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sabato 19 febbraio 2011

Acireale, Newman e il viaggio interiore in Sicilia:«Tappa nel suo cammino di conversione»

ACIREALE. Il viaggio in Sicilia segnò la vita del cardinale John Henry Newman. Della vicenda siciliana del prelato inglese, beatificato lo scorso settembre, ha parlato il preside della Pontificia facoltà di Sicilia, Rino La Delfa, in una conferenza organizzata ad Acireale dall’«Accademia di scienze, lettere e belle arti degli Zelanti e dei Dafinici». Newman fu in Sicilia nel 1833, per accompagnare due amici. Rimase conquistato dalle bellezze naturalistiche dell’isola e dai resti dell’antichità greca al punto da decidere di ritornare da solo in Sicilia, dopo la partenza dei suoi amici per l’Inghilterra. Della Sicilia Newman scrisse che assomiglia al giardino dell’Eden e, grazie ai suoi testi, oggi è possibile sapere tutto ciò che ha vissuto sull’isola. Eppure mentreintorno aveva un Eden, interiormente sperimentò il deserto. Qui, infatti, si ammalò di febbre di tifo, probabilmente. La Delfa ha spiegato come in Sicilia sia avvenuta, attraverso questa prova, una sorta di seconda conversione di Newman. Mentre la prima conversione avvenne, anni prima, dall’ateismo al teismo, in Sicilia Newman sperimentò il passaggio dal teismo alla religione rivelata. Anni dopo vivrà una terza conversione, quella dalla religione rivelata alla Chiesa Cattolica. Il viaggio in Sicilia fu quindi per Newman una sorta di pellegrinaggio interiore. Quando, guarito, lascerà l’isola scriverà la sua poesia più famosa: «Guidami, lucegentile». Il percorso di Newman è stato efficacemente sintetizzato dal presidente dell’Accademia, Giuseppe Contarino, secondo il quale «la conversione di Newman è da intendersi non nel senso di passaggio da una vita di peccato a una vita santificata come avvenne per Agostino, ma come faticoso cammino verso il raggiungimento della Verità, da lui ricercata con grande passione, tenacia e coerenza».
Maria Gabriella Leonardi
19 febbraio 2011

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