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mercoledì 27 agosto 2014

L’elenco di don Palmiro «Ogni morto è una storia che non dimentichiamo»


Tutti i mesi, il 28, nella messa in suffragio vengono letti i nomi delle 500 persone decedute a causa di un tumore, la gran parte lavoratori del Petrolchimico



MARIA GABRIELLA LEONARDI

AUGUSTA (SIRACUSA)

S
uccede il 28 di ogni mese, succe­derà anche stasera: nella chiesa madre di Augusta – nel corso del­la messa in suffragio – saranno letti i no­mi di tutte le persone morte di tumore. Un lungo elenco che ne conta 500, decedu­te negli ultimi 20 anni, scandito parten­do dai nomi dei più giovani e concluso con quelli dei più anziani. Il mese scorso – sempre il giorno 28 – sono stati letti, in­vece,
per patologia.

A portare avanti con determinazione questa iniziativa è il parroco, don Palmiro Prisutto, che ha iniziato a cele­brare queste messe mensili a febbraio. «Ci siamo accorti – raccon­ta – che di recente il nu­mero di morti di can­cro aveva superato o­gni limite. Ho fatto un appello annunciando che ogni mese avrei ce­lebrato una messa in suffragio di coloro che
erano deceduti di tumore. I parenti ci han­no segnalato i nomi dei congiunti che a­vevano perso. Esiste un registro dei tu­mori – aggiunge don Palmiro – ma non è aggiornato, né pubblico: per questo stia­mo facendo un registro dei tumori paral­lelo. Per ogni defunto indichiamo nome, cognome, l’attività lavorativa, la patolo­gia per cui è morto e la data del decesso. Ci siamo fermati solo ai morti di Augusta ma se estendessimo l’invito pure a Melil­li e Priolo arriveremmo al triplo delle se­gnalazioni ». Come riferisce il 
sacerdote, buona parte dei nomi dell’elenco appartiene a lavo­ratori del petrolchimico, molte a lavora­tori dell’indotto e ai residenti. Ma ci sono anche i nomi di persone che non hanno avuto niente a che fare con il petrolchi­mico. Il cancro ai polmoni è la prima pa­tologia ad Augusta. L’iniziativa raccoglie adesioni ma, come conferma lo stesso sacerdote, la comu­nità è divisa: «Dobbiamo superare la pau­ra del ricatto occupazionale, la gente è terrorizzata, ha paura di perdere il lavoro visto il periodo di crisi. Lavoro e salute so­no due diritti che, purtroppo, qui cozza­no l’uno contro l’altro. Per questo dico ai lavoratori di chiedere le condizioni per lavorare in sicurezza. Ma queste cose co­stano e per un’industria è più facile andare all’estero».


Don Palmiro ha invia­to il tabulato con l’e­lenco dei morti di can­cro anche al capo dello Stato, invitandolo a partecipare a una delle messe e a riconoscere questa che il sacerdote definisce «strage silen­ziosa ». Anch
e i parenti delle vittime hanno scritto al presidente della Repubblica fa­cendogli lo stesso invi­to. Stasera la lettera sarà distribuita in parroc­chia e tutti i parenti delle vittime sono in­vitati a spedirla al presidente Napolitano. L’elenco è stato anche acquisito dalla Pro­cura della Repubblica di Siracusa che ha aperto un procedimento giudiziario.
La mobilitazione innescata da don Pal­miro, che segue questa vicenda da 30 an­ni, punta anche a registrare le esalazioni anomale di gas industriale avvertite dal­la popolazione. Il sacerdote ha aperto su Facebook il gruppo “Segnala la puzza” che ha 2.475 membri.

Ma sullo sfondo cova un’altra paura: quel­la della chiusura del petrolchimico sen­za che venga eseguita alcuna bonifica. «Hanno reso questo luogo uno dei più in­sicuri d’Italia – dice don Palmiro – e chi ha potuto se ne è andato'.


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1 commento:

don prisutto ha detto...

ieri è stato il VI anniversario