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martedì 2 agosto 2011

Caltagirone, apre la casa per i parenti dei detenuti - Avvenire

Caltagirone, apre la casa per i parenti dei detenuti - Avvenire

Rudere ristrutturato dalla diocesi accoglie chi va al colloquio

DA CALTAGIRONE

MARIA GABRIELLA LEONARDI

N on dovranno più rimanere ore e ore chiusi in macchina, in aperta campagna, sotto il solleone o sotto l’acqua torrenziale, in attesa che si aprano le porte del carcere per essere ammessi al colloquio con il familiare detenuto. Da oggi possono contare sull’ospitalità della casa d’accoglienza voluta dalla diocesi per rendere più accettabile l’attesa dei parenti che vengono da lontano. Inaugurata ieri dal vescovo Calogero Peri, alla presenza di numerose autorità civili e militari, la struttura è già pienamente operativa ed è la prima del genere in Sicilia. L’idea di realizzare questa palazzina risale a quattro anni fa, quando fu deciso di trovare un modo per alleviare attesa e fatiche ai tanti familiari ammassati davanti alla casa circondariale, una delle più grandidella zona, che si trova in contrada Noce, in un’area disabitata tra Caltagirone - che dista sei chilometri ed è la città più vicina - e Niscemi.

Individuato un vecchio rudere non lontano dall’istituto di pena, la diocesi, grazie anche all’impegnodel direttore della Caritas, don Nuccio Caniglia, decise di ristrutturarlo utilizzando le offerte raccolte nelle parrocchie durante le celebrazioni del Giovedì Santo.

Anche una quota dell’8 per mille èstata destinata a questo progetto cui ha contribuito la Provincia di Catania.

I lavori sono durati circa tre anni.

La struttura ha cinque stanze doppie, per un totale di dieci posti letto, poi ci sono la cucina e i servizi in comune. Per volontà del vescovo Peri, a gestirla saranno le suore dell’Annunciazione ma, proprio al fine di creare un’atmosfera il più familiare possibile, agli ospiti sarà data la possibilità di utilizzare la cucina e prepararsi da mangiare.

Finalità del progetto è anche quella di dare una testimonianza di amore oblativo e perciò i parenti dei detenuti potranno usufruire della casa d’accoglienza, frutto della generosità di tutta la Chiesa calatina, del tutto gratuitamente.

Per gli ospiti sarà anche un’opportunità di condivisione, ma avranno soprattutto la garanzia di poter aspettare il momento del colloquio in modo più umano e decoroso.

Il progetto, unico in

Sicilia, serve ad alleviare l’attesa dei familiari che abitano lontano e passano ore in auto in aperta campagna. Dieci i posti letto. E gratuiti

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