Acireale : dedicato all’emergenza educativa il convegno pastorale diocesano al via oggi
ACIREALE . Si tiene oggi e domani nell’Istituto Spirito Santo di Acireale l’annuale convegno pastorale diocesano. La Chiesa acese ha deciso di organizzare il convegno non all’inizio del nuovo anno pastorale ma prima delle vacanze, «per avere il tempo di riflettere e maturare i passi da compiere», ha spiegato il vescovo Pio Vittorio Vigo. Al centro della riflessione l’emergenza educativa.
L’indicazione è quella di «ripartire con la prassi educativo-pastorale d’insieme», che è anche il tema dell’incontro. «Lo scorso anno – spiega Vigo – il convegno ci aveva sollecitato a non chiuderci nella paura per l’emergenza educativa. Le riflessioni ci hanno convinti che il modo giusto per affrontare la realtà è quello di guardare avanti con speranza. Non è lecito – aggiunge – rimanere a un livello di indicazioni generiche che non danno il nutrimento adatto per affrontare l’emergenza. Né ci è dato rimandare il problema, alla luce della gravità del momento». Le riflessioni saranno guidate da Francis-Vincent Anthony della Pontificia Università Salesiana.
Maria Gabriella Leonardi
(Da Catholica 25 giugno 2009)
Questo blog raccoglie i miei articoli pubblicati sul quotidiano nazionale di ispirazione cattolica "Avvenire". Sono articoli in cui mi sforzo di raccontare cosa fanno tanti siciliani che si prodigano per gli altri e testimoniano tra gli uomini l'amore e la presenza di Dio. Questo blog vuole essere un omaggio e un grazie ai numerosi credenti siciliani che ho il piacere di conoscere e che con la loro testimonianza arricchiscono anche la mia vita e mi spronano ad essere migliore. MGL
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venerdì 26 giugno 2009
domenica 21 giugno 2009
A Catania Caritas in campo per i senza dimora Inaugurato «gruppo appartamento» per 5 persone
DA CATANIA
P er aiutare alcuni senza dimora a riappropriarsi della propria vita e a diventare autosufficienti a Catania la Caritas diocesana ha inaugurato venerdì il primo gruppo appartamento, formato da cinque persone senza dimora. Alcune di queste persone sono state, sinora, ospiti del «laboratorio della pace», una struttura di ricovero notturno maschile, che si trova nel capoluogo etneo e che è gestita sempre dalla Caritas di Catania , guidata da padre Valerio Di Trapani. Gli operatori e i volontari della Caritas definiscono il gruppo appartamento un progetto di «seconda accoglienza». La «prima accoglienza » è, infatti, quella che viene offerta dal dormitorio. La possibilità di vivere in un appartamento darà modo a queste persone – valutate idonee a questo tipo di esperienza dall’équipe di operatori sociali e di psicologi della Caritas – di ritrovare un proprio spazio e un punto di riferimento. Per realizzare questa iniziativa è stata essenziale la raccolta di offerte. Nei mesi scorsi, infatti, grazie a un concerto di beneficenza erano stati raccolti fondi a sufficienza per ristrutturare e ad attrezzare un appartamento sito nel capoluogo etneo, nel popoloso quartiere di San Cristoforo.
Questo primo gruppo appartamento nasce in stretta collaborazione con la Società di San Vincenzo de’ Paoli, che è proprietaria dell’immobile e che curerà il coordinamento della struttura, l’accompagnamento individuale e la gestione economico-contabile. L’Help Center della Caritas diocesana (un centro diurno di ascolto e segretariato sociale allestito presso la stazione ferroviaria) fornirà, invece, supporto e sostegno all’iniziativa attraverso i servizi di ascolto e orientamento, consulenza psicologica e progettazione individuale. La Caritas sosterrà i 5 inquilini anche nella ricerca del lavoro perché attraverso un reddito proprio possano un giorno affittare una casa e diventare completamente autonomi e reintegrati nel tessuto sociale.
Maria Gabriella Leonardi
P er aiutare alcuni senza dimora a riappropriarsi della propria vita e a diventare autosufficienti a Catania la Caritas diocesana ha inaugurato venerdì il primo gruppo appartamento, formato da cinque persone senza dimora. Alcune di queste persone sono state, sinora, ospiti del «laboratorio della pace», una struttura di ricovero notturno maschile, che si trova nel capoluogo etneo e che è gestita sempre dalla Caritas di Catania , guidata da padre Valerio Di Trapani. Gli operatori e i volontari della Caritas definiscono il gruppo appartamento un progetto di «seconda accoglienza». La «prima accoglienza » è, infatti, quella che viene offerta dal dormitorio. La possibilità di vivere in un appartamento darà modo a queste persone – valutate idonee a questo tipo di esperienza dall’équipe di operatori sociali e di psicologi della Caritas – di ritrovare un proprio spazio e un punto di riferimento. Per realizzare questa iniziativa è stata essenziale la raccolta di offerte. Nei mesi scorsi, infatti, grazie a un concerto di beneficenza erano stati raccolti fondi a sufficienza per ristrutturare e ad attrezzare un appartamento sito nel capoluogo etneo, nel popoloso quartiere di San Cristoforo.
Questo primo gruppo appartamento nasce in stretta collaborazione con la Società di San Vincenzo de’ Paoli, che è proprietaria dell’immobile e che curerà il coordinamento della struttura, l’accompagnamento individuale e la gestione economico-contabile. L’Help Center della Caritas diocesana (un centro diurno di ascolto e segretariato sociale allestito presso la stazione ferroviaria) fornirà, invece, supporto e sostegno all’iniziativa attraverso i servizi di ascolto e orientamento, consulenza psicologica e progettazione individuale. La Caritas sosterrà i 5 inquilini anche nella ricerca del lavoro perché attraverso un reddito proprio possano un giorno affittare una casa e diventare completamente autonomi e reintegrati nel tessuto sociale.
Maria Gabriella Leonardi
mercoledì 13 maggio 2009
Sotto l'Etna una "corona" di cento metri
Nel mese di maggio il Santuario diocesano di Santa Maria della Vena , a Piedimonte Etneo (Catania), diventa il «cuore » della preghiera mariana della diocesi di Acireale. Nella piazza antistante il Santuario – che custodisce l’antica icona della «Madonna della Tenerezza» – è stata allestita una grande corona del Rosario, realizzata con pietre e lunga quasi cento metri.
«È la seconda volta che si realizza questa opera – spiega il rettore don Carmelo la Rosa – che vuole caratterizzare il Santuario. I gruppi di pellegrini possono recitare il Rosario attorno alla corona: anziché far scorrere la corona fra le dita, la corona resta ferma e noi giriamo attorno ad essa. Il Santuario di Vena – aggiunge – vuole essere un angolo di pace, di silenzio, di preghiera e di devozione profonda».
In questo mese, il Santuario della Madonna di Vena è meta quotidiana di pellegrinaggi: nei giorni scorsi vi si sono riunite le Confraternite della diocesi, poi le ex allieve di Maria Ausiliatrice della Sicilia orientale. Venerdì 8 maggio il Santuario ha ospitato la festa dei giovani della diocesi di Acireale. Ieri è stato meta del pellegrinaggio delle parrocchie del vicariato, al quale hanno partecipato il vescovo di Acireale, Pio Vittorio Vigo, e i sacerdoti locali. Lunedì prossimo 18 maggio è prevista una conferenza dell’arcivescovo emerito di Siracusa, Giuseppe Costanzo, sul tema «La Madonna nei Vangeli»; il giorno dopo si terrà l’incontro dei sacerdoti della diocesi.
Maria Gabriella Leonardi
(Avvenire del 13 maggio 2009)
martedì 21 aprile 2009
Messina 1908: quei due santi «luci» per il Paese
D alle macerie del terremoto di Messina del 1908 agli onori degli altari, insieme. È la storia dell’amicizia tra un sacerdote del Nord e un sacerdote del Sud che fece bene alla città dello Stretto distrutta e che, nel suo piccolo, unì l’Italia. Quei due sacerdoti, don Luigi Orione e padre Annibale Maria di Francia, furono canonizzati insieme il 16 maggio 2004. In questi giorni, a cent’anni dal terribile sisma messinese e a pochi giorni dal sisma che ha sconvolto l’Abruzzo, i padri Rogazionisti, le Figlie del Divin Zelo e gli Orionini a Messina hanno rievocato la tragedia del 1908 e la rinascita che ne seguì. « Il giorno del terremoto padre Annibale si trovava a Roma – racconta padre Giorgio Nalin, superiore generale dei Rogazionisti –. Il nostro fondatore poté tornare a Messina solo dopo alcuni giorni, per via dei trasporti lenti. Nel terremoto morirono tredici suore ma tutti i circa duecento orfanelli degli istituti erano salvi. Il 13 è un numero particolarmente legato a sant’Antonio da Padova, a cui padre Annibale era molto devoto. E per questo il nostro fondatore ha ritenuto che sant’Antonio avesse protetto gli orfanelli » . Nei giorni scorsi nel santuario messinese di Sant’Antonio è stata celebrata una Messa in suffragio delle tredici figlie del Divin Zelo che perirono nel sisma e anche delle vittime del terremoto abruzzese. « Allora come adesso – aggiunge padre Nalin – in occasione di una terribile calamità da un lato ci si abbatte, dall’altro lato si vuole ricominciare e il sisma messinese diede occasione al nostro istituto di espandersi al di là dello Stretto, a Oria, in Puglia ove padre Annibale trasferì temporaneamente la sua opera » .
« Don Orione non appena seppe del sisma si mise subito a disposizione dei soccorsi – spiega padre Flavio Peloso, superiore generale degli Orionini –. A Messina trovò lo strazio di una città desolata che aveva bisogno di qualcuno che la risollevasse soprattutto con la forza della fede prima che delle braccia » .
Domenica scorsa, con una tavola rotonda a Messina dal titolo « Luci nel buio del terremoto. Padre Di Francia e don Orione, apostoli di carità sociale nel sisma di Messina del 1908 » è stata ricordata l’opera dei due santi. « Don Orione – aggiunge padre Peloso – divenne referente personale degli aiuti vaticani, occupò un ruolo importantissimo nella diocesi di Messina ma incontrò ben presto forti opposizioni. In questo suo martirio, poté contare sul sostegno di padre Annibale.
Don Orione – continua padre Peloso – per soccorrere Messina lasciò nel Nord Italia una congregazione ancora in via di definizione e padre Annibale gli mise nelle mani la sua congregazione » .
« Superata l’emergenza – conclude padre Nalin –, padre Annibale donò a don Orione una grossa somma di denaro per costruire nel Nord un istituto orionino. Fu un’occasione quella in cui la Chiesa si è fatta onore unendo l’Italia. Oggi che si parla tanto di unità, dobbiamo renderci conto che l’unità ha un’anima e questa sono le radici cristiane. Ancora oggi io e padre Flavio cerchiamo di prolungare il segno di quell’amicizia che legò i nostri padri fondatori e che ha fatto tanto bene a Messina » . La commemorazione si è conclusa con la Messa presieduta dall’arcivescovo di Messina- Lipari- Santa Lucia del Mela, Calogero La Piana.
Maria Gabriella Leonardi
(Avvenire catholica del 21 aprile 2009)
venerdì 3 aprile 2009
ACIREALE Due iniziative di solidarietà per i senza tetto e gli immigrati
In questa Quaresima la diocesi di Acireale ha deciso di sostenere, con una raccolta fondi, due iniziative: la prima, promossa dalla Caritas diocesana, è il servizio di strada degli operatori Caritas che portano un pasto caldo e una coperta a chi dorme all’aperto, provvedono alla prima accoglienza di chi è senza tetto e gestiscono un ambulatorio per l’assistenza sanitaria a chi non ha la tessera sanitaria, come molti immigrati. La seconda iniziativa della Quaresima acese è la 'Casa della speranza Viviana Lisi', nata per volontà di una giovane esemplare volontaria laica camilliana scomparsa prematuramente. La 'Casa della Speranza' è stata inaugurata lo scorso 25 gennaio nel comune di Riposto (Catania) per accogliere persone senza fissa dimora e per tenervi attività ludiche e scolastiche a favore di ragazzi in difficoltà.
Nel suo messaggio quaresimale alla diocesi, il vescovo di Acireale Pio Vittorio Vigo ha scritto: «In questo nostro tempo penitenziale, non possiamo dimenticare il dovere della solidarietà e dell’aiuto per i più bisognosi. Invito i piccoli e i grandi a voler esprimere in questa Quaresima quei gesti di generosità che la sensibilità spirituale suggerisce, per aiutare queste due iniziative».
(M.G.L.)
(Pubblicato su AVVENIRE del 3 aprile 2009)
Nel suo messaggio quaresimale alla diocesi, il vescovo di Acireale Pio Vittorio Vigo ha scritto: «In questo nostro tempo penitenziale, non possiamo dimenticare il dovere della solidarietà e dell’aiuto per i più bisognosi. Invito i piccoli e i grandi a voler esprimere in questa Quaresima quei gesti di generosità che la sensibilità spirituale suggerisce, per aiutare queste due iniziative».
(M.G.L.)
(Pubblicato su AVVENIRE del 3 aprile 2009)
venerdì 27 marzo 2009
Suor Maria Alfonsa, gioia oltre la sofferenza
Si è conclusa nei giorni scorsi, con una cerimonia solenne nella Cattedrale di Messina, la fase diocesana del processo di canonizzazione di suor Maria Alfonsa, figura esemplare sbocciata nella città di padre Annibale Maria di Francia, di sant’Eustochia e di altri santi amati dai messinesi. Suor Alfonsina ' vive' nel cuore dei messinesi grazie al suo apostolato dell’ascolto, alle parole di conforto, al sorriso donato a tutti, benché lei, per più di vent’anni, abbia vis- suto su una sedia a rotelle. « Il fascino della sua vita – ha spiegato durante la cerimonia fra’ Tonino Bono, vice postulatore della causa – si può sintetizzare nella chiara testimonianza di come la vita consacrata, spesa per amore, sia bella e fonte di gioia. La sua vita si è ispirata al Vangelo e al carisma della ' santa riparazione', da lei incarnato dall’offerta della sua malattia cronica, sino ad emettere con slancio di fede e di profonda umiltà il voto di ' vittima' e di ' martirio' » . Suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino era nata a Tarquinia ( Viterbo) nel 1937, figlia di Leonardo Bruno e Gerlanda Alaimo. Da bambina segue con la famiglia gli spostamenti del padre dovuti a motivi di lavoro, sino a stabilirsi a Santa Teresa di Riva, nel Messinese. Tra i 17 e i 19 anni, vive un periodo di ricerca vocazionale che la porterà ad entrare nella congregazione delle suore Ancelle Riparatrici di Santa Teresa di Riva.
Dopo avere emesso la professione temporanea, nel 1960 parte missionaria per l’Ohio, negli Stati Uniti, dove si dedica ai lavori domestici, alla testimonianza e alla cura dei bambini e, il 3 febbraio 1964, emette la professione perpetua – nonostante la malattia degenerativa manifestatasi nel 1961 – maturando così la certezza che il Signore la chiama alla sofferenza. La sua salute si aggrava e, nel 1967, viene ricoverata in ospedale dove le viene diagnosticata l’artrite reumatoide deformante anchilosante progressiva. L’anno successivo è costretta a rientrare nella casa madre a Messina. Vi rimarrà per 26 anni, di cui 21 sulla sedia a rotelle.
L’arcivescovo di MessinaLipari-Santa Lucia del Mela, Calogero La Piana, nel delineare la sua immagine ha osservato: « Un primo tratto della santità cristiana che emerge dalla testimonianza di suor Alfonsa riguarda la luminosità della sua vita che traspare dalla serenità del suo sguardo. Lunghi anni vissuti in maniera esemplare con serenità, gioia e la ferma convinzione di avere ricevuto un grande dono da Dio » .
Suor Maria Alfonsa è morta in fama di santità a Messina il 23 agosto 1994. Gli atti per l’apertura del processo di canonizzazione sono stati predisposti da monsignor Giovanni Marra predecessore di La Piana.
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato su AVVENIRE del 27 marzo 2009)
lunedì 16 marzo 2009
La pastorale giovanile diocesana di Piazza Armerina oggi in convegno con Pennisi,Anselmi e Pierpaoli
GELA. È in programma oggi a Gela il convegno diocesano di pastorale giovanile di Piazza Armerina.
L’incontro si terrà nell’hotel Villa Peretti e affronterà il tema «Fino ai confini della terra». Sarà un momento per fare il punto sul lavoro portato avanti negli ultimi cinque anni in diocesi. Il convegno sarà aperto, alle 9.30, dal vescovo Michele Pennisi: il presule terrà una relazione sul tema «Educare i giovani alla politica». Seguiranno gli interventi del responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei, don Nicolò Anselmi e del responsabile del Centro Giovanni Paolo II di Loreto, don Francesco Pierpaoli. Nel pomeriggio, a partire dalle 15.30, saranno presentate alcune esperienze di educazione dei giovani: interverranno i responsabili della Comunità Frontiera di Pietraperzia, nell’Ennese, i capi dell’Agesci e i responsabili del Cesma (Centro giovanile musica e arte) di Gela. Alle 18.30 i delegati diocesani per la pastorale giovanile, Enzo Madonia e don Giuseppe Fausciana, concluderanno i lavori.
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato su Avvenire del 14 marzo 2008)
L’incontro si terrà nell’hotel Villa Peretti e affronterà il tema «Fino ai confini della terra». Sarà un momento per fare il punto sul lavoro portato avanti negli ultimi cinque anni in diocesi. Il convegno sarà aperto, alle 9.30, dal vescovo Michele Pennisi: il presule terrà una relazione sul tema «Educare i giovani alla politica». Seguiranno gli interventi del responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei, don Nicolò Anselmi e del responsabile del Centro Giovanni Paolo II di Loreto, don Francesco Pierpaoli. Nel pomeriggio, a partire dalle 15.30, saranno presentate alcune esperienze di educazione dei giovani: interverranno i responsabili della Comunità Frontiera di Pietraperzia, nell’Ennese, i capi dell’Agesci e i responsabili del Cesma (Centro giovanile musica e arte) di Gela. Alle 18.30 i delegati diocesani per la pastorale giovanile, Enzo Madonia e don Giuseppe Fausciana, concluderanno i lavori.
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato su Avvenire del 14 marzo 2008)
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