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domenica 21 giugno 2009

A Catania Caritas in campo per i senza dimora Inaugurato «gruppo appartamento» per 5 persone

DA CATANIA
P er aiutare alcuni senza dimora a riappropriarsi della propria vita e a diventare autosufficienti a Catania la Caritas diocesana ha inaugurato venerdì il primo gruppo appartamento, formato da cinque persone senza dimora. Alcune di queste persone sono state, sinora, ospiti del «laboratorio della pace», una struttura di ricovero notturno maschile, che si trova nel capoluogo etneo e che è gestita sempre dalla Caritas di Catania , guidata da padre Valerio Di Trapani. Gli operatori e i volontari della Caritas definiscono il gruppo appartamento un progetto di «seconda accoglienza». La «prima accoglienza » è, infatti, quella che viene offerta dal dormitorio. La possibilità di vivere in un appartamento darà modo a queste persone – valutate idonee a questo tipo di esperienza dall’équipe di operatori sociali e di psicologi della Caritas – di ritrovare un proprio spazio e un punto di riferimento. Per realizzare questa iniziativa è stata essenziale la raccolta di offerte. Nei mesi scorsi, infatti, grazie a un concerto di beneficenza erano stati raccolti fondi a sufficienza per ristrutturare e ad attrezzare un appartamento sito nel capoluogo etneo, nel popoloso quartiere di San Cristoforo.
Questo primo gruppo appartamento nasce in stretta collaborazione con la Società di San Vincenzo de’ Paoli, che è proprietaria dell’immobile e che curerà il coordinamento della struttura, l’accompagnamento individuale e la gestione economico-contabile. L’Help Center della Caritas diocesana (un centro diurno di ascolto e segretariato sociale allestito presso la stazione ferroviaria) fornirà, invece, supporto e sostegno all’iniziativa attraverso i servizi di ascolto e orientamento, consulenza psicologica e progettazione individuale. La Caritas sosterrà i 5 inquilini anche nella ricerca del lavoro perché attraverso un reddito proprio possano un giorno affittare una casa e diventare completamente autonomi e reintegrati nel tessuto sociale.
Maria Gabriella Leonardi

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