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martedì 4 aprile 2017

Caltagirone. In marcia per Patrizia «Violenza, serve il no di tutti»

CALTAGIRONE (CATANIA) I l vescovo di Caltagirone Calogero Peri è intervenuto con una lettera sul tragico episodio di femminicidio verificatosi nel comune calatino nella notte tra domenica e lunedì, dove è stata uccisa, nel sonno, dal suo compagno, una donna di 47 anni, Patrizia Formica.
Ieri sera, a Caltagirone è stata organizzata una fiaccolata, partita dalla chiesa di San Pietro, nel quartiere ove è nata Patrizia, sino alla Cattedrale di San Giuliano. Un’iniziativa che – come ha scritto il vescovo – ha voluto dare ai congiunti, agli amici e alla cittadinanza «un segnale forte di prossimità e solidarietà, che dica coralmente un 'no' deciso ad ogni forma di violenza». Monsignor Peri nella sua lettera parla del femminicidio e di questo episodio, in particolare, a cui, sottolinea, «è obbligo non assuefarsi; e soprattutto è sintomo inquietante di profondi disagi spirituali e culturali, e di baratri di sofferenze e umane fragilità, che sconvolgono i territori molto delicati della dinamica dei sentimenti».
A fronte di questi drammatici fatti, definiti ormai dalla cronaca virali per la frequenza con cui si ripetono, il vescovo sottolinea che «ogni intelligenza pensante sa di doversi fare, in nome del bene dei nostri figli e delle generazioni future, testimoni più seri e credibili di futuro e di speranza». Monsignor Peri parla delle situazioni drammatiche ove il disagio si fa disperazione e angoscia e ove violenza e aggressività represse esplodono incontrollate. «La drammaticità degli eventi che la comunità calatina sta vivendo – scrive – fa appello fortemente alla necessità che ci si interroghi senza infingimenti e con interiore libertà, laici e credenti di ogni fede, sulla situazione presente continuamente inquieta e precaria ». Il vescovo sottolinea, però, che la solidarietà non basta se poi mancano risposte strutturali, ad ogni livello, per sconfiggere «la sensazione di smarrimento e la diffusa percezione di essere quasi traditi da una vita insensata e minacciati dall’imprevedibilità di regole». Di qui l’invito rivolto a tutti per «tracciare insieme percorsi di rispetto e legalità, di amore per il mistero della vita, al di là di qualunque steccato religioso, ideologico, politico e culturale, pur nella consapevolezza della sofferenza dolorosa di fratelli duramente provati».
MGL
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