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martedì 4 novembre 2008

Commemorazione dei defunti solidale a Catania

CATANIA L'1 e il 2 Novembre nelle Cappelle Funerarie e nelle Chiese delle oltre
centodieci Confraternite della Diocesi ,in tutti i Comuni della Diocesi,saranno esposti dei raccoglitori per le Offerte e i manifesti per informare della iniziativa. Quest'anno le Confraternite della Diocesi condividono con la Caritas Diocesana il progetto: "abbracciamo la vita perduta". Una iniziativa di raccolta contributi in favore dei senza fissa dimora. Nella Diocesi decine di volontari ogni giorno sono impegnati in favore dei
fratelli senza fissa dimora. L'unità di strada della Caritas Diocesana di Catania organizza ronde di
solidarietà notturne per portare aiuti ai bisognosi per strada. Si tratta di aiuti concreti (panini, viveri, coperte..), aiuti che fanno la differenza tra la sopravvivenza e la morte, abbracciano coloro che si muovono ai
margini per aiutarli a riabbracciare la vita.
Maria Gabriella Leonardi
(Pubblicato su Catholica - Avvenire dell'1 novembre)

lunedì 27 ottobre 2008

Inaugurato master paolino a Messina

MESSINA E’ stato inaugurato venerdì scorso nell’istituto teologico “S. Tommaso” di Messina, il Master in “Teologia e spiritualità Paolina”, promosso e diretto dal prof. mons. Giuseppe Costa, ordinario di S.Scrittura e vicepreside del “S.Tommaso”, nonché coordinatore diocesano dell’Anno Paolino. All’inaugurazione erano presenti il vicario generale dell’arcidiocesi di Messina-Lipari-S.Lucia del Mela, don Carmelo Lupò, e il preside dell’istituto, prof. don Giovanni Russo. L’iniziativa è una delle tante proposte dalla Diocesi per fare conoscere la figura e l’opera di San Paolo nell’anno pastorale e accademico 2008-09, in cui ricorre il bimillenario della nascita del Santo. Il Master si avvale della collaborazione di diversi uffici diocesani: catechistico, religione cattolica, pastorale familiare, “Migrantes”. Quattro aree formative. La prima ripercorre l’ambiente storico-culturale del I secolo d.C., per rintracciare le radici e il percorso formativo che porta da Saulo persecutore, a Paolo, “Apostolo delle genti”. La seconda, tocca la nuova “via teologica” proposta dagli scritti paolini, fondamentali per la conoscenza e la formazione delle prime comunità cristiane. La terza e la quarta area esaminano gli aspetti spirituali e i risvolti liturgici e catechetici dell’annunzio di san Paolo. Il Master prevede lezioni mensili frontali e ore di studio personale, dura un anno e si concluderà a settembre 2009. 250 il numero definito di corsisti, ma le richieste di iscrizione sono state molte di più.
M.G.L.
(Pubblicato su Catholica - Avvenire del 26 ottobre 2008)

Agrigento: ampliata la casa di accoglienza diocesana

AGRIGENTO E’ stata ampliata la casa di accoglienza diocesana “Mons.Fasola” di Agrigento che d’ora in poi dispone di trenta posti letto, e non più quindici, per accogliere i senza tetto e le persone in difficoltà. La “Mons.Fasola” è nata oltre un decennio fa per volontà dell’allora arcivescovo Carmelo Ferraro ed è gestita dal “Centro di Ascolto e di Accoglienza San Giuseppe Maria Tomasi Onlus”, che cura i servizi della Caritas Diocesana. La casa al momento è piena e, in vista dell’inverno, l’ampliamento permetterà di accogliere più persone povere: extracomunitari, ma anche anziani e giovani disoccupati agrigentini. «La Casa di Accoglienza Mons. Fasola – spiega il coordinatore Nicola Pollicino - offre una accoglienza immediata e relativamente breve. I nostri ospiti possono restare al massimo per un mese e mezzo, per consentire un ricambio costante dei fruitori. Non offriamo solo un pasto caldo ed un tetto: mettiamo a disposizione la consulenza legale, i servizi sociali e sanitari e soprattutto ci impegniamo per cercare di trovare insieme una soluzione abitativa e lavorativa, favorendo il reintegro della persona svantaggiata nella società». «Il nostro obiettivo – evidenzia la Madre Superiora del Boccone del Povero, Suor Glendalyn Medina, impegnata nell’Ente Diocesano – è soprattutto quello di cercare di fornire gli strumenti necessari per far uscire il soggetto dalla povertà». «Tutte le parrocchie che sono a conoscenza di casi disperati – conclude Pollicino – potranno segnalarci i nominativi».
Maria Gabriella Leonardi
(Pubblicato su Avvenire del 25 ottobre 2008)

lunedì 20 ottobre 2008

Sicilia, bilancio di 30 anni

"Per la vita e la dignità dell'uomo” è il tema scelto dal direttivo della Federazione dei Movimenti e Centri di Aiuto alla Vita della Sicilia per il convegno regionale che si svolgerà domenica 19 ottobre allo Sheraton Hotel di Catania. «In occasione dei 60 anni della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'uomo – spiegano gli organizzatori – a Catania il popolo della vita siciliano chiama a raccolta le Istituzioni e i cittadini per ricordare che tra i diritti principali deve essere ricordato il Diritto alla Vita di ogni essere umano, dal concepimento alla morte naturale; e che la famiglia, fondata sul matrimonio di un uomo e una donna, che hanno il diritto-dovere di educare i figli, è il nucleo fondamentale della società e dello Stato». Per l’occasione verrà presentata la petizione europea organizzata dal Movimento per la Vita Italiano con la collaborazione di Scienza & Vita e del Forum delle associazioni familiari. Alle ore 11 si terrà una tavola rotonda sul tema della giornata, moderata dal presidente della Federazione regionale dei MpV e Cav della Sicilia, Umberto Ienzi. Previsti gli interventi del prof. avv. Luigi Arcidiacono, ordinario di Diritto Costituzionale all’Università di Catania, del dott. Luigi Castellucci, dirigente generale dell’Assessorato Regionale alla Sanità e dell’ on. Carlo Casini, magistrato, presidente del Movimento Per la Vita Italiano. Nel corso della giornata sarà presentata l'attività trentennale svolta dal Centro di aiuto alla vita di Gela e dei 25 anni del Cav di Catania. Il Cav di Gela è il primo della Sicilia, è stato fondato nel 1978, subito dopo la legge sull'aborto, dai coniugi Rocco e Giovanna Giudice e da allora non ha smesso di operare per prevenire l’aborto. Tra i risultati ottenuti anche uno spazio, un luogo d’ascolto, riservato all’associazione all’interno di un ospedale. Il Cav di Catania è stato fondato nel 1983 e da qualche anno ha sede in via Alfonsetti, in un locale sequestrato alla mafia.
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato su E'Vita - Avvenire del 16 ottobre 2008)

Catania, prima gli ultimi

Il disagio dei Rom è lo stesso al sud come al nord. Se a Milano ne sono stati sgomberati 1800 dai campi, a Catania ne sono stati fatti andare via 200. Ma i campi che si svuotano, piano piano, col tempo si riempiono. Che fare? Ieri, a Catania, i Rom, e in genere, tutti quelli che per la società sono gli ultimi, sono stati al centro della 2ªgiornata del volontariato, organizzata dalla consulta diocesana delle aggregazioni socio-assistenziali. L’iniziativa si intitolava “Uno sguardo sulla città: prima gli ultimi” e si è tenuta nel museo diocesano, nel cuore del centro storico catanese. A portare la sua testimonianza don Virginio Colmegna, presidente Fondazione “Casa della Carità” di Milano. «La motivazione al volontariato – ha affermato don Colmegna - nasce anche da risorse cristiane. Spesso in una società che si chiude nella paura, si attenua la spinta solidale. Nella “Casa della Carità” sono presenti 73 nazionalità. Molti sono rom sgomberati: solo stando vicini si possono abbassare le paure. Ma le paure nascono dal voler trovare un capro espiatorio. Dopodomani dovrò celebrare il funerale di un adolescente rom bruciato vivo. Il nostro compito sarà anche quello di ricostruire il senso di un dramma». Ma anche quando tutto ciò che ci circonda è buio, buio come le strade di Catania e della sua grave crisi finanziaria, resta sempre l’amore, ciò che salva: «Molti giovani vengono nella “Casa della Carit”à a fare esperienza. Il Cardinal Martini ha voluto che all’interno della casa esistesse anche l’Accademia della Carità, un luogo ove, partendo dalle storie di persone, si riflettesse sui temi della solidarietà, dell’economia, della sofferenza, della malattia psichiatrica…». «Se non siamo capaci di far diventare i nostri servizi cultura, avremo decine di Santi da onorare, ma tanta chiusura tra la gente», aggiunge padre Valerio Di Trapani, direttore della Caritas dell’Arcidiocesi di Catania. Ed è sempre sui Rom e sulla loro accoglienza che padre Valerio si sofferma, rivolgendosi alle autorità cittadine e provinciali presenti:«su questo tema è necessario che al più presto discutano la Croce rossa, la Caritas, la comunità rumena, la Provincia di Catania e la Questura».«La solidarietà non è monopolio dei cristiani – ha aggiunto l’arcivescovo monsignor Salvatore Gristina – ma dobbiamo lavorare perché si diffonda. L’umanità è capace di solidarietà, anche se questa non appare sulla prima pagina del giornale. Dobbiamo formarci per migliorare la qualità testimoniale. Per rendere sempre più missionario il volto della nostra Chiesa». Ieri, la festa del volontariato è stata celebrata a Catania nella ricorrenza di San Vincenzo De’Paoli. Due giorni prima, il 25 settembre, Catania celebrava un suo figlio esemplare, il Beato Cardinale Dusmet, amato dai catanesi proprio per la sua operosa carità e le cui spoglie sono custodite nella Cattedrale catanese:«Quello che Dusmet realizzò ai suoi tempi – ha aggiunto monsignor Gristina – anche noi dobbiamo saper realizzare con le istituzioni e le modalità dei nostri giorni».
Maria Gabriella Leonardi
(Pubblicato su OggiItalia - Avvenire 28 settembre 2008)

venerdì 26 settembre 2008

Sicilia Turismo, natura e prodotti tipici «arricchiscono» l’Etna

DA CATANIA
M. GABRIELLA LEONARDI
L’ Etna non è solo una montagna, è anche e soprattutto un vulcano attivo.
Un singolare binomio che la rende unico e non a caso il 43% dei turisti che soggiornano nella provincia di Catania viene per visitare l’Etna. Il dato proviene da un’indagine promossa dall’Azienda provinciale turismo di Catania per conoscere il livello di gradimento dei servizi e delle strutture sui due versanti dell’Etna. I turisti sono stati intervistati per strada a Piano Provenzana, sul versante nord-est del vulcano, a quota 1816 e nel piazzale del Rifugio Sapienza, sul versante sud, a quota 1910. Dai dati, forniti dalla dirigente della Provincia regionale di Catania, Santa Caruso, emerge l’elevato gradimento dell’escursione espresso dal 92% degli intervistati: il 57% apprezza soprattutto le bellezze naturali, il 24% le condizioni atmosferiche, altrettanti il vulcano. Il mezzo di trasporto più usato sull’Etna, qualche anno fa, risultava l’auto privata. Per questo la ferrovia Circumetnea ha potenziato i propri servizi per portare in quota quante più persone con la 'Littorina'. Sull’Etna si fa di tutto: sci, trekking, speleologia nelle affascinanti grotte vulcaniche, mountain bike e motoraduni.
L’altra fonte di business deriva dalla valorizzazione dei prodotti tipici locali. Come accade a Bronte, cittadina rinomata per la coltivazione del pistacchio, una pianta che riesce ad attecchire sulle rocce laviche. Proprio in questi giorni, Bronte ospita la sagra del pistacchio, ove saranno messe in mostra le svariate applicazioni di questo frutto in cucina: dalla salsiccia alla pasta, dal dolce al gelato. Poi sarà la volta dell’Ottobrata, mostra-mercato dei prodotti tipici dell’Etna che si svolge a Zafferana Etnea, tutte le domeniche di ottobre, attirando decine di migliaia di visitatori. Ogni domenica è dedicata a un prodotto: l’uva, il miele, le mele dell’Etna, i funghi e le castagne e vino. Un maggiore rilancio, tuttavia, meriterebbe il Parco dell’Etna, nato negli anni ’80 per proteggere e valorizzare questo ambiente. Gli amanti della montagna reclamano una maggiore sorveglianza e la manutenzione dei sentieri.
Pubblicato su PRIMO PIANO - AVVENIRE del 26 settembre 2008)

Madonna della Vena, l’icona risale all’XI secolo

DA VENA (CATANIA)
E ra stata sottoposta, nei mesi scorsi, alle analisi del Laboratorio di tecniche nucleari per i beni culturali di Firenze per scoprirne la datazione. Ieri, sono stati resi noti i risultati degli esami eseguiti sull’icona della Madonna della Vena, custodita nell’omonimo santuario di Piedimonte Etneo ( Ct), sulle falde dell’Etna. La sacra immagine risale a un periodo compreso fra i primi decenni dell’XI secolo e i primi decenni del XIII. Non è l’icona della tradizione (che doveva risalire al V secolo) ma è comunque molto antica. È stata realizzata su legno di castagno, una rara, unica tavola di 170 cm per 67. Alla presentazione degli esami, voluti dalla Diocesi di Acireale in accordo col rettore del santuario don Carmelo La Rosa, era presente il Vescovo di Acireale, Pio Vigo. Vi hanno assistito anche i partecipanti al master della Fisc, Federazione settimanali cattolici italiani, in corso a Siracusa, giunti ad Acireale per celebrarne i 50 anni del settimanale diocesano, La voce dell’Jonio, edito dall’associazione di volontariato « Orazio Vecchio » .
M. Gabriella Leonardi
(pubblicato su CATHOLICA - AVVENIRE del 21 settembre 2008)