Federazione, che sin dall’inizio ha cercato di seguire le istanze di contributo, è grata a coloro che si sono spesi per raggiungere questo risultato ma sinora - riferiscono dalla Federazione - per motivi burocratici, nessun MPV o CAV ha potuto usufruirne».
Per fortuna l’amore per la vita è più forte anche della burocrazia e supplisce spesso alle carenze del pubblico. Basti pensare all’attività del Cav di Agrigento, presieduto da Angelo Marongiu. In 9 anni di vita il Cav della città dei templi ha salvato dall’aborto circa 500 bambini. Ogni settimana, il giorno del ricevimento, dietro la porta dell’associazione circa 150 persone aspettano il loro turno. Agrigento è una città “di confine”. «Una buona metà dei nostri assistiti sono stranieri – spiega Marongiu – tutto il mondo è presente qui». Per queste persone che arrivano in Italia e hanno già tanti problemi, spesso una gravidanza è solo un problema in più. I volontari del Cav aiutano le mamme con il progetto Gemma, con alimentari, pannolini e quanto può servire. Quando è possibile, cercano di procurare anche un lavoretto ai mariti. Concluso il progetto Gemma non si abbandonano le coppie assistite, ma si cerca di affidarle alla comunità parrocchiale in cui risiedono.
Giovanissimo è invece il MPV e CAV di Mistretta onlus, nel messinese, che ha un anno di vita. «Accogliere la vita concepita è difficile quando non c’è la sicurezza economica – afferma il presidente Angela Provenzale -. Il Cav si regge sull’autofinanziamento o sulle offerte e alle nostre richieste molti hanno donato con generosità. Degli studenti hanno destinato al Cav le offerte raccolte in suffragio della loro amatissima professoressa, facendoci pensare alla possibilità di continuare a raccogliere per i funerali le offerte di chi non vuole fiori. Il bisogno delle mamme ci spinge ad essere pungolo per i servizi sociali del nostro Comune, perché le aiutino, soprattutto quando chi aiutiamo è straniero. Allora si combatte con documenti, il rinnovo del permesso di soggiorno che impiega più di un anno ad arrivare e l’assegno di maternità dell’Inps. I servizi sociali ci conoscono anche per l’insistenza con cui da un anno chiediamo che si concretizzi un progetto che attinga ai fondi della legge 328. Non ci siamo ancora riusciti, ma non molliamo: la vita è un miracolo, ma vuole il nostro amore e grande impegno».
Maria Gabriella Leonardi
20 settembre 2009

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