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Visualizzazione post con etichetta Caritas Messina. Mostra tutti i post
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sabato 4 febbraio 2017

Messina. Campagna Caritas 'Più giochi, più perdi'

La Caritas diocesana di Messina ha realizzato contro il gioco d’azzardo patologico la più grande campagna di comunicazione sociale lanciata nella città dello Stretto tappezzata di manifesti, soprattutto nei quartieri popolari. Il messaggio è semplice 'Più giochi, più perdi. È matematico!'.
Vengono pubblicizzati i contatti telefonici a cui rivolgersi: la stessa Caritas diocesana, la comunità 'Faro' e la comunità 'Lelat'. «Già diverse persone si sono rivolte ai nostri sportelli per informazioni, soprattutto per i familiari», spiega Enrico Pistorino, responsabile osservatorio Caritas delle povertà.
«Collaboriamo con due comunità, la Faro e la Lelat, che si occupano di tossicodipendenti e dipendenza da gioco. Le persone affette da ludopatia sono prima orientate a colloqui e poi a far parte di un gruppo di aiuto». La campagna rientra in un progetto dell’8x1000.
«Negli anni della crisi – aggiunge Pistorino – la disperazione ha portato la gente a tentare la fortuna indebitandosi ancor più.
Spesso i centri di ascolto ci segnalavano situazioni economiche difficili. Dietro c’era una patologia». (G. Leo.)

martedì 24 novembre 2015

A Messina tutori volontari per i migranti bambini

Caritas diocesana, comunità di Sant’Egidio, Ufficio diocesano Migrantes e circolo Arci Thomas Sankara a Messina hanno dato vita ad una inedita alleanza a favore dei minori stranieri non accompagnati che giungono nella città dello Stretto. L’obiettivo è quello di creare un albo di tutori volontari capaci di accogliere i minorenni migranti che giungono a Messina. Questi tutori volontari saranno formati attraverso un corso e saranno indicati al giudice tutelare affinché li approvi. Saranno sempre affiancati da esperti e non saranno mai lasciati soli.
«Non una questione tecnica – commenta Andrea Nucita della comunità di S. Egidio – ma un fatto d’amore e di giustizia». «La questione dei minori migranti non accompagnati interroga le nostre coscienze – dice Santino Tornesi, dell’Ufficio diocesano Migrantes –. Nel 2014 in Italia ne sono arrivati 13mila e di 3.550 si sono perse le tracce». «Importante, anzi necessaria, collaborazione tra la Chiesa e la società civile – dice padre Giuseppe Brancato della Caritas diocesana – quando si tratta di quell’accoglienza cui continuamente ci sollecita Papa Francesco e ancor più quando questa accoglienza riguarda ragazzi o, addirittura, bambini». «Così la società civile – aggiunge Patrizia Maiorana del circolo Arci Thomas Sankara – si fa carico di un problema emergenziale e cerca, trova, soluzioni in grado di dare opportunità non solo ai ragazzi migranti ma anche agli stessi cittadini, che, in tanti, vogliono trovare un mododi dare aiuto».
Maria Gabriella Leonardi

martedì 22 settembre 2015

MESSINA Ludopatia, al via per il terzo anno 'Game over' Il vescovo La Piana chiede attenzione a vittime

È giunto al terzo e ultimo anno di attività 'Game over' il progetto della Caritas di Messina-Lipari-S.Lucia del Mela contro l’azzardo. Nella sede della Caritas di Messina, sono stati presentati i risultati di questa attività, alla presenza dei rappresentanti del gruppo messinese di 'Mettiamoci in gioco', delle associazioni partner 'Faro' e 'Lelat', del Comune di Messina, dell’Asp e del Sert. Da mesi è in corso un’indagine anonima sulle pratiche di gioco dei messinesi e sono stati organizzati eventi divulgativi in collaborazione con gli Ordini dei Giornalisti, dei Medici, degli Avvocati. Per un mese, la città dello Stretto sarà interessata da una massiccia campagna di comunicazione realizzata attorno allo slogan 'Più giochi, più perdi. È matematico'. In alcune zone di Messina, in posizioni di grande visibilità, campeggiano manifesti di 6x3 metri e altri, più piccoli saranno affissi altrove. «Il gioco d’azzardo patologico ha effetti immediati e a medio e lungo termine, incide pesantemente nelle famiglie, nelle relazioni sociali e sul tessuto economico – ha detto don Giuseppe Brancato, direttore della Caritas diocesana – in una nota pastorale che il vescovo Calogero La Piana consegnerà alla diocesi, tra gli ambiti cui viene indicato di prestare particolare attenzione, c’è proprio quello del sostegno ai soggetti vittime di gioco d’azzardo patologico e alle loro famiglie».
Maria Gabriella Leonardi

sabato 17 gennaio 2015

Messina. I primi 40 anni della Caritas Don Soddu: «Verifica è fondamentale

Messina. Si intitola 'Quarant’anni fatti di Caritas' il volume, a cura di don Gaetano Tripodo e Iria Cogliani, sulla vita della Caritas diocesana di Messina, tra cronologia, testimonianze e storie emblematiche presentato ieri nell’aula magna dell’Università di Messina durante un convegno sui 40 anni della Caritas diocesana. I lavori sono stati tenuti dall’arcivescovo di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela Calogero La Piana, da don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, e da don Gaetano Tripodo, direttore della Caritas diocesana. «Considero la realizzazione del libro e del convegno - ha detto don Soddu - momenti fondamentali nei quali, oltre a restituire all’opinione pubblica quanto prodotto, la Caritas diocesana si interroga e verifica se stessa, la propria capacità di essere all’altezza della propria missione di organismo pastorale e non di semplice 'erogatore’ di servizi' ».
Maria Gabriella Leonardi

sabato 20 dicembre 2014

Messina, dalla Caritas un aiuto ai padri separati

La Caritas diocesana di Messina ha inaugurato il centro Osea, struttura voluta per dare sostegno alle famiglie ferite da separazioni e divorzi. Il Centro, inaugurato dall’arcivescovo Calogero La Piana, offrirà accompagnamento spirituale, si impegnerà a promuovere una genitorialità responsabile e darà anche ai papà separati la possibilità di un’accoglienza temporanea (fino a un anno) per aiutarli a raggiungere autonomia psicologica ed economica, necessaria per riorganizzare la loro esistenza. Dall’attività dei centri di ascolto, infatti, la Caritas ha rilevato come siano proprio i padri coloro che incontrano maggiori difficoltà, economiche e non solo, a seguito di una separazione. La Caritas è stata la regista del lavoro di rete che ha portato alla realizzazione del centro: in Quaresima ha lanciato il progetto e promosso una raccolta fondi. La responsabile della struttura è suor Vincenzina Raimondo, delle suore francescane dei poveri, religiose che da tempo si occupano di accompagnamento spirituale delle famiglie in crisi. Ma ci avvarrà anche di esperti volontari, tra cui avvocati, psicoterapeuti e mediatori familiari. Il centro ha preso il nome dal profeta Osea che nella Bibba narra della fedeltà di Dio in risposta all’infedeltà della sposa. «Ai progetti del Centro – precisa il direttore Caritas padre Gaetano Tripodo – collaborano anche papà separati».
Maria Gabriella Leonardi
© RIPRODUZIONE RISERVATA

venerdì 12 dicembre 2014

Messina, l’Avvento per i cristiani in Iraq

Dalla Caritas della diocesi siciliana un progetto di vicinanza concreta. Stasera un incontro di preghiera
L a Caritas di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela dedica l’Avvento alla sensibilizzazione sul dramma che vivono i cristiani in Iraq. «Abbiamo pensato – dichiara in una nota padre Gaetano Tripodo, direttore della Caritas diocesana – di sostenere un progetto che vada oltre i nostri confini per dare sostegno ai cristiani perseguitati in Iraq e costretti a fuggire nel vicino Kurdistan». Con l’iniziativa denominata 'Un grido dall’Iraq', la Caritas sosterrà il 'Progetto Casa' già lanciato su scala nazionale. L’obiettivo è garantire l’acquisto di 150 container per l’alloggio di altrettante famiglie irachene. Costo previsto: 3.140 euro a container. «Siamo certi – afferma padre Tripodo – che l’intera comunità messinese ci aiuterà ad alleviare le terribili condizioni vissute dalle famiglie irachene». Oggi alle 19 nella Chiesa di San Nicolò all’arcivescovado, Caritas e Comunità di Sant’Egidio promuovono un incontro di preghiera dedicato ai cristiani perseguitati nel mondo, e in particolare alle popolazioni irachene. Alla raccolta fondi è possibile aderire recandosi nella sede Caritas in via Emilia 19 a Messina, da lunedì a venerdì, dalle 9.30 alle 12.30 oppure tramite bollettino postale o ancora attraverso il conto corrente aperto presso la Banca di Credito Cooperativo 'Antonello da Messina'.
Maria Gabriella Leonardi
© RIPRODUZIONE RISERVATA

martedì 16 settembre 2014

Messina, la birra della solidarietà

Messina solidarietà 'a tutta birra' per sostenere la rinascita del birrificio che produceva la storica 'Birra Messina'. Nella città dello stretto veniva, in­fatti, prodotta, a partire dagli anni ’20 del secolo scorso, una birra molto apprezzata nel meridione. Il birrificio, do­po alcuni passaggi di proprietà, un paio di anni fa ha chiu­so i battenti, a seguito di varie vicende, tra cui anche la spe­culazione edilizia. 16 coraggiosi ex lavoratori specializza­ti, dopo avere strenuamente lottato per salvare il loro po­sto di lavoro, hanno deciso di investire il loro Tfr per co­stituirsi in cooperativa e fondare il 'Birrificio Messina'.

La Regione Sicilia ha loro assegnato due capannoni in­dustriali ed è partita una raccolta

domenica 31 agosto 2014

La crisi ha aumentato il gioco patologico: con le slot si vuole dimenticare i problemi quotidiani

Indagine della Caritas di Messina traccia l’identikit di chi si rovina con le macchinette

Messina. Il volere risolvere i problemi economici e dimenticare le preoccupazioni quotidiane. Sono questi i principali motivi che spingono a giocare, secondo quanto emerge da un questionario somministrato dalla Caritas di Messina nell’ambito del progetto “Game Over”. Oltre 50 persone hanno risposto al questionario, nel corso del primo anno del progetto. Il 47% ha dichiarato di aver frequentato, almeno una volta una sala Bingo o slot, il 22,64% di averla frequentata nell’ultimo anno. Di questi ultimi, il 66,67% per più di cinque volte in un anno, il 25% più di 10 volte, l’8,33 non ha quantificato. Si gioca soprattutto per risolvere i problemi economici: 34% delle risposte. E, infatti, la dipendenza da gioco colpisce di più le famiglie più povere e più vulnerabili nei valori di riferimento. Il 22% degli intervistati gioca per dimenticare i problemi quotidiani. Nonsapendo di crearsene di nuovi.
Maria Gabriella Leonardi