Domani alle 18.30 il vescovo di Acireale, Antonino Raspanti, nella Cattedrale ordinerà presbiteri don Maurizio Guarrera e fra’ Lorenzo Ficano. Don Maurizio ha 29 anni ed è originario della parrocchia acese di S.Maria La Stella. Nel 2006 è entrato in Seminario, nel 2011 si è trasferito a Roma, presso l’Almo Collegio Capranica e studia presso la Pontificia Università Lateranense per conseguire la licenza in diritto canonico. Fra Lorenzo Maria Ficano, 40 anni, dell’Ordine dei frati minori, è originario di Palermo. Prima di scoprire la sua vocazione ha lavorato nel campo turistico, in Italia e all’estero. È entrato in convento nel 2002, nel 2011 si è laureato in teologia ed è stato trasferito ad Acireale nel convento dei frati minori di San Biagio.
(M.G.Leo.)
Questo blog raccoglie i miei articoli pubblicati sul quotidiano nazionale di ispirazione cattolica "Avvenire". Sono articoli in cui mi sforzo di raccontare cosa fanno tanti siciliani che si prodigano per gli altri e testimoniano tra gli uomini l'amore e la presenza di Dio. Questo blog vuole essere un omaggio e un grazie ai numerosi credenti siciliani che ho il piacere di conoscere e che con la loro testimonianza arricchiscono anche la mia vita e mi spronano ad essere migliore. MGL
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martedì 22 aprile 2014
martedì 8 aprile 2014
Acireale Il vescovo Raspanti invita a pranzo i poveri Un gesto di solidarietà nella Domenica delle Palme
Acireale.Il vescovo di Acireale, Antonino Raspanti, ha invitato la comunità diocesana a vivere un momento forte di comunione con i poveri, organizzando un pranzo solidale la Domenica delle Palme. «Ad imitazione del nostro Maestro, noi cristiani siamo chiamati a guardare le miserie dei fratelli, a toccarle, a farcene carico e a operare concretamente per alleviarle – scrive alla diocesi –. La miseria non coincide con la povertà; la miseria è la povertà senza fiducia, senza solidarietà, senza speranza. Non siamo in grado di risolvere le diverse povertà, ma possiamo accendere la speranza. In occasione della Santa Pasqua, organizziamo un tempo di fraterna solidarietà con i poveri consumando con loro il pranzo nel giorno della Domenica delle Palme». L’iniziativa sarà coordinata dalla Caritas diocesana, con la collaborazione dei padri Camilliani, della Società San Vincenzo dei Paoli e delle volontarie Vincenziane. L’appuntamento è nei locali del centro di accoglienza San Camillo. Domenica i volontari e quanti vorranno collaborare inizieranno a preparare il pranzo dalle 9, mentre l’accoglienza e il servizioai tavoli inizierà alle 12.30
Maria Gabriella Leonardi
giovedì 20 marzo 2014
«Quaresima di carità» per i papà separati
MESSINA - Offrire
ai papà separati uno spazio fisico ove possono affrontare il primo
anno dopo la separazione, dando il tempo di potere riorganizzare la loro
esistenza. È il progetto a cui viene dedicata, nell’arcidiocesi di
Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, la Quaresima di carità
2014. Come spiega padre Gaetano Tripodo, direttore della Caritas
diocesana della città dello stretto, «Dall’osservazione costante di
questo fenomeno sociale, rilevato anche dall’opera svolta dai Centri di
ascolto Caritas, che quotidianamente accolgono fratelli e sorelle
provati e carichi di dolore, è nata l’esigenza di dare qualche risposta
alle tante famiglie segnate da sofferenze e disagi di natura
spirituale, esistenziale edeconomica».La
Caritas messinese ha condiviso questa preoccupazione con le suore
Francescane dei poveri, che accompagnano famiglie ferite da
separazioni o divorzi, ed è emerso che proprio i papà separati risultano
più esposti al rischio - dopo la separazione - di cadere nel baratro
della povertà.
Il progetto, denominato Osea
è supportato dall’Istituto Ancelle Riparatrici, dal quale la Caritas
da tempo ha ricevuto l’immobile di Galati destinato ai senza dimora e
che oggi mette a disposizione della «casa per i papà separati» alcuni
locali dell’Istituto Santa Chiara, nell’omonimo rione.
«L’auspicio – conclude padre Tripodo – è che la Quaresima di Carità 2014 possa essere occasione per esprimere la generosità della comunità cristiana e il sostegno all’attuazione di questo progetto».
Maria Gabriella Leonardi
mercoledì 19 marzo 2014
A Caltanissetta bandiere contro l’azzardo Ieri il FlagMob degli studenti, promosso dalla Caritas diocesana. Il vescovo Russotto: «Ci vuole coraggio»
Caltanissetta.
La diocesi di Caltanissetta si mobilita contro il gioco d’azzardo,
sventolando bandiere. Ieri mattina gli studenti degli istituti
superiori sono stati coinvolti nel “FlagMob: smetti e vinci”,
organizzato dalla Caritas diocesana per sensibilizzare sulle
problematiche connesse al gioco d’azzardo patologico. Originale
strumento di questa mobilitazione sono state le bandiere (flag in
inglese) che gli studenti hanno esposto e sventolato insieme a motti
antigioco d’azzardo. La mobilitazione ha coinvolto
tutta la città: 9 Istituti superiori, 21 parrocchie, bandiere con il
motto “La vita non è un gioco: smetti e vinci!” appese sulle facciate
di tanti palazzi istituzionali, dal Comune alla Prefettura.
«L’iniziativa – spiega il co-direttore della Caritas diocesana Giuseppe
Paruzzo – nasce nell’ambito del più vasto progetto di
sensibilizzazione, prevenzione e cura dal gioco d’azzardo patologico
(Gap), che da qualche mese ha visto l’apertura di uno sportello-centro
di ascolto per chi desidera essere aiutato ed accompagnato
in un percorso di liberazione». Si accede al servizio per
appuntamento, telefonando al 3892074308 da lunedì a venerdì dalle 9,30
alle 12 e dalle 15,30 alle 17,30. In pochi giorni sono state numerose le
telefonate. A incoraggiare i volontari il vescovo di Caltanissetta,
Mario Russotto: «La nostra si sta rivelando un’epoca di grandi paure. Ci
vuole coraggio…delle proprie idee, dei proprisentimenti, della propria fede».
Maria Gabriella Leonardi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
venerdì 7 marzo 2014
ACIREALE Raspanti relatore all’incontro del Meic
Il gruppo del Movimento ecclesiale di impegno culturale (Meic) di Acireale ha organizzato per lunedì 10 marzo alle 18, nell’aula magna del Liceo scientifico 'Archimede' di Acireale, nel Catanese, una conversazione con il vescovo di Acireale, Antonino Raspanti sul tema «L’infinito nel cuore. Cercatori di Dio per le vie della storia ». L’incontro si prefigge di dare delle risposte alle complesse domande inerenti la fede e a dare voce a tutti quegli interrogativi che sono sempre presenti nel cuore dell’uomo.
Maria Gabriella Leonardi
giovedì 6 marzo 2014
Focolari. Inaugurata oggi la scuola di economia civile e di comunione
Catania. Questo pomeriggio a Trecastagni, nel Catanese, i focolari inaugurano la prima Scuola popolare di economia civile e di comunione. L’iniziativa è promossa dalla Commissione di EdiC della Sicilia, Calabria e Malta ed è pensata come un laboratorio di formazione per chiunque abbia il desiderio di comprendere l’attuale crisi economica, le sue radici, le sue conseguenze, i cambiamenti di vita e di prospettive che sta generando,le prospettive future. Gli incontri, 6 appuntamenti annuali, si terranno nel Centro Mariapoli Tre Tende, in via Torrisi 2 e seguiranno il metodo del laboratorio di studio e di scambio di idee; a coordinarli esperti impegnati da lungo tempo nell’economia civile e di comunione. Gli argomenti saranno sviluppati sulla base della scelta di alcune parole-chiave: consumi e consumismo, crisi, famiglia, lavoro, giovani e lavoro, economia e politica.(M.G.L.)
sabato 22 febbraio 2014
A Catania uno slotmob per dire "no" al gioco d'azzardo e alle nuove povertà che produce. Allarmanti le cifre del fenomeno nel capoluogo etneo
Anche a Catania i cittadini si sono mobilitati con uno Slot Mob per dire con forza «no» alla dipendenza dal gioco d’azzardo. Ieri in via Ventimiglia si sono radunate più di duecento persone, di tutte le età; ed è stata una festa popolare con giochi di strada. Promotori, il movimento dei focolari, l’Osservatorio regionale della Caritas, il coordinamento Mettiamoci in gioco, Libera, Addiopizzo e l’Asaec Associazione etneaantiusura.La festa è culminata nella premiazione del titolare del bar Coppola, Giovanni, che ha scelto di vivere il rischio dell’attività di impresa non lucrando sulla pelle degli avventori del suo locale. Che significa, nell’ottica della filosofia SlotMob, lasciare fuori dalla porta del locale videolottery e macchinette per far entrare famiglie, valori sani, giochi puliti. In cui non si buttino via soldi, e coi soldi il futuro delle famiglie.
L’iniziativa catanese parte dal basso per sensibilizzare le istituzioni. Gli stessi promotori stanno lavorando a una proposta di regolamento comunale. Flavia Cerina, una degli organizzatori spiega: «Questa proposta nasce da due ragioni: la prima è che siamo davvero indignati per il fatto che un Comune che ha aderito al manifesto delle città contro l’azzardo non ha preso una posizione chiara verso il fenomeno, al punto che non è nemmeno in grado di misurarlo nella sua consistenza». La seconda, spiega la Cerina, «è che il compito dei cittadini è anche quello di avere uno sguardo profetico e carismatico sulla città, sulle sue piaghe, sui suoi problemi. E viste le piaghe e i problemi, i cittadini devono rimboccarsi le maniche per dare le risposte che possono dare e devono interpellare le istituzioni affinchè facciano la loro parte».
Il Comune di Catania, come spiegano gli organizzatori dello SlotMob, non sa neanche quante sale da gioco vi sono nel suo territorio. Per avere i dati bisogna rivolgersi alla Questura e i numeri fanno paura: in una città di 294mila abitanti (dove sono in molti a non passarsela bene dal punto di vista economico) vi sono 7 sale bingo, 320 sale gioco, 986 punti di raccolta scommesse, 2.200 luoghi con installazione di slot. E poi l’aspetto più amaro: le fasce più toccate dal fenomeno sono le meno abbienti, tant’è che una sala giochi aperta in una zona residenziale medio- alta ha dovuto chiudere perché avevapochi clienti.
MARIA GABRIELLA LEONARDI
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