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martedì 21 aprile 2009

Messina 1908: quei due santi «luci» per il Paese


D alle macerie del terremoto di Messina del 1908 agli onori degli altari, insieme. È la storia dell’amicizia tra un sacerdote del Nord e un sacerdote del Sud che fece bene alla città dello Stretto distrutta e che, nel suo piccolo, unì l’Italia. Quei due sacerdoti, don Luigi Orione e padre Annibale Maria di Francia, furono canonizzati insieme il 16 maggio 2004. In questi giorni, a cent’anni dal terribile sisma messinese e a pochi giorni dal sisma che ha sconvolto l’Abruzzo, i padri Rogazionisti, le Figlie del Divin Zelo e gli Orionini a Messina hanno rievocato la tragedia del 1908 e la rinascita che ne seguì. « Il giorno del terremoto padre Annibale si trovava a Roma – racconta padre Giorgio Nalin, superiore generale dei Rogazionisti –. Il nostro fondatore poté tornare a Messina solo dopo alcuni giorni, per via dei trasporti lenti. Nel terremoto morirono tredici suore ma tutti i circa duecento orfanelli degli istituti erano salvi. Il 13 è un numero particolarmente legato a sant’Antonio da Padova, a cui padre Annibale era molto devoto. E per questo il nostro fondatore ha ritenuto che sant’Antonio avesse protetto gli orfanelli » . Nei giorni scorsi nel santuario messinese di Sant’Antonio è stata celebrata una Messa in suffragio delle tredici figlie del Divin Zelo che perirono nel sisma e anche delle vittime del terremoto abruzzese. « Allora come adesso – aggiunge padre Nalin – in occasione di una terribile calamità da un lato ci si abbatte, dall’altro lato si vuole ricominciare e il sisma messinese diede occasione al nostro istituto di espandersi al di là dello Stretto, a Oria, in Puglia ove padre Annibale trasferì temporaneamente la sua opera » .
« Don Orione non appena seppe del sisma si mise subito a disposizione dei soccorsi – spiega padre Flavio Peloso, superiore generale degli Orionini –. A Messina trovò lo strazio di una città desolata che aveva bisogno di qualcuno che la risollevasse soprattutto con la forza della fede prima che delle braccia » .
Domenica scorsa, con una tavola rotonda a Messina dal titolo « Luci nel buio del terremoto. Padre Di Francia e don Orione, apostoli di carità sociale nel sisma di Messina del 1908 » è stata ricordata l’opera dei due santi. « Don Orione – aggiunge padre Peloso – divenne referente personale degli aiuti vaticani, occupò un ruolo importantissimo nella diocesi di Messina ma incontrò ben presto forti opposizioni. In questo suo martirio, poté contare sul sostegno di padre Annibale.
Don Orione – continua padre Peloso – per soccorrere Messina lasciò nel Nord Italia una congregazione ancora in via di definizione e padre Annibale gli mise nelle mani la sua congregazione » .
« Superata l’emergenza – conclude padre Nalin –, padre Annibale donò a don Orione una grossa somma di denaro per costruire nel Nord un istituto orionino. Fu un’occasione quella in cui la Chiesa si è fatta onore unendo l’Italia. Oggi che si parla tanto di unità, dobbiamo renderci conto che l’unità ha un’anima e questa sono le radici cristiane. Ancora oggi io e padre Flavio cerchiamo di prolungare il segno di quell’amicizia che legò i nostri padri fondatori e che ha fatto tanto bene a Messina » . La commemorazione si è conclusa con la Messa presieduta dall’arcivescovo di Messina- Lipari- Santa Lucia del Mela, Calogero La Piana.
Maria Gabriella Leonardi
(Avvenire catholica del 21 aprile 2009)

venerdì 3 aprile 2009

ACIREALE Due iniziative di solidarietà per i senza tetto e gli immigrati

In questa Quaresima la diocesi di Acireale ha deciso di sostenere, con una raccolta fondi, due iniziative: la prima, promossa dalla Caritas diocesana, è il servizio di strada degli operatori Caritas che portano un pasto caldo e una coperta a chi dorme all’aperto, provvedono alla prima accoglienza di chi è senza tetto e gestiscono un ambulatorio per l’assistenza sanitaria a chi non ha la tessera sanitaria, come molti immigrati. La seconda iniziativa della Quaresima acese è la 'Casa della speranza Viviana Lisi', nata per volontà di una giovane esemplare volontaria laica camilliana scomparsa prematuramente. La 'Casa della Speranza' è stata inaugurata lo scorso 25 gennaio nel comune di Riposto (Catania) per accogliere persone senza fissa dimora e per tenervi attività ludiche e scolastiche a favore di ragazzi in difficoltà.
Nel suo messaggio quaresimale alla diocesi, il vescovo di Acireale Pio Vittorio Vigo ha scritto: «In questo nostro tempo penitenziale, non possiamo dimenticare il dovere della solidarietà e dell’aiuto per i più bisognosi. Invito i piccoli e i grandi a voler esprimere in questa Quaresima quei gesti di generosità che la sensibilità spirituale suggerisce, per aiutare queste due iniziative».
(M.G.L.)
(Pubblicato su AVVENIRE del 3 aprile 2009)

venerdì 27 marzo 2009

Suor Maria Alfonsa, gioia oltre la sofferenza


Si è conclusa nei giorni scorsi, con una cerimonia solenne nella Cattedrale di Messina, la fase diocesana del processo di canonizzazione di suor Maria Alfonsa, figura esemplare sbocciata nella città di padre Annibale Maria di Francia, di sant’Eustochia e di altri santi amati dai messinesi. Suor Alfonsina ' vive' nel cuore dei messinesi grazie al suo apostolato dell’ascolto, alle parole di conforto, al sorriso donato a tutti, benché lei, per più di vent’anni, abbia vis- suto su una sedia a rotelle. « Il fascino della sua vita – ha spiegato durante la cerimonia fra’ Tonino Bono, vice postulatore della causa – si può sintetizzare nella chiara testimonianza di come la vita consacrata, spesa per amore, sia bella e fonte di gioia. La sua vita si è ispirata al Vangelo e al carisma della ' santa riparazione', da lei incarnato dall’offerta della sua malattia cronica, sino ad emettere con slancio di fede e di profonda umiltà il voto di ' vittima' e di ' martirio' » . Suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino era nata a Tarquinia ( Viterbo) nel 1937, figlia di Leonardo Bruno e Gerlanda Alaimo. Da bambina segue con la famiglia gli spostamenti del padre dovuti a motivi di lavoro, sino a stabilirsi a Santa Teresa di Riva, nel Messinese. Tra i 17 e i 19 anni, vive un periodo di ricerca vocazionale che la porterà ad entrare nella congregazione delle suore Ancelle Riparatrici di Santa Teresa di Riva.
Dopo avere emesso la professione temporanea, nel 1960 parte missionaria per l’Ohio, negli Stati Uniti, dove si dedica ai lavori domestici, alla testimonianza e alla cura dei bambini e, il 3 febbraio 1964, emette la professione perpetua – nonostante la malattia degenerativa manifestatasi nel 1961 – maturando così la certezza che il Signore la chiama alla sofferenza. La sua salute si aggrava e, nel 1967, viene ricoverata in ospedale dove le viene diagnosticata l’artrite reumatoide deformante anchilosante progressiva. L’anno successivo è costretta a rientrare nella casa madre a Messina. Vi rimarrà per 26 anni, di cui 21 sulla sedia a rotelle.
L’arcivescovo di MessinaLipari-Santa Lucia del Mela, Calogero La Piana, nel delineare la sua immagine ha osservato: « Un primo tratto della santità cristiana che emerge dalla testimonianza di suor Alfonsa riguarda la luminosità della sua vita che traspare dalla serenità del suo sguardo. Lunghi anni vissuti in maniera esemplare con serenità, gioia e la ferma convinzione di avere ricevuto un grande dono da Dio » .
Suor Maria Alfonsa è morta in fama di santità a Messina il 23 agosto 1994. Gli atti per l’apertura del processo di canonizzazione sono stati predisposti da monsignor Giovanni Marra predecessore di La Piana.
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato su AVVENIRE del 27 marzo 2009)

lunedì 16 marzo 2009

La pastorale giovanile diocesana di Piazza Armerina oggi in convegno con Pennisi,Anselmi e Pierpaoli

GELA. È in programma oggi a Gela il convegno diocesano di pastorale giovanile di Piazza Armerina.
L’incontro si terrà nell’hotel Villa Peretti e affronterà il tema «Fino ai confini della terra». Sarà un momento per fare il punto sul lavoro portato avanti negli ultimi cinque anni in diocesi. Il convegno sarà aperto, alle 9.30, dal vescovo Michele Pennisi: il presule terrà una relazione sul tema «Educare i giovani alla politica». Seguiranno gli interventi del responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei, don Nicolò Anselmi e del responsabile del Centro Giovanni Paolo II di Loreto, don Francesco Pierpaoli. Nel pomeriggio, a partire dalle 15.30, saranno presentate alcune esperienze di educazione dei giovani: interverranno i responsabili della Comunità Frontiera di Pietraperzia, nell’Ennese, i capi dell’Agesci e i responsabili del Cesma (Centro giovanile musica e arte) di Gela. Alle 18.30 i delegati diocesani per la pastorale giovanile, Enzo Madonia e don Giuseppe Fausciana, concluderanno i lavori.
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato su Avvenire del 14 marzo 2008)

Ecumenismo: la catechesi, risorsa del dialogo

MESSINA. Coltivare la «catechesi ecumenica» per dare futuro al dialogo tra le Chiese. Perché oggi il rischio reale è che, in un contesto sempre più multiculturale, i più giovani non conoscano le altre confessioni e non siano in grado di confrontarsi con chi appartiene a un’altra confessione cristiana. Sul tema «La Parola per una catechesi ecumenica: una catechesi biblica aperta alla comunione ecumenica?» l’Istituto teologico «San Tommaso» di Messina e il Centro di pedagogia religiosa «Giovanni Cravotta» hanno organizzato un simposio che tra mercoledì e ieri ha fatto incontrare studiosi e rappresentanti di diverse confessioni cristiane. «È indubbio – spiega don Antonio Romano, direttore del Centro di pedagogia religiosa – che le maggiori difficoltà con cui deve fare i conti oggi il dialogo ecumenico vengono dalla mancanza di conoscenza reciproca.
Per questo è necessario un rinnovamento della catechesi ecumenica». Numerose le personalità intervenute al dibattito: da Christa Wolf, pastora della chiesa luterana di Sicilia che ha presieduto la preghiera ecumenica iniziale, a Ermanno Genre, della Facoltà teologica valdese di Roma che, prendendo spunto dal libro «Il pellegrino e il convertito» di Danièle Hervieu Léger, ha parlato del rapporto tra identità religiose e contesto post-moderno. Cesare Bissoli, dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, ha poi riportato gli echi del recente Sinodo dei vescovi riguardanti l’ecumenismo: la crescente attenzione agli ortodossi, la valutazione positiva del ruolo delle Società bibliche (di matrice evangelica) nel diffondere la Bibbia, l’importanza dell’incontro personale con la Sacra Scrittura. «La catechesi ecumenica – ha spiegato don Giovanni Russo, preside del San Tommaso – non esclude le differenze di vedute; mira alle convergenze, senza togliere le divergenze». «Al di là delle difficoltà il dialogo fatto dagli incontri nella vita di tutti i giorni va avanti – ha commentato don Gino Battaglia, direttore dell’Ufficio Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligoso –. L’amore per la Parola di Dio è ciò che di più prezioso abbiamo in comune ed è la risposta a chi ha la sensazione che in questo momento l’ecumenismo sia in una fase di stasi».
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato su Avvenire del 6 marzo 2009)

Meeting dell'educazione a Gela

GELA (Cl) Trecento persone tra insegnanti, volontari, educatori e genitori da oggi, venerdì, a domenica partecipano a Gela al “Meeting nazionale per l’educazione”, un’iniziativa promossa, per la prima volta in Sicilia, da un singolare partenariato costituito dal locale Centro di servizio per il volontariato, dall’Ufficio scolastico della regione Sicilia, dalle associazioni Movimento di volontariato italiano (Mo.V.I), Creativ e Libera, dalla diocesi di Piazza Armerina e con la collaborazione della raffineria Eni di Gela. Scopo del Meeting è fornire strumenti operativi ed innovativi a quanti sono impegnati in campo educativo attraverso 24 workshop, animati da esperti di Creativ, formatori di Libera e del Mo.Vi. I workshop spaziano sui temi più disparati: si va dall’ “educazione attraverso le parabole” al laboratorio di danze etniche, dalla clownerie al laboratorio sull’uso dei palloncini. Ma c’è anche il gruppo di studio sulle idee per promuovere, in oratorio, l’educazione alla cittadinanza e al volontariato e il gruppo di studio sulle “tecniche su come nascere e crescere un gruppo”. Non poteva mancare l’attenzione alle dinamiche familiari, al bullismo e al lavoro di rete. Un mix di attività, progetti e creatività, finalizzati al bene comune, che, secondo gli organizzatori, può candidare Gela a diventare a livello nazionale, "un modello sperimentale di rete integrata per affrontare le emergenze educative", soprattutto una rete per fare fronte comune nella lotta alla mafia in Sicilia. Sabato è previsto uno spettacolo di animazione di musica, danza e teatro sul tema della motivazione alla passione educativa. «Il mondo associativo in Sicilia, grazie alle energie che stanno liberando i Centri di Servizio per il Volontariato – ha dichiarato Enzo Madonna, responsabile a Gela del Cesvop e del Mo.V.I. - sta riprendendo il gusto dello studio, della ricerca, della presa di coscienza e dell’assunzione di responsabilità in termini culturali ed educativi. Il volontariato, le associazioni di promozione sociale, le cooperative, hanno svolto un ruolo fondamentale in questi anni ma spesso il loro impegno si è circoscritto al “progettare” ed al “fare” che li ha condotti a qualche forma di dipendenza dal potere politico; oggi è il tempo dell’autonomia che deve generare “legami forti” per creare pensieri nuovi capaci di affrontare le sfide della cultura e dell’educazione e della convivenza democratica, che saranno messe in crisi dall’acuirsi della crisi economica». «Con questa iniziativa – ha aggiunto Lillo di Ganci, responsabile informazione di Libera in Sicilia - diamo continuità a percorsi costruiti con i ragazzi delle scuole superiori per portare il tema delle mafie, all'interno dei curricula scolastici. Il Meeting nazionale dell’educazione favorisce la creazione di una comunità alternativa alle mafie, certa che il ruolo della società civile sia quello di affiancare la necessaria opera di repressione propria dello Stato e delle Forze dell’Ordine, con un’offensiva di prevenzione culturale».
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato su Avvenire del 17 marzo 2009)

martedì 3 marzo 2009

Parola ed ecumenismo: simposio a Messina

MESSINA . «La Parola per una catechesi ecumenica. Una catechesi biblica aperta alla comunione ecumenica?»: è il tema del secondo simposio di studi catechetici in programma, domani e giovedì 5 marzo presso l’Istituto teologico «San Tommaso» di Messina . Introdurrà i lavori Antonino Romano, direttore del Centro di pedagogia religiosa «Cravotta», e modererà gli interventi Carmelo Labate, coordinatore del Segretariato attività ecumeniche (Sae) di Messina . Il programma della prima giornata prevede le relazioni di Giovanni Orlando (Istituto San Tommaso) su «Il magistero cattolico sull’ecumenismo» e di Carmelo Labate («Le difficoltà nel dialogo ecumenico»). Seguiranno gli interventi di padre Alessio, monaco ortodosso, del pastore valdese Jens Hansen, del pastore della Chiesa avventista del Settimo giorno Giuseppe Laguardia, del pastore evangelico pentecostale Peter William, e di padre Roberto Romeo, direttore dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo. Giovedì, dopo i saluti del preside del «San Tommaso», don Giovanni Russo, interverrà l’arcivescovo di MessinaLipari-Santa Lucia del Mela, Calogero La Piana. Quindi don Gino Battaglia, direttore dell’Ufficio Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso; tratterà il tema «La catechesi ecumenica tra gli impegni pastorali della Chiesa cattolica italiana» e monsignor Cesare Bissoli (Università Pontificia Salesiana) si soffermerà su «La Parola di Dio, vincolo ecumenico nel cammino pastorale.Voci e stimoli dal Sinodo 'La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa'»; seguirà la relazione di Ermanno Genre (Facoltà teologica valdese di Roma) su «Fine delle identità religiose ereditate: chance per una catechesi ecumenica?» e l’intervento di Marco Sirchia (Eparchia di Piana degli Albanesi) su «Mistagogia e catechesi nelle Chiese orientali».
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato su AVVENIRE del 3 marzo 2009)