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giovedì 29 giugno 2023

Da Acireale 35 giovani parteciperanno alla Gmg

 

I ragazzi di Acireale che parteciperanno alla Gmg hanno iniziato il conto alla rovescia.Ieri il Servizio di pastorale giovanile della Diocesi, guidato da don Orazio Sciacca, li ha incontrati per presentare il programma del viaggio a Lisbona. 35 i ragazzi che parteciperanno, accompagnati, oltre che da don Orazio, anche da don Rosario Raciti e don Raffaele Stagnitta. La maggior parte di loro partecipano per la  prima volta a una Gmg. Il 24 luglio, in Cattedrale, riceveranno il mandato dal vescovo. Al viaggio si sono preparati attraverso un percorso lungo il quale hanno approfondito il vangelo di riferimento, imparato l’inno, visionato i video delle passate Gmg. I ragazzi hanno pronto il loro striscione e indosseranno delle magliette offerte dalla diocesi. Durante il loro viaggio in Portogallo visiteranno anche Fatima e alloggeranno in una casa famiglia della comunità Papa Giovanni XXIII.

Maria Gabriella Leonardi

sabato 17 giugno 2023

Caltagirone, carenza di personale all'ospedale Gravina, il vescovo scrive al presidente della Regione e all'assessore regionale

 

Manca personale sanitario nell’ospedale Gravina di Caltagirone e il vescovo Calogero Peri scrive al Presidente della Regione siciliana Renato Schifani e all’assessora alla salute Giovanna Volo per sottoporre loro la grave emergenza in cui versa il presidio e in generale tutta la sanità territoriale dei comuni del calatino-sud Simeto. ㄍCon eroica dedizione - scrive il vescovo - il personale medico, infermieristico e operatori oss e osa hanno sempre garantito la funzionalità del nosocomio, sottoponendosi a turni massacranti e a condizioni non certamente ideali per chi deve svolgere funzioni e compiti così delicati, a discapito della tutela e salute dei lavoratori》. Anche il Consiglio comunale di Caltagirone ha dedicato in questi ultimi anni diverse sedute all’emergenza sanità nel comprensorio, coinvolgendo le istituzioni a tutti i livelli, ma non si è giunti all’esito sperato. Inoltre, sottolinea Peri, ㄍL'apertura dell'ospedale S. Marco non ha favorito la condizione del nostro presidio: molti medici preferiscono scegliere quale sede lavorativa gli ospedali di Catania o al massimo della più vicina Acireale》. Monsignor Peri scrive che il consistente patrimonio strumentale e tecnologico di cui è dotato il Gravina rischia di essere sottoutilizzato e gli investimenti strutturali del tutto vanificati, senza un'adeguata e proporzionata presenza di risorse umane. ㄍVogliamo con la presente - aggiunge - esprimere la nostra grande preoccupazione, come comunità ecclesiale e civile del calatino, perché questo territorio già fortemente depresso dal punto di vista economico e sociale non venga ulteriormente impoverito e i suoi abitanti privati dell'esercizio del diritto alla salute》.

Dall’Asp di Catania spiegano di avere espletato numerosi concorsi, anche procedure concorsuali dedicate all’ospedale Gravina ma le assunzioni sono state pochissime e in vari casi anche zero: il presidio viene ritenuto sede svantaggiata. La carenza di personale sanitario riguarda tutta l’isola. «La situazione – dice il direttore dell’ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro don Tino Zappulla –  fa emergere preoccupate domande e solleva con sgomento e apprensione, interrogativi perniciosi sul processo di diffuso abbandono e degrado, che è sotto gli occhi di tutti, e che denuncia il sempre più grave declino sociale, produttivo e culturale di una comunità molto provata, che vede riaprirsi drammaticamente le strade di una nuova emigrazione giovanile e di una fuga crescente di risorse umane》.


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Maria Gabriella Leonardi


sabato 11 febbraio 2023

In provincia di Catania un Museo diffuso collega le opere dei Gagini

 

L’arco trionfale del Maschio angioino a Napoli e la cappella di San Giovanni Battista nella Cattedrale di Genova. Sono le opere più famose di Domenico Gagini di Bissone, Canton Ticino, scultore a capo di una bottega, poi portata avanti dal figlio Antonello, che, tra il XV e il XVII secolo, fu altamente prolifica di opere realizzate soprattutto in Sicilia. Un progetto della Sovrintendenza ai beni culturali di Catania, finanziato dalla Regione siciliana, ha creato un museo diffuso che collega le opere dei Gagini nel catanese.

“Non potendo spostare le opere da dove si trovano si è pensato a un museo diffuso per portare le persone nei luoghi per cui queste opere sono state realizzate, coinvolgendo le tre diocesi della provincia, Catania, Acireale e Caltagirone, e le istituzioni del territorio”, spiega la dott.ssa Carmela Cappa della Soprintendenza ai beni culturali di Catania. Il progetto del Museo diffuso è partito l’anno scorso e da allora, nel catanese, l’iniziativa è stata presentata a Bronte, a Caltagirone e, qualche giorno fa, ad Acireale. Nell’occasione sono stati presentati due restauri che partiranno a breve: quello della statua della Madonna di Loreto di Linguaglossa e quello della statua della Madonna che si trova nella chiesa del Carmine di Paternò, entrambe nel catanese. L’auspicio è che questo progetto possa coinvolgere altre Soprintendenze della Sicilia; frattanto, c’è già un gemellaggio con la Calabria dove si trovano altre opere.

I Gagini furono imprenditori oltre che artisti, le loro opere sono una sintesi tra il Gotico e l’Umanesimo.  Per promuovere il percorso museale si sono tenute anche due giornate di studio, lo scorso novembre, nel Castello Ursino di Catania, sono stati realizzati dei pannelli, un video descrittivo dei percorsi di visita, un sito internet e degli opuscoli che descrivono la presenza dei Gagini nelle tre diocesi.

“Il museo diffuso dà l’idea del territorio. Talvolta la sede originaria di un’opera non esiste più, ma se il luogo per cui l’opera è stata pensata esiste che senso ha toglierla per metterla in un contenitore anonimo? Deve essere, piuttosto, il visitatore a muoversi lungo un percorso”, dice Fabio Grippaldi, della diocesi di Acireale, coordinatore Amei, l’Associazione musei ecclesiastici italiani della regione Sicilia. “Il Museo diffuso - aggiunge - valorizza l’opera nel contesto originario e la conoscenza del territorio con le usanze e le tradizioni del luogo. Anche nella stessa diocesi possono esservi territori molto diversi: ad esempio, nella diocesi di Acireale, Randazzo è un territorio molto diverso da quello acese”. Proprio a Randazzo si trova un’opera rappresentativa dell’arte dei Gagini: la statua di San Nicola nella omonima chiesa. Nella Cattedrale di Acireale si trova, invece, un’acquasantiera scolpita da Antonello Gagini nel 1525. “Finito il momento del racconto parlato - soggiunge Carmela Cappa - ora deve iniziare il momento del racconto vissuto, ora bisogna iniziare a percorrere queste strade”.

MGL

mercoledì 30 novembre 2022

ACIREALE Una tenda e diciotto metri di pensieri

 

Una tenda al centro di una piazza affollata di giovani dove dialogare con chi passa sui grandi temi della vita. Così, la scorsa estate, nella piazza del borgo marinaro di Torre Archirafi, il Servizio per la pastorale giovanile della diocesi di Acireale, nel catanese, ha sperimentato “La tenda dell’ascolto”, un nuovo modo di approcciarsi con i giovani. « Lo ripeteremo nei prossimi mesi a Giarre, a Randazzo e in estate nei comuni marinari - dice don Orazio Sciacca, responsabile del servizio giovanile -. La tenda sa di casa, ma non proprio di casa ricorda più la Chiesa come “ospedale da campo” immaginata da papa Francesco ». Volantini per strada, la tenda al centro della piazza, lo striscione della pastorale giovanile e tre tavoli dedicati ad altrettanti temi: la custodia della vita, la custodia del creato, le relazioni. Questa la scenografia che trovavano i ragazzi che si sono fermati a dialogare con i loro coetanei della pastorale giovanile. «Il nostro interesse principale in questa occasione era l’ascolto, lo scambio di idee, non fare catechesi», racconta don Orazio. Ed è emerso quanto siano distanti i punti di vista dei giovani rispetto alle scelte di chi segue il Vangelo: quasi tutti pro aborto, e le ragazze più dei ragazzi. Due coppie di omosessuali si sono avvicinate alla tenda per dire di non essersi sentiti accolti dalla Chiesa proprio per il loro orientamento sessuale. Tuttavia, oltre il 90% dei giovani avvicinati ha accolto la proposta di dialogare, fosse anche per criticare. A riprova di una disponibilità o di una ricerca del dialogo. Aspetto che don Orazio ha poi riferito durante l’assemblea sinodale. Sui tre tavoli erano stese delle tovaglie di carta da festa su cui i giovani avvicinati, se volevano, potevano lasciare un loro messaggio, un pensiero, anche anonimo. Sono stati scritti messaggi di tutti i tipi che occupano ben 18 metri di tovaglie. Diciotto metri di pensieri da cui ripartire.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

MGL


sabato 15 ottobre 2022

Lotta agli abusi, nel Catanese tre diocesi si mettono in rete

 

Catania

Non si nasconde più nulla per tutelare l’'istituzione Chiesa”, la priorità, anche per la Chiesa, è la tutela della vittima. All’insegna di questo principio, ormai assodato, ieri, nei locali del Seminario arcivescovile di Catania, si è tenuta una giornata di studi promossa dalle diocesi di Catania, Acireale e Caltagirone, dal titolo “I minori e le persone vulnerabili: quale tutela effettiva? Ascoltare, tutelare, proteggere e curare i minori e le persone vulnerabili vittime di abuso”. È la prima volta che, nel catanese, si tiene un convegno simile, che vede collaborare e confrontarsi assieme diverse diocesi. Segno dell’atteggiamento di apertura e trasparenza adottato ormai dalla Chiesa italiana. La giornata è stata finalizzata allo scambio di informazioni e buone prassi, al confronto a livello istituzionale e personale per aiutarsi a raggiungere alcuni obiettivi, tra cui potenziare la rete dei referenti diocesani, accrescere i centri d’ascolto e la collaborazione con le istituzioni pubbliche. Diversi partecipanti hanno preso contatti con gli esperti presenti, anche per affrontare casi concreti. Centrale il dialogo-confronto su come collaborare e rispettarsi tra istituzioni civili e Chiesa. Sono intervenuti il vescovo di Acireale e presidente della Conferenza episcopale siciliana (Cesi), Antonino Raspanti, l’amministratore apostolico di Mazara del Vallo, il vescovo Domenico Mogavero, presidente del Servizio regionale tutela minori e persone vulnerabili (in videoconferenza), monsignor Antonino Legname del Tribunale ecclesiastico interdiocesano siculo e poi il procuratore aggiunto di Catania Marisa Scavo, il magistrato Tribunale minori Rosalia Castrogiovanni, il direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Cei Vincenzo Corrado, moderati dal dottor Bruno Di Marco. Ogni diocesi ha istituito un Servizio diocesano tutela minori e persone vulnerabili con un front office che collabora con lo sportello regionale che in Sicilia ha al suo interno anche don Fortunato Di Noto. I servizi diocesani delle tre diocesi del catanese tra di loro collaborano e sono impegnati nella prevenzione di abusi, anche attraverso la formazione e informazione rivolta a seminaristi, scuole, assistenti sociali, responsabili

degli uffici pastorale. Presentate ieri le esperienze di suor Rosalba La Pegna della Comunità Madonna della Tenda di Cristo, coordinatrice del Centro antiviolenza “Il Bucaneve”, la psicologa e psicoterapeuta dell’Asp Maria Costanzo e don Salvatore Franco, psicoterapeuta e coordinatore del Servizio regionale, moderati dalla dottoressa Enza Rosano. I partecipanti sono stati invitati a imparare a riconoscere gli indicatori dei fattori di rischio, a difendere i minori dagli abusanti che non sono mostri facilmente riconoscibili. «Quello perpetrato da un sacerdote è la forma peggiore di abuso, in quanto il sacerdote incarna la figura paterna e dentro ciascuno di noi c’è il desiderio di una figura paterna» ha detto don Di Franco. L’evento è stato pensato come momento di un cammino che proseguirà a novembre con la preghiera per le vittime di abusi. L’arcivescovo di Catania Luigi Renna ha sottolineato come l’incontro fosse destinato a determinate categorie di persone che a loro volta si faranno moltiplicatori presso altri. «Non siamo all’anno zero – ha detto – tanto lavoro era stato fatto anche da don Di Noto in tempi non sospetti. La collaborazione con istituzioni e tribunale appare promettente e inoltre abbiamo visto l’attività di tanti centri. Vivere da cristiani, da persone che si prendono cura dell’umano ci responsabilizza, non possiamo vivere la nostra vocazione cristiana girando la testa dall’altra parte».

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venerdì 23 settembre 2022

ISTITUTO DIOCESANO Progetto ad Acireale: i testi di Battiato nel corso di teologia

 Riposto ( Catania)

La dottrina cattolica e i testi delle canzoni di Franco Battiato si sposano nei corsi organizzati dall’Istituto diocesano di teologia “Sant’Agostino” di Acireale, in programma, non a caso, a Riposto nella parrocchia Maria Santissima del Carmelo, la parrocchia nei cui confini ricade la casa d’infanzia di Franco Battiato. Proprio all’organo di questa chiesa il giovane Battiato iniziò a prendere confidenza con la musica. L’Istituto diocesano di teologia, diretto da don Daniele Raciti (che è anche il parroco della chiesa ripostese), promuove lo studio della dottrina cattolica formando sia laici sia religiosi. Per l’anno accademico 2022-23 offre un curriculum di studi in cui saranno affrontate materie di teologia di base e di bioetica per un totale di 7 materie e 21 incontri, da ottobre a maggio. Il programma si intitola “Il porto di Giaffa audaci riflessioni tra amici” e le riflessioni di bioetica, ogni 18 del mese, saranno intervallate da alcuni testi di Battiato. Ad esempio, dal 17 al 19 ottobre si parlerà di creazione ed escatologia; il tema di bioetica è “Coscienza

e cultura della conoscenza: eutanasia e accanimento terapeutico” e le canzoni di Battiato abbinate sono “L’ombra della luce” e “La canzone dell’amore perduto”. Il 15-18 novembre si tratterà di ecclesiologia, il tema di bioetica è “L’uomo nel contesto dei viventi: ecologia del corpo e dell’immagine” e i testi di Battiato scelti sono “Bandiera bianca” e “Povera patria”. 17-19 gennaio 2023, catechetica, il tema di bioetica sarà la sessualità e la fecondità a cui sono abbinati i testi delle canzoni “La cura” e “Strani giorni”. E così via sino a maggio. Moderatore è il vescovo di Acireale Antonino Raspanti. Le iscrizioni sono aperte sino al 10 ottobre nell’Ufficio della parrocchia Maria SS. del Carmelo di Riposto tutti i pomeriggi.

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I grandi argomenti della fede messi a confronto con le canzoni del cantautore siciliano che iniziò a suonare con l’organo della chiesa di Riposto

domenica 14 agosto 2022

Caltagirone festeggia la Madonna del Ponte

 


La festa dell’Assunta sarà nella diocesi di Caltagirone il giorno clou dell’anno giubilare mariano, inaugurato il 6 agosto 2021. Ricorrono infatti i 450 anni dell’apparizione della Madonna del Ponte. Il 15 agosto 1572 una povera ragazza recatasi di buon mattino alla fontanella del ponte per attingere acqua vide la figura della Regina del Paradiso.

Tutti accorsero alla fontanella ma era concesso di vedere la Vergine solo a chi si trovava in grazia di Dio. Domani alle 5,30, nel piazzale dell’apparizione, il vescovo di Caltagirone Calogero Peri presiederà la solenne Eucaristia dell’aurora cui seguirà la processione dell’icona della Madonna. Alle 19 invece a celebrare la Messa sarà il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei vescovi. La conclusione dell’anno giubilare e la chiusura della porta santa si terranno il 22 agosto.

«L’Anno giubilare mariano – sottolinea Peri in una nota – insieme al Cammino sinodale della Chiesa universale, è stato per la nostra diocesi una grande opportunità e una sfida per la ripartenza pastorale nel tempo della pandemia, un tempo di riflessione e conversione attorno ai misteri della nostra fede e al vivo messaggio lasciatoci nella mariofania di Caltagirone».

(Maria Gabriella Leonardi)