Questo blog raccoglie i miei articoli pubblicati sul quotidiano nazionale di ispirazione cattolica "Avvenire". Sono articoli in cui mi sforzo di raccontare cosa fanno tanti siciliani che si prodigano per gli altri e testimoniano tra gli uomini l'amore e la presenza di Dio. Questo blog vuole essere un omaggio e un grazie ai numerosi credenti siciliani che ho il piacere di conoscere e che con la loro testimonianza arricchiscono anche la mia vita e mi spronano ad essere migliore. MGL
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domenica 5 giugno 2011
mercoledì 25 maggio 2011
La «fragilità» sta a cuore ai credenti
La fragilità come problema bioetico è il tema di una Lectio magistralis che il Francesco D’Agostino terrà sabato 14 all’istituto teologico «San Tommaso» di Messina, in occasione dell’annuale incontro dell’associazione per l’ingegneria genetica «Maria Giovanna Stella Modaffari». Il tema si intona con l’attività di studio svolta dalla Modaffari che durante la sua breve vita ha approfondito gli studi nell’ambito della vulnerabilità.
Sabato, l’opera della Modaffari sarà ricordata da Marianna Gensabella Furnari, straordinario di bioetica all’Università di Messina e membro del Comitato nazionale di bioetica. Don Giovanni Russo, preside del «San Tommaso», spiega: «Il tema della fragilità è di interesse sia nel dibattito pubblico che in quello ecclesiale. In altri stati, ad esempio, si dibatte se devono essere rianimati o meno i nati sottopeso, che è possibile siano portatori di handicap. Negli stati in cui la salute è organizzata attraverso il sistema delle assicurazioni, come negli Usa, vi è la tendenza a non assicurare i Lea, i Livelli essenziali di assistenza e a lasciare che delle persone più deboli si occupino solo gli enti caritativi. Su questi temi è acceso il dibattito, ma la Chiesa da sempre dà voce ai soggetti deboli e li difende».
Messina, tra l’altro, è una delle città italiane in cui ci si stamuovendo per l’istituzione di un registro per il testamento biologico. In proposito, don Giovanni, afferma: «La scuola superiore di bioetica, in seno all’istituto 'San Tommaso' negli ultimi anni ha prodotto simposi, convegni, attività nelle scuole, catechesi nelle parrocchie e pubblicazioni. Non siamo stati vittima di questa mentalità ma abbiamo lavorato per la formazione della società attraverso la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei giovani in particolar modo».
Maria Gabriella Leonardi
E'Vita
13 maggio 2011
sabato 14 maggio 2011
mercoledì 11 maggio 2011
venerdì 15 aprile 2011
Caltagirone, raccontate in un testo le tradizioni religiose a Licodia Eubea
DA CALTAGIRONE
S i intitola «L’eccesso dell’amore» il libro scritto da don Fabio Randello e che raccoglie le manifestazioni della pietà popolare e le tradizioni religiose legate alla Quaresima e alla Settimana Santa a Licodia Eubea, nella diocesi di Caltagirone. Il volume è stato presentato nella Basilica matrice di Licodia durante un incontro a cui sono intervenuti il vescovo di Caltagirone Calogero Peri, don Corrado Lorefice, docente allo Studio Teologico di Catania e il professor Antonio Barone.
«Sono sette i dolori di Maria – spiega don Randello – quelli delle spade della Sittina; per ogni spada c’è un canto, il sesto celebra il forte dolore di Maria provato per l’eccesso dell’amore, da qui il titolo di questo libro che raccoglie riflessioni sulla preparazione al triduo pasquale, i canti e i pentagrammi delle musiche che accompagnano i momenti di culto, la documentazione fotografiche e persino le ricette dei cibi tradizionali. Ho raccontato la pietà popolare del comune vivere e sentire che arricchisce il cuore degli uomini. Come dice anche Benedetto XVI, credo che sia importante recuperare e tramandare lo spirito di questi momenti di culto per ritrovare la fede che vi è alla base». Il volume inaugura la collana di saggi su fede, arte e tradizione nella Chiesa calatina intitolata «Radix et fructus», ha ricevuto il patrocinio del progetto cultura della diocesi di Caltagirone ed è stata effigiato del logo del Progetto culturale della Conferenza episcopale.
Maria Gabriella Leonardi
15 aprile 2011
S i intitola «L’eccesso dell’amore» il libro scritto da don Fabio Randello e che raccoglie le manifestazioni della pietà popolare e le tradizioni religiose legate alla Quaresima e alla Settimana Santa a Licodia Eubea, nella diocesi di Caltagirone. Il volume è stato presentato nella Basilica matrice di Licodia durante un incontro a cui sono intervenuti il vescovo di Caltagirone Calogero Peri, don Corrado Lorefice, docente allo Studio Teologico di Catania e il professor Antonio Barone.
«Sono sette i dolori di Maria – spiega don Randello – quelli delle spade della Sittina; per ogni spada c’è un canto, il sesto celebra il forte dolore di Maria provato per l’eccesso dell’amore, da qui il titolo di questo libro che raccoglie riflessioni sulla preparazione al triduo pasquale, i canti e i pentagrammi delle musiche che accompagnano i momenti di culto, la documentazione fotografiche e persino le ricette dei cibi tradizionali. Ho raccontato la pietà popolare del comune vivere e sentire che arricchisce il cuore degli uomini. Come dice anche Benedetto XVI, credo che sia importante recuperare e tramandare lo spirito di questi momenti di culto per ritrovare la fede che vi è alla base». Il volume inaugura la collana di saggi su fede, arte e tradizione nella Chiesa calatina intitolata «Radix et fructus», ha ricevuto il patrocinio del progetto cultura della diocesi di Caltagirone ed è stata effigiato del logo del Progetto culturale della Conferenza episcopale.
Maria Gabriella Leonardi
15 aprile 2011
giovedì 10 marzo 2011
Famiglia & provetta: i diritti?
Due note sentenze «contro» la legge 40. Si tratta della sentenza della Corte costituzionale dell’1 aprile 2009 – che ha messo in discussione il limite di tre embrioni per un unico e contemporaneo impianto – e la sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo che ha contestato all’Austria il divieto alla fecondazione in vitro eteorologa. Su «Famiglia e procreazione assistita. I cambiamenti del diritto nazionale e internazionale» verterà un seminario in programma sabato nella Scuola di specializzazione in bioetica e sessuologia dell’Istituto teologico «San Tommaso» di Messina. Marianna Gensabella, docente di bioetica all’Università di Messina e membro del Comitato nazionale di bioetica, tratterà l’aspetto etico; Giuseppe Ruggeri, ordinario di diritto costituzionale dello stesso ateneo, tratterà la prospettiva giuridica.
«Credo che le conseguenze della sentenza della Corte costituzionale non vadano enfatizzate – spiega Gensabella – in quanto rimane pur ferma la limitazione dell’uso di tali tecniche. Inquietanti sono invece le prospettive aperte dalla sentenza della Corte europea. Da una prospettiva etica, non si può accettare l’idea che venga riconosciuto un diritto al figlio nell’ambito della procreazione artificiale, soprattutto quando questo lede il diritto 'del' figlio ad avere un’identità parentale certa e a conoscerla. L’analogia con l’adozione, spesso richiamata, non tiene: non si tratta di un bambino in stato di abbandono, ma di un bambino progettato con queste ombre. La fecondazione in vitro eterologa mina anche la struttura della famiglia: nell’adozione i genitori sono genitori sociali e non genetici; nell’eterologa si realizza una disparità genitoriale: uno dei due vive una genitorialità integra nelle dimensioni genetica e sociale, l’altro no».
inserto E'Vita
10 marzo 2011
M. Gabriella Leonardi
«Credo che le conseguenze della sentenza della Corte costituzionale non vadano enfatizzate – spiega Gensabella – in quanto rimane pur ferma la limitazione dell’uso di tali tecniche. Inquietanti sono invece le prospettive aperte dalla sentenza della Corte europea. Da una prospettiva etica, non si può accettare l’idea che venga riconosciuto un diritto al figlio nell’ambito della procreazione artificiale, soprattutto quando questo lede il diritto 'del' figlio ad avere un’identità parentale certa e a conoscerla. L’analogia con l’adozione, spesso richiamata, non tiene: non si tratta di un bambino in stato di abbandono, ma di un bambino progettato con queste ombre. La fecondazione in vitro eterologa mina anche la struttura della famiglia: nell’adozione i genitori sono genitori sociali e non genetici; nell’eterologa si realizza una disparità genitoriale: uno dei due vive una genitorialità integra nelle dimensioni genetica e sociale, l’altro no».
inserto E'Vita
10 marzo 2011
M. Gabriella Leonardi
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